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Discussione: Leggere rende felici

          
  1. #16
    Master Member L'avatar di daniela
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    Credo che dia felicità poter fare ciò che piace nel tempo libero. Se ci pensiamo, la maggior parte di ciò che facciamo è per dovere. Perciò riuscire a ritagliarsi del tempo per sè, che sia per leggere, correre, o fare giardinaggio, dà felicità.
    La felicità non nasce dalla lettura di un libro, ma dal poter fare ciò che si desidera.
    E la gioia maggiore è quando si pregusta, più che quando si finisce, in questo dò ragione a Leopardi. Sono più felice quando inizio un nuovo libro, o quando lo finisco? Quando lo inizio, non ho dubbi. Per quanto bello sia il libro, la gioia dell'inizio è impagabile. La felicità non è quando si raggiunge la vetta della montagna (certo, c'è un po' di soddisfazione! ) , la felicità è nella salita, nell'aspettativa, nel tempo dedicato a sè.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #17
    Master Member L'avatar di Enribello
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    “Uno ha un male, uno un altro. Ma una cosa è certa: / non c’è uomo felice sotto il sole”

    E’ un pensiero di Teognide , un antico poeta greco...mica solo Leopardi era pessimista.
    La felicita’...? Gia’ duemila anni fa, Seneca ricordava come fosse irragiungibile.
    Quando si crede di averla raggiunta, subito si allontana da noi.
    Certo che se stasera Belen mi invitasse a cena ….per un attimo sarei felice...
    anche se terrei sempre a mente la bella poesia di Montale postata da Kaipi….
    “Felicita’ raggiunta,si cammina per te su fil di lama...”
    Tornando serio....la felicita'....f
    orse e’ quel breve momento di sintesi tra quanto il nostro cuore desidera e quanto incontra...solo fuggevoli istanti....che scappano via, come la gioventu’, che sempre Teognide splendidamente definisce come “una rapina di cavalle in fuga”.
    Gli antichi Greci per indicare la felicità usavano la parola eudaimonìa, che significa essere in accordo con il proprio “demone”, con il proprio carattere. Per essere felici bisogna allora conoscere se stessi… ? Ma qui sto andando veramente o.t....allora tornando alla discussione iniziale quoto Daniela

    La felicità non nasce dalla lettura di un libro, ma dal poter fare ciò che si desidera.
    La felicità non è quando si raggiunge la vetta della montagna (certo, c'è un po' di soddisfazione! ) , la felicità è nella salita, nell'aspettativa, nel tempo dedicato a sè.
    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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  5. #18
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Tornando serio....la felicita'....f
    orse e’ quel breve momento di sintesi tra quanto il nostro cuore desidera e quanto incontra...solo fuggevoli istanti....che scappano via, come la gioventu’, che sempre Teognide splendidamente definisce come “una rapina di cavalle in fuga”.
    Questa la quoto in tutto e per tutto insieme a ciò che ha detto Daniela che, in fondo, sono le due condizioni più ovvie (ma non scontate) e necessarie a far sì che si provi quel senso di appagamento che chiamiamo felicità.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  6. #19
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Credo che dia felicità poter fare ciò che piace nel tempo libero. Se ci pensiamo, la maggior parte di ciò che facciamo è per dovere. Perciò riuscire a ritagliarsi del tempo per sè, che sia per leggere, correre, o fare giardinaggio, dà felicità.
    La felicità non nasce dalla lettura di un libro, ma dal poter fare ciò che si desidera.
    Quoto



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