Primavera 1968. Nell'anno della contestazione studentesca, un giovane ingegnere, Giorgio Rosa (Elio Germano) con un grande sogno e un genio visionario decide di costruire un'isola al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, e la proclama stato indipendente. Un’isola d’acciaio in cui la libertà individuale è il valore assoluto: non ci sono regole!
In questa impresa impossibile Giorgio avrà al suo fianco un eterogeneo gruppo di complici: il suo migliore amico, un giovane imprenditore più propenso ai bagordi che all'azienda di papà, un misterioso naufrago in cerca di approdo, un animatore delle notti romagnole in cerca di una nuova vita e una ventenne romantica in cerca di lavoro. E poi Gabriella (Matilda de Angelis), la donna appassionata che Giorgio trascina nella sua ambiziosa avventura e nella sua vita. L'Isola delle Rose attira ben presto l'interesse della stampa e soprattutto di frotte di ragazzi da mezzo mondo, trasformandosi in mito, in caso internazionale e in un quasi insormontabile problema politico per il Governo italiano che non può tollerare la fondazione di un nuovo Stato in acque così vicine.
Perché un’utopia che diventa realtà non può che avere conseguenze imprevedibili, al di là di ogni immaginazione


dal web


Questo film, che trovate solo su Netflix, ha il merito di far conoscere una storia a suo modo affascinante…e rende merito all’ingegner Giorgio Rosa che ebbe negli anni sessanta un idea giudicata prima bislacca e un po’ folle poi addirittura pericolosa. Quella di costruire un isola( che poi in realta’ era una piattaforma) al largo delle coste di Rimini 500 metri oltre le acque territoriali italiane.
Elio Germano e Matilda De Angelis sono bravi come sempre. Le musiche sono perfette.
Chissa’ forse se ne poteva fare una mini serie tv per andare piu’ in profondita’ su certe tematiche.
Da vedere.