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Discussione: William Shakespeare e la musica

          
  1. #1
    Senior Member L'avatar di Baudin
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    William Shakespeare e la musica

    E' perchè i tuoi sensi sono sul chi vive.
    Guarda una mandria selvaggia e scatenata,
    o un branco di giovani e indomiti puledri
    che saltano a rotta di collo, mugghiando
    e nitrendo, poichè così detta
    la natura ardente del loro sangue:
    se per caso giunge al loro orecchio
    lo squillo di una tromba o un'aria musicale,
    vedrai che di colpo si fermano tutti,
    con gli occhi focosi ammansiti
    dal dolce potere della musica.
    Perciò il poeta immaginò che Orfeo
    smuovesse alberi, pietre e fiumi,
    perchè non v'è nulla di così inerte,
    di così duro e rabbioso, di cui
    la musica non trasformi la natura.
    L'uomo che non ha musica nel cuore
    ed è insensibile ai melodiosi accordi
    è adatto a tradimenti, inganni e rapine;
    i moti del suo animo sono spenti
    come la notte, e i suoi appetiti
    sono tenebrosi come l'Erebo:
    non fidarti di lui. Ascolta la musica.


    William Shakespeare, Il mercante di Venezia

    Ciao

  2. #2
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Re: William Shakespeare e la musica

    Il sonetto 18 ha ispirao frotte di cantori e canterini.

    Un esempio:

    http://youtu.be/BsiZomSiAyg

    Ecco il testo:



    Shall I compare thee to a summer's day?
    Thou art more lovely and more temperate.
    Rough winds do shake the darling buds of May,
    And summer's lease hath all too short a date.

    Sometime too hot the eye of heaven shines,
    And often is his gold complexion dimm'd,
    And every fair from fair sometime declines,
    By chance or nature's changing course untrimm'd;

    But thy eternal summer shall not fade,
    Nor lose possession of that fair thou ow'st;
    Nor shall Death brag thou wand'rest in his shade,

    When in eternal lines to time thou grow'st.
    So long as men can breathe or eyes can see,
    So long lives this and this gives life to thee.

    Sonnet XVIII, William Shakespeare.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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