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Discussione: Democrazia sotto attacco

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Democrazia sotto attacco

    Vado abbastanza regolarmente a Parigi. Ho amici e conoscenti a Parigi. Generalmente quando sono in città con mia moglie ci ospita una signora che abita a duecento metri da uno degli obiettivi presi di mira dai commando di forsennati che hanno assaltato Parigi ieri sera.
    Ho passeggiato per le strade che si vedono nei servizi televisivi sugli attentati. Ho probabilmente mangiato in alcuni dei ristoranti presi d'assalto.
    La sensazione è quella di essere in stato di guerra e che la guerra sia contro la democrazia e la tolleranza.
    Per lo stato democratico i corni del dilemma si presentano con terribile semplicità: rinunciare a libertà e tolleranza per combattere con misure militari e poliziesche la minaccia terrorista, oppure esporsi alla follia omicida e preservare principii democratici e garanzie di libertà.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  2. #2
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Sto male per quelle persone, come se le avessi conosciute tutte, una per una.

    E poi mi chiedo: se ieri è successo questo, cosa succederà domani? E dopodomani? E l'anno prossimo?

  3. #3
    Master Member L'avatar di daniela
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    .... scusate, msg inviato due volte....
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #4
    Master Member L'avatar di daniela
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    Per lo stato democratico i corni del dilemma si presentano con terribile semplicità: rinunciare a libertà e tolleranza per combattere con misure militari e poliziesche la minaccia terrorista, oppure esporsi alla follia omicida e preservare principii democratici e garanzie di libertà.
    E' così, con l'aggravante che ogni stato democratico è sempre vulnerabile agli attacchi kamikaze e terroristici, per quante misure militari possa attuare.

    In queste ore ho riletto le parole di Tiziano Terzani, e le propongo a chi vuole:

    "Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E' una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.

    Ci illudiamo di poter usare una dose, magari “intelligente”, di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui.

    Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali."

    http://www.matteogracis.it/sull-isla...ne-la-fallaci/
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  6. #5
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    eri sera ho finito di lavorare alle 2310. Ho preso la macchina e sono andata dritta a casa. Mi sono messa a letto con un libro che ho chiuso subito dopo, stanca morta. Questa mattina mi sono alzata, ho acceso lo stereo e mi sono dedicata al giardinaggio. A pranzo ho tenuto la Tv chiusa poi nel PM un messaggio di una mia amica, in questi giorni in Francia per un convegno a Marsiglia, raccontava che hanno fatto un minuto di silenzio... Per la strage.
    da lì è iniziata la mia via crucis, tra articoli e video sul web.
    Sono senza parole.

  7. #6
    Member L'avatar di Ilaria
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    Io sono ancora stravolta, conosco abbastanza bene la zona di Parigi del Bataclan, 2 anni fa avevamo l'albergo lì vicino. Venerdì sera un'ora prima stavo giocando coi nipotini e sparando cavolate su whatsapp con degli amici, è stato uno di questi che mi ha scritto "Metti Sky tg 24, sta succedendo un casino a Parigi". Da lì io e il mio compagno ci siamo ammutoliti, ancora faccio fatica a crederci.
    AMATI E IL MONDO INTERO SI INNAMORERA' DI TE

  8. #7
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Ho potuto finalmente raggiungere la mia amica di Parigi. Sta bene, ma è molto provata. Nonostante questo mi ha detto che si rifiuta di cedere alla cultura della paura.
    Lei di mestiere è assistente sociale e da venerdì sera lavora quasi initerrottamente per soccorrere chi ne ha bisogno dopo gli attacchi. Temevo che le fosse successo qualcosa perché non riuscivo a contattarla. Per fortuna tutto bene.
    Pero mi dice che l'atmopsfera a parigi è pesantissima e ci sono molti segni di pricosi collettiva e paura per ogni minima sciocchezza, come un'asse che cade per terra o una frenata di una vettura.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  10. #8
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    si rifiuta di cedere alla cultura della paura.
    E' molto difficile non cedere. Sia per il terrorista che potrebbe ucciderti, sia nel quotidiano del vicino che ti dice "Io sono un uomo musulmano e tu sei una donna cristiana, quindi mi devi obbedire"

  11. #9
    Member L'avatar di Ilaria
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    Ho potuto finalmente raggiungere la mia amica di Parigi. Sta bene, ma è molto provata. Nonostante questo mi ha detto che si rifiuta di cedere alla cultura della paura.
    Lei di mestiere è assistente sociale e da venerdì sera lavora quasi initerrottamente per soccorrere chi ne ha bisogno dopo gli attacchi. Temevo che le fosse successo qualcosa perché non riuscivo a contattarla. Per fortuna tutto bene.
    Pero mi dice che l'atmopsfera a parigi è pesantissima e ci sono molti segni di pricosi collettiva e paura per ogni minima sciocchezza, come un'asse che cade per terra o una frenata di una vettura.
    Sono felice che la tua amica stia bene, la psicosi non è difficile da immaginare e da comprendere, credo che un gesto semplice e quotidiano come prendere la metro (ad esempio) sia diventato un incubo.
    AMATI E IL MONDO INTERO SI INNAMORERA' DI TE

  12. #10
    Administrator L'avatar di Mauro
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    E' così, con l'aggravante che ogni stato democratico è sempre vulnerabile agli attacchi kamikaze e terroristici, per quante misure militari possa attuare.

    In queste ore ho riletto le parole di Tiziano Terzani, e le propongo a chi vuole:

    "Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. E' una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.

    Ci illudiamo di poter usare una dose, magari “intelligente”, di violenza per mettere fine alla terribile violenza altrui.

    Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali."

    http://www.matteogracis.it/sull-isla...ne-la-fallaci/
    Ho letto attentamente tutta la lettera che, mi vergogno a dirlo, non avevo mai letto prima.
    Mi trova d'accordo praticamente su tutto e specialmente su questa considerazione che la maggior parte degli occidentali non vuole o non sa fare:

    L’immagine del terrorista che ora ci viene additata come quella del “nemico” da abbattere è il miliardario saudita che, da una tana nelle montagne dell’Afghanistan, ordina l’attacco alle Torri Gemelle; è l’ingegnere-pilota, islamista fanatico, che in nome di Allah uccide se stesso e migliaia di innocenti; è il ragazzo palestinese che con una borsetta imbottita di dinamite si fa esplodere in mezzo ad una folla. Dobbiamo però accettare che per altri il “terrorista” possa essere l’uomo d’affari che arriva in un paese povero del Terzo Mondo con nella borsetta non una bomba, ma i piani per la costruzione di una fabbrica chimica che, a causa di rischi di esplosione ed inquinamento, non potrebbe mai essere costruita in un paese ricco del Primo Mondo. E la centrale nucleare che fa ammalare di cancro la gente che ci vive vicino? E la diga che disloca decine di migliaia di famiglie? O semplicemente la costruzione di tante piccole industrie che cementificano risaie secolari, trasformando migliaia di contadini in operai per produrre scarpe da ginnastica o radioline, fino al giorno in cui è più conveniente portare quelle lavorazioni altrove e le fabbriche chiudono, gli operai restano senza lavoro e non essendoci più i campi per far crescere il riso, muoiono di fame?

    Si continua a pensare che una minoranza della popolazione mondiale (gli occidentali) possano mantenere uno stile di vita orrendamente consumistico decisamente troppo al di sopra delle proprie possibilità, a spese del resto del mondo che spesso è trattato come se fosse la servitù della gleba e non credo si debba essere delle menti sopraffine per sapere che certe sperequazioni sociali portano, inevitabilmente, a rivolgimenti sociali, con la differenza che se fino al secolo scorso questo avveniva nei singoli stati, nel mondo globalizzato dell'inizio del terzo millennio gli stessi fenomeni si verificano su scala transnazionale.

    Interessante, anche se simile, quest'altro articolo.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...riana/2223982/
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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