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Ultimo (per ora) capitolo per la saga del Commissario Ricciardi, che mantiene fede alla linea narrativa fin qui seguita dal suo prolifico, ancorché ripetitivo, autore.
Lo scrissi già per il libro precedente, ma ormai questa serie infinita è diventata una sorta di telenovela di cui, al momento, non si vede il porto di approdo, mentre la parte noir scivola sempre più verso una nicchia marginale che serve a legare gli elementi del singolo episodio ma che comincia a mostrare segni di cedimento nella sua costruzione.
In questo caso abbiamo un assassino reo confesso del quale la moglie sostiene senz'ombra di dubbio l'innocenza e questo (un caso di fatto chiuso) è l'enigma che dovrà sciogliere Ricciardi fino a un finale non scontato ma nemmeno sorprendente barcamenandosi fra le due, onnipresenti, donne della sua vita a cui De Giovanni non trova di meglio che aggiungerne una terza la quale, ne sono certo, servirà a complicare ulteriormente le vicende sentimentali del Commissario a scapito, ahimé temo, della parte poliziesca del libro.
Il commento finale che posso fare, che non è per nulla lusinghiero, è che non so se continuare a inserire questi romanzi nella sezione "Gialli, Thriller, Horror" o parcheggiarli genericamente in "Letteratura italiana".