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Discussione: In fondo al tuo cuore - Maurizio de Giovanni

          
  1. #1
    Administrator L'avatar di Mauro
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    In fondo al tuo cuore - Maurizio de Giovanni

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    Siamo alla settima storia con protagonista il commissario Ricciardi e la prima cosa che mi sento di dire, è che questa saga comincia a dare preoccupanti segni di cedimento.
    Anzi, a ben guardare, non è più nemmeno un giallo intorno al quale ruotano personaggi noti con le loro storie che si sviluppano e si intrecciano, ma una sorta di telenovela in cui scappa regolarmente il morto che serve a giustificare il lavoro dei due protagonisti principali (Ricciardi e Maione) che però, più che nelle indagini, sono seguiti nelle loro vicissitudini personali che ormai sono diventate noiose e ripetitive a un livello fastidioso.
    Ricciardi che ciondola continuamente fra due donne e continua a fornire loro blande illusioni e cocenti delusioni. Queste ultime distribuite regolarmente a fine romanzo una volta ciascuna (stavolta non va alla festa di Livia, la volta prima non si presenta alla cena di Pasqua con Enrica), secondo una par condicio che sarebbe un ottimo modello per la commissione di vigilanza RAI in campagna elettorale.
    Maione stavolta è geloso del belloccio sciupafemmine Fefè che "Esce pazzo per le femmine bionde brigadiè", guarda caso come sua moglie Lucia, mentre un'altra volta quasi muore di fame per essere magro come il fruttivendolo che fa il cascamorto con Lucia e la prossima volta chissà se capirà che sua moglie non è una zoccola ma è solo lui che è un pirla.
    E il giallo arriva stancamente alla fine, con una chiusura troppo affrettata, dopo che un qualsiasi lettore di gialli ha capito almeno cento pagine prima chi è l'assassino e il movente non regala nemmeno un briciolo di sorpresa.
    Molto deludente, specie se penso che ho già acquistato "a scatola chiusa" anche il seguente episodio.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  3. #2
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Episodio che ho già letto e ti posso già anticipare che le paturnie non sono finite ed entrare nella storia è più difficile del solito.

  4. #3
    Master Member L'avatar di daniela
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    A me "In fondo al tuo cuore" è piaciuto, ma non lo considero un giallo. De Giovanni scrive di sentimenti, di umanità, scruta il cuore dei suoi personaggi, e soprattutto descrive con passione Napoli.
    L'omicidio è solo un pretesto per scandagliare l'animo umano. Potrebbe anche non esserci, e non toglierebbe nulla al romanzo.

    Concordo per quanto riguarda la questione sentimentale, sarebbe utile che il commissario Ricciardi la risolvesse in un modo o nell'altro. La sua indecisione lo rende antipatico.

    Diciamo che dopo aver letto 7 (o 8, quanti sono?) romanzi del commissario Ricciardi c'è un po' di ripetitività. Forse il ciclo si sta esaurendo.
    Ma come lettura estiva - non impegnativa - mi pare di buon livello.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  6. #4
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Dovrebbero essere sette. Il teorico ottavo è un libro sui primi casi di Ricciardi uscito con un piccolo editore e che in libreria, fra le sue opere, non ho mai visto.

    Concordo sul fatto che il "caso" che si presenta di volta in volta, potrebbe pure non esserci e l'esplorazione dell'animo umano di de Giovanni sarebbe la medesima, però il problema è che ciò che ci racconta sono sempre le stesse cose ... l'indecisione di Ricciardi, la gelosia di Maione, la testardaggine di Livia, la schiena dritta di Modo, la tenacia di Rosa (che adesso ha pure l'erede al posto di badante) e via dicendo. Tutto ben scritto e ben descritto, per carità, ma tutto sempre maledettamente uguale a sè stesso, mai che capiti che qualcuno fa fesso Maione. O che Garzo dica una cosa intelligente, altra nota stonatissima come nelle storie della Lackberg ... è pressochè impossibile che una persona così indecentemente idiota sia in un posto di responsabilità così elevato come quello di Vicequestore ... arrivista, opportunista, servile, politicamente ammanicato, tutto quello che si vuole, ma così imbecille proprio no, si passa del personaggio antipatico alla ridicola macchietta e il romanzo ne risente eccome.

    Probabilmente tutta questa tirata su de Giovanni (come la precedente), nasce da una profonda delusione per un autore che, così come mi aveva "preso" all'inizio, mi sta tristemete annoiando ora, ragione per cui non la ritengo nemmeno una buona lettura nella categoria estiva - non impegnativa ... secondo me si trova di meglio anche se mi sono preso un'altra delusione da Biondillo (poi ne scrivo)
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  8. #5
    Master Member L'avatar di daniela
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    però il problema è che ciò che ci racconta sono sempre le stesse cose
    Concordo! La mia sensazione è che la serie di Ricciardi fosse perfetta nei primi 4 o 5 libri, poi è diventata uguale a se stessa, ripetitiva.

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    è pressochè impossibile che una persona così indecentemente idiota sia in un posto di responsabilità così elevato...
    Ehm, temo invece che questo capiti con una certa frequenza.... credo di averne visti tanti...

    Per quanto riguarda la "delusione", credo capiti spesso dopo aver letto tanti libri dello stesso autore, soprattutto se parliamo di gialli. Il primo libro è una rivelazione stupenda, così cerchiamo di leggere tutta la sua produzione. Inevitabilmente gli ultimi libri ci annoiano, finchè smettiamo di comprarne. In un certo senso, ci ha già dato tutto ciò che poteva darci. A me è capitato con Grangè, tanto presa all'inizio, poi mi sono fermata.
    Probabilmente anche gli autori "cavalcano" un po' l'onda del successo, e sfornano i libri successivi anche in mancanza di ispirazione, rimestando nel loro mondo.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  9. #6
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da daniela Visualizza il messaggio
    Concordo! La mia sensazione è che la serie di Ricciardi fosse perfetta nei primi 4 o 5 libri, poi è diventata uguale a se stessa, ripetitiva.


    Ehm, temo invece che questo capiti con una certa frequenza.... credo di averne visti tanti...
    La cosa si fa preoccupante

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    Per quanto riguarda la "delusione", credo capiti spesso dopo aver letto tanti libri dello stesso autore, soprattutto se parliamo di gialli. Il primo libro è una rivelazione stupenda, così cerchiamo di leggere tutta la sua produzione. Inevitabilmente gli ultimi libri ci annoiano, finchè smettiamo di comprarne. In un certo senso, ci ha già dato tutto ciò che poteva darci. A me è capitato con Grangè, tanto presa all'inizio, poi mi sono fermata.
    Probabilmente anche gli autori "cavalcano" un po' l'onda del successo, e sfornano i libri successivi anche in mancanza di ispirazione, rimestando nel loro mondo.
    Anche quest'osservazione è molto azzeccata, del resto una vena letteraria così lunga è pressoché impossibile da trovare ... forse l'unica eccezione (almeno per me) è il Bosch di Connelly.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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