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Discussione: Incipit

          
  1. #61
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    Nel Medioevo tutto era stupendo.
    Nel senso che era pieno di stupore. E c'erano miracoli, e le cose non erano semplicemente cose, e l'acqua non era acqua solamente, e il cielo era un pò più del cielo. Tutto recava il segno di antiche battaglie, il male e il bene andavano alla guerra, c'era un torneo infinito che le stelle guardavano dall'alto dei cieli, che sapevano i segreti oscuri delle persone, i loro cuori erano libri aperti. E ovunque demoni, e santi e strane apparizioni portavano esempio di un mondo a venire. E sempre tutto stava per finire, e ogni giorno da capo incominciava come se fosse per la prima volta, e il sole battagliava con il buio, e la gente pregava che vincesse il sole, e risplendesse per un giorno ancora, e dopo un altro, fino a esaurimento della lotta.

    "Tutta la luce del mondo" - Aldo Nove

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  3. #62
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    Il treno fischiò, lasciando la stazione. Dal finestrino di una carrozza un bambino guardava l'uomo e la donna che lo stavano salutando dalla banchina. L'uomo agitava timidamente una mano, imprimendole movimenti minimi. La donna sventolava entrambe le mani, oltre a un enorme fazzoletto rosso. L'uomo era suo padre, la donna era Gabriela, cioè Gabi. L'uomo indossava l'uniforme della polizia, perché era un poliziotto. La donna aveva un abito nero, perché il nero snellisce. Anche le righe verticali snelliscono. Ma niente snellisce, diceva Gabi ridendo, come mettersi vicino a qualcuno più grasso di te; solo che io non l'ho ancora trovato.
    Il bambino sul treno, che li stava lasciando e li guardava come in una fotografia che non avrebbe mai più rivisto... be', quel bambino ero io. Staranno da soli per due giorni, pensai. È finita.

    da "Ci sono bambini a zig zag" di David Grossman
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  5. #63
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    "La casa dei ferrovieri se ne stava piantata in mezzo a un fascio di binari, neanche fosse un capostazione. Aveva un unico grande portone e una sfilata di finestre bianche che a Delmo ricordavano una dentiera. L'ultima a destra era della sua camera da letto e quella mattina era l'unica spalancata, un buco nero che la faceva sembrare un dente mancante, o una carie appena visibile per lo spessore di una nebbia infame, densa come l'orzata che adesso inondava tutta la stazione impedendo quasi di vedere la torcia del Passi mentre segnalava lo scambio."

    da "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #64
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    Aprì gli occhi alle quattro del mattino e pensò :"Oggi inizi a cambiare il mondo, Florita." Non era intimorita dalla prospettiva di mettere in moto la macchina che in qualche anno avrebbe trasformato l'umanità, facendo scomparire l'ingiustizia. Si sentiva tranquilla, con le forze necessarie ad affrontare gli ostacoli che avrebbe trovato sulla propria strada.

    "Il Paradiso è altrove" - Mario Vargas Llosa

  7. #65
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    “Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio; il mio infermiere mi osserva di continuo, quasi non mi toglie gli occhi di dosso perché nella porta c'è uno spioncino, e lo sguardo del mio infermiere non può penetrarmi poiché lui ha gli occhi bruni, mentre i miei sono celesti”.

    da "Il tamburo di latta" di Gunther Grass
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  8. #66
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    "La prima volta che vidi Carlos Wieder fu nel 1971 o forse nel 1972, quando Salvador Allende era presidente del Cile. A quei tempi si faceva chiamare Alberto Ruiz-Tagle e ogni tanto frequentava il laboratorio di poesia di Juan Stein, a Concepcion, la cosiddetta capitale del Sud. Non posso dire che lo conoscessi bene. Lo vedevo una volta, due volte alla settimana, quando andavo al laboratorio. Non parlava tanto. Io sì.

    da "Stella Distante" di Roberto Bolaño
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  9. #67
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    Una pallida luna di tre quarti illuminava la statale alle due del mattino. La strada collegava la provincia di Taranto a Bari, e a quell’ora era di solito deserta. Correndo verso nord la carreggiata entrava e usciva da un asse immaginario, lasciandosi alle spalle uliveti e vitigni e brevi file di capannoni simili ad aviorimesse. Al chilometro trentotto compariva una stazione di servizio. Non ce n’erano altre per parecchio, e oltre al self-service erano da poco attivi i distributori automatici di caffè e cibi freddi. Per segnalare la novità, il proprietario aveva fatto piazzare uno sky dancer sul tetto dell’autofficina. Uno di quei pupazzi alti cinque metri, alimentati da grossi motori a ventola.

    Il piazzista gonfiabile ondeggiava nel vuoto e avrebbe continuato a farlo fino alle luci del mattino. Più che altro, dava l’idea di un fantasma senza pace.
    Superata la strana apparizione il paesaggio continuava piatto e uniforme per chilometri. Sembrava quasi di avanzare nel deserto. Poi, in lontananza, un diadema sfrigolante segnalava la città. Oltre il guardrail c’erano invece campi incolti, alberi da frutto e poche ville ben nascoste dalle siepi. Tra quegli spazi si muovevano gli animali notturni.

    da "La ferocia" di Nicola Lagioia
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  10. #68
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    Aveva sempre un po’ di timore quando passava davanti a quella finestra. Il nervosismo lo prendeva appena imboccava lo stretto viottolo che conduceva verso il lago. Non era la paura di incontrare qualcuno, sapeva che a quell’ora le probabilità erano minime, e comunque lui aveva una giustificazione più che valida per essere lì, tuttavia… Alzò gli occhi al cielo, una foschia leggera era scesa sull’isola, rendendo ancora più cupe le basse nubi e più pungente l’umidità che entrava nelle ossa. Meglio, si disse, nessuno si sarebbe avventurato fuori in quel clima desolato. Superò una curva secca e s’immise sulla stradina che costeggiava il lago. Da quel punto per poco più di una ventina di metri si sarebbe trovato allo scoperto. Qualche barca di passaggio avrebbe potuto vederlo e dalle ville che si affacciavano sull’acqua qualcuno si sarebbe potuto accorgere di quella strana figura imbacuccata che, la testa infossata nelle spalle, procedeva a passo sostenuto oltre l’imbarcadero di Villa Porrone


    "IL convento sull'isola" - Marco Polillo

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  12. #69
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    Alle cinco e mezza di quella matina, minuto cchiù minuto meno, 'na musca, che pariva da tempo morta 'mpiccicata supra al vitro della finestra, tutto 'nzemmula raprì l'ali, se l'annittò accuratamenti strofinannole, pigliò il volo, doppo tanticchia virò e si annò a posari supra al ripiano del commodino. Ccà si nni ristò tanticchia ferma a considerari la situazioni e po' volò sparata dintra alla narici mancina del naso di Montalbano che durmiva della bella.

    "La giostra degli scambi" - Andrea Camilleri

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  14. #70
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    Sto correndo. Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere, o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
    James. James. James.
    Devo arrivare là. Devo arrivare alla strada prima che..

    "L'invito" - Ruth Ware

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  16. #71
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    Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov'ella sta, e parlo d'altro.

    "Le mie prigioni" - Silvio Pellico

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  18. #72
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    "Svegliati, genio." Rothstein non ne aveva la minima intenzione

    "Chi perde paga" - Stephen King

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  20. #73
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    Sono quasi passati trent'anni, eppure non c'è notte che non mi corichi rivedendo nella mente il film di quegli orrori. Orrori di cui fui testimone e vittima al tempo stesso. A noi allora sembrava normale.

    "Eravamo solo bambini" Massimo Polidoro

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  22. #74
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    Ero morto, non c'erano altre spiegazioni

    "Il passato è una bestia feroce" Massimo Polidoro

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  24. #75
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    Una visita inaspettata gli ha rovinato il pomeriggio

    "Omicidio alla stazione centrale" Cocco e Magella

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