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Discussione: Incipit

          

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  1. #1
    Master Member L'avatar di Claire
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    Una pallida luna di tre quarti illuminava la statale alle due del mattino. La strada collegava la provincia di Taranto a Bari, e a quell’ora era di solito deserta. Correndo verso nord la carreggiata entrava e usciva da un asse immaginario, lasciandosi alle spalle uliveti e vitigni e brevi file di capannoni simili ad aviorimesse. Al chilometro trentotto compariva una stazione di servizio. Non ce n’erano altre per parecchio, e oltre al self-service erano da poco attivi i distributori automatici di caffè e cibi freddi. Per segnalare la novità, il proprietario aveva fatto piazzare uno sky dancer sul tetto dell’autofficina. Uno di quei pupazzi alti cinque metri, alimentati da grossi motori a ventola.

    Il piazzista gonfiabile ondeggiava nel vuoto e avrebbe continuato a farlo fino alle luci del mattino. Più che altro, dava l’idea di un fantasma senza pace.
    Superata la strana apparizione il paesaggio continuava piatto e uniforme per chilometri. Sembrava quasi di avanzare nel deserto. Poi, in lontananza, un diadema sfrigolante segnalava la città. Oltre il guardrail c’erano invece campi incolti, alberi da frutto e poche ville ben nascoste dalle siepi. Tra quegli spazi si muovevano gli animali notturni.

    da "La ferocia" di Nicola Lagioia
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #2
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    Aveva sempre un po’ di timore quando passava davanti a quella finestra. Il nervosismo lo prendeva appena imboccava lo stretto viottolo che conduceva verso il lago. Non era la paura di incontrare qualcuno, sapeva che a quell’ora le probabilità erano minime, e comunque lui aveva una giustificazione più che valida per essere lì, tuttavia… Alzò gli occhi al cielo, una foschia leggera era scesa sull’isola, rendendo ancora più cupe le basse nubi e più pungente l’umidità che entrava nelle ossa. Meglio, si disse, nessuno si sarebbe avventurato fuori in quel clima desolato. Superò una curva secca e s’immise sulla stradina che costeggiava il lago. Da quel punto per poco più di una ventina di metri si sarebbe trovato allo scoperto. Qualche barca di passaggio avrebbe potuto vederlo e dalle ville che si affacciavano sull’acqua qualcuno si sarebbe potuto accorgere di quella strana figura imbacuccata che, la testa infossata nelle spalle, procedeva a passo sostenuto oltre l’imbarcadero di Villa Porrone


    "IL convento sull'isola" - Marco Polillo

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  4. #3
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    Alle cinco e mezza di quella matina, minuto cchiù minuto meno, 'na musca, che pariva da tempo morta 'mpiccicata supra al vitro della finestra, tutto 'nzemmula raprì l'ali, se l'annittò accuratamenti strofinannole, pigliò il volo, doppo tanticchia virò e si annò a posari supra al ripiano del commodino. Ccà si nni ristò tanticchia ferma a considerari la situazioni e po' volò sparata dintra alla narici mancina del naso di Montalbano che durmiva della bella.

    "La giostra degli scambi" - Andrea Camilleri

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  6. #4
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    Sto correndo. Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere, o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
    James. James. James.
    Devo arrivare là. Devo arrivare alla strada prima che..

    "L'invito" - Ruth Ware

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  8. #5
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    Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov'ella sta, e parlo d'altro.

    "Le mie prigioni" - Silvio Pellico

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  10. #6
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    "Svegliati, genio." Rothstein non ne aveva la minima intenzione

    "Chi perde paga" - Stephen King

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  12. #7
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    Sono quasi passati trent'anni, eppure non c'è notte che non mi corichi rivedendo nella mente il film di quegli orrori. Orrori di cui fui testimone e vittima al tempo stesso. A noi allora sembrava normale.

    "Eravamo solo bambini" Massimo Polidoro

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  14. #8
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    Ero morto, non c'erano altre spiegazioni

    "Il passato è una bestia feroce" Massimo Polidoro

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  16. #9
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    Una visita inaspettata gli ha rovinato il pomeriggio

    "Omicidio alla stazione centrale" Cocco e Magella

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  18. #10
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    Mio figlio è omosessuale. Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l'ha mai confessato. Niente di male, sono molte le persone che attendono la morte dei genitori per lasciarsi andare e vivere liberi la propria sessualità. Solo che con me non funzionerà, ho intenzione di campare ancora a lungo, almeno una decina di anni. Se Dante vorrà emanciparsi, quindi, dovrà fregarsene del sottoscritto. Io a morire per i suoi gusti sessuali non ci penso proprio.

    "La tentazione di essere felici" - Lorenzo Marone

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  20. #11
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    Chi dice che i soldi non comprano la felicità evidentemente non è mai stato in una libreria

    "All'improvviso a New York" Melissa Hill

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  22. #12
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    Comincerò col dire dei giorni e degli anni della mia infanzia,che il mio unico personaggio indimenticabile fu la pioggia.La grande pioggia australe che cade come una cataratta dal Polo,dai cieli di Capo de Hornos fino alla frontiera.In questa frontiera o Far West della mia patria nacqui alla vita,alla poesia,alla terra,alla pioggia.
    Per quanto abbia camminato ,mi sembra che sia andata perduta quell'arte di piovere che si esercitava come un potere sottile e terribile nella mia Araucania natale.Pioveva mesi interi,anni interi.La pioggia cadeva in fili come lunghi aghi di vetro che si rompevano sui tetti o arrivavano in onde trasparenti come le finestre,e ogni casa era una nave,che difficilmente giungeva in porto in quell'Oceano d'inverno.


    ​Confesso che ho vissuto : Pablo Neruda
    " E se io non fossi l'eroe? Se io fossi il cattivo? " Twilight

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  24. #13
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    Gli antichi greci nutrivano un'incrollabile fiducia nelle arti divinatorie

    "L'ultimo oracolo" James Rollins

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  26. #14
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    La limpida goccia di pioggia cadde dal cielo, tagliò il buio, si diresse verso le luci tremolanti della città portuale. I venti gelidi e impetuosi che soffiavano da nord-ovest la sospinsero sopra il letto prosciugato del fiume, che divideva la città per il lungo, e la linea ferroviaria dismessa che la tagliava in diagonale. I quattro quadranti in cui era suddivisa la città erano numerati in senso orario e, al di là di questo, non avevano un nome. Perlomeno, non uno che i suoi abitanti ricordassero. E se s’incontravano quegli stessi abitanti lontano da casa e li si interrogava sulla loro provenienza, capitava che non ricordassero nemmeno il nome della città

    "Macbeth" - Jo Nesbo

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  28. #15
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    Don Camillo era uno di quei tipi che non hanno peli sulla lingua e, la volta che in paese era successo un sudicio pasticcio nel quale erano immischiati vecchi possidenti e ragazze, don Camillo durante la Messa aveva cominciato un discorsetto generico e ammodino, poi a un bel momento, scorgendo proprio in prima fila uno degli scostumati, gli erano scappati i cavalli e, interrotto il suo dire, aveva gettato un drappo sulla testa del Gesù Crocifisso dell'aitar maggiore perché non sentisse e, piantandosi i pugni sui fianchi, aveva finito il discorso a modo suo e tanto era tonante la voce che usciva dalla bocca di quell'omaccione, e tanto grosse le diceva, che il soffitto della chiesetta tremava

    "Don Camillo. Mondo piccolo" - Guareschi

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