Thanks Thanks:  2
Likes Likes:  52
Pagina 2 di 7 primaprima 1234 ... ultimoultimo
Visualizzazione dei risultati da 16 a 30 su 102

Discussione: Incipit

          

Visualizzazione ibrida

Messaggio precedente Messaggio precedente   Prossimo messaggio Prossimo messaggio
  1. #1
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Firenze
    Messaggi
    1,572
    Post Thanks / Like
    Il farfallone


    Fiaba di Hans Christian Andersen


    Il farfallone voleva una fidanzata, che naturalmente doveva essere un grazioso fiorellino. Guardò tutti i fiori, ciascuno se ne stava tranquillo e piegato sul suo stelo, come una signorina deve stare quando non è ancora fidanzata; ma ce n'erano tanti tra cui scegliere, era difficile, e il farfallone non aveva voglia di stare a cercare; così volò dalla margheritina.

    (P.S.:Però, l'etimologia di farfallone non rimanderebbe al lepidottero multicolore, bensì al più prosaico fallo )

  2. #2
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi. Da bambina, o da ragazza, non facevo sogni, né belli né brutti, è la vecchiaia che mi trasporta senza sosta un orrore impastato di detriti del passato, che mi travolge con la sua massa via via sempre più compatta, sempre più opprimente, un orrore più tragico di ogni esperienza reale perché le cose che vedo nell'incubo non le ho mai vissute sul serio. E mi risveglio urlando.
    "La porta" di Magda Szabò

  3. #3
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    Questa prima parte è il riepilogo di circa quattro anni. Non tenevo un diario, allora.
    Vorrei averlo fatto. Quello che so è che ora vedo quel periodo in maniera diversa da
    quando lo stavo vivendo.
    La mia vita fino al momento in cui Freddie cominciò a morire era una cosa, poi diventò
    un'altra. Fino a quel momento mi ero sempre considerata una brava persona. Come tutti,
    voglio dire, questo lo so. Come la gente con cui lavoro, principalmente. Ora so che non mi
    ero mai posta la domanda di come fossi in realtà, che avevo solo preso in considerazione il
    giudizio degli altri.

    "Il diario di Jane Somers" di Doris Lessing.

  4. #4
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    I lampi. Mi hanno sempre colpita i lampi. Ma una volta è successo davvero. Non dovrei ricordarlo perché ero poco più di una poppante, invece me lo ricordo, eccome! Ero in un prato e c'erano dei cavalli, dei cavalieri ...
    Poi scoppiò un temporale e una donna - non era la mamma - mi prese in braccio e mi portò sotto un albero. Mi teneva stretta e io guardavo in alto le foglie scure contro il cielo bianco.

    "Strane creature" - Tracy Chevalier

  5. #5
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    In principio fu la vecchia.
    Viorica la osservò frignare nel lettino, rigida e fragile come un tronco marcio, nella casa che i figli avevano spogliato di ogni bene, a eccezione di medicinali, fazzolettini da naso e una madonnina di Lourdes in plastica con dentro metà acqua.
    Quando ogni domenica mattina i due figli maschi, le loro consorti e la figliolanza al seguito venivano a trovare la povera malata, Viorica li vedeva sfilare con gli abiti buoni, le facce tristi e la lacrima di comodo. E mai che se ne andassero a mani vuote. Nascosto da qualche parte trovavano sempre un pupazzo, un piatto di ceramica, un orologio, una panca o un settimino tarlato che a casa loro ci sarebbe stato benissimo, ché poi, si sa, sono sempre ricordi.

    "Parole sante" - Eva Clesis

  6. #6
    Member L'avatar di donnadelfaro
    Registrato dal
    Oct 2013
    Messaggi
    68
    Post Thanks / Like
    Era meglio se i miei restavano a New York dove si erano conosciuti e sposati e dove sono nato io. Invece se ne tornarono in Irlanda che io avevo quattro anni, mio fratello Malachy tre, i gemelli Oliver e Eugene appena uno e mia sorella Margaret era già morta e sepolta. Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora. Gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà; il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre pia e derelitta che geme accanto al fuoco; i preti boriosi; i maestri arroganti; gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni…
    McCourt - Le ceneri di Angela

  7. #7
    Io L'avatar di dolores
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    855
    Post Thanks / Like
    Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono morti. Alcuni li ho mandati io stesso all'altro mondo, se poi esiste. Ma perché dovrebbe? In ogni caso, spero con tutta l'anima che non esista, perché all'inferno ce li ritroverei tutti, Pew il cieco, Israel Hands, Billy Bones, quell'idiota di Morgan che osò passarmi il bollo nero, e gli altri, Flint compreso, che dio l'abbia in gloria, se un dio esiste. Mi accoglierebbero a braccia aperte, con salamelecchi e inchini, sostenendo che è tornato tutto come ai vecchi tempi. Ma intanto il terrore irradierebbe dai loro volti come un sole ardente sul mare in bonaccia. Terrore di cosa? Chiedo io. Certo all'inferno non possono avere paura della morte. Che ve ne pare?
    No, non hanno mai avuto paura della morte, visto che per loro non ha mai fatto una gran differenza vivere o morire. Eppure, anche all'inferno avrebbero paura di me. Perché? chiedo io. Tutti, compreso quel Flint che era altrimenti l'uomo più coraggioso che avessi mai incontrato, avevano paura di me.

    "La vera storia del pirata Long John Silver" di Bjorn Larsson
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  8. #8
    Io L'avatar di dolores
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    855
    Post Thanks / Like
    Quando il capocomico si siede sul palco davanti al sipario a contemplare la fiera, osservando quel luogo brulicante di vita, viene travolto da un sentimento di profonda malinconia. E' pieno di gente che mangia e che beve, che amoreggia e che si accapiglia, che ride e che piange, che fuma e che bara, che si azzuffa e che balla oppure suona il violino; e poi ci sono attaccabrighe che fanno gli smargiassi, bellimbusti che ammiccano alle donne, furfanti che rubano borsette, poliziotti sempre all'erta, ciarlatani (altri ciarlatani! Peste li colga!) che strillano davanti ai baracconi, campagnoli che guardano estasiati le ballerine piene di fronzoli e i poveri vecchi saltimbanchi impiastricciati di belletto, mentre individui dalle agili dita gli svuotan le tasche. Sì, questa è LA FIERA DELLA VANITA': senz'altro un luogo né edificante, né allegro, anche se molto chiassoso. Ammirate il volto degli attori e dei pagliacci appena finiscono il loro numero; e Tom il buffone che dietro la tenda si leva il belletto prima di sedersi a tavola assieme alla moglie e ai suoi figlioletti. Tra poco si alzerà il sipario, e lui sarà lì a far capriole e a gridare: - Ehi voi, tutto bene?


    William M. Thackeray - "La Fiera della Vanità"
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  9. #9
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    Erano insieme: erano felici. I familiari, che non li perdevano mai di vista, si erano piazzati fra loro e li tenevano separati con dolcezza implacabile, ma il ragazzo e la ragazza sapevano di essere vicini, e il resto non contava. Era una sera d'autunno d'inizio secolo. Pierre e Agnès, i loro genitori e la fidanzata di Pierre stavano aspettando l'ultimo spettacolo di fuochi d'artificio della stagione. Sulla sabbia fine delle dune gli abitanti di Wimereux-Plage, località balneare sulle rive della Manica, erano radunati in gruppi scuri, che le stelle illuminavano appena. Tutt'intorno spirava l'umida brezza marina e una calma assoluta regnava sugli astanti, sul mare, sul mondo.

    "I doni della vita" - Irène Némirovsky

  10. #10
    Io L'avatar di dolores
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    855
    Post Thanks / Like
    Il primo proiettile ha attraversato la finestra con un colpo secco, è entrato nella pancia di Gaston, ha fatto il Tour de France fra le sue trippe ed è uscito poco sotto la scapola sinistra. Poi si è conficcato nel muro.
    Il secondo e il terzo hanno polverizzato una pila di compact disc e la Tour Eiffel di cristallo poggiata sul computer di Servandoni. Due vibrazioni del vetro mentre Gaston si accasciava per terra.
    Il quarto ha trapassato con un tonfo sordo il torace della tipa seduta davanti a me e il quinto le ha attraversato la testa portandosi via frammenti di osso, sangue, idee e cose varie.
    Il sesto e il settimo non hanno fatto altri danni all'infuori del distributore dell'acqua alle spalle di Servandoni; il boccione, colpito in pieno, è scoppiato inondando lui e il pavimento dell'ufficio.
    La ragazza davanti a me è scivolata giù dalla sedia guardandomi fisso negli occhi mentre l'ottavo proiettile frantumava l'avambraccio di Martini e il nono faceva scoppiare il suo monitor in una nuvola di fumo e vapore informatico.
    Il decimo e l'undicesimo sono passati sopra la mia testa perché a quel punto mi sono buttato per terra come già avevano fatto gli altri.
    Si è aperta la porta dell'ufficio e Delpeche è entrato con le mani sui fianchi. "Che cazzo succede qui dentro?" ha domandato guardandosi attorno. Si è beccato il dodicesimo proiettile dritto nello sterno. E' volato fuori dalla porta come se lo avessero tirato per le spalle con un filo invisibile.
    Durata dello show: sì e no una decina di secondi.

    "Les Italiens" - Enrico Pandiani

    Questa sì che è una partenza a razzo
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  11. #11
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    Settembre era cominciato con un caldo fuori dell’ordinario.
    In uno di quei pomeriggi di primo autunno, quando le giornate sembrano protrarre la torrida calura estiva, il giovane magistrato Kristof Komives esaminava nel suo ufficio gli atti delle cause di divorzio.
    Una, in particolare, interessava il giudice, poiché - sia pure alla lontana egli conosceva le parti in causa. Lo sventurato eroe dell’udienza fissata per l’indomani, il marito, un giovane medico di una certa fama, direttore del laboratorio chimico di uno degli ospedali di Budapest, era stato compagno di scuola di Komives; avevano frequentato insieme le medie, e in seguito, ai tempi dell’università, si erano di tanto in tanto incontrati in qualche occasione mondana, alle serate danzanti e alle riunioni studentesche.

    Divorzio a Buda - Sandor Marai

  12. #12
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    Nel pomeriggio di quel venerdì, Wolfe e io eravamo nell'ufficio; lui beveva birra, guardando le illustrazioni di un libro. Io scorrevo, ancora una volta, il giornale del mattino.
    Avevo già letto quel giornale la mattina, a colazione, poi ancora verso le undici, e ora lo scorrevo di nuovo, con la confusa speranza di trovarvi qualcosa d'interessante, atta a stimolarmi il cervello che stava per disseccarsi. Forse era anche una scusa per costringermi a teneri gli occhi aperti.


    "La lega degli uomini spaventati" - Nero Wolfe.

  13. #13
    Master Member L'avatar di maureen
    Registrato dal
    Oct 2011
    Messaggi
    1,165
    Post Thanks / Like
    D'improvviso, come se un turbine avesse piantato le radici nel centro del villaggio, arrivò la compagnia bananiera incalzate dalle foglie morte. Era un frascame ravvolto, riottoso, formato dalle mondezze umane e materiali degli altri villaggi; stoppie di una guerra civile che sembrava più remota e irreale. Il frascame era implacabile.


    "Foglie morte" - Gabriel Garcia Marquez

  14. #14
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
    Registrato dal
    Nov 2011
    Messaggi
    2,553
    Post Thanks / Like
    Il corpo fu rinvenuto alle 16 e 40 dell'11 maggio 1990, nel canale Baili, un canale fuori mano, a circa trenta chilometri a ovest di Shanghai.


    "La misteriosa morte della compagna Guan" di Qiu Xiaolong

  15. Likes Estella liked this post
  16. #15
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
    Registrato dal
    Nov 2011
    Messaggi
    2,553
    Post Thanks / Like
    "La signora Ramotswe non aveva affatto dimenticato il suo defunto furgoncino bianco. Non stava tanto a rimuginarci sopra, al contrario di certe persone che si fissano con il passato, ma capitava che le tornasse in mente, spesso nei momenti più imprevedibili. I ricordi di ciò che non abbiamo più sono strani alle volte: possono passare settimane, mesi o addirittura anni senza che ci pensiamo e poi, all'improvviso, qualcosa ci rammenta un amico perso o un oggetto a cui eravamo affezionati che si è rotto o è finito chissà dove e ci ritroviamo a dire a noi stessi: "Ecco, questa cosa ce l'avevo e ora non ce l'ho più".


    "Un matrimonio all'aperto" Alexander McCall Smith


  17. Likes Estella liked this post

Tag per questa discussione

Segnalibri

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •