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Discussione: Incipit

          
  1. #1
    Senior Member L'avatar di Serena-fundy
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    Incipit

    Visto che ci stiamo preparando a "fare le ninne", vi propongo questo incipit dell'opera più monumentale che io abbia avuto tra le mani. Il "fare le ninne" è relativo al fatto che il protagonista delle Ricerca di Marcel Proust si sta apprestando a dormire. Sono tentata a ricominciare a leggere questo capolavoro della letteratura mondiale, ma ora sono alle prese con "Guerra e Pace" di Tolstoj per cui vorrei far passare un pò di tempo.

    Alla ricerca del tempo perduto

    A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V.

    (Traduzione: Giovanni Raboni)
    Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell

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  3. #2
    Master Member L'avatar di maureen
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    Le nuvole riempirono il cielo finché cominciò a cadere una pioggia enorme. Neanche un pezzetto di azzurro. Il vento scuoteva gli alberi e gli uomini seminudi tremavano. Gocce d'acqua scivolavano giù dalle foglie e cadevano sugli uomini. Solo i muli sembravano non sentire la pioggia. Masticavano le piante che crescevano davanti al magazzino. Nonostante il temporale, gli uomini continuavano il loro lavoro.

    Cacao - Jorge Amado

  4. #3
    Master Member L'avatar di Claire
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    Herzog


    Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte. Se l'era portata, quella valigia, da New York a Martha's Vineyard. Ma da Martha's Vineyard era riscappato indietro subito; due giorni dopo aveva preso l'aereo per Chicago, e da Chicago era filato in un paesino del Massachusetts occidentale. Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi.
    Saul Bellow - Herzog -
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  5. #4
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Sono nato proletario. Ho scoperto presto l’entusiasmo, l’ambizione e gli ideali e nel tentativo di soddisfarli, ho finito per renderli il problema di tutta la mia infanzia. Vengo da un ambiente rude, volgare, duro. Non avevo un orizzonte davanti a me: direi piuttosto un confine.
    Il mio posto in questa società era negli abissi, dove la vita offriva solo squallore e sventura: lì, sul fondo, carne e spirito erano ugualmente affamati e tormentati.

    Jack London, Cos'è la vita per me

  6. #5
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Ogni volta che trovo in giornali, riviste e dizionari biografici degli schizzi sulla mia vita, delicatamente tratteggiati, vengo a sapere che io, per studiare sociologia, divenni vagabondo. Ciò è molto simpatico e gentile da parte dei biografi, ma è inesatto.
    Io divenni vagabondo... ebbene per la vitalità che era in me, per la passione di girovagare che ho nel sangue e che non mi lasciava tranquillo.

    Jack London, La strada

  7. #6
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile Shantaram

    Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell'amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita.
    Per capire l'essenziale, però, mi è bastato un istnate, mentre mi torturavano legato ad un muro.
    Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granchè, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità.
    E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.

    Gregory David Roberts: SHANTARAM.

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #7
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    "Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che è la più bella età della vita. Ogni cosa rappresenta una minaccia per il giovane: l’amore, le idee, la perdita della famiglia, l’ingresso tra gli adulti. E’ duro imparare la propria parte nel mondo."

    Paul Nizan "Aden Arabia"

  9. #8
    Io L'avatar di dolores
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    Era luglio e faceva caldo e io stavo interrando piantine e l’idea dell’omicidio manco mi passava per l’anticamera del cervello. Tutti i lavori da roseto sono brutti, tipo fare innesti, o scavare, ma interrare è un lavoro buono per i peccatori all’inferno. È nel pieno dell’estate che bisogna farlo. Funziona così: ti danno questa manciata di piantine e tu le prendi e sospiri e ti giri a guardare tutto il roseto, che va da dove ti trovi tu a un qualche posto a est della Cina, e ti rimbocchi le maniche, e ti chini, e infili le piantine nei filari, un po’ distanziate. Non ti tiri più su se proprio non ci sei costretto, perché altrimenti non finirai mai. Tieni la schiena piegata e continui a interrare, seguendo il filare polveroso, sperando che prima o poi riuscirai a dare un taglio alla tortura, anche se pare che non succeda mai, e ovviamente il sole del Texas dell’Est, che alle dieci e mezzo di mattina è come una piaga infetta che lascia colare pus fuso, non migliora le cose.

    Joe Lansdale - "Mucho Mojo"
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  10. #9
    Patrizia
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    "Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi.
    Mio peccato, anima mia.
    Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, conto i denti. Lo.Li.Ta.
    Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti.
    Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."


    Vladimir Nabokov

  11. #10
    Senior Member L'avatar di Baudin
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    "Farid non ha mai visto il mare, non c'è mai entrato dentro.
    Lo ha immaginato tante volte. Punteggiato di stelle come il mantello di un pascià. Azzurro come il muro azzurro della città morta.
    Ha cercato le conchiglie fossili sepolte milioni di anni fa, quando il mare entrava nel deserto. Ha rincorso i pesci lucertola che nuotano sotto la sabbia. Ha visto il lago salato e quello amaro e i dromedari color argento avanzare come logore navi di pirati. Abita in una delle ultime oasi del Sahara."

    Mare al mattino di Margaret Mazzantini

  12. #11
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    Franz Kafka ha creato due degli incipit più fulminanti della letteratura mondiale. "Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato", è l'incipit de "Il processo" mentre "La metamorfosi" comincia così: "Gregor Samsa, svegliandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo." Dunque è la notte lo spartiacque tra la normalità e il pericolo, tra il mondo usuale e la tragedia. Può capitare nel mondo di Kafka di svegliarsi una mattina per entrare senza alcun motivo in un tunnel insensato e tragico da cui non si riuscirà a salvarsi oppure di trovarsi cambiato improvvisamente in un ripugnante scarafaggio. Tutta la letteratura di Kafka è un infinito anelito all'integrazione a cui dedicherà tutte le sue opere maggiori compreso "Il castello" ma che non raggiungerà mai, straniero in patria, ebreo tra i cattolici, tedesco tra i boemi, figlio non compreso in famiglia.

  13. #12
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    La Jangada, Verne

    Un capitano dei boschi

    «Moblssthvuprudepmifhomvvvrgllqmont
    oogghqmeuvdatopnrifouroibamfmltgquz
    fzeprnqdspbrnmoqfrrniuvrsfpndquaggh
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    lrqqhivrsahnlepqnibgqvzflrinaaueohqbf
    gqqgforczrfnstzhaprqnrpntmhlfusfhoqb
    qonqptatdcpprgghqeouzuluaqnfnepznsp
    zmnrappqhnqnoqqrrfiquzlhe.»

    L'uomo che teneva in mano il documento il cui ultimo paragrafo era formato da questa strana accozzaglia di lettere, dopo averlo riletto attentamente rimase qualche minuto sopra pensiero. Il documento comprendeva un centinaio di righe che non erano neppure divise in parole, e aveva tutta l'aria di essere stato scritto da anni. Il tempo aveva già steso la sua patina giallastra sul foglio di carta spessa, coperto da quei geroglifici.
    Con quale criterio erano state scritte quelle lettere?
    Soltanto quell'uomo avrebbe potuto dirlo. Poiché questi linguaggi cifrati sono come le serrature delle casseforti moderne e si difendono nello stesso modo. Le combinazioni di cui sono suscettibili si contano a miliardi, né basterebbe la vita intera di un calcolatore per trovarle tutte. Occorre la «parola» per aprire la cassaforte; occorre il «numero» per leggere un crittogramma di questo genere. Infatti, come vedremo, il documento doveva sfidare i tentativi più ingegnosi e in circostanze molto gravi.
    L'uomo che aveva riletto il documento era un semplice capitano dei boschi.
    [Jules Verne, La Jangada, l'ulivo Biblioteca Salani, Casa Editrice Adriano Salani, Firenze.]

  14. #13
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    "Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913."

    Robert Musil, L'uomo senza qualità

  15. #14
    Io L'avatar di dolores
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    "Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori".

    Patrick Suskind - "Il profumo"
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  16. #15
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    Quando ho sentito parlare per la prima volta dell'arpa d'erba? Molto tempo prima di quell'autunno in cui andammo ad abitare sul sicomoro. In un autunno molto remoto, dunque; e certo fu Dolly a parlarmene, perché nessun altro avrebbe pensato a quel nome: arpa d'erba.
    Se, uscendo dalla città, imboccate la strada della chiesa, rasenterete di lì a poco una abbagliante collina di pietre candide come ossa e di scuri fiori riarsi: è il cimitero Battista. Vi sono sepolti i membri della nostra famiglia, i Talbo, i Fenwick. Mia madre riposa accanto a mio padre e le tombe dei parenti e degli affini, venti o più, sono disposte intorno a loro come radici prone di un albero di pietra. Sotto la collina si stende un campo di alta saggina, che muta di colore ad ogni stagione; andate a vederlo in autunno, nel tardo settembre, quando diventa rosso come il tramonto, mentre riflessi scarlatti simili a falò ondeggiano su di esso ed i venti dell'autunno battono sulle sue foglie secche evocando il sospiro di una musica umana, di un'arpa di voci.





    L'arpa d'erba - Truman Capote




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