Altrove sono stato sospeso per 7 giorni aver definito questo racconto una cagata.


La ricerca del treno perduto di Camilcar

Un te', per favore, avete anche dei biscotti, sì va bene quelli, ma sono gli inziddi, alla stazione di Ossiccio e' l' unico posto dove li vendevano, chissà da quale pasticceria venivano, al confine di tre regioni, erano fatti solo di profumo di fluge, lentisco, macis e pimento, quello che mi sta compenetrando adesso, era il treno per Gimuna, l' ultimo anno della motrice a vapore, l' ultimo treno che palpitava come una bestia, un cavallo, una cosa viva, no no anche le canzoni adesso, la prima classe e la terza, le uniche frequentate, in seconda non ci andava nessuno.

In terza ci saliva Albertina, vestita bene, col vestito di crinole verde, guanti di pachelle, e il cappellino d' orley, si sedeva alla fine del vagone, accanto al vagone ristorante dove poi passava tutte le due ore e quarantacinque prima di arrivare a destinazione, facendo durare il suo te' senza biscotti, il più a lungo possibile, lei moglie del droghiere che non apprezzava questi viaggi del giovedì, in compagnia pure della moglie del farmacista, dello studente di architettura e dell' organista della parrocchia, che stavano là in carrozza non sapendo perchè erano lì , perchè andavano a Gimuna e perchè Albertina non stesse con loro.

Fabiana saliva in prima classe, con il sindaco e Lorena sua moglie , Mariella e Osvaldo, che possedevano terre messe a viti, mele, pere, ulivi e quant' altro avevano a disposizione dal 1632 quando Ottone II glie ne diede il diritto di proprietà per alcuni servizi resi, per lo più massacrare impalare e bruciare qualche strega eretico e miscredente che essenzialmente voleva solo sopravvivere all' avo di Mariella, Osvaldo aveva la funzione del fuco, gli riusciva bene ma nient' altro e in prima classe restavano poco, il luogo del discutere, oh sì, si discuteva di tutto, della moda, del buon vivere, di musica, di libri , soprattutto di libri che nessuno aveva letto ma di cui tutti avevano sentito parlare, non certo a Ossiccio, forse a Gimuna, forse, e della nuova arte, il cinema, di pellicole assurde , di storie di pezzenti, di poveri, di belli, mangiando la specialità del vagon restaurant, garasso e coregone, fritto il primo e in carpione il secondo, sautè di crostacei e pasticcio di topinambur, riesling e merlot, rosolio di basilico (verde), anice (bianco) e mirtillo ( rosso).

Giovedì diluviava e pure il giorno prima e pure martedì, il sindaco, Lorena, Osvaldo, Mariella rimasero bloccati dall' esondazione del Frabo, io ero sempre lì al bar della stazione e comparvero, miracolosamente Albertina, 20 minuti prima della partenza e Fabiana giusto all' arrivo del locomotore sbuffante, come se il cielo si fosse terso e le montagne si stagliassero contro il cremisi del mezzo mattino salì in carrozza gratificandomi dell' appoggiare la sua mano al braccio che le porgevo, non si curò, come sempre, di Albertina che non mancava però di notare e soffermò per la prima volta forse, lo sguardo sui fiori di cappero che non so come riusciva sempre a procurarmi, a me solo e solo il giovedì il buon Luca e ogni volta mi accompagnavano nel viaggio verso Gimuna, ma questa volta restammo nello scompartimento, Lorena prese i fiori del cappero, declinò l' invito del ferroviere che dopo l' obliterazione ci prospettava come al solito il ristorante, fece chiudere le tendine, annusò e poi passò i fiori sulle labbra, poi scorsero sul collo e per la prima volta notai che la blusa era leggermente aperta, e da quel giorno per Fabiana e Marcello, sì io mi chiamo Marcello, "oh capperi" non fu più un' esclamazione ma una invitante promessa reciproca.

La locomotiva è andata in pensione assieme alla terza classe, gli affari del droghiere andavano bene, ora aveva ampliato l' attività e aveva aperto il primo supermercato al paese , alla moglie del farmacista si era aggiunto pure il marito e forse era l' unico di cui si sapeva cosa andasse a fare a Gimuna là essendoci la Ballestro, la squadra del mitico Metti che aveva già vinto il giro e la cronoscalata del Voletto e il campionato del mondo ad inseguimento, e le visite del farmacista forse erano solo per l' attrazione reciproca anche se la borsa dell' andata tornava sempre vuota, l'architetto che ora era tale e non più studente aveva lo studio al capoluogo e l' organista non suonava più in chiesa ma al San Giorgio, ma anche Osvaldo e Mariella e con me e Fabiana rimanevano solo l'ex sindaco , ora solo assessore e la sempre più inutile Lorena.
" Marcello, ma quanto sono noiosi gli amici di Albertina, sempre a parlare di moda , di musica, di libri , soprattutto di libri che nessuno di loro legge ma di cui hanno solo sentito parlare e di cinema."

"Carissima Albertina, qua ora ci siamo tutti : il consigliere comunale, la sempre più inutile Lorena, tutta la vecchia guardia, manca solo il cornuto di tuo marito sempre occupato ad aprire supermercati e il farmacista in galera per doping, che dici, andiamo a chiamare Fabiana che e' sempre là in seconda classe che da anni ci guarda con occhi imploranti?"
"Vai Marcello vai, e' vestita da far schifo, non si compra qualcosa di decente dallo sbarco sulla luna, ma se ti fa piacere, non sono mica gelosa dei tuoi capperi, vai pure Marcello."

Buoni gli inziddi o come li chiamate qua, chissà da quale delle tre regioni è emigrato il pasticcere, sono fatti solo di profumo, quello che mi sta compenetrando adesso, la terza classe non c'è più e neppure la motrice a vapore.
Garçon, la cuenta, per favore.
C'e' qualcuno che mi sa dire che ne pensa?
Grazie !