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Il segreto di Caspar Jacobi


Dalle note di copertina:
“Cipriano Parodi è un giovane veneziano di famiglia abbiente, di mestiere scrittore. Ha talento, e il suo primo romanzo è stato accolto con grande favore. Tutti sono convinti che lo attenda una lunga, luminosa carriera. Un giorno riceve una lettera. A scrivergli, dalla lontana New York, un famoso romanziere che Cipriano ammira da sempre: Caspar Jacobi. Nella lettera, un invito, quello a raggiungerlo immediatamente, e un misterioso post scriptum: "oscuri legami ci uniscono". Impossibile resistere. Non appena Cipriano lo raggiunge, scopre la ragione di quella misteriosa richiesta: entrare a far parte della squadra di ghost-writer che collabora alla stesura dei romanzi di Caspar Jacobi. Travolto dal fascino dello scrittore, dall'aura di mistero che avverte e come stregato dalla fotografia di una bellissima giovane mulatta dagli occhi straordinariamente azzurri, Cipriano si lascia convincere. Il suo assenso sarà l'inizio della fine, sarà il gesto apparentemente innocente che lo trascinerà verso l'oscura predizione di una pingue gitana che lo aveva avvertito di un'infausta minaccia, di una belva che lo attende nella notte pronta a risucchiare la sua vita.”

Mio commento

E’ inevitabile, i romanzi di Ongaro si sviluppano sul doppio binario del reale e del fantastico. Anche stavolta lo scambio di personaggi tra le due dimensioni spiazza il lettore. Quando la fantasia assume un tale rilievo ci si accorge di camminare sul filo del rasoio, si cerca di mantenere l’equilibrio, la concentrazione è spasmodica, non esiste altro pensiero, non si riesce a capire in quale dimensione ci si trova se non dopo aver superato lo sconcerto. Come quando ci si sveglia dopo un sogno intenso e coinvolgente.

Ecco che si ritorna al concetto di sogno come esercizio di libertà assoluta della fantasia.

Ongaro è un vero maestro in ciò, i suoi romanzi sono un connubio di noir, avventura , arcano.
I suoi personaggi si lasciano vivere, a qualunque costo, perché li trascina la passione. Essi si muovono in un mondo di oscuri e segreti legami, di impossibili parallele che si incrociano, personaggi che procedono ognuno nel proprio buio, specularmente, ma che si avvistano di tanto in tanto.
Ed allorquando la realtà viene scavalcata dalla fantasia più sfrenata ci si rende conto che ciò avviene perché la verità non vuol farsi conoscere.
La filosofia di Ongaro in questi casi è che non bisogna prendersela, restano pur sempre le bugie…
Sarebbe facile obiettare che allora la fantasia produce menzogna.
Ma Ongaro è uno scrittore che non ha come obiettivo primario la verità, molto più semplicemente a lui interessa la libertà della mente.

Per questo motivo alcuni suoi personaggi si inventano un alter ego, un doppione con cui dialogare.
Per questo motivo anche stavolta c’è una donna bellissima e irraggiungibile, da cercare, che non compare mai fisicamente se non alla fine del romanzo, nella dimensione parallela.

Il mondo romanzato di Ongaro è decisamente originale. Anche quando è reale resta comunque sospeso in una sua soffusa illusione individualistica, una astrazione in cui personalmente trovo intrigante crogiolarmi.