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Discussione: Giorgio Scerbanenco - Uomini ragno

          
  1. #1
    Io L'avatar di dolores
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    Giorgio Scerbanenco - Uomini ragno




    Dal risvolto di copertina:


    Stupisce che questi quattro racconti di Scerbanenco non siano stati notati e ripubblicati prima d'ora, per la verità che portano, nonché la loro importanza di testimonianza su come fu vissuto un periodo storico. Forse perché furono pubblicati nell'unica edizione nel 1946, tempi difficili e fragili di passaggio. Forse perché la successiva fama di inventore della "Milano calibro nove" mise in ombra l'altra, importante, produzione dello scrittore.
    Sono racconti di guerra, ambientati negli anni feroci. Il primo nel periodo in cui sta maturando l'alleanza con Hitler, e del nuovo clima di complicità è vittima un giovane capitano del controspionaggio italiano che scopre un complotto nazista e viene abbandonato dai suoi comandi. Gli altri tre si svolgono quando l'Italia è occupata dall'esercito tedesco: la caccia solitaria contro una spia nazista infiltrata a Napoli; una trappola contro una linea partigiana che aiuta esuli a fuggire; la vendetta contro un agente che deporta ebrei italiani attraverso
    la Svizzera. E sono racconti sulla paura, senza dubbi o reticenze, da parte di uno scrittore pessimista e del tutto poco fedele a qualsiasi ideologia, su chi questa paura ha seminato e ne porta la colpa, gli "uomini ragno" nazisti: "In tutto il mondo aleggiava in un modo o nell'altro, là mostruosa, qui più lieve, la paura e solo la paura". Si sente l'energia del narratore di avventure, anche se i suoi personaggi sono banali aguzzini e piccoli eroi per umanità e per puntiglio; ma il desiderio che domina è di dire ciò che successe nei recessi senza luci della storia: "I fatti narrati in questi racconti sono effettivamente accaduti. Ma l'autore se ne è servito solo come spunti".



    Sono convinta che la grandezza dello Scerbanenco scrittore sia dovuta anche alla sua grandezza di uomo, e i quattro racconti contenuti in questo libro me ne hanno dato ulteriore conferma.
    Storie di un'Italia in guerra (Seconda Guerra Mondiale), storie di uomini coraggiosi o vigliacchi, subdoli, violenti, vendicativi, determinati, perdenti o vincenti... Non censura niente Scerbanenco: dice pane al pane e vino al vino. Palpabile l'odio per i "tedeschi", ma anche la pietà per gli umili, e soprattutto commovente la sua capacità di sentire la sofferenza dei giusti.
    A mio parere Scerbanenco è uno scrittore ancora troppo sottovalutato.
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  2. #2
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da dolores Visualizza il messaggio

    A mio parere Scerbanenco è uno scrittore ancora troppo sottovalutato.
    Oltre a ringraziarti della segnalazione mi corre l'obbligo di quotare in pieno questa tua affermazione. Sto leggendo "Racconti neri" e, per quanto alcuni siano brevi e un po' scontati nella trama, devo dire che non ce n'è uno che sia banale.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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