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In lettura "La porta" di Magda Szabò
Due le protagoniste principali di questa storia, la scrittrice ed Emerenc .
Emerenc entrerà nella vita della scrittrice quando quest’ultima cercherà un aiuto per le faccende domestiche .
Emerenc è già entrata nella vita del resto del quartiere, si occupa della pulizie in altre case, di tener pulite le strade e l’edificio dove abita e dove svolge il ruolo di portinaia. Ha già una certa età ma tantissime energie e non sta ferma un attimo.
Ha alle sue spalle una vita e una storia difficili, ma nonostante tutto si è rialzata. Ha una parola buona per tutti, distribuisce piatti dell’amicizia, riceve tantissime persone nell’atrio di casa sua, ma non oltre la sua porta. E non ne svelerò il motivo, non voglio rovinare la lettura di questo libro a chi deciderà di leggerlo.
La scrittrice rappresenta i nostri limiti, le nostre paure ad affrontare certe situazioni.
Rappresenta tutte quelle volte che pensiamo sia più facile fuggire perché dobbiamo fare altro che riteniamo più importante, ma è una scusa il fatto di ritenere che ci sia qualcosa di più importante rispetto al rimanere accanto ad una persona cara che in quel momento ha bisogno di anche di noi.
Rappresenta tutte quelle volte che pensiamo di fare del bene, in buona fede, ma possiamo invece procurare dolore e delusione.
Quando tutto sarà finito la scrittrice continuerà a rivivere il tutto attraverso i suoi sogni notturni, infatti ho trovato molto significativi l’incipit

Sogno sempre la stessa cosa, sono in piedi, in fondo alle nostre scale, nell'androne, mi trovo sul lato interno del portone con il telaio d'acciaio, il vetro infrangibile rinforzato di tessuto metallico, e cerco di aprirlo. Fuori, in strada, si è fermata un'ambulanza, attraverso il vetro intravedo le silhouette iridescenti degli infermieri, hanno volti gonfi, innaturalmente grandi, contornati da un alone come la luna. La chiave gira nella serratura, ma i miei sforzi sono vani, non riesco ad aprire il portone, eppure so che devo far entrare gli infermieri altrimenti arriveranno troppo tardi dal mio malato. La serratura è bloccata, la porta non si muove, come se fosse saldata al telaio d’acciaio.

e l’explicit

I miei sogni sono assolutamente uguali, tessuti di visioni ricorrenti. Sogno sempre la stessa cosa, sono in piedi, in fondo alle nostre scale, nell'androne, mi trovo sul lato interno del portone con il telaio d'acciaio, il vetro infrangibile rinforzato di tessuto metallico, e cerco di aprirlo. Fuori, in strada, si è fermata un'ambulanza, attraverso il vetro intravedo le silhouette iridescenti degli infermieri, hanno volti gonfi, innaturalmente grandi, contornati da un alone come la luna.
La chiave gira.
Ma i miei sforzi sono vani.

perché se nella realtà possiamo fuggire, quando sogniamo non possiamo scappare e nasconderci.