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Discussione: Il giovane favoloso - Mario Martone - 2014

          
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    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Il giovane favoloso - Mario Martone - 2014

    IL GIOVANE FAVOLOSO

    Un film di Mario Martone.
    Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
    Biografico, 137 min.
    Italia 2014

    Nome:   leo.jpg
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    Trama: vita di Leopardi.

    Non tutti a scuola hanno odiato Leopardi.
    Molti hanno fatto scivolare sulle labbra la sua poesia come fosse miele. Molti ne hanno colto la straordinaria forza visionaria e filosofica. Molti ne hanno percepito la forza disperata, la dolcezza squisita, la sofferenza e l'ironia.

    Non so cosa mi aspettassi da un film sulla vita di Leopardi, ma sinceramente non mi aspettavo un film sulla vita di Leopardi (???). Quello che voglio dire è che volevo di più di un cine racconto stile documentario fatto bene, volevo la magia.
    Leopardi più di altri è stato capace di rendere alla parola scritta i suoi colori, la sua musicalità, la sua forza emotiva, come non vedere, sentire, assaporare la notte in questi versi: Dolce e chiara è la notte e senza vento. Parole che diventano percezioni, che diventano emozioni attraverso i sensi, che si tingono di infinito. Chi non ha visto il deserto nel Canto notturno? Chi non riconoscerebbe la donzelletta se la incontrasse un giorno durante una passeggiata? E chi non ricorda la disperazione di Saffo di fronte al rigoglio della natura... E ancora.... Come non ricordare il silenzio che avvolge Cristoforo Colmbo e Gutierrez su quella caravella errante verso l'ignoto e la speranza. Come non ricordare, i versi magici del Tramonto della luna...
    Insomma io volevo che il film ricreasse la magia, invece, solo per un breve attimo questa si è affacciata, quando Leopardi si trasforma nell'Islandese e grida contro la Natura nemica scoperta di tutte le sue creature.
    Mi aspettavo che il regista dialogasse tra opera, vita e visioni, invece è solo una pedissequa biografia che getta il sasso e nasconde la mano mentre occhieggia verso una non accertata omosessualità... No grazie.


    Insomma, niente di straordinario, nessuna visone. Un collage fatto di sequenze biografiche, citazioni di opere e immagini storiche.
    Non credo che quelli che non amano Leopardi ne scoprano la grandezza con questo film, ma neppure quelli che lo amano rivivranno la magia della sua poesia.

    Consigliato? No.

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    Master Member L'avatar di Claire
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    Il Leopardi di Mario Martone: fiumi di bellezza e dolore.


    Questo film ha rappresentato per me la riscoperta di Leopardi. I vecchi ricordi scolastici, un po’ cristallizzati e semplificati nella memoria, hanno subito uno scossone.
    Mentre scorrevano i titoli di coda davvero mi è parso di aver ricevuto una tegolata in testa!
    Turbata, ammutolita, conquistata completamente da questo Leopardi che un bravissimo Martone riesce a rendere terribilmente vero. Un’opera biografica fatta con amore e interpretata con grande intensità da Elio Germano che veste i panni di Leopardi facendoci sentire tutto lo stridore del suo spirito e della sua carne.

    La voglia di libertà, che emerge imperiosa nella prima parte del film che racconta della sua giovinezza immersa negli studi e sotto la stretta sorveglianza di un padre dispotico e conservatore e nella più totale assenza di un gesto d’affetto da parte di una madre completamente anaffettiva, ci da una visione meravigliosa della rivoluzione interiore del poeta che gli permette infine di evadere in quell’infinito furiosamente percepito e desiderato. Quanta voglia di vivere!

    Il Leopardi adulto, della seconda parte del film, è finalmente un uomo che vive a contatto con il mondo dei letterati del suo tempo . Un uomo che pur già minato dalla sua condizione di infermità la combatte quotidianamente cercando in tutti i modi di disgiungerla dal pessimismo intellettuale della sua opera. Egli ripete spesso che non c’è nesso tra le due cose, ma nel suo peregrinare tra Firenze e Napoli esprime tutto il suo disagio affidandosi completamente alle cure del suo caro amico Ranieri. E’ un ritratto struggente del poeta che libera la propria mente dal vincolo di un corpo ferito.

    Quanta malinconia nelle belle parole pronunciate: “Non vivono fino alla morte, se non quei molti che restano fanciulli tutta la vita “.

    Fiumi di bellezza e grande dolore in questo film e nella cornice delle immagini filmiche si sentono declamare le sue poesie, con “la ginestra” che fa da chiusa.

    Da brivido!




    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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