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Discussione: X° GdL - Viaggio al termine della notte di Céline Louis Ferdinand

          
  1. #31
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Beh ... i brani che hai pubblicato mi paiono assai interessanti.
    Devo decisamente sbrigarmi a prenderlo in mano.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  3. #32
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    Questo libro è pieno di frasi interessanti.

    Una delle frasi iniziali che mi sono piaciute è questa:
    "Lui, il nostro colonnello, sapeva forse perché quei due là sparavano, i tedeschi forse anche loro lo sapevano, ma io, veramente, non lo sapevo. Per quanto lontano cercassi nella memoria, gli avevo fatto niente io ai tedeschi."Mi sono sempre chiesta cosa prova un uomo semplice nel sparare ad un altro uomo semplice solo perché gli è stato detto.
    Sono convinta che la maggior parte dei soldati neanche sentiva l'appartenenza all'idea che li portava in guerra.
    Personalmente penso avrei fatto la fine di Piero della canzone di De Andrè

    Dormi sepolto in un campo di grano
    non è la rosa non è il tulipano
    che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
    ma son mille papaveri rossi
    lungo le sponde del mio torrente
    voglio che scendano i lucci argentati
    non più i cadaveri dei soldati
    portati in braccio dalla corrente
    così dicevi ed era inverno
    e come gli altri verso l’inferno
    te ne vai triste come chi deve
    il vento ti sputa in faccia la neve
    fermati Piero , fermati adesso
    lascia che il vento ti passi un po’ addosso
    dei morti in battaglia ti porti la voce
    chi diede la vita ebbe in cambio una croce
    ma tu no lo udisti e il tempo passava
    con le stagioni a passo di giava
    ed arrivasti a varcar la frontiera
    in un bel giorno di primavera
    e mentre marciavi con l’anima in spalle
    vedesti un uomo in fondo alla valle
    che aveva il tuo stesso identico umore
    ma la divisa di un altro colore
    sparagli Piero , sparagli ora
    e dopo un colpo sparagli ancora
    fino a che tu non lo vedrai esangue
    cadere in terra a coprire il suo sangue
    e se gli sparo in fronte o nel cuore
    soltanto il tempo avrà per morire
    ma il tempo a me resterà per vedere
    vedere gli occhi di un uomo che muore
    e mentre gli usi questa premura
    quello si volta , ti vede e ha paura
    ed imbracciata l’artiglieria
    non ti ricambia la cortesia
    cadesti in terra senza un lamento

    e ti accorgesti in un solo momento
    che il tempo non ti sarebbe bastato
    a chiedere perdono per ogni peccato
    cadesti interra senza un lamento
    e ti accorgesti in un solo momento
    che la tua vita finiva quel giorno
    e non ci sarebbe stato un ritorno
    Ninetta mia crepare di maggio
    ci vuole tanto troppo coraggio
    Ninetta bella dritto all’inferno
    avrei preferito andarci in inverno
    e mentre il grano ti stava a sentire
    dentro alle mani stringevi un fucile
    dentro alla bocca stringevi parole
    troppo gelate per sciogliersi al sole

    dormi sepolto in un campo di grano
    non è la rosa non è il tulipano
    che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
    ma sono mille papaveri rossi.

    P.S.: Questa canzone è una vera poesia. Così triste che ogni volta mi vengono i brividi. La parte finale (in rosso) poi... mi si stringe il cuore
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  5. #33
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    -“Dunque niente errori? Quello spararsi addosso che si faceva, così, senza nemmeno vedersi, non era proibito! Quello faceva parte delle cose che si possono fare senza meritarsi una bella sgridata. Era perfino riconosciuto, incoraggiato senza dubbio da gente seria, come le lotterie, i fidanzamenti, la caccia coi cani!… Niente da dire. Di colpo scoprivo la guerra tutta intera. Ero sverginato”.
    (il protagonista non capisce perchè i tedeschi dovrebbero sparargli addosso, mi ha ricordato la canzone di De Andrè, La guerra di Piero)


    Ho letto ora la frase sul libro, quindi ho letto ora il tuo commento.
    Come vedi dal post che ho scritto sopra, il libro ci ha fatto venire in mente la stessa canzone.
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  7. #34
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    Da brava lumachina sono arrivata alla fine del settimo capitolo! Mi hanno colpito e affondato le parole che Céline dice attraverso il personaggio Princhard!
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  8. #35
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    « Ve lo dico io, gentucola, coglioni della vita, bastonati, derubati, sudati da sempre, vi avverto, quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia... È il segnale... È infallibile. È con l'amore che comincia. »

    Girovagando in Internet, ho trovato alcune curiosità, che condivido:

    La citazione introduttiva di Viaggio al termine della notte è stata usata come "epigrafe" del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino «Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato».

    Al romanzo è ispirata la canzone Bardamù di Vinicio Capossela, dall'album Canzoni a manovella.

    Il titolo del libro deriva da una strofa di una canzone dell'ufficiale svizzero a capo delle guardie di Luigi XVI
    , Thomas Legler: «La nostra vita è come il viaggio / di un viandante nella notte; / ognuno ha sul suo cammino / qualcosa che gli dà pena.»




    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  10. #36
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    Toc, toc ... c'è qualcuno? Io l'ho finito da tempo, sono contenta di averlo letto, l'ho trovato molto più scorrevole di quanto pensassi.
    Se l'inizio del libro è bello e originale, la fine del libro è pervasa da un cinismo assoluto che un po' pesa, la mancanza di speranza porta a una stanchezza morale disillusa e nauseata.

    “Ci basta ormai mangiare un po', farsi un po' di caldo e dormire più che si può sulla strada del nulla”.

    L’orrore c’è, esiste, e non è soltanto la guerra: è la vita. E in quell’orrore bisogna muoversi, vivere, imparare a sopravvivere.

    Curioso il personaggio di Robinson, figura controversa (probabilmente l'autore stesso nella sua parte peggiore), che ricorre continuamente nella narrazione e finisce per diventare amico di Ferdinand, senza peraltro suscitare in lui un briciolo di affetto.

    Bardamu vive tutte le esperienze con un distacco e un’indifferenza sempre maggiori, restando sempre più disgustato da ciò che l’uomo riesce a fare o ad essere e perdendo man mano la fiducia e la stima nella razza umana.

    Un viaggio attraverso la povertà che prima di essere materiale, è spirituale.

    "Non si sale mica nella vita, si scende. Lei non poteva più. Lei non poteva più scendere fin dove ero io... C'era troppa notte per lei intorno a me."




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    "La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte."


    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  12. #37
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    Domani comincio

  13. #38
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    Io sono andata un po' avanti ma mi sono resa conto che non avevo la testa. Cioè leggevo per accumulare pagine ma senza in realtà sentirle. Perciò ad un certo punto l'ho chiuso e sono andata al cinema.

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  15. #39
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    Non ho ancora capito se mi piace o no. Impavida procedo

  16. #40
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    Come di un bacio
    questa sera berrò e
    non perché avrò freddo o
    per qualcosa che
    mi fa paura ma
    berrò piano
    da rimanerci ore e
    senza parlare,
    in silenzio
    berrò per sentire
    la bocca umida e
    la gola,
    infine
    sarà
    per avere
    qualcosa da raccontare
    tra me e
    le mie labbra,
    come di un bacio
    meno denso

    Luis Ferdinand Celine
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  18. #41
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    Continuo a leggere, ma con calma, lenta, inframmezzando con altre letture. E' un libro cupo e pesante, le riflessioni dell'autore mi lasciano un'impressione di buio e tristezza. Avevo pensato di riportare qui le più interessanti, ma alla fine erano talmente tante che ho dovuto desistere.
    Lo trovo bello, ma molto impegnativo







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  20. #42
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    Quote Originariamente inviato da Elvira Coot Visualizza il messaggio
    Continuo a leggere, ma con calma, lenta, inframmezzando con altre letture. E' un libro cupo e pesante, le riflessioni dell'autore mi lasciano un'impressione di buio e tristezza. Avevo pensato di riportare qui le più interessanti, ma alla fine erano talmente tante che ho dovuto desistere.
    Lo trovo bello, ma molto impegnativo
    Condivido le tue osservazioni Elvira. E' un libro scritto con tanta intensità e con un linguaggio così poco convenzionale. Anch'io lo sto frammenzzando con altre letture.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  21. #43
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    anche a me il libro sembrava veramente bello!
    Purtroppo non ho la testa in questo momento per continuarlo a leggere, non essendo troppo leggero per un momento così pesante
    Ma non demordo, proverò a tenere duro.

    Ho avuto anche la sensazione che non fosse un libro da frammentare, mi sbaglio?
    Riuscite a tenere traccia della storia?
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  23. #44
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    Quote Originariamente inviato da DarkCoffee Visualizza il messaggio
    anche a me il libro sembrava veramente bello!
    Purtroppo non ho la testa in questo momento per continuarlo a leggere, non essendo troppo leggero per un momento così pesante
    Ma non demordo, proverò a tenere duro.

    Ho avuto anche la sensazione che non fosse un libro da frammentare, mi sbaglio?
    Riuscite a tenere traccia della storia?
    Leggero non è di certo. Diciamo che è di difficile digestione. Comunque in linea di massima riesco a tenerne traccia. Ora mi sono soffermata a riflettere sul tipo di relazione che Ferdinand ha stabilito con Lola e Musyne.

    Ciao
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  24. #45
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    Ciao a tutti, mi permetto di inserirmi, visto che anch'io lo sto leggendo.
    Per la seconda volta.

    Questo è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Non so se Celine era un genio, non so se uno scrittore possa essere definito tale. Fatto sta che una rivoluzione l'ha portata senz'altro.

    Scrive questo romanzo anarchico-pacifista, in anni in cui il suo personale filo-nazismo si solidificava. E' tutto un delirio, la vita di Celine e questo romanzo.
    Ma un delirio magnifico.

    Bardamu, l'alter ego di Ferdinand Celine, si stupisce della guerra, si stupisce del fatto che un generale, nonostante abbia le propria budella in mano, continui a dare ordini, si stupisce dell'Africa, del fatto di come possa piovere (metaforicamente anche dentro) troppo o troppo poco, si stupisce dell'America, un paese in cui i sessi opposti camminano per strade diverse, le donne guardando le vetrine, gli uomini guardando il marciapiede.

    Ci fa critiche che oggi fanno in tanti, ad esempio sul fordismo e sulla ripetitività del lavoro moderno, ma che, fatte allora, erano assolutamente avveniristiche.

    E ci racconta di tutto questo stupore e violenza con un linguaggio che è come un quadro di Picasso. Veloci pennellate che tutto dicono, ma che, alla fine, forse non dicono niente.

    Perchè, forse, non c'è niente da dire...

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