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Discussione: L'italiano in un cantone

          
  1. #1
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    L'italiano in un cantone

    Churchill, riferendosi ai "cugini" americani, asseriva spesso che le due sponde dell'Atlantico erano divise dalla stessa lingua. Spesso ho la stessa sensazione quando ascdolto i dialoghi tra italofoni italici e italofoni elvetici. La lingua è la stessa, ma le differenze, spesso solo sfumature, ma notevoli, sono molte più di quanto non si pensi a prima vista.
    Non mi riferisco alla parlata approssimativa e sciatta dell'interlocutore semiletterato, e non alludo neppure ai numerosissimi gallicismi, teutonismi, tecnicismi e altri ismi assortiti. Prendo in considerazione termini legittimamente italiani, corretti sotto il profilo ortografico e morfologico, ma difersi da quello generalmente in uso all'intermo dei confini nazionali italiano, o identici, ma con significato non completamente sovrapponibile e suscettibili quindi di ingenerare fraintendimenti.
    In questo thread vorrei elencarne qualcuno, senza un ordine particolare, giusto per dare un'idea dell'italiano elvetico.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  3. #2
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    Vorrei cominciare con la realtà a cui sono più vicino. Anzi l'ambito in cui sono completamente immerso e che conosco meglio.
    Ogni volta che arriva un nuovo allievo proveniente da una scuola italiana (e ultimamente ce ne sono veramente parecchi) le piccole differenze terminologiche risultano evidenti. Eccone alcune

    Il preside in Ticino è il direttore o la direttrice dell'istituto scolastico. I docenti naturalmente capiscono di che cosa stia parlando il nuovo allievo che accennasse alla figura del preside, ma i compagni non sempre e si chiederebbero di quale presidente si faccia menzione.

    I professori, detti per intero corrispondono ai professori alche nella Svizzera italiana, ma se si abbreviano si una un parte differente del termine come forma contratta. Prof. è reso con 'sore e la forma femminile, la "profia", termine rarissimo in italiano e reso famoso da Margherita Oggero nei suoi romanzi è invece comunemente tradotto in italiano cantonale con 'soressa.

    Il bidello corrisponde generalmente al custode.

    L'insegnante di sostegno esiste, ma in Ticino ha una funzione completamente diversa dall'omonima funzione prevista nella scuola italiana. Si tratta di uno pricologo o una psicologa presente in ogni istituto scolastico, cui può rivolgersi qualunque studente per qualunque tipo di disagio e chiedere aiuto per affrontare la difficoltà emersa. Possono fare ricorso al servizio anche i docenti e quando possibile trovano ascolto anche alcuni genitori, sempre però in relazione ad una situazione di disagio dell'allievo a scuola.

    I voti corrispondono alle note. Le valutazioni vanno dall'uno (mai assegnato) al sei, che equivale al 10 italiano. Qindi prendere un 6 significa ottenere una valutazione eccellente e non una sufficienza scarsina. La soglia della sufficienza è rappresentata dal 4.

    Una prova scritta è un esperimento, di solito nella forma contratta espe.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  5. #3
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    L'insegnante di sostegno esiste, ma in Ticino ha una funzione completamente diversa dall'omonima funzione prevista nella scuola italiana. Si tratta di uno pricologo o una psicologa presente in ogni istituto scolastico, cui può rivolgersi qualunque studente per qualunque tipo di disagio e chiedere aiuto per affrontare la difficoltà emersa. Possono fare ricorso al servizio anche i docenti e quando possibile trovano ascolto anche alcuni genitori, sempre però in relazione ad una situazione di disagio dell'allievo a scuola.
    .
    ci credi che sono andata a vedere cosa fosse un PRICOLOGO? Ah ah.
    Com'è il programma di Letteratura Svizzera?

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  7. #4
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    ci credi che sono andata a vedere cosa fosse un PRICOLOGO? Ah ah.
    Pricologo naturalmente non è italiano cantonale, ma frutto del mio eterno litigio con le tastiere. Vincono sempre loro e io ne esco sempre malconcio. Sullo psicologo i polpastrelli mi hanno tradito. Un lapsus FREUDIANO!!!

    Sono comunque felice di aver istillato l'idea che ci siano cose bizzarre nella lingua italiana d'oltre frontiera.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  8. #5
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    Com'è il programma di Letteratura Svizzera?
    Questa domanda, così espressa, può porla solo un italofono di nazionalità italiana. Immagina di chiedere a un canadese com'è il programma scolastico di letteratura canadese o a un australiano com'è il programma di letteratura australiana. Soprassiedo su cosa potrebbe chiedersi uno statunitense...

    Prima di darti una risposta più strutturata sul merito della questione sarei curioso di sapere che cosa ti immagini che possa essere il programma di letteratura in Ticino .
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  10. #6
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    Una doverosa annotazione:
    ho preso in prestito il titolo di questo thread da un libro di un linguista, Alessio Petralli, dedicato proprio alle particolarità del lessico svizeroitaliano.


    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  11. #7
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    Cavolo hai ragione sono a compartimenti stagni!

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    Prima di darti una risposta più strutturata sul merito della questione sarei curioso di sapere che cosa ti immagini che possa essere il programma di letteratura in Ticino .
    per rispondere alla tua domanda direi letteratura mitteleuropea.

    Ho fatto un giretto per i programmi del liceo Mendrisio ma mi pare che in Italiano si faccia letteratura italiana, in Francese si faccia letteratura francese e via di seguito. Forse è nei professionali che c'è un maggiore sincretismo

  12. #8
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    Cavolo hai ragione sono a compartimenti stagni!



    per rispondere alla tua domanda direi letteratura mitteleuropea.

    Ho fatto un giretto per i programmi del liceo Mendrisio ma mi pare che in Italiano si faccia letteratura italiana, in Francese si faccia letteratura francese e via di seguito. Forse è nei professionali che c'è un maggiore sincretismo
    In realtà non ha molto senso separare una letteratura dalla lingua (e quindi dalla cultura) che le ha dato origine. È evidente che i grandi movimenti letterari sono di respiro universale ed è anche evidente che le strutture tendono ad essere riprese in contesti diversi. Un sonetto è sempre un sonetto: che sia stato composto da Petrarca, piuttosto che dal Belli o da Shakespeare, rimarrà sempre un sonetto con le catratteristiche distintive di quel comopnimento. ma non ha senso fare un'analisi testuale di un sonetto del Belli se non lo si legge in romanesco, o di uno composto dal Bardo se non lo si legge in inglese e via dicendo.
    Rimanendo con questo esempio risulta anche chiaro che in un contesto plurilingue le basi devono essere fornite nella lingua materna (o nella lingua locale) e le nozioni relativamente alla letteratura devono essere ancorate alla cultura e alla storia letteraria legata a quella stessa lingua. Ma se un docente di tedesco, di francese, o d'inglese propone la lettura di un sonetto non dovrà preoccuparsi di rispiegare da principio quali siano le caratteristiche di quello specifico componimento. Si limiterà a mettere in evidenza le particolarità (per esempio sillabiche) legate alla lingua del componimento in questione.

    Pensare in termini rigidamente nazionali quando si affronta la letteratura è estremamente limitante e spesso anche fuorviante. Chi, per esempio, volendo leggere un'opera di Dürrenmatt si pone la questione della svizzeritudine dell'autore? È chiaro che l'autore è svizzero ed è chiaro anche che l'elveticità può essere ricercata in sede di commento e di analisi, ma per la lettura anche approfondita del testo la provenienza nazionale e geografica dell'autore è pressoché irrilevante, se non per aspetti squisitamente linguistici che sono impossibili da rilevare in traduzione. Ancora una volta a risultare essenziale è l'area linguistico-culturale in cui l'opera è stata scritta, la nazionalità dell'autore ha un importanza subordinata e funzionale alla lingua.

    Dunque (per rispondere finalmente alla tua domanda) la cultura del canton Ticino e della parte italofona del canton Grigioni è una cultura di lingua italiana e qundi ha senso che si studi essenzialmente letteratura italiana e storia della letteratura italiana. Quando poi, più in là nel corso degli stidi, le competenze acquisite in tedesco, francese, inglese o spagnolo (trascuro in questo contesto il greco e il latino) sono diventate più solide, allora nei corsi specifici si affronta la letteratura e la storia letteraria delle rispettive aree culturali di riferimento. Non bisogna però dimenticare lo scopo primario dello studio delle lingue seconde, ovvero quello di poter poi poterne fare uso in modo funzionale, soprattutto nella prospettiva di andare a studiare a Zurigo, Ginevra, o -perché no- Berlino, Monaco, Londra o Parigi. Posso garantire per esperienza personale che i vantaggi sono tangibili e apprezzabili.

    In quanto svizzeri, la "svizzeritudine" nell'insegnamento delle differenti letterature si manifesta con un occhio di riguardo (per nulla esclusivo) ai maggiori autori svizzeri nelle differenti lingue. Il citato Dürrenmatt, ad esempio, lo portai all'esame di maturità, ma nessuno si sognò mai di dirmi che potevo trascurare Schiller e Goethe. In francese mi ricordo d'aver letto Charles Ferdinand Ramuz, ma ricordo anche di aver dovuto mandare a memoria versi di Ronsard...

    L'intero post è un po' OT, ma credo che un approfondimento fosse doveroso e ringrazio molto Kaipirissima per lo spunto interessante e per la pazienza nei miei confronti .
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  14. #9
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    Grazie, non posso che essere d'accordo con ciò che affermi e mi chiedo come abbia mai potuto fare una domanda la cui risposta era così naturale!
    Grazie mille.

  15. #10
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    Elvetismi alla RSI (radio della Svizzera di lingua italiana)

    Vi propongo un interessante servizio della radio svizzera di lingua italiana proprio sugli elvetismi.

    Elvetismi, servizio alla rsi
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  17. #11
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    Trasmissione interessante, breve (forse troppo), carina ma un po' ingessata nonostante il "bi lux" (si scrive così?).
    per me il bi lux è : passa tu.

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  19. #12
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    Modina, modinatura

    Le modine sono delle specie di antenne per mezzi delle quali in vista della costruzione o della ristrutturazione di un edificio vengono rese pubblicamente visibili le volumetrie della nuova costruzione im modo da permettere ai confinanti e a chi fosse in qualche modo toccato dal cambiamento paesaggistico e urbanistico possa opporre ricorso e chiedere la modifica dei piani di costruzione o addirittura chiedere alle autorità di rifiutare il permesso di costruzione (fornendo validi motivi, naturalmente). La volumetria segnalata per mezzo di modine e l'atto di piazzare le modine sono detti modinatura.


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    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  20. #13
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    Le modine sono delle specie di antenne per mezzo delle quali in vista della costruzione o della ristrutturazione di un edificio vengono rese pubblicamente visibili le volumetrie della nuova costruzione in modo da permettere ai confinanti e a chi fosse in qualche modo toccato dal cambiamento paesaggistico e urbanistico possa opporre ricorso e chiedere la modifica dei piani di costruzione o addirittura chiedere alle autorità di rifiutare il permesso di costruzione (fornendo validi motivi, naturalmente). La volumetria segnalata per mezzo di modine e l'atto di piazzare le modine sono detti modinatura.


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    Il solo fatto che esistano tali strumenti per gli scopi da te illustrati dà già l'idea della distanza siderale, in fatto di civile convivenza, che c'è fra Italia e Confederazione.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  21. #14
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    Elvetismi, servizio alla rsi
    "C'è un'azione di surgelati" è fantastica!

    Azione = offerta speciale
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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