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Discussione: Julien Vocance

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Julien Vocance

    Il mio amore per il componimento breve giapponese è universalmente noto, almeno ai tre o quattro frequentatori fedelissimi di Scompaginando.

    Al pari del ben più noto e illustre Ungaretti, Julien Vocance ha è stato costretto dalle ristrettezze imposte ai soldati dalla vita in trincea ad elaborare una lirica essenzialissima e marcata dalla precarietà del momento per esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni e qualche riflessione esistenziale. Egli individua nella forma dell'haiku lo strumento più adeguato per veicolare le sue pillole di poesia. Con i suoi haiku Vocance riesce a fondere la linearità tipica della prosa con la liricità esasperata del componimento breve.

    Joseph Seguin, in arte Julien Vocance, nasce a Lione il 5 maggio del 1878. Compie studi universitari e consegue una licenza in giurisprudenza presso la prestigiosa École des chartes e una in lettere e in scienze politiche presso l'École du Louvre. la sua opera letteraria è essenzialmente incentrata sull'haiku. Appassionato studioso e collezionista di cose giapponesi, si è dedicato anima e corpo al componimento di haiku sul tema della prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato come soldato e che gli aveva lasciato in ricordo una scheggia conficcatasi troppo vicino al cervello perché potesse essere rimossa chirurgicamente, un occhio di vetro in sostituzione di quello perso nell'esplosione e ricorrenti e lancinanti emicranie, che lo hanno accompagnato per tutto il resto della vita. È morto il 28 luglio 1954 a Annonay.

    Ecco un componimento che in qualche modo riassume in estrema sintesi (manco a dirlo) tutta la sua opera.

    Dans un trou du sol, la nuit
    En face d'une armée immense
    Deux hommes
    In una buca in terra, di notte
    Di fronte a un esercito immenso
    Due uomini
    Julien Vocance


    trad. Rupert © 2022
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  2. #2
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    Leggendo questi versi di Julien Vocance si può facilmente capire perché non trovino facilmente cittadinanza tra le antologie letterarie. Se non raggiungono la forza lirica e comunicativa di un Wilfred Owen o di Ungaretti, restano comunque una testimonianza efficace di che cosa sia la guerra in realtà.


    Les cadavres entre les tranchées,
    Depuis trois mois noircissant,
    Ont attrapé la pelade.
    .
    i cadaveri tra le trincee,
    da tre mesi s'anneriscono,
    hanno preso l'alopecia.
    Rumeurs de veuves, d'orphelins,
    Bourdonnantes, comme un essaim,
    Sur ces pauvres corps déteints.
    .
    rumori di vedove, d’orfani,
    ronzanti come uno sciame,
    su quei poveri corpi distesi.
    Sur son chariot mal graissé,
    L'obus très haut, pas pressé,
    Au-dessus de nous a passé.
    .
    sul suo carretto mal ingrassato,
    l’obice non alto, poco affrettato,
    sopra di noi è passato.
    Par petits paquets,
    En éventail autour de lui,
    Sa chair a jailli.
    .
    a piccoli pacchetti
    a ventaglio attorno a lui
    è sgorgata la sua carne.
    Malaise de toute la chair
    Où, dans un instant, peut entrer
    La mitraille proche.
    .
    disagio di tutta la carne
    dove, tra un istante, può entrare
    la mitraglia vicina.
    Gris fer, gris plomb, gris cendré,
    Gris dans les coeurs résignés :
    Relève des tranchées.
    .
    grigio ferro, grigio piombo, grigio cenere,
    grigio nei cuori rassegnati:
    il ricambio alla trincea.
    Pour arriver jusqu'à ma peau
    Les balles ne pourraient jamais
    Se débrouiller dans mes lainages.
    .
    per arrivare fino alla mia pelle
    i proiettili non potrebbero mai
    cavarsela tra le mie coltri.
    Dans sa flanelle
    Ses ongles vont, picorant
    Les petites bêtes.
    .
    nella sua flanella
    le le unghie vanno, beccando
    le bestioline.
    Il a lu la lettre de l'écolière,
    Il a bien regardé son nom,
    Il a dit que ça n'était pas pour lui.
    .
    ha letto la lettera della scolara,
    ha guardato bene il nome,
    ha detto che non era per lui.
    Dans les vertèbres
    Du cheval mal enfoui
    Mon pied fait : floche...
    .
    nelle vertebre
    del cavallo mal seppellito
    il mio piede fa: flosc.

    Julien Vocance



    trad. Rupert © 2022
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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