Modigliani scrive così di Roma all'amico Oscar Ghiglia: "Di Roma non ti parlo. Roma che mentre ti parlo è non fuori ma dentro di me, come un gioiello terribile incastonato sopra i suoi sette colli, come sopra sette idee imperiose. Roma è l'orchestrazione di cui mi cingo, la circoscrizione in cui mi isolo e pongo il mio pensiero. Le sue dolcezze febbrili, la sua campagna tragica, le sue forme di bellezza e di armonia, tutte queste cose sono mie, per il mio pensiero e per la mia opera. Ma io non posso dirti tutta l'impressione che io trovo in lei, né tutte le verità che io ho saputo cogliere da lei. […] Cerco inoltre di formulare con la maggior lucidità le verità sull'arte e sulla vita che ho raccolto sparse nelle bellezze di Roma, e come me ne è balenato un collegamento intimo, cercherò di rivelarlo e di ricomporne la costruzione e quasi direi l'architettura metafisica per crearne la mia verità sulla vita, sulla bellezza, sull'arte. […]"