La guerra che verrà
Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht
La guerra che verrà
Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Su un verso di Antonella Anedda
Anch'io di Sarajevo ricordo l'immagine
di una donna che corre verso il rifugio
proteggendosi la testa
come se piovesse
la pace che viviamo ha la fragilità
delle cose che succedono per caso
essere sorpresi in strada troppo lontani da un riparo
e bagnarsi solamente
oppure morire
Francesco Tomada
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
QUANTA, QUANTA GUERRA
Quel che fu scritto nella muraglia
giace ora sottoterra,
nello stesso monte,
con lo stesso pino.
Quanta, quanta guerra. Tanto ci importa,
tanto ci muoviamo:
né ci trasferiremo da qui,
né ci trasferiremo da lì.
Né smetteremo di trasferirci né smetteremo di cantare:
all'inizio spariamo e piangiamo,
poi ci calmiamo
e continuiamo a sparare.
Rami Saari
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
POVERO MONDO
Lo distruggeranno
lo faranno a pezzi
alla fine scoppierà come una bolla
o esploderà glorioso
come una santabarbara
o più semplicemente
sarà cancellato come
se una spugna bagnata
cancellasse il suo posto nello spazio.
Forse non ci riusciranno
forse lo ripuliranno
gli cascherà la vita come fossero capelli
e rimarrà a girare
come una sfera pura
sterile e mortale
o in modo meno splendido
andrà per i cieli
decomponendosi adagio
come un’unica piaga
come un morto.
IDEA VILARIÑO
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
Ci sono cose da fare di giorno
lavarsi, studiare, giocare
preparare la tavola
a mezzogiono.
Ci sono cose da fare di notte
chiudere gli occhi per dormire
aver sogni da sognare
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai
nè di giorno nè di notte
nè per mare nè per terra
per esempio la guerra.
Gianni Rodari
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
PRODIGIO a Marcia Scantlebury
Se in quei giorni di ottobre
le bende nere
quando davvero la paura
mordeva la carne
e noi nascondevamo i nomi
nelle pieghe del sudore.
Mai fummo più vicine
alle rose
Ti ricordi quelle rosse
che paradossalmente crescevano lì,
nel cuore stesso del dolore?
Belle rose…
delle quali ci fu negato
il favore del profumo
ma non le tristi spine.
Se in quei giorni di ottobre
a Villa Grimaldi
quando neanche il mio olfatto
mi diceva che ti saresti svegliata,
Marcia,
ti avessi parlato
solo per consolarti
per curarti la ferita del viso
per liberare l’aria da un brutto sogno
per volgere lo sguardo all’indietro
prendendo il tempo per le corna
e ricostruire il velo di cipolla
che ci coprì
fino ad allora.
Se ti avessi fatto una promessa,
se avessi predetto
un incontro, in una città
lontana, bella
San Marco, Venezia
la città del ritrovarsi
prodigioso.
Non mi avresti creduto
Non mi avresti creduto
perché la morte batteva le ali
là fuori
e la bontà taceva.
Carmen Yáñez
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
Lontano lontano...
Lontano lontano si fanno la guerra.
Il sangue degli altri si sparge per terra.
Io questa mattina mi sono ferito
a un gambo di rosa, pungendomi un dito.
Succhiando quel dito, pensavo alla guerra.
Oh povera gente, che triste è la terra!
Non posso giovare, non posso parlare,
non posso partire per cielo o per mare.
E se anche potessi, o genti indifese,
ho l'arabo nullo! Ho scarso l'inglese!
Potrei sotto il capo dei corpi riversi
posare un mio fitto volume di versi?
Non credo. Cessiamo la mesta ironia.
Mettiamo una maglia, che il sole va via.
Franco Fortini
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
Uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
Con le ali maligne, le meridiane di morte,
-T'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche,
Alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
Con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
Senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
Come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
Gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi." E quell'eco fredda, tenace,
È giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
Gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore Quasimodo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Trilussa
LA NINNA NANNA DE LA GUERRA
(1914)
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell
Io resterò con le cose non dette fino in fondo,
non cantate, non suonate, non scritte
fino in fondo. Nella società segreta,
nell’associazione silenziosa dei ritardatari,
che vivevano nei fogli fruscianti
e ora parlano in un sussurro.
Anche se da giovani ci avevano messi sull’avviso,
non abbiamo voluto un altro destino
e, in generale, non ci è poi andata così male;
accade persino che ci credano sulla parola
quelli che hanno finito di ridere, di danzare.
Non siamo riusciti bene, come molte altre cose,
per esempio l’intera storia mondiale
e, come ho sentito dire, l’universo.
Ma come frusciavamo, lanciati nel vento!
Per cosa? È davvero importante?
Il bagaglio da un pezzo ce l’hanno rubato ala stazione
(così ci hanno detto) e i libri li hanno bruciati
(così ci hanno insegnato), il fiume si è interrato,
il bosco è stato abbattuto e la casa è andata a fuoco,
e si è coperta di cardi la collinetta
sopra la tomba (così ci hanno scritto),
e il vecchio guardiano da un pezzo non lavora più.
Non separate la forma dal contenuto,
e lasciateci ancora dire, mentre ci accomiatiamo,
che noi ci siamo rassegnati al nostro destino,
e voi continuate di buon passo
a marciare in plotoni, facendo il saluto ai superiori.
Nina Berberova
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Telegiornale
Stando nel cerchio d'ombra
come selvaggi intorno al fuoco
bonariamente entra in famiglia
qualche immagine di sterminio.
Così ogni sera si teorizza
la violenza della storia.
Nelo Risi
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
L'odio
Guardate com’e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E’ un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
Wislawa Szymborska
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
DEBITO
Tra tutta questa morte che è venuta e viene,
guerre, esecuzioni, processi, morte e ancora morte
malattie, fame, fatalità fatali,
amici e nemici assassinati da sicari,
stroncature sistematiche e necrologi pronti,
la vita che vivo è quasi un dono.
Un dono della sorte, se non un furto della vita altrui,
perché la pallottola a cui scampai non andò a vuoto
ma colpí l'altro corpo che si trovò al mio posto.
Cosí, come un dono immeritato, mi fu data la vita,
e tutto il tempo che mi resta
è come se mi fosse stato regalato dai morti
per narrare la loro storia.
Novembre 1957
TITOS PATRIKIOS
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
COSA CI OFFRI, O STORIA...
Che cosa ci offri, o Storia,
dalle tue gialle pagine?
Noi eravamo gente oscura,
uomini delle fabbriche e degli uffici.
Eravamo contadini con addosso
puzza di cipolla e di sudore
e sotto i baffi spioventi
imprecavamo contro la vita.
Ci sarà almeno riconosciuto
d’averti saziata d’eventi
e abbeverata con abbondanza
nel sangue di migliaia di morti?
Non vogliamo un premio per i nostri tormenti,
le nostre immagini mai giungeranno
sino ai tuoi massicci volumi
accumulati nei secoli.
Ma tu almeno racconta con parole semplici
alle genti di domani,
destinate a darci il cambio,
che valorosamente abbiamo lottato.
NIKOLA VAZPAROV
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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