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Discussione: Colin Dexter - L'ultima corsa per Woodstock

          
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    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Colin Dexter - L'ultima corsa per Woodstock



    "In questo, che è il primo romanzo della serie, due ragazze a Oxford attendono alla fermata l'ultimo autobus per Woodstock. Il bus è in ritardo e le due ragazze si incamminano a piedi sperando di trovare un passaggio. E lo trovano perché dopo un po' una macchina si ferma e le fa salire a bordo. Passaggio fatale per una delle due, che verrà ritrovata assassinata poche ore dopo. L'ispettore Morse inizia l'indagine con l'aiuto del sergente Lewis, suo aiutante (in questa e in tutte le avventure che seguiranno). La verità si fa strada con difficoltà e non sarà una scoperta facile né felice."

    Il ritmo è molto anglosassone, lento e riflessivo. L’ispettore Morse si ferma a riflettere, a cercare risposte, beve qualcosa e poi va perfino a casa a riposarsi con le parole incrociate. Niente a che vedere con i ritmi sincopati dei polizieschi americani dove ad ogni pagina succede qualcosa o c’è un colpo di scena e nemmeno niente di certo come i microscopici indizi dai quali un laboratorio riesce a risalire all’assassino in un battibaleno. Morse vede e rivede una scena, immagina una storia che sembra vera, un colpevole che sembra quello giusto, ma la soluzione è sbagliata, ne immagina un’altra ed è sbagliata anche quella. Ci vuole fiducia nell’ispettore Morse, attendere pazientemente finchè non capisce la verità, una verità scomoda, che non piace. Il lettore che si aspetta risultati in breve tempo rimarrà deluso. Adatto agli amanti dei gialli alla Agatha Christie.
    Sarei curiosa di vedere i telefilm! Speriamo che al più presto vengano importati in Italia, dopotutto i romanzi hanno un gran successo e questo mi fa ben sperare.

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  3. #2
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Nell'edizione Sellerio al termine del romanzo si apre una nota di Paolo Zaccagnini, il quale si chiede, ma anche si risponde, sul limitato successo incontrato in Italia da Dexter, di cui ammira stile e contenuti.
    Zaccagnini se la "prende" con le case editrici incapaci di lanciare la serie Morse con la dovuta attenzione, e con lo stesso Dexter impegnato nell'insegnamento, in ruoli amministrativi di prestigio e, purtroppo, affetto da una fortissima forma di sordità.
    Zaccagnini se lo chiede, alcune lettrici del forum so che apprezzano perciò proverò io a dare a Zaccagnini una risposta.


    Ebbene prima di tutto Morse è un poliziotto, il romanzo è un giallo, ma la detection, gli indizi che l'autore dovrebbe seminare per il lettore sono in buona parte insufficienti.
    Lasciando correre che l'ispettore sembra andare a caso, o meglio, per ipotesi il più delle volte, la cosa che mi ha lasciata perplessa è quando, una volta giunta allo spiegone finale dell'ispettore, Morse ci svela interrogatori, incontri con sospettati che non sono stati raccontati!!!!! Ma ti pare?
    La lettura è stata piacevole, ma non trascinante. La soluzione del caso del tutto insoddisfacente, e il metodo investigativo troppo intuitivo e confusionario per mettere in gioco il lettore-detective (elemento a mio parere imprescindibile in un giallo classico).


    Insomma anche se non è brutto, davanti a questo primo romanzo un po' di perplessità c'è.


    Staremo a vedere con il prossimo.... Non sia mai...

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