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Discussione: La poesia del dolore

          
  1. #226
    Master Member L'avatar di Enribello
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    Dieci anni senza te. Così succede.
    I giorni procedono costanti, pietosa
    routine che non attrae nessuno.

    Come studioso disciplinato, già ne ricompongo
    i frammenti, oltre ogni congettura
    stabilisco sequenze precise di dolore.

    Perché così è corretto trovare dolore
    in un’arte desolata, come in una cosa restaurata:
    le parole da tanto perdute di scelta e d’addio.


    Goffrey Hill


    foto presa da:
    https://www.deviantart.com/aufzeheng...esse-387867438
    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

  2. #227
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    Se la felicità esiste,
    come tu sostieni,
    sarà ellittica, avulsa
    dal luogo designato.
    Come identificarla
    tra le forme cangianti
    dell’inatteso dolore…

    Ottavio Rossani


    foto presa dal web
    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

  3. #228
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.

    Tua madre lavora a maglia.
    
Fa sciarpe in tutte le tinte di rosso.

    Erano per Natale, e ti hanno tenuto al caldo

    mentre lei si risposava

    e poi divorziava
    
e si risposava

    e ti portava con sé.

    Louise Glück
    premio Nobel per la letteratura 2020
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  5. #229
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Quote Originariamente inviato da Andrea Visualizza il messaggio
    C’è sempre qualcosa che si può fare con il dolore.

    Tua madre lavora a maglia.
    
Fa sciarpe in tutte le tinte di rosso.

    Erano per Natale, e ti hanno tenuto al caldo

    mentre lei si risposava

    e poi divorziava
    
e si risposava

    e ti portava con sé.

    Louise Glück
    premio Nobel per la letteratura 2020

    Poesia stupenda. Grazie Andrea.
    Mi permetto di postare il testo originale e integrale, comprendente anche la metà del testo che manca nella versione italiana che hai postato.

    Love Poem

    There is always something to be made of pain.
    Your mother knits.
    She turns out scarves in every shade of red.
    They were for Christmas, and they kept you warm
    while she married over and over, taking you
    along. How could it work,
    when all those years she stored her widowed heart
    as though the dead come back.
    No wonder you are the way you are,
    afraid of blood, your women
    like one brick wall after another.

    (Traduzione della parte mancante: come poteva funzionare, /se per tutti quegl'anni a stivato il prprio cuore vedovo / come se i morti tornassero in dietro. / Non c'è da meravigliarsi che tu sia come sei, / spaventato dal sangue, le tue donne / come un muro di mattoni dopo l'altro).

    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  6. #230
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    Quando ti ho lasciato


    Hai notato un sorriso sul mio viso,
    e hai misurato la mia vita
    in iarde di giorni felici
    che mi aspettano da qualche parte.
    E solo la terra bruna ha udito
    il pianto silenzioso dei miei passi,
    quando ti ho lasciato.
    E solo l'erba morbida
    calpestata e schiacciata dal mio passo esitante
    sentiva
    il mio cuore scorrere
    nei tacchi alti delle mie scarpe
    bloccandoli sul posto
    nella silenziosa speranza,
    che
    tu potessi richiamarmi.
    Ma il primo albero sul ciglio della strada
    saggio come un profeta dalla solitudine e dall'abbandono,
    piegato a terra dal vento e dalla tempesta,
    teneva pronto per me
    il fresco telo d'ombra steso
    per nascondere la tristezza nei miei occhi.

    Rachel Korn
    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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  8. #231
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    E LE NUVOLE SI ACCUMULAVANO


    Sembrava il tipo di vita che volevamo.
    Fragole di bosco e panna al mattino.
    La luce del sole in ogni stanza.
    E noi a camminare nudi sulla riva.

    Qualche sera, però, ci siamo trovati
    incerti sul domani.
    Come attori tragici d’un teatro in fiamme,
    con gli uccelli a ruotare in cerchio sulle nostre teste,
    ed i pini scuri inspiegabilmente ancora lì fermi,
    abbiamo calpestato ogni roccia insanguinata dal tramonto.

    E poi di nuovo sul nostro terrazzo a sorseggiare vino.
    Perché sempre questo senso di tragico finire?
    Nuvole dalle sembianze quasi umane si ammassavano
    all’orizzonte, mentre ogni cosa era piacevole
    nell’aria mite ed il mare sereno.

    Poi la notte ancora ci sorprese, una notte senza stelle.
    Mentre tu accendevi una candela, nuda la portavi
    in camera da letto ed in fretta la spegnevi,
    ancora lì, inspiegabilmente fermi nel buio, i pini e l’erba.


    CHARLES SIMIĆ
    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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