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Discussione: La poesia del dolore

          
  1. #166
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    MURA

    Senza riguardo, senza pudore né pietà,
    m’han fabbricato intorno erte, solide mura.
    E ora mi dispero, inerte, qua.
    Altro non penso: tutto mi rode questa dura
    sorte. Avevo da fare tante cose là fuori.
    Ma quando fabbricavano come fui così assente!
    Non ho sentito mai né voci né rumori.
    M’hanno escluso dal mondo inavvertitamente.

    Konstantinos Kavafis
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  3. #167
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    I FIORI CHE HO LASCIATO NELLA TERRA

    I fiori che ho lasciato nella terra,
    quelli che non colsi mai per te,
    oggi li richiamo tutti alla memoria,
    che crescano per sempre,
    non nelle poesie né nel marmo,
    ma dove caddero e marcirono.


    E le navi nei loro imponenti bacini,
    immense e transitorie come eroi,
    le navi che non potei mai comandare,
    oggi le richiamo alla memoria,
    che veleggino per sempre,
    non in modellini né nelle ballate,
    ma dove fecero naufragio e affogarono.


    E il bambino sulle cui spalle sto,
    la cui brama piegai
    con pubblica, regale disciplina,
    oggi lo richiamo alla memoria,
    che si strugga per sempre,
    non in confessione né in biografia,
    ma dove fioriva,
    crescendo scaltro e peloso.


    Non è il rancore che mi porta lontano,
    verso il rifiuto, verso il tradimento:
    è la stanchezza, vado via perché sono stanco di te.
    Oro, avorio, carne, amore, Dio, sangue, luna –
    sono diventato il più esperto nel catalogo.


    Il mio corpo un tempo così avvezzo alla gloria,
    il mio corpo ora è un museo:
    questa parte è ricordata grazie alla bocca di qualcuno,
    questa per via di una mano,
    questa per l’umidità, questa per il calore.


    Chi possiede qualcosa che non creò?
    La tua bellezza mi lascia indifferente
    come le criniere dei cavalli e le cascate.
    Questo è il mio ultimo catalogo.
    Esalo l’esangue
    ti amo, ti amo –
    e ti lascio partire per sempre.


    Leonard Cohen
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  5. #168
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    Sediamoci per terra oppure là sopra panchine imbiancate,

    Sediamoci sopra un letto di foglie secche ed ascoltiamo il nostro cuore.
    Ci siamo scordati e perduti, ti ritrovo adesso all’improvviso
    dentro una piccola stazione in un giorno grigio d’ottobre;
    tu non mi guardi neppure, io solo ho l’inferno nel cuore
    perché la vita è una goccia che scava la pietra del viso.

    Roberto Roversi
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  7. #169
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    Meravigliosa! Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #170
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    L'ODORE DEL DOLORE

    Che odore ha il dolore?
    Come il freddo, la solitudine, la paura
    o la morte,
    anche il dolore ha un odore.
    Tante volte ho provato a decifrarlo
    ma si nasconde, si diluisce,
    si camuffa. Offre piste fasulle.
    Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
    qualcosa di narcotico,
    potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
    come potrebbe essere ammoniaca,
    vertigine o nausea.
    Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
    poggia senza essere visto sulle sedie
    e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
    Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
    nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
    e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
    o dell’angoscia.
    Odorano i corpi nel dolore,
    odorano la febbre e l’ombra
    come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
    Odora il dolore e ci opprime
    la bocca uno spago,
    una spugna nella gola,
    quando riconosciamo nitido, pungente,
    riconoscibile e insieme indecifrabile,
    il suo aroma.


    Xulio López Valcárcel
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  10. #171
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    SULLE LACRIME

    Lacrime è la mia fronte che si rompe,
    Il lunato agitato
    sedersi
    In bui cimiteri di treni
    Quando per vedere il volto di mia madre
    Che richiamava dalla sua visione
    Piansi alla comprensione
    Della trappola mortalità
    E del sangue personale della terra
    Che mi aspettavano
    Padre padre
    Perché mi hai abbandonato?
    Mortalità & repulsione
    Scorrazzano per questa città
    Infelicità è il mio secondo nome
    Voglio essere salvato,
    Affondato-non può essere
    Non vuole essere
    Mai fu fatta per essere
    Così da vomitare!


    Jack Kerouac
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  12. #172
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    LA DIMENTICANZA

    Senza una data da ricordare
    né un luogo ben preciso da indicare
    ecco che arriva la dimenticanza.


    Silenziosa
    come un morto che galleggia sul fiume,
    lontana, ineluttabile
    come può essere solo il destino:


    come un’ampia zona buia,
    o una scultura perfetta,
    come una faccia senza lineamenti,
    senza sguardo. E’ così che arriva.


    Si crea una sera, all’improvviso,
    lasciandoci stupefatti,
    senza un’esclamazione, senza un grido.
    Ci rendiamo conto semplicemente che è nata.


    E ora mi chiedo:
    in quale istante, fra i molti istanti,
    in quale giorno, fra i molti giorni
    tu mi hai dimenticato?


    Eduardo Mitre
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
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  14. #173
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    Tutto muore al mondo
    (Aleksandr Aleksandrovič Blok San Pietroburgo, Russia 28/11/1880 – Pietrogrado (ora San Pietroburgo), Russia 7/8/1921)

    Tutto muore al mondo, madre e giovinezza
    la donna tradisce e l’amico scompare.
    Impara ad assaporare una nuova dolcezza
    contemplando il freddo circolo polare.
    Prendi la tua barca, salpa verso il polo
    tra mura di ghiaccio e in silenzio oblìa
    come l’uomo ama, lotta e muori solo:
    dimentica il paese dell’umana follia.
    Ed all’anima stanca insegna, mentre lento
    s’impossessa del sangue il brivido del gelo,
    che non le serve a nulla questo pianeta spento
    perché i raggi vengono dal cielo.
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  16. #174
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    Ancora apprestando la cena


    Ancora apprestando la cena
    parliamo delle cose di ieri.
    Sai, come sciarpa tiepida
    ho avvolto intorno al collo la pena
    stranamente godendola.
    Mi racconti i tuoi amori
    quelli di oggi e quelli
    che domani attendi,
    l’amore grande che presto
    venga a donarti
    un lunghissimo tempo.
    T’ascolto senza gridare
    perché io devo capire
    che un nuovo sole ti scalda:
    io chiedo un silenzio
    spalancato d’anima.
    (Comprerò anemoni scuri
    e gialla mimosa
    per la mia stanza d’ombra).
    Eravamo la goccia che chiude il mondo
    e l’incauta felicità
    la nota che s’alza dal flauto
    e penetra il cielo. Tu vai
    in questo febbraio di vento,
    poi apprestando la cena
    parliamo delle cose di ieri.

    (Elio Pecora n. a Sant'Arsenio, SA il 5/4/1936)
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
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  17. #175
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    I bambini... e i miei bambini
    (Fatma Qandil n. al Cairo, Egitto nel 1958)

    I bambini nascono
    li accolgono nella culla
    i loro nomi scelti
    nell’albero genealogico
    dei venerati antenati
    Li accolgono programmi di risparmio
    la visione lontana dell’avvenire
    e l’odore della cannella bollita
    sul fuoco del desiderio
    Li accolgono gli anniversari
    le feste
    e gli abiti nuovi
    I miei bambini nascono
    li accolgono le lacrime dell’amore
    i brividi della paura
    All’uscita della maternità
    li attendono
    occhi di cani arrabbiati
    li attendono
    i randelli della polizia
    li attendono
    programmi di eliminazione fisica
    e di visione lontana della morte
    I miei bambini nascono
    e con loro nascono
    le bombe al fosforo
    con i loro bagliori stupefacenti
    come fuochi d’artificio
    a carnevale
    I miei bambini nascono
    con le loro piccole bare.
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  19. #176
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    Manteneva tutta la sua dolcezza
    anche nel dolore.
    Non parlava di quel dolore
    non aveva mai detto una parola.
    A volte il suo volto aveva un tremito,
    chiudeva gli occhi, stringeva i denti.
    Ma taceva sempre sulle immagini
    che vedeva dietro agli occhi chiusi.

    Margherite Duras
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  21. #177
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    VORREI NON ODIARE QUESTA SERA...

    Vorrei non odiare questa sera,
    non portare sulla mia fronte la nube oscura.
    Questa sera vorrei avere occhi più chiari
    per posarli sereni nella lontananza.
    Dev'essere bellissimo poter dire:
    "Credo nelle cose che esistono e in altre
    che probabilmente non esistono,
    in tutte le cose che possono salvarmi,
    anche ignorando il loro nome;
    conosco la frutta dorata che dona l'allegria."
    Vorrei non odiare questa sera,
    sentirmi leggero, essere fiume che canta,
    essere vento che muove la spiga.
    Guardo a ponente. S'abbuiano i lunghi percorsi
    che vanno nella notte,
    che donano la loro stanchezza alla notte, che entrano
    nella notte a sognare nella sua grande menzogna.

    Josè Hierro
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  23. #178
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    Traversare il dolore

    Traversare il dolore
    come una stanza scura,
    contando i passi, i fiati.
    Cercare nel chiuso
    un buco, una crepa,
    perché non sia memoria
    ma presenza
    in quell'assenza di luce.
    All'uscita sapere
    che toccherà tornare.
    E l'allegrezza ancora
    aspettando l'assalto.


    Elio Pecora
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  25. #179
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    Sarah Brown

    Maurizio, non piangere, non sono qui sotto il pino.
    L'aria profumata della primavera bisbiglia nell'erba dolce,
    le stelle scintillano, la civetta chiama,
    ma tu ti affliggi, e la mia anima si estasia
    nel nirvana beato della luce eterna!
    Va' dal cuore buono che è mio marito,
    che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d'amore: -
    digli che il mio amore per te, e così il mio amore per lui,
    hanno foggiato il mio destino - che attraverso la carne
    raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, pace.

    Non ci sono matrimoni in cielo,
    ma c'è l'amore.

    Edgar Lee Masters
    Traduzione di Fernanda Pivano
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  26. #180
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    Che odore ha il dolore?
    Come il freddo, la solitudine, la paura
    o la morte,
    anche il dolore ha un odore.
    Tante volte ho provato a decifrarlo
    ma si nasconde, si diluisce,
    si camuffa. Offre piste fasulle.
    Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido,
    qualcosa di narcotico,
    potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio,
    come potrebbe essere ammoniaca,
    vertigine o nausea.
    Porta stimmate di chiarezza ulcerata,
    poggia senza essere visto sulle sedie
    e oscilla osceno sulle grucce della tristezza.
    Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora
    nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia
    e nelle cicatrici paonazze dell’attesa
    o dell’angoscia.
    Odorano i corpi nel dolore,
    odorano la febbre e l’ombra
    come odorano la stanchezza, la miseria o la fame.
    Odora il dolore e ci opprime
    la bocca uno spago,
    una spugna nella gola,
    quando riconosciamo nitido, pungente,
    riconoscibile e insieme indecifrabile,
    il suo aroma.


    Xulio López Valcárcel
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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