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Discussione: La poesia del dolore

          

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  1. #1
    Master Member L'avatar di Rosy
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    La poesia del dolore

    Ancora mi struggo per l'angoscia dei desideri,
    Ancora l'anima mia ti desidera,
    E nella tenebra dei ricordi
    Ancora io rivedo il tuo volto...

    Il tuo caro, indimenticabile volto,
    Che è sempre, e ovunque, davanti a me,
    Così inafferrabile, così immutato
    Come una stella nel cielo notturno.

    Fedor I. Tjutcev

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  2. #2
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    X Andrea.
    Con la poesia di Idea Vilarino mi hai preceduta: è una di quelle che leggo spesso. E che avrei postato presto! ciao
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  3. #3
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    TRISTEZZA

    Stamattina gli uccelli si sono radunati
    davanti alla mia finestra.
    Cantavano tutti assieme
    senza mettersi d’accordo.
    Li udivo appena,
    sotto le lenzuola
    e questa tristezza che mi prende la notte.
    Indifesa, in posizione fetale,
    desidero la vastità
    che talvolta mi gonfia
    come una colomba.

    Cecilia Casanova

    PS= W Chile!
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  4. #4
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    L'uguale e il contrario

    Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
    Il contrario del mare è una donna cieca.
    Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
    Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.

    Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
    i fiumi sono Machado.
    Io ti ho amato oltre me.
    Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
    e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.

    E' così semplice.

    Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
    Una parola detta è un uccello che vola.
    La tua morte è sotto la mia pelle,
    uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.

    Che altro posso dirti?

    Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
    con unghie e con denti,
    senza segreti,
    senza trappole.

    Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
    né guardare le nostre foto,
    né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
    i cani che mangiano i resti della tua vita.

    Voglio solo oscurità e fumo.
    Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
    che ti dimenticherò ancora ogni giorno
    ognuno dei giorni della mia vita.

    Benjamin Prado
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  5. #5
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    Ofelia

    I

    Dove dormono le stelle, nell'onda calma e nera
    la bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
    ondeggia lentamente, stesa nei suoi lunghi veli...
    - Arrivano dai lontani boschi i gridi della caccia.


    Sono più di mille anni che la triste Ofelia
    passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
    Sono più di mille anni che la sua dolce follia
    mormora una romanza alla brezza della sera.


    Il vento bacia i suoi seni, sciogliendo in corolle
    i suoi grandi veli cullati mollemente dalle acque;
    i salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
    sulla sua ampia fronte sognante s'inchinano i fuscelli.


    Le sfiorate ninfee intorno le sospirano;
    talvolta Ofelia sveglia, in un ontano che dorme,
    qualche nido, da cui sfugge un breve fremito d'ala:
    - un canto misterioso scende dagli astri d'oro.




    II


    O pallida Ofelia, bella come le nevi!
    Tu sei morta bambina rapita dalle correnti!
    - I venti di Norvegia dalle alte vette
    ti avevano parlato dell'aspra libertà;


    e un soffio, scompigliando la tua folta chioma,
    al tuo animo sognatore portava strani rumori;
    e il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
    nei pianti degli alberi, nei sospiri notturni;


    e la voce dei mari folli, immenso rantolo,
    spezzava il tuo sesso fanciullo; troppo dolce e umano,
    e un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
    un pazzariello, si accoccolò muto ai tuoi ginocchi!


    Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o pazza mia!
    Tu ti scioglierai in lui come la neve al sole:
    le tue grandi visioni strozzavano la tua parola
    - e l'Infinito terribile sbigottì il tuo occhio cupo.




    III


    - E il poeta dice che ai raggi delle Stelle
    vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti;
    e d'avere visto sull'acqua, distesa fra i suoi lunghi veli,
    la bianca Ofelia, come un gran giglio, ondeggiare.

    Arthur Rimbaud
    15 maggio 1870


    traduzione di Dario Bellezza
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #6
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    La disperazione è un contabile.
    Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge.
    Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi.
    Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo.
    Vuole sapere come regolarsi con il destino.
    Ragiona, pesa e calcola.

    Victor Hugo
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  7. #7
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    LE MIE LACRIME..... - ADAM MICKIEWICZ

    Le mie lacrime, pure, fitte, scesero
    sulla mia infanzia idillica ed angelica,
    sulla sciocca e superba giovinezza,
    sulla mia età d'uomo, età di sconfitte,
    le mie lacrime, pure, fitte, scesero.

    (trad. S. Quasimodo)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #8
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    Smile Non da' sollievo il tempo...

    Non dà sollievo il tempo; mentivate
    dicendo che sarebbe stata breve
    la mia pena. Lo sento nella pioggia
    che piange, alla marea che si ritira;
    sciolte le vecchie nevi ad ogni picco,
    le foglie dell'altr'anno son fumo sui sentieri;
    non cosí per l'amaro della morte,
    che resta, opprime il cuore, abita in me.
    Ho paura di andare in troppi luoghi
    che traboccano della sua memoria.
    E se respiro in qualche quieta stanza
    ignota al passo e al volto luminoso,
    dico "non c'è memoria, qui, di lui"
    e resto frastornata a ricordarlo.

    EDNA ST VINCENT MILLAY
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  9. #9
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    Smile Nelle fervide unghie del dolore

    Se il dolore m'assale e mi trattiene

    nelle fervide
    unghie

    e spossata mi
    sento devastare

    da un orribile
    passo

    che mi trascina e mi rovina al tutto,
    gemo perché son
    debole, d'argilla

    ma nel premere il labbro già mi cresce
    dentro non so
    che orgoglio smisurato

    per la morte
    apparente, di una fibra

    di demonio o di
    angelo son fatta...

    Alda Merini
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  10. #10
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    Smile Riottosa ad ogni tipo di amore

    In ogni poesia della Merini si respira il dolore....

    Riottosa a ogni tipo di amore
    sei entrato tu a invadere il mio
    silenzio
    e non so dove tu abbia visto le mie carni
    per desiderarle
    tanto.
    E non so perché tu abbia avuto il mio corpo
    per poi
    andartene
    con il grido dell'ultima morte.
    Se mi avessi strappato il
    cuore
    o tolto l'unico arto che mi fa male
    o scollato le mie
    giunture
    non avrei sofferto tanto
    .
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  11. #11
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    Smile Di tanto amarti perduto

    Di tanto amarti perduto
    non resterà che questo
    :
    il ricordare a strappi come ci si leva
    una benda per rabbia da una ferita
    fresca,
    solo frammenti,dettagli a sangue,
    o svolte fulminee,
    il senso del dolore prima che il dolore esulti:
    il poco, il breve
    che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.

    A. Bevilacqua

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
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  12. #12
    Patrizia
    Guest
    Questa frase, tratta da "Paolo il caldo", è poesia:

    Ci sono sofferenze che scavano nella persona
    come i buchi di un flauto,
    e la voce dello spirito ne esce melodiosa.


    Vitaliano Brancati

  13. #13
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    BLUES IN MEMORIA

    Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
    fate tacere il cane con un osso succulento,
    chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
    portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

    Incrocino gli aereoplani lassù
    e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
    allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
    i vigili si mettano i guanti di tela nera.

    Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
    la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
    il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
    pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.

    Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
    imballate la luna, smontate pure il sole;
    svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
    perché ormai nulla può giovare.



    AUDEN WYSTAN
    ( POETA INGLESE, 1907- 1973)

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
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  14. #14
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    PETTO BIANCO

    Perché io ho il petto bianco, docile,
    inoffensivo, dev’essere che le tante
    frecce che vanno nell’aria vagando
    prendono la sua direzione e lì si piantano.

    Tu, la mano perversa che mi ferisce,
    se questo è il tuo piacere, poco ti basta;
    il mio petto è bianco, è docile ed è umile:
    fuoriesce un po' di sangue... dopo, nulla.


    Alfonsina Storni
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  15. #15
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    Elogio dell’ombra

    La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
    può essere il tempo della nostra felicità.
    l’animale è morto o è quasi morto.
    rimangono l’uomo e la sua anima.
    Vivo tra forme luminose e vaghe
    che non sono ancora le tenebre.
    Buenos Aires,
    che prima si lacerava in suburbi
    verso la pianura incessante,
    è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
    le sfocate case dell’Once
    e le precarie e vecchie case
    che chiamiamo ancora il Sur.
    Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
    Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
    il tempo è stato il mio Democrito.
    Questa penombra è lenta e non fa male;
    scorre per un mite pendio
    e assomiglia all’eternità.
    I miei amici non hanno volto,
    le donne sono quel che erano molti anni fa,
    gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
    non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
    Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
    ma è una dolcezza, un ritorno.
    Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
    ne avrò letti solo alcuni,
    quelli che continuo a leggere nella memoria,
    a leggere e a trasformare.
    Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
    convergono i cammini che mi hanno portato
    nel mio segreto centro.
    Quei cammini furono echi e passi,
    donne, uomini, agonie, resurrezioni,
    giorni e notti,
    dormiveglia e sogni,
    ogni infimo istante dello ieri
    e di tutti gli ieri del mondo,
    la ferma spada del danese e la luna del persiano,
    gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
    Emerson e la neve e tante cose.
    Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
    alla mia algebra, alla mia chiave,
    al mio specchio.
    Presto saprò chi sono.

    Jorge Luis Borges,
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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