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Discussione: La poesia del dolore

          
  1. #196
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    Le finestre


    Nell’oscurità di queste camere, dove io passo
    dei giorni difficili, io cammino in lungo e in largo
    per trovare delle finestre — Se avesse potuto aprirsi
    una finestra, che conforto sarebbe stato. —

    Ma non ci sono finestre, o sono io che non riesco
    a trovarne. E può darsi che sia meglio non trovarne.

    Forse la luce causerebbe un'altra tortura.

    Chi sa quali cose nuove lei scoprirebbe.

    Costantino Kavafis
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  3. #197
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    La forza e no


    Giuro che li ho visti uomini e donne
    a Sarajevo
    dire
    con i loro volti
    di desiderio di labbra
    una gioia nel corpo che si chiede all’affetto
    e dita di primavera e semi da piantare nella terra serena


    Sarajevo vista dall’alto è una coppa da riempire
    di ottimo vino e alzare e brindare


    avrei potuto abbracciarti e dirti che avevi una bellezza
    che si mostrava nella luce, il tuo sorriso
    che ti rimane bambina.


    Ma non sono stato capace
    come potevo mostrarmi uomo


    al pensiero che anche qui uomini
    hanno lasciato dentro donne
    non seme


    ma sputi.

    Giovanni Fierro

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  5. #198
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    La forza e no


    Giuro che li ho visti uomini e donne
    a Sarajevo
    dire
    con i loro volti
    di desiderio di labbra
    una gioia nel corpo che si chiede all’affetto
    e dita di primavera e semi da piantare nella terra serena


    Sarajevo vista dall’alto è una coppa da riempire
    di ottimo vino e alzare e brindare


    avrei potuto abbracciarti e dirti che avevi una bellezza
    che si mostrava nella luce, il tuo sorriso
    che ti rimane bambina.


    Ma non sono stato capace
    come potevo mostrarmi uomo


    al pensiero che anche qui uomini
    hanno lasciato dentro donne
    non seme


    ma sputi.

    Giovanni Fierro
    Straordinaria! Fa venire i brividi!
    Conosci l'autore?
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #199
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    Uomini

    Bisognerebbe assomigliare alle pozzanghere
    esistere solo in caso di profondità

    imparare dal legno
    che alla lama da taglio si oppone
    con l’intensità della fibra

    ma basterebbe avere la forza della vera fiducia
    quella che si dona
    quando la dignità altrui è perduta.

    Giovanni Fierro
    da “Lasciami così” – 2004
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  8. #200
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    Sonetto dell'assenza


    Mi senti, amore? C’è un rombo di treni,
    o di follatrici o di trebbiatrici
    che ti allontana da me. No, non dirmi
    che te ne andrai per sempre. Le banchine
    si sono svuotate. Io torno. Soffri
    perché soffri, cuore. Non continuare,
    non continuare ad andare. Altri affanni,
    altro amore perduto se non vieni.
    Ah, dolore, so cosa mi succede.
    Senza te non è più mia la mia casa,
    l’aria non si respira e non si scalda.
    So che sei dentro di me, ma non basta
    benché penetri nelle ossa, finché
    continua la pena che provi tu.


    José Albi
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  10. #201
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    Il corpo sta alla terra come il cuore all'addio - Silvia Bree



    Il corpo sta alla terra come il cuore all’addio
    bestie intrecciate che si appartengono per destino
    nonostante la lotta.
    Prima si perde il sonno, poi i capelli, poi
    tante parole fino a io, quella che tiene tutto.
    Dopo dilaga l’urlo che stava quieto per educazione,
    si rende l’anima al cielo da cui cadde – sei animale,
    sei pronto.
    C’è un ordine, in ogni morire, che conquista.

    Di che cosa ragiono? Più di nulla,
    prevedo i temporali,
    lascio che l’autunno mi riguardi, resto fuori,
    faccio equazioni fino all’alba
    tra un’aquila e uno specchio, scommetto
    di tramutare un sasso nel sasso di sempre
    sotto gli occhi degli altri,
    che ogni cosa sia la stessa cosa se la guardo.
    Sento che è poco,
    voglio che sia meno.
    Sognare un ago immenso che cuce inutilmente il cielo.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  12. #202
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    MI PIACEVI

    Per te sono stato la fermata d'autobus

    che non arriva mai

    ma che permette al viaggiatore di guardare il paesaggio.



    Il nostro amarci non è mai stato amore



    tu lo hai desiderato e hai creduto

    che poteva essere un fiore.



    Avevi ragione, era una rosa.



    Già nel seme aveva tutte le sue spine.



    Giovanni Fierro
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  14. #203
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    Straordinaria! Fa venire i brividi!
    Conosci l'autore?
    sì, è il mio prof di scrittura creativa.
    È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso.

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  16. #204
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    sì, è il mio prof di scrittura creativa.
    È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso.
    Ma davvero? Digli che è un poeta da brividi... anche da parte mia! Lo sto scoprendo. ciao
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
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  17. #205
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    sì, è il mio prof di scrittura creativa.
    È lui che ha organizzato la mia reading di poesia, insieme agli altri del corso.
    Diverse volte ho partecipato a un reading di poesia ma mai a una reading ... di che si tratta?
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  18. #206
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    Adolescente


    Per i ragazzi c'è un sacco di roba da studiare.
    S'insegna la grammatica a scemi di ambo i sessi.
    A me invece
    m'hanno scacciato dalla quinta classe.
    Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.
    Nel vostro
    piccolo mondo
    di appartamenti
    crescono ricciute liriche per le camere da letto.
    Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?
    A me, per esempio,
    ad amare
    l'hanno insegnato
    nelle carceri di Butyrki.
    M'importa assai della nostalgia per il Bois de Boulogne,
    e dei sospiri davanti ai panorami marini!
    Io, ecco,
    m'innamorai
    dallo spioncino della cella 103,
    di fronte all' "Impresa pompe funebri".
    Chi vede tutti i giorni il sole
    dice con sufficienza:
    "Cosa saranno mai quei quattro raggi?"
    Ma io
    per un giallo illuminello
    sopra un muro
    avrei dato allora qualunque cosa al mondo.

    Vladimir Majakovskij

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  20. #207
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    Pinocchio dentro al fuoco


    Giuravi non cambierò opinione,
    occhiali, atteggiamento.
    Colpa della luna – adesso dici –
    e tiri via.
    Poi la piazza traboccante
    come il gelato, mani e bocca dentro al cielo.
    C'è chi indica in là, chi punta una stella,
    chi urla sbraccia e fatica
    quando s'apre il passo tra la folla.
    M'allontano.
    Qui, tra i profili del mare, c'è sempre
    tanta, troppa notte da raccontare.
    Cammino.
    Giuro a me stesso che tu non mi manchi,
    che domani è già meglio,
    sto bene – penso – rido come un giullare,
    provo la voce, canto
    poi ribollo, dico non m'importa,
    salto sull'ombra come un burattino.


    Pinocchio dentro al fuoco,
    così aspetto il mattino.


    Antonio Malagrida
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  22. #208
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    Non una poesia ma certo parole scritte da un grande poeta.

    Genio. [...] Veramente per la noia non credo si debba intendere altro che il desiderio puro della felicità; non soddisfatto dal piacere, e non offeso apertamente dal dispiacere. Il qual desiderio, come dicevamo poco innanzi, non è mai soddisfatto; e il piacere propriamente non si trova. Sicché la vita umana, per modo di dire, e composta e intessuta, parte di dolore, parte di noia; dall'una delle quali passioni non ha riposo se non cadendo nell'altra. E questo non è tuo destino particolare, ma comune di tutti gli uomini.
    Tasso. Che rimedio potrebbe giovare contro la noia?
    Genio. Il sonno, l'oppio, e il dolore. E questo è il più potente di tutti: perché l'uomo mentre patisce, non si annoia per niuna maniera.


    G. LEOPARDI, Dialogo di Torquato Tasso e il suo Genio familiare

  23. #209
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    NON HO PIÙ CHE LO STENTO D’UNA VITA


    Non ho più che lo stento d’una vita
    che sta passando, e perduto il suo fiore
    mette spine e non foglie, e a malapena
    respira. Eppure, senza acredine.
    C’è quell’amore nascosto, in me,
    quanto più miserevole pudico,
    quel sentore di terra, che resiste,
    come nei campi spogli: una ricchezza
    creata, non mia, inestinguibile.
    Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera
    esistenza; così come pare sperduta
    nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,
    il suo magnetismo morente, che lo Spirito
    non dimentica, anzi numera.
    Non guardatemi, che son vecchio,
    ma nel mio mutismo pietroso ascoltate
    come gorgheggia, com’è fiero l'amore.

    Carlo Betocchi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  24. #210
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    Mi spingo oltre il dolore
    dove nessuno sospetta che si soffra
    in una zona di pelle mai colpita
    cupa come l’avambraccio
    o molata dall’osso come il gomito.
    Striscio piano con l’anima
    coperta da scaglie rosso-grigie
    per sostenere i rovi
    e lasciare a terra il sangue minimo.
    Un passo – sono paziente –
    e il corpo ha imparato a frusciare dentro l’erba.
    Da molto lontano – da un’alba di ottobre
    da un oggetto mosso nella sabbia del lago
    viene ciò che la pena contempla:
    un paesaggio
    dove non si può dormire.
    Era una lunga immagine
    il mormorio di un brivido.

    Antonella Anedda
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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