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Discussione: Poesia U.S.A.

          
  1. #16
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    Possedendo Tutto

    Per il tuo bene ho detto che loderò la luna,
    racconterò il colore del fiume,
    troverò nuove parole per il tormento
    e l'estasi dei gabbiani.

    Perché tu sei vicina,
    tutto ciò che gli uomini fanno, osservano
    o piantano è vicino, è mio:
    i gabbiani che fremano piano, cantano piano
    sulle lance del vento;
    il cancello di ferro sopra il fiume;
    il ponte che tiene tra dita di pietra
    la sua fredda, collana luminosa, di perle.

    I rami delle piante sulla sponda,
    come mappe tremanti di fiumi
    chiamano la luna in cerca di un alleato
    per recuperare i loro viaggi affilati
    dal cielo buio,
    ma il cielo nulla risponde.
    I rami emettono un suono soltanto
    rivolto a miglia di vento.

    Con il tuo corpo e le tue parole
    hai parlato per ogni cosa,
    mi hai derubato del mio essere straniero,
    mi hai reso una cosa sola
    con la radice, il gabbiano e la pietra,
    e poiché io ti dormo tanto vicino
    non posso abbracciarli
    né avere un amore che sia mio, per loro.

    Hai paura che ti lasci.
    Non ti lascerò.
    Solo gli stranieri viaggiano.
    Possedendo tutto,
    non ho alcun luogo dove andare.

    Leonard Cohen

    Da Le spezie della terra
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  3. #17
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    Canzone

    Ama il tuo sogno
    ogni inferiore amore disprezzando,
    ama il vento
    ed accorgiti qui
    che solo i sogni possono esistere veramente,
    perciò in sogno a raggiungerti m’avvio.

    Ezra Pound
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #18
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    L’albero m’è penetrato nelle mani,
    La sua linfa m’è ascesa nelle braccia,
    L’albero m’è cresciuto nel seno -
    Profondo,
    I rami spuntano da me come braccia.
    Sei albero,
    Sei muschio,
    Sei violette trascorse dal vento -
    Creatura – alta tanto – tu sei,
    E tutto questo è follia al mondo.

    EZRA POUND
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  6. #19
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    COMMIATO DA UN AMICO

    Montagne azzurre a nord della muraglia,
    Orlate da un bianco fiume;
    Qui ci dobbiamo separare
    E incamminarci per mille miglia d'erba morta.
    La mente, come una gran nube veleggiante,
    Tramonto, come vecchi amici che si lasciano
    Inchinandosi, su mani congiunte, a distanza.
    L'uno all'altro nitriscono i cavalli
    mentre ci distacchiamo.


    EZRA POUND
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  7. #20
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    L'arte di perdere

    L'arte di perdere non è difficile da imparare;
    così tante cose sembrano pervase dall'intenzione
    di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.

    Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
    delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
    L'arte di perdere non è difficile da imparare.

    Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
    luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
    Nessuna di queste cose causerà disastri.

    Ho perduto l'orologio di mia madre.
    E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
    L'arte di perdere non è difficile da imparare.

    Ho perso due città, proprio graziose.
    E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
    Mi mancano, ma non è stato un disastro.

    Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente,
    l'arte di perdere non è difficile da imparare,
    benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.

    Elizabeth Bishop
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  9. #21
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    Harriet

    Una mosca insistente, dorso azzurro, grossa come un pollice – così grossa,
    sembra apocalittica nella nostra casa -
    sbatte avanti e indietro attraverso il letto della camera della bimba
    guardato da un manicomio di animali imbottiti,
    nessuno di loro un guerriero. È come un aeroplano
    che spolvera frutteti o arabi sul video -
    uno dei potenti… uno dei deboli. Inciampa
    e picchia il capo di qua e di là,
    rendendo più corta una vita malsana e breve.
    La uccido, e si aggiunge un altro istante
    alla spaventosa manomorta di effimeri:
    chiavi, legno corroso dal mare, gusci di ricci
    che tu ammucchi con gioia… una mosca morta
    spazzata sotto il tappeto, che s’aggrinzisce appagata.

    Robert Lowell
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  11. #22
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    ancora una della Bishop:

    Insonnia


    La luna nello specchio del comò
    guarda milioni di miglia lontano
    (e forse con orgoglio, a se stessa,
    ma non sorride, non sorride mai)
    via lontano lontano oltre il sonno,
    o forse è una che dorme di giorno.
    Se l’Universo volesse abbandonarla,
    lei gli direbbe di andare all’inferno,
    e troverebbe una distesa d’acqua
    o uno specchio, sul quale indugiare.
    Tu dunque metti gli affanni in un sacco
    di ragnatele e gettalo nel pozzo
    nel mondo alla rovescia dove
    la sinistra è sempre la destra,
    dove le ombre in realtà sono corpi,
    dove restiamo tutta notte svegli,
    dove il cielo ha tanto poco spessore
    quanto è profondo il mare e tu mi ami d’amore.

    Elizabeth Bishop
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  13. #23
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    Isole

    Ovunque guardo tu sei isole
    una costellazione di fiori che soffiano sul mare
    isole profondamente forestate montagnose e fuochi
    fragranti sull'oceano che luccica
    alla radice un fuoco

    tutta la mia vita desideravo toccare la tua caviglia
    che scorre verso la sua spiaggia
    mi areno in te
    ascolto
    ti vedo in mezzo a foglie immobili
    riguardo di fonte rocciosa
    presso il sole la luna e le stelle

    cascate dell'isola e i loro echi
    sono la tua voce le tue spalle il tutto di te eretta
    e ti giri verso di me come se i tuoi piedi fossero nella nebbia
    fiori uccelli i medesimi colori
    del tuo respiro
    i fiori volutamente hanno il tuo profumo
    e gli uccelli costruiscono le loro piume
    non per volare ma per
    sentirsi come te

    William Stanley Merwin


    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  15. #24
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    Buonanotte

    Sono tanti i modi di dire buonanotte.

    I fuochi d'artificio sul molo il 4 luglio
    la scrivono con ruote rosse e raggi gialli.
    Sibilano nell'aria, toccano l'acqua e si fermano.
    I razzi tracciano una traiettoria d'oro e blu
    e poi si spengono.

    I treni di notte la formano con i fumaioli che innalzano funghi di colonne bianche.

    I battelli disegnano una curva nel Mississippi lanciando un grido baritono che
    attraversa i campi di cotone fino ai crinali delle colline.

    È facile dire buonanotte.
    Tanti sono i modi di dire buonanotte.


    Carl Sandburg
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  17. #25
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    Un altro motivo per cui non tengo in casa un fucile

    Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare.
    Abbaia con lo stesso abbaiare ritmico e acuto
    con cui abbaia ogni volta che vanno via.
    Mi sa che lo accendono uscendo.

    Il cane dei vicini non smetterà di abbaiare
    chiudo tutte le finestre di casa
    e metto su una sinfonia di Beethoven a tutto volume
    ma riesco ancora a sentirlo attutito sotto la musica,

    abbaia, abbaia, abbaia,
    e ora lo vedo sedere nell'orchestra
    tranquillo a testa alta come se Beethoven
    avesse incluso una parte per cane abbaiante.

    Quando finalmente il disco termina sta ancora abbaiando,
    seduto ad abbaiare nella sezione degli oboi,
    gli occhi fissi al direttore che lo sta
    implorando con la bacchetta

    mentre gli altri musicisti ascoltano in rispettoso
    silenzio il famoso assolo di cane abbaiante,
    quella coda interminabile che per prima affermò
    Beethoven come un genio innovatore.

    Billy Collins
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  19. #26
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    LA VOCE DELLA PIOGGIA

    E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
    e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
    sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia,
    eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal mare insondabile,
    su verso il cielo, da dove, in forma labile,
    totalmente cambiata, eppure la stessa,
    discendo a bagnare i terreni aridi, scheletrici,
    le distese di polvere del mondo,
    e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato;
    e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine,
    la faccio pura, la abbellisco;
    (perché il canto, emerso dal suo luogo natale,
    dopo il compimento, l'errare,
    sia che di esso importi o no,
    debitamente ritorna con amore.)

    Walt Whitman
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  21. #27
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    Abbi cura

    Dalla finestra la vedo chinarsi sulle rose
    reggendole vicino al fiore per non
    pungersi le dita. Con l'altra mano taglia, si ferma e
    poi taglia ancora, più sola al mondo
    di quanto mi sia mai reso conto. Non alzerà
    lo sguardo, non subito. E' sola
    con le rose e con qualcosa che riesco solo a pensare, ma non
    a dire. So bene come si chiamano quei cespugli

    regalatici per le nostre nozze tardive: Ama, Onora e Abbi Cura...
    è quest'ultima la rosa che all'improvviso mi porge, dopo
    essere entrata in casa tra uno sguardo e l'altro. Ci affondo
    il naso, ne aspiro la dolcezza, lascio che mi s'attacchi addosso - profumo
    di promessa, di tesoro. Le prendo il polso perché mi venga più vicina,
    i suoi occhi verdi come muschio di fiume. E poi la chiamo, contro
    quel che avverrà: moglie, finché posso, finché il mio respiro, un petalo
    affannato dietro l'altro, riesce ancora a raggiungerla.


    Raymond Carver
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  22. #28
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    Ultimo frammento


    E hai ottenuto quello che
    volevi da questa vita, nonostante tutto?
    Sì.
    E cos'è che volevi?
    Potermi dire amato, sentirmi
    amato sulla terra

    Raymond Carver
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  24. #29
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    Cammino sotto le stelle lontane
    come facevo da piccolo con mio fratello, come facevo
    in quelle lunghe, fredde notti di S. Francisco,
    che sembravano non avere limiti
    solo viali di colonne e sempreverdi, senza muri.
    E guardo in alto e vedo gli spazi tra le stelle
    penso alle nebbie e alle miglia che le separano,
    cosa attraverseremmo per essere insieme.
    Così mi ritrovo a Churchill Street
    tornando a casa dal negozio
    gli occhi rivolti ai densi gruppi
    che crepitano nella notte.
    E sento di nuovo la domanda che dimora
    nelle nostre menti
    sull’idea che è dietro all’uomo
    il suo posto nell’universo
    e l’universo,
    il suo posto nell’uomo.
    E resto come quando avevo otto anni
    con lo stupore di cos’è a creare tutto,
    l’infinità tra ciascuna luce
    e l’eternità di una.
    E sono muto con la domanda

    John Wieners
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  26. #30
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    La sigaretta migliore

    Ce ne sono molte che mi mancano,
    dopo aver gettato dal finestrino dell’auto l’ultima,
    scintillante, lungo la strada, una notte, anni fa.

    Quelle canoniche, naturalmente:
    dopo aver fatto sesso, le due punte luminose
    ora luci di un’unica nave;
    alla fine di una lunga cena
    con altro vino in arrivo
    e un cerchio di fumo che fluiva nel lampadario;
    o su una spiaggia bianca
    stretta fra le dita ancora bagnate dalla nuotata.

    Così agrodolci queste punteggiature
    di fiamma e gestualità;
    ma le migliori erano in quelle mattine
    quando qualche piccola cosa
    cominciava a prendere forma
    alla macchina da scrivere,
    il sole che brillava alle finestre,
    con Berlioz, magari, in sottofondo.
    Andavo in cucina per un caffè
    e tornavo alla pagina,
    ripiegata nel rullo,
    me ne accendevo una e sentivo
    il secco afflusso mescolarsi al gusto scuro del caffè.

    Poi diventavo la locomotiva di me stesso
    che lasciava dietro di sé, mentre tornavo al lavoro,
    piccoli sbuffi di fumo
    indici del progresso,
    segni di laboriosità e pensiero,
    il segnale che diceva al diciannovesimo secolo
    che avanzava.
    Quella era la sigaretta migliore,
    quando fumante entravo nello studio
    pieno di speranze vaporose
    e me ne stavo lì, in piedi,
    con la grande lampada del mio volto
    che illuminava le parole disposte in linee parallele.

    Billy Collins
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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