Cammino sotto le stelle lontane
come facevo da piccolo con mio fratello, come facevo
in quelle lunghe, fredde notti di S. Francisco,
che sembravano non avere limiti
solo viali di colonne e sempreverdi, senza muri.
E guardo in alto e vedo gli spazi tra le stelle
penso alle nebbie e alle miglia che le separano,
cosa attraverseremmo per essere insieme.
Così mi ritrovo a Churchill Street
tornando a casa dal negozio
gli occhi rivolti ai densi gruppi
che crepitano nella notte.
E sento di nuovo la domanda che dimora
nelle nostre menti
sull’idea che è dietro all’uomo
il suo posto nell’universo
e l’universo,
il suo posto nell’uomo.
E resto come quando avevo otto anni
con lo stupore di cos’è a creare tutto,
l’infinità tra ciascuna luce
e l’eternità di una.
E sono muto con la domanda

John Wieners