Quando le parole i suoni e le immagini si mescolano insieme emozionandoci.
Alda Merini - Ogni Mattina
Quando le parole i suoni e le immagini si mescolano insieme emozionandoci.
Alda Merini - Ogni Mattina
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
Poesia civile ispirata alla poesia di Primo Levi "se questo è un uomo"
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d’asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sotto i cartoni della Rognetta,
sotto un tetto d’amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la mondezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
“Ha sbagliato!”,
Certo che ha sbagliato,
L’Uomo Nero,
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l’elemosina di un’attenuante,
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i nostri cani,
Che invidia la galera,
(un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un no e un no,
Tra un Comune commissariato per mafia,
E un centro di ultima accoglienza
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all’ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra – “A quel Paese”
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i Vostri saggetti sul Problema,
Voi che adottate a distanza,
Di sicurezza in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di la,
Né bontà, roba da Caritas, né Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa,
Che non è una donna,
Da questo che non è un uomo,
Che non ha una donna,
E i figli, se ha i figli, sono distanti
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi
Ultima modifica di Claire; 18-November-2011 a 18:34 Motivo: Imbranataggine
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
Una mia videopoesia: Nuovo (sempre come prima) un saluto a tutti
Bella! mi piace. Appena ho un respiro( =leggi vacanze di natale) vado a leggere anche il resto.
ciao
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Se tu mi dimentichi - Pablo NERUDA
con la voce di Ferruccio Amendola
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Nel suo libro “Maori Games and Haka”, lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così:
“La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi… tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l’esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti.”
Ringa pakia
Uma tiraha
Turi whatia
Hope whai ake
Waewae takahia kia kino
Ka mate, Ka mate! Ka ora, Ka ora!
Ka mate, Ka mate! Ka ora, Ka ora!
Tenei te tangata puhuruhuru
Nana i tiki mai whakawhiti te ra!
A hupane, a hupane
A hupane, kaupane whiti te ra!
Hi!
Batti le mani contro le cosce
Sbuffa col petto
Piega le ginocchia
Lascia che i fianchi li seguano
Sbatti i piedi più forte che puoi.
È la morte, È la morte! È la vita, è la vita!
È la morte, È la morte! È la vita, è la vita!
Questo è l’uomo dai lunghi capelli
è colui che ha fatto splendere il sole su di me!
Ancora uno scalino, ancora uno scalino, un altro
fino in alto, IL SOLE SPLENDE!
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
Quando morrò, di Pablo Neruda
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
Ti aspetto di Alda Merini
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
La mia donna dai capelli di fuoco di legna
Dai pensieri a lampi di calore
Dalla vita di clessidra
La mia donna dalla vita di lontra tra i denti della tigre
La mia donna dalla bocca a coccarda e a mazzolino di stelle
d’ultima grandezza
Dai denti a impronta di topo bianco sulla terra bianca
Dalla lingua d’ambra e vetro strofinati
La mia donna dalla lingua a ostia pugnalata
Dalla lingua di bambola che apre e chiude gli occhi
Dalla lingua di pietra incredibile
La mia donna dalle ciglia ad aste di scrittura infantile
Dalle sopracciglia a bordo di nido di rondine
La mia donna dalle tempie d’ardesia di tetto di serra
E di vapore che appanna i vetri
La mia donna dalle spalle di champagne
E a fontana con teste di delfini sotto il ghiaccio
La mia donna dai polsi di fiammiferi
La mia donna dalle dita d’azzardo e d’asso di cuori
Dalle dita di fieno tagliato
La mia donna dalle ascelle di martora e di faggiuola
Di notte di San Giovanni
Di ligustro e di nido di scalari
Dalle braccia di schiuma di mare e di chiusa
E di miscuglio del grano e del mulino
La mia donna dalle gambe a razzo
Dai movimenti d’orologeria e di disperazione
La mia donna dai polpacci di midollo di sambuco
La mia donna dai piedi a iniziali
Dai piedi a mazzi di chiavi dai piedi a calafati che bevono
La mia donna dal collo d’orzo imperlato
La mia donna dalla gola di Val d’Or
Di appuntamenti nel letto stesso del torrente
Dai seni di notte
La mia donna dai seni di cunicolo marino
La mia donna dai seni di ganga di rubino
Dai seni di spettro della rosa sotto la rugiada
La mia donna dal ventre ad apertura di ventaglio dei giorni
Dal ventre ad artiglio gigantesco
La mia donna dalla schiena d’uccello che fugge in verticale
Dalla schiena d’argento vivo
Dalla schiena di luce
Dalla nuca a sasso levigato e a gesso bagnato
E a caduta di bicchiere nel quale s’è appena bevuto
La mia donna dalle anche di navicella
Dalle anche a lampadario e a penne di freccia
E a nervature di piume di pavone bianco
A equilibrio insensibile
La mia donna dal culo di gres e d’amianto
La mia donna dal culo di dorso di cigno
La mia donna dal culo di primavera
Dal sesso a gladiolo
La mia donna dal sesso a giacimento aurifero e ad ornitorinco
La mia donna dal sesso d’alga e di dolciumi d’un tempo
La mia donna dal sesso di specchio
La mia donna dagli occhi pieni di lacrime
Dagli occhi a panoplia violetta e ad ago calamitato
La mia donna dagli occhi di savana
La mia donna dagli occhi d’acqua da bere in prigione
La mia donna dagli occhi di bosco sempre sotto l’ascia
Dagli occhi di livello dell’acqua di livello d’aria di terra
e di fuoco.
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
Segnalibri