Questo giallo è salito rapidamente nelle classifiche dei libri più letti. Che ne pensate? Le pagine sono 779, davvero tante. E’ inevitabile che ci siano punti in cui ci si annoia. Bello l'inizio e anche il finale. Le prime centocinquanta-duecento pagine sono scritte impeccabilmente, secondo un canovaccio molto seguito dalle case editrici, poi il libro sprofonda in una melassa di banalità e luoghi comuni veramente irritante, tanto che si viene presi dalla tentazione di saltare a piè pari interi capitoli, con il conseguente rischio di perdere dei dettagli importanti per la comprensione della vicenda. La colpa è di una storia d’amore, quella non manca mai, e un problema è il modo in cui è raccontata, con dialoghi talora insopportabili e improponibili, una sequela di 'mi ami?', 'ti amo!', 'un giorno saremo felici!', 'sto bene solo con te!' e via dicendo. Il lato giallo, invece, è gestito bene. L’assassino si crede di indovinarlo subito, per poi scoprire che quasi la metà dei personaggi potrebbe esserlo. Il libro inizia quasi con una certezza, poi è un fiume di moventi, al punto che fino all'ultimo non siamo sicuri di chi sia stato a uccidere, né del perché l'abbia fatto. Un appunto da fare alle indagini di Marcus, troppo facili, filano troppo lisce. Le ultime duecento pagine riabilitano l’autore, che ci conduce al traguardo attraverso un crescendo mozzafiato di colpi di scena e ribaltamenti di prospettiva notevoli. Interessante la percezione del perbenismo di un piccolo centro della provincia americana degli anni ‘70, dove ognuno ficca il naso negli affari altrui ma custodisce gelosamente i propri spesso inconfessabili segreti.
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