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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #76
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    MARYLAND (USA): SENATO APPROVA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE

    6 marzo 2013: il Senato del Maryland ha approvato un disegno di legge che abolirebbe la pena di morte nello Stato, mettendo il Maryland sulla buona strada per divenire il 18° Stato degli Usa ad abolire la pena capitale.

    I Senatori hanno votato 27-20 in favore del ddl, che sarà ora inviato all'Assemblea dei Delegati, dove il percorso della misura dovrebbe essere più facile che al Senato.
    Il Senato era stato a lungo considerato il più grande ostacolo dai sostenitori dell'abolizione.
    La Commissione Giustizia del Senato il mese scorso ha approvato il ddl abolizionista per 6-5.

    Il ddl è stato voluto dal governatore Martin O'Malley, 49 anni, bianco, Democratico, che da tempo ha preso una posizione abolizionista.
    Al Senato, 25 Democratici su 35 e due Repubblicani su 12 hanno votato a favore della misura, che sostituirebbe la pena di morte con l'ergastolo senza condizionale.

    L'ultima esecuzione in Maryland risale al 2005.

    tratto da: http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=17302352
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #77
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    Qatar: condannato il poeta dei gelsomini Mohammed al-Ajami

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    Secondo diversi attivisti della regione del Golfo, le accuse nei suoi confronti fanno riferimento a una poesia del 2010 in cui pare che l'uomo abbia criticato l'emiro. Tuttavia, ritengono che la vera ragione del suo arresto sia stata la "poesia dei gelsomini", scritta nel 2011 durante l'ondata di proteste nel mondo arabo iniziata a dicembre 2010. La poesia critica gli stati del Golfo, dicendo: "Siamo tutti la Tunisia di fronte all'élite repressiva".

    La condanna all'ergastolo di Muhammad al-Ajami, poeta del Qatar, in carcere dal novembre 2011, è stata ridotta a 15 anni. È accusato di "reati" legati alle sue poesie. È un prigioniero di coscienza, detenuto solo per aver esercitato pacificamente il diritto alla libertà di espressione.

    si può firmare l'appello:
    http://www.amnesty.it/qatar-poeta-condannato-15-anni


    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #78
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    PENA DI MORTE: ULTIMO APPELLO DI ANTHONY FARINA CONTRO LA SUA ESECUZIONE IN FLORIDA


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    18 marzo 2013: Anthony Farina, il cittadino americano di origini italiane, per il quale le associazioni Reprieve, Nessuno tocchi Caino e Comunità di Sant’Egidio hanno promosso una campagna per il riconoscimento della cittadinanza italiana (ottenuta lo scorso 2 novembre) e contro la sua condanna a morte, ha presentato il 13 marzo il suo ultimo ricorso alla Corte d'Appello degli Stati Uniti, per chiedere la revoca della sentenza capitale.

    All’udienza ha partecipato in rappresentanza del Governo italiano anche il Console Generale Adolfo Barattolo, che ha presentato un “amicus curiae” volto a sostenere la contrarietà al diritto internazione di una condanna a morte nei confronti di una persona che non ha né ucciso né avuto l’intenzione di uccidere.

    Anthony Farina, la cui famiglia è originaria di Santo Stefano di Camastra (Messina) aveva 18 anni nel 1992 quando, insieme al fratello sedicenne Jeffrey, rapinò un fast food a Daytona Beach, in Florida. Il fratello sparò e uccise una dipendente, ma essendo minorenne all’epoca dei fatti la sua pena è stata tramutata in ergastolo, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo 25 anni. Anthony, invece, pur non avendo materialmente commesso l’omicidio, si è ritrovato condannato alla pena capitale dopo un processo in cui il pubblico ministero, invocando la Bibbia, si era proclamato “agente di Dio”.

    Il caso ha visto la mobilitazione anche dell'organizzazione “Americani Uniti per la Separazione tra Stato e Chiesa” e di una coalizione di gruppi religiosi americani contrari alle affermazioni del Pubblico Ministero di essere “servo di Dio” e “ strumento di punizione divina”. Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Re, il sindaco di Santo Stefano di Camastra che si è rivolto al Presidente della Repubblica e al Papa.

    Nell’ipotesi di rigetto di quest’ultimo appello presentato da Anthony Farina, resterà il ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti che però non ha l’obbligo di esaminare il caso.
    Non resterà poi che la richiesta di grazia al governatore della Florida che la concesse, l’ultima volta, nel 1983.

    http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=17302638
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #79
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    Segnalo un interessante libro sulla condizione dei prigionieri politici (nello specifico le donne) in Iran conosciuto tramite un articolo del Fatto Quotidiano
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  5. #80
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    E' stato pubblicato il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel 2012: nonostante i passi indietro, un mondo senza pena capitale è più vicino.

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    Nel 2012 sono state eseguite 682 condanne a morte, due in più rispetto allo scorso anno, in 21 paesi. Il dato, per il quarto anno di seguito, non contiene le migliaia di esecuzioni che si ritiene avvengano in Cina. Ancora una volta, Amnesty International chiede alle autorità cinesi a eliminare il segreto di stato sulla pena capitale.


    In buona compagnia, con Iraq e Iran, l’Arabia Saudita, la Cina, gli Usa, lo Yemen. Sempre gli stessi, sempre i principali responsabili della maggior parte delle esecuzioni al mondo.

    In Europa e Asia centrale, solo la Bielorussia, ormai isolata nella regione, esegue in segreto condanne a morte.

    In Asia e Pacifico, la ripresa delle esecuzioni in India e Pakistan dopo alcuni anni e Giappone dopo 20 mesi, è stata accompagnata dall’assenza di esecuzioni in Vietnam, storico paese mantenitore, e da un’importante moratoria sulle esecuzioni a Singapore. La Mongolia, inoltre, ha ratificato un importante trattato internazionale che impegna il paese all’abolizione. Nell’Africa subsahariana si ricorre sempre di meno a questa pratica.

    In Medio Oriente e Africa del Nord, si concentrano alcuni dei paesi con il più alto numero di esecuzioni al mondo: Arabia Saudita, Iran, Iraq e Yemen, responsabili del 99 per cento delle esecuzioni in tutta la regione. In Iraq, rispetto allo scorso anno, le esecuzioni sono quasi raddoppiate: il paese resta intrappolato in un orribile ciclo di abusi, tra i quali gli attacchi contro la popolazione civile, la tortura nei confronti dei detenuti, i processi iniqui e la pena di morte applicata su vasta scala.


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    Oggi, nel continente americano, solo gli Usa eseguono condanne a morte ma, nel 2012, il Connecticut è diventato il 17° stato ad abolire la pena capitale.
    Hanno valso allo scopo motivazioni tanto etiche quanto economiche.
    Dannel Malloy, prima di diventare governatore del Connecticut, è stato un pubblico ministero, un sostenitore della pena di morte. Ha lavorato nei tribunali per anni, un’esperienza che lo ha segnato. “Ho visto gente assistita miseramente dai propri legali, ho visto persone ingiustamente accusate o erroneamente identificate. Ho visto discriminazione”. Da governatore, ha scelto di abolire la pena di morte nel suo stato. “L’unico modo per essere certi che essa non sia mai applicata in modo iniquo”.
    Come lui, molti altri cominciano ad avere dubbi. Il tempo passa ma il crimine resta tale, anzi, chissà come mai, aumenta nei paesi dove lo stato uccide.
    Che la pena di morte, oltre all’atroce carico di brutale violenza che porta con sé, possa anche essere inutile, sta entrando lentamente nelle menti dei più accaniti sostenitori.
    Il cammino è ancora lungo, lunghissimo.

    Il Maryland è il 18° stato Usa abolizionista. Decisive le motivazioni sia etiche che economiche. Nelle prossime settimane, anche Colorado, Delaware, Kansas e Montana si troveranno a dibattere sulla possibile rinuncia alla pena di morte.

    In diversi paesi al mondo, la pena di morte continua a essere sinonimo di processi iniqui, di “confessioni” estorte sotto tortura, di minaccia e repressione, tuttavia, anno dopo anno, risulta sempre più evidente la consapevolezza, anche in molti sostenitori della pena di morte, che questa dovrà essere, e lo sarà, finalmente abolita.


    liberamente tratto da: www.amnesty.it
    www.amnesty.it/rapporto-pena-di-mor...tale-piu-vicino
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #81
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    C'è una frase che mi ha colpito molto leggendo questa testimonianza: "Sono consapevole che non capirò interamente la santità della vita, non come fa la gente normale – ma sono consci di quanto siano fortunati?"


    LA MIA CASA E' IL BRACCIO DELLA MORTE


    In memoria di Thomas Walker

    Una delle poche utilità o funzioni della mia vita a questo punto è scrivere cosa vedo dalla mia cella nel bracco della morte di San Quentin (California).

    Che valore abbiano le mie osservazioni non posso dirlo, so solo che sento il bisogno di scrivere tanto per me quanto per chiunque altro. Dovete capire quando leggete i miei pensieri, il mio punto di vista è distorto. Cercherò di essere più sincero possibile, ma sono il primo a sostenere il concetto che la verità può essere soggettiva, e voglio essere conscio dei miei limiti prima di procedere.

    Se si tratta di una persona onesta, chiunque abbia ucciso altre persone in più di un’occasione vi dirà che ogni volta uccidere diventa sempre più facile. E’ una verità violenta, sono parole forti da sentire, ora immaginate di vivere questa verità, di provarla, di condividerla intimamente.

    Quando ero giovane, e avevo 13 anni, ero impressionabile, confuso, e alcune esperienze dirette mi hanno portato a svalutare completamente la vita umana.

    A 23 anni ero al massimo della durezza, la mia vita era basata su rabbia, solitudine e paura.

    A 24 anni, venni processato per omicidio, e questa esperienza ebbe un profondo impatto su di me. Non fu l’accusa, o il giudice, o la giuria, o la possibile condanna a morte a colpirmi così profondamente. Furono le cartelle di cartone allineate in alto, all’interno del tribunale, che mi impressionarono così tanto. La mia intera vita era stata chiusa e collocata dentro quelle cartelle, erano stati rivoltati tutti i possibili sassi, nessuna paura o segreto era rimasto da scoprire. Io ero il contenuto delle cartelle, il contenuto delle cartelle era me.

    Ogni giorno del processo, in cui un’altra cartella veniva aperta e l’amaro contenuto veniva alla luce, mostrando cosa avevo fatto dei miei 24 anni, era l’equivalente emozionale di sbattere contro il muro alla velocità di 100 miglia all’ora.

    Di notte, mentre ero steso nella mia cella, nel panico mi chiedevo come sarei potuto sopravvivere all’apertura della cartella seguente, e poi a quella dopo, e a quella dopo ancora…. Le cartelle mi avevano costretto a guardare in faccia il mio peggior nemico – me stesso.

    Come risultato di questa esperienza, scoprii un mio bisogno, non di libertà perché sapevo di avere perso il mio diritto a vivere nella società; ma un desiderio di riconciliarmi con l’umanità, volevo ritrovare in me stesso qualcosa che avevo perso, volevo provare di nuovo un sentimento dimenticato – l’amore.

    Ora a 30 anni, dopo anni passati nel braccio della morte, mi trovo a sentire che dentro di me cresce la consapevolezza del valore della vita umana. Questo ovviamente non serve a quelli che ho ucciso. Ma ancora una volta, fino ad oggi, al momento in cui mi ucciderò, devo gettare uno sguardo e scegliere tra il vuoto caotico e il cammino verso il raggiungimento dell’umanità, e scelgo davvero di progredire, di tornare un essere umano.

    Voglio lasciare San Quentin, da morto, come un uomo migliore di quello che un giorno è entrato nel braccio della morte vivo. Sono pronto a pagare il mio debito. Ma nello stesso momento, mentre i miei appelli legali viaggiano attraverso i tribunali, voglio restituire il poco che posso, e scoprire se posso far sì che Tom diventi una persona con la quale posso convivere. Semplicemente, mi piacerebbe tirar fuori la mia capacità di umanità prima di morire.

    Ho un grande debito con i miei amici, mi hanno seguito nei miei anni nel braccio della morte, mi hanno incoraggiato quando non c’era più una ragione qualunque per andare avanti.

    Da quando ho iniziato a cercare di uscire da quel pantano che era diventata la mia vita, mi hanno dato dei modelli sui quali riflettere. In sostanza, mi hanno aiutato a ricostruire qualcosa di decente dalle macerie di me stesso.

    Sono consapevole che non capirò interamente la santità della vita, non come fa la gente normale – ma sono consci di quanto siano fortunati?

    Sto per morire, segnato, ma fino all’ultimo momento sarò un uomo che cerca di migliorarsi, per sempre, con la speranza di arrivare il più possibile vicino alla verità.C’è una speranza per me?

    Tom Walker si è suicidato il 18 novembre 1997 nella sua cella nella prigione di San Quentin. Questo articolo è stato messo insieme dal condannato Michael Hunter, da pezzi scritti da Walker in vari momenti.

    tratto da http://www.arpnet.it/insieme/endeavo...p/lamp30.shtml
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  7. #82
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    La protesta silenziosa di piazza Taksim

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    19/06/2013
    L’Uomo Albero

    di Massimo Gramellini


    Alle sei della sera il coreografo e ballerino Erdem Gunduz è arrivato in piazza Taksim a Istanbul, si è fermato davanti al ritratto del padre della Turchia laica Atatürk ed è rimasto lì. Immobile e muto come un albero. La sua scelta silenziosa ha fatto un rumore pazzesco. Prima di mezzanotte intorno all’Uomo Albero era cresciuta una foresta. Giovani, adulti, vecchi, bambini: tutti immobili e muti, le braccia rilasciate lungo i fianchi ma lo sguardo alto, persino fiero, a testimoniare una resistenza che rifuggiva la violenza, anche quella verbale.

    I poliziotti del governo sembravano spiazzati. Li avevano addestrati a combattere proteste fatte di urla e di pietre. Si ritrovavano in mezzo a una foresta di corpi silenziosi. Ma come si disperde una foresta, se non dandole fuoco? Quale reato commette chi si blocca in mezzo a una piazza, davanti a un ritratto, e rimane lì, immobile e muto come un albero? Qualche albero è stato preso e portato via con l’accusa di intralcio del traffico e adunata sediziosa. Ma altri ne spuntavano da ogni angolo, rispondendo al richiamo dell’emulazione che attraversava la città. Arrivavano in piazza di corsa e lì sì bloccavano. Immobili e muti. Quel silenzio diceva cose molto più grandi di quante ne possa contenere qualsiasi parola. E rendeva improvvisamente vecchio il rito stanco e sterile degli slogan ritmati, dell’indignazione a comando, della rabbia che attira solo altra rabbia. Finché, intorno a mezzanotte, a Erdem Gunduz è scappata la pipì. La natura vince sempre. La prossima notte tornerà in piazza, con Erdem e i suoi amici, immobili e muti: un ottimo modo, forse l’unico, per andare lontano e farsi sentire.


    tratto da:
    http://www.lastampa.it/2013/06/19/cu...RJ/pagina.html

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  8. #83
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    Dopo 28 anni passati dietro le sbarre, nei quali è riuscita a laurearsi ma soprattutto ha maturato una vocazione ad aiutare altri giovani, che hanno vissuto esperienze di grande violenza, e' tornata in liberta' Paula Cooper, la piu' giovane condannata a morte della storia degli Stati Uniti (aveva 15 anni all'epoca della condanna a morte), la cui vicenda divenne un caso internazionale che spinse tutte le associazioni dei diritti umani e perfino papa Giovanni Paolo II a chiederne la grazia.

    La storia di Paula è la dimostrazione di quanto la pena di morte non sia necessaria, non sia utile a sanare in alcun modo il dolore della famiglia della vittima e di quanto sia importante invece che lei sia ancora viva.


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    Anche in Italia i giornali si occuparono dell’assassinio di Ruth Pelke, avvenuto nel 1985 a Gary, cittadina del Nord Indiana, ai confini con l’Illinois. Tre ragazzine di colore, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, decisero di rapinare un’anziana catechista di 78 anni (che conosceva una delle tre). Mentre una faceva da palo, le altre due rovistavano nelle cose dell’anziana, ma poi forse perché temeva di essere stata scoperta, una delle tre uccise la poveretta, senza pietà. Il frutto della rapina: 10 dollari e la vecchia auto della signora. La polizia in poche ore trovò le tre ragazzine, ma poi al processo delle tre solo Paula fu condannata a morte, mentre le altre scontarono diversi anni in carcere.


    Alla fine, molti anni prima che la Corte Suprema degli Stati Uniti abolisse la pena capitale per i minorenni, la Corte commutò la condanna a morte in 60 anni, poi ridotti a 30 in considerazione della buona condotta.
    Come dice Bill Pelke, nipote della vittima, che dopo aver perdonato Paula ha lottato strenuamente affinché le fosse salvata a vita: “E’ la realizzazione di un sogno, frutto del perdono e della riconciliazione. Quando mia nonna morì aveva in mano la Bibbia e piangeva. Sono certo che quelle lacrime erano il segno del suo perdono. Nanà (la nonna) non avrebbe mai voluto la morte di nessuno, neanche del suo assassino. Oggi – prosegue Bill - Paula non ha niente a che fare con quella ragazzina, è diversa, ha studiato, vuole aiutare i giovani in difficoltà, per dimostrare che si può davvero ricominciare.
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  9. #84
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    26 giugno 2013: 500a esecuzione in Texas

    Kimberly McCarthy, 52 anni, nera, è stata giustiziata in Texas.
    È la 500a esecuzione in Texas dal 1982, ed è il 261° giustiziato il cui mandato di esecuzione è stato firmato dal governatore Rick Perry.
    McCarthy è anche la 1° donna giustiziata negli Usa negli ultimi 3 anni.

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    L’avvocatessa Maurie Levin, difensore della McCarthy, in una dichiarazione ha detto: “500 sono 500 di troppo. Attendo il giorno in cui ci renderemo conto che questa pratica inutile e barbarica, che colpisce quasi esclusivamente i poveri, e in maniera sproporzionata i neri, non ha posto in una società civile”.

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    Il Texas ha compiuto quasi il 40% delle 1338 esecuzioni avvenute negli Usa dal 1977 ad oggi.

    http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=17307172
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  10. #85
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    Una cella in Texas, Polunsky, dove i condannati a morte sono rinchiusi per 23 ore al giorno in totale isolamento, vietati i contatti umani e sociali con gli altri detenuti. Anche l'ora d'aria, quando c'è, viene vissuta in solitudine in uno spazio poco più grande della cella. Il cibo (insufficiente ad alimentare un uomo) viene passato attraverso un'apertura nella porta.
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  11. #86
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    Robert Gene Garza, ispanico, 31 anni, verrà giustiziato tra un paio d'ore in Texas.
    Non ha ucciso nessuno, venne arrestato a 19 anni per una storia di scontri tra bande legate al traffico di droga.

    Venne incriminato in base alla “Law of Parties”, secondo la quale in Texas si può essere condannati a morte solo per aver partecipato all’azione di un omicidio, senza esserne gli autori materiali. Un presunto complice lo scagionò. Nessun testimone ha mai potuto comprovare la sua colpevolezza. Tutto inutile, anche i numerosi appelli e la richiesta di venir sottoposto al test del Dna. Un ennesimo omicidio di Stato. Un ennesimo processo con troppi dubbi e irregolarità.

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    Robert Garza ha una madre, Sylvia, che si è battuta allo spasimo in suo favore, è sposato e ha due figlioletti. Vittime innocenti anche loro.



    http://nodeathpenalty.santegidio.org...1-151-151.aspx
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #87
    Administrator L'avatar di DarkCoffee
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    Se succedeva nei paesi orientali o medio orientali sai che ricamini ci facevano sopra... ma sono americani loro...
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  13. #88
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    Se succedeva nei paesi orientali o medio orientali sai che ricamini ci facevano sopra... ma sono americani loro...
    Ci sono state molte petizioni e molti appelli, sia dall'America sia dall'Europa, come accade quando qualcuno in Texas viene giustiziato in base alla Law of Parties.
    Fa particolarmente orrore pensare che lo stato uccida una persona che non ha ucciso nessuno, che ha avuto un processo iniquo e non ha avuto la tutela giudiziaria degna di un paese civile.
    Con la Law of Parties, è capitato in molti casi che l'omicida venisse condannato all'ergastolo, magari avendo usufruito di una miglior difesa, e l'eventuale complice (meno colpevole) giustiziato.

    Prima di essere giustiziato, Robert Garza ha voluto ringraziare i suoi amici e la famiglia per il loro sostegno e ha detto: "So che è difficile per voi. Non è facile, si tratta di un congedo. Voi tutti finalmente potete andare avanti con la vostra vita".

    Ogni esecuzione è inumana, aumenta il livello di violenza di una società e crea nuove vittime innocenti, i figli e i familiari di chi viene giustiziato soffrono lo stesso dolore dei familiari delle vittime dei crimini. La battaglia per la difesa della vita dei condannati a morte continua.



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  14. #89
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Ogni esecuzione è inumana, aumenta il livello di violenza di una società e crea nuove vittime innocenti, i figli e i familiari di chi viene giustiziato soffrono lo stesso dolore dei familiari delle vittime dei crimini. La battaglia per la difesa della vita dei condannati a morte continua.

    Nel caso specifico non esistono "familiari della vittima" se è vero che quest'uomo non si è reso colpevole di alcun omicidio, in compenso c'è una seria possibilità che i suoi figli crescano con un senso di profondo odio verso gli Usa in generale e il Texas in particolare, uno Stato degli States che in quanto a violazioni dei diritti umani corre sempre per la medaglia d'oro. Un giorno potrebbero esserci in giro due ragazzi che nutrono sentimenti di vendetta nei confronti di chi ha ucciso il loro padre, cosa che probabilmente succederebbe anche a me o a molti di noi e il fatto che questo "qualcuno" sia un'istituzione e non una persona rischia di creare dei mostri, perché vendicarsi di un uomo comporta al massimo un omicidio mentre, spesso, la vendetta verso un'istituzione passa per atti eclatanti che, in genere, si risolvono in stragi.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  16. #90
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    Dal sito di Emergency:

    I morti di oggi a Lampedusa (mentre scriviamo sono cento) vanno ad aggiungersi agli altri 20mila che sono morti nel Mediterraneo negli ultimi vent'anni.
    Fino a quando considereremo naturale che il mar Mediterraneo sia il più grande cimitero del mondo?
    Fino a quando accetteremo di tenerci politiche migratorie criminali, che trasformano i disperati in clandestini, e per questo delinquenti?
    Fino a quando lasceremo che chi scappa dalla guerra e dalla miseria abbia, come unica possibilità, quella di affidarsi a uno scafista che poi li butta in mare a frustate?
    Fino a quando accetteremo di essere corresponsabili di una strage quotidiana di donne, uomini, bambini la cui unica colpa è inseguire la speranza di una vita migliore?
    Fino a quando Lampedusa e gli altri porti di sbarco saranno lasciati soli a seppellire i morti, nell'indifferenza dell'Italia e dell'Europa?
    Non abbiamo più voglia, davanti a cento cadaveri, di ascoltare l'ipocrisia di chi oggi si veste a lutto mentre ieri firmava le leggi sull'immigrazione che riempiono il mare di morte, l'ipocrisia di chi oggi si dispera ma domani non farà niente per cambiarle. Vogliamo risposte.
    Vogliamo un Paese che, come dice la nostra Costituzione, "riconosce e garantisce i diritti fondamentali dell'uomo": diritti che invece muoiono ogni giorno davanti ai nostri occhi, insieme a centinaia di persone.


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    Letto su La stampa:
    Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha raccontato: «L’Italia ha normative disumane: tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento all’immigrazione clandestina». «Il governo - ha aggiunto Nicolini - deve cancellare subito questo reato».



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    Io ho firmato quest'appello: è la richiesta di aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.
    www.meltingpot.org/Appello-per-l-ap...ml#.Uk2aNRA9vFA
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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