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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #61
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    Cara Daniela, ma questa non è tortura? Ecco perchè continuo ad indignarmi quando si definiscono gli USA come il paese della civiltà e della democrazia, io lo definirei il paese della logica del potere, dell'arroganza e dell'ipocrisia. Sono d'accordo con Mauro quando dice che come esempio di civiltà dovremmo guardare ai paesi del nord Europa e non certo agli USA(la tua foto ne è la dimostrazione)
    Sì, l'isolamento totale è una tortura, un ottimo metodo di tortura per spezzare un essere umano.
    Come pure impedire ai prigionieri di lavarsi e di radersi è un metodo per farli sentire ancora più miserabili. Come pure in estate, la calda estate texana con temperature che raggiungono i 50°C (oltre i 100°Fahrenait) tenerli rinchiusi in queste cellette d'acciaio senza aria.
    Gli Usa sono a mio parere, un paese con molte contraddizioni e utilizzano molto questi metodi di tortura psicologica, che in teoria non fanno parte della condanna.

    "Juan Mentez responsabile delle Nazioni Unite sulla tortura, parlando davanti alla Commissione per i diritti umani dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha invitato i governi di tutti i paesi a vietare questo metodo di detenzione come un mezzo di correzione paragonandolo ad una forma di tortura.

    Secondo Mentez il lungo isolamento può causare gravi danni mentali e fisici equivalenti a tortura. Ha inoltre sottolineato che in nessun caso dovrebbero applicarsi alle persone con ritardo mentale e in età giovanile. L' isolamento dei prigionieri può essere accettato per un periodo non superiore a 15 giorni, ma ha sottolineato che l'isolamento per un periodo più lungo dovrebbe essere vietato. Ha descritto l'isolamento di diversi mesi come "un abuso diffuso" inumano e degradante.
    Mentez ha anche affermato che oltre 20.000 prigionieri negli Stati Uniti sono detenuti in isolamento."


    tratto da: http://www.contropiano.org/it/archiv...alia/item/4124

    Una delle celle del carcere in Norvegia (pena massima 21 anni):

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    Una delle celle del Texas, in cui il condannato vive in media 10 anni in totale isolamento prima di venire giustiziato (Rick Perry è da 12 anni governatore del Texas e ha eseguito oltre 245 esecuzioni: da alcuni è stato definito il più grande omicida del Texas):

    P.S. la cella è tutta qui, chiusa da una pesante porta d'acciaio. Non è che la foto abbia inquadrato solo un angolo della cella...

    Allegato 1438
    Immagini allegate Immagini allegate  
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #62
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    Le porte delle celle.

    Una cartolina può illuminare una giornata.

    Send an inmate a Christmas card:

    www.facebook.com/#!/events/2477...n_mall_activity
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  3. #63
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    Write for Rights 2012

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    La maratona "Write for Rights 2012" di Amnesty International è partita!

    Fino al 16 dicembre, centinaia di migliaia di persone nel mondo faranno pressione sulle autorità di Bielorussia, Cina, Egitto, Guatemala e Nigeria, firmando gli appelli perché Ales Bialiatski e Gao Zhisheng siano rilasciati, perché Azza Hilal Ahmad Suleiman, María Isabel Franco e gli abitanti di Bodo ottengano giustizia.


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    Una firma può aiutare un prigioniero di coscienza a ritrovare la libertà, può contribuire a fermare la mano del boia o del torturatore. Una firma dà speranza a chi è detenuto ingiustamente, dà coraggio a chi lotta per i diritti umani e a chi cerca giustizia.

    Sono 5 appelli, e si firmano in un attimo:
    www.firmiamolitutti.it/inizia.aspx
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #64
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    30 novembre 2012
    Dal Colosseo illuminato è iniziata la maratona per la Vita

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    1600 città dicono No alla Pena di Morte, per un mondo senza violenza, illuminando un monumento.

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    Cities for Life, per un mondo senza pena di morte", è un'iniziativa avviata dieci anni fa dalla città di Roma con la Comunità di Sant’Egidio e sostenuta dalla Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte.

    Il 26 ottobre 2004 ci sono voluti nove minuti per uccidere Dominique Green. Prima di essere giustiziato nel braccio della morte del carcere di Huntsville in Texas, al giovane afroamericano di trent'anni, condannato per un omicidio che giura di non aver commesso, è stato concesso di parlare ad un microfono. Con voce bassa, mentre era già legato al lettino, le braccia larghe strette dalle cinghie, gli aghi nelle vene, Dominique Green ha detto solo: «C'è un sacco di gente che mi ha accompagnato fino a qui. Mi dispiace di non poter ringraziare tutti. Non sono arrabbiato ma solo deluso, perchè mi è stata negata la giustizia. Vi amo tutti e vi ringrazio per lo sforzo che avete fatto. Per favore mantenete vivo il mio ricordo. Continuate la mia battaglia».

    http://www.youtube.com/watch?v=Js6MR...ature=youtu.be

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  5. #65
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    20 dicembre 2012
    Le mutilazioni genitali femminili sono reato contro l'umanità

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    L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione che invita gli stati a proibire le mutilazioni genitali femminili, definendole "un abuso irreparabile e irreversibile" che minaccia tre milioni di ragazze ogni anno.
    La risoluzione, che non è legalmente vincolante, chiede ai 193 membri dell'Onu di "prendere tutte le misure necessarie, anche legislative, per proibire le mutilazioni genitali femminili e proteggere le donne e le ragazze da questa forma di violenza".

    L'Organizzazione mondiale della salute stima che circa 140 milioni di ragazze e donne siano state sottoposte a questo genere di mutilazioni.

    tratto da: http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/id...E8NKD8620121220

    P.S. Oggi all'Onu hanno votato bene, peccato che le risoluzioni Onu non siano vincolanti per i paesi membri.
    E' già qualcosa di positivo comunque dichiarare illegali certe "pratiche".
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #66
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    20 dicembre 2012

    NUOVA RISOLUZIONE ONU PRO MORATORIA ESECUZIONI
    VOTATA DA UN NUMERO RECORD DI 111 PAESI


    L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato con un'adesione massiccia una risoluzione che auspica una moratoria sull'applicazione della pena capitale nel mondo.

    Questo voto avviene ogni due anni, ma quest'anno la risoluzione, non vincolante, ha raccolto un numero record di voti a favore, 111, contrari 41 e 34 astensioni. Due anni fa i voti a favore erano stati 107.

    Fra i paesi che hanno votato contro vi sono gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone, l'India, l'Iran, la Corea del nord e l'Arabia Saudita.

    Dei 193 paesi aderenti alle Nazioni Unite solo 21 hanno eseguito sentenze capitali nel 2011.

    http://www.ilmondo.it/esteri/2012-12...a_165299.shtml

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    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  7. #67
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    La cosa che preoccupa è che se mettiamo insieme anche solo USA India e Cina, ci ritroviamo con mezza umanità che vive in paesi in cui la pena capitale esiste ed è praticata ... bisogna infatti ricordare che alcune nazioni non l'hanno mai abolita ma, di fatto, non vi fanno più ricorso.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  8. #68
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    La cosa che preoccupa è che se mettiamo insieme anche solo USA India e Cina, ci ritroviamo con mezza umanità che vive in paesi in cui la pena capitale esiste ed è praticata ... bisogna infatti ricordare che alcune nazioni non l'hanno mai abolita ma, di fatto, non vi fanno più ricorso.

    Come il Sudan del Sud, che ha votato a favore della Risoluzione, nonostante mantenga ancora la pena di morte.

    La tendenza globale è comunque verso l'abolizione della pena di morte. Però si procede con una lentezza esasperante.

    La pena di morte è ancora in vigore in 58 paesi e territori, mentre in 140 nazioni la pena capitale è stata abolita - per legge o di fatto.


    In questa 4° moratoria, 111 paesi hanno votato a favore (tre in più rispetto al 2010), 41 hanno votato contro e 34 si sono astenuti.

    Tra le nazioni che si sono espresse contro la moratoria, ci sono Stati Uniti, Cina, Giappone, India, Corea del Nord, Iran e Arabia Saudita.


    Tra i paesi che per la prima volta hanno votato a favore figurano Ciad, Repubblica Centrafricana, Seychelles, Sierra Leone, Sud Sudan e Tunisia, dimostrando che l'abolizione non è più un'esclusiva dei Paesi occidentali.

    Indonesia e Papua Nuova Guinea sono passati dal voto contrario all'astensione.

    Invece, Bahrein, Dominica e Oman, che in occasione della risoluzione del 2010 si erano astenuti, stavolta hanno votato contro mentre Maldive, Namibia e Sri Lanka hanno deciso di astenersi anziché confermare il loro voto positivo.

    Il testo del documento ricalca quello delle risoluzioni varate dalle Nazioni Unite nel 2007, 2008 e 2010: fa appello ai Paesi membri che ancora adottano nei loro codici la pena capitale a porre in atto una moratoria delle esecuzioni “in vista della loro abolizione”.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  9. #69
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    liberamente tratto da : Comitato Paul Rougeau http://paulrougeau.org/ita%20ult%20fdc.htm

    "Il favore degli Statunitensi per la pena capitale continua a diminuire, pur essendoci mediamente ancora un 60% di favorevoli. Dovendo scegliere tra pena di morte ed ergastolo senza possibilità di liberazione però ormai le percentuali si eguagliano.
    La pena di morte in un paese come gli Stati Uniti ha ormai un solo scopo predominante, lo scopo retributivo: infliggere sofferenza e morte a chi le ha inflitte. Infatti gli esperti - e ora anche il pubblico – credono sempre meno che la pena capitale abbia un particolare effetto ‘deterrente’ nei riguardi del crimine.

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    Il 77% delle esecuzioni in Usa si sono concentrate in 4 stati: Texas, Oklahoma, Mississippi e Arizona.

    Anche se il Texas continua a dare il maggiore contributo alla pena capitale negli Stati Uniti, l’uso della pena di morte in Texas è andato diminuendo significativamente nell’ultimo decennio.
    Il totale degli ospiti del braccio della morte del Texas, è attualmente il più basso mai registratosi dopo il 1989: 281 uomini e 10 donne, ben al disotto della capienza della sola sezione maschile situata nella Polunsky Unit: 504 posti.
    Il 2012 ha esemplificato l’arbitrarietà che pervade la pena di morte in Texas. Non solo essa rimane isolata geograficamente in poche giurisdizioni dello stato, ma continua ad essere applicata in modo casuale ed ingiusto, particolarmente quando tocca a individui con disabilità intellettuali o gravi malattie mentali o persone appartenenti a minoranze razziali,” ha dichiarato Kristin Houle, Direttore Esecutivo della Coalizione del Texas per l’Abolizione della Pena di Morte (TCADP).

    In effetti - delle 9 sentenze capitali pronunciate nel 2012 - 7 riguardano afro-americani, 1 riguarda in ispanico ed 1 un bianco. Negli ultimi cinque anni circa il 75% delle sentenze capitali sono state inflitte ad afro-americani o ispanici. Dei 15 uomini messi a morte nel 2012, 7 erano afro-americani, 4 ispanici e 4 bianchi.


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    In Arizona un pubblico selezionato vede ed ascolta tutta la procedura, a partire dal momento in cui il condannato viene legato al lettino, fino a quando viene dichiarato morto. I media possono riportare ciò che vedono e sentono.
    Nel caso di Richard Dale Stokley, i media hanno scritto semplicemente che la squadra incaricata dell’esecuzione “ebbe difficoltà a trovare il secondo punto di iniezione” e che il condannato era calmo, aveva voglia di parlare, era gentile e ogni tanto scherzò con la squadra.Ma quello che in realtà è successo non è stato così idilliaco. Riassumiamo qui di seguito una testimonianza di Dale A. Baich, un avvocato difensore che ha assistito all’esecuzione di Stokley fin dall’inizio.

    L’esecuzione comincia alle 9:54’ del mattino, quando il personale addetto all’endovenosa ispeziona le vene di Stokley. In un minuto trova una buona vena nel braccio destro: depilano l’area, la disinfettano e inseriscono l’ago.
    Provano a fare la stessa cosa nel braccio sinistro per tre volte, ma inutilmente. Una volta anche vicino alla spalla. Alla fine ci sono mucchietti di garze intrise di sangue. Dopo dieci minuti si arrendono.
    A quel punto decidono di lavorare sull’inguine, cercando di raggiungere la vena femorale chirurgicamente, incidendo. Dicono al condannato: “Useremo gli ultrasuoni… un’anestesia locale… sentirai solo una pressione…” Dopo aver rasato la zona, la squadra si impegna a cercare la vena per 21 minuti. Tagliano, anestetizzano localmente, cercano la vena, inseriscono un catetere, suturano la ferita fissando il catetere nella vena e asciugano il sangue.Stokley si lamenta: “sento dolore… punge”. La squadra collega sia il catetere venoso del braccio (inserito 41 minuti prima) che quello femorale, al tubicino che proviene dalla siringa di pentobarbitale (la droga letale). Nel frattempo una guardia asciuga il sangue che si trova per terra a lato del lettino dell’esecuzione.
    Uno dei direttori chiede a Stokley se ha un’ultima dichiarazione da fare. Lui risponde di no. Dopo un minuto e mezzo dall’inizio dell’iniezione, Stokley gira la testa di lato, mentre il petto si sollevava e lui cerca di deglutire disperatamente. Ha il pugno destro serrato. Tre minuti dopo l’iniezione di pentobarbitale, un elemento della squadra di esecuzione entra – come prescritto - controlla lo stato di incoscienza del condannato e annuncia che Stokley è “sedato”.
    Sei minuti dopo il corpo di Stokley sobbalza violentemente. Non cade dal lettino solo perché le cinghie lo trattengono.
    Perché? Forse sono gli spasmi che precedono la morte, ma forse è il cuore che cerca di rimettersi a battere, stimolato dai un defibrillatore impiantato nel torace di Stokley. I malati di cuore che hanno provato questo scossone riferiscono che è come ricevere un calcio in pieno petto.

    Alle 11:13’ appare sulla scena un uomo in giacca e cravatta. Si presenta come il Direttore Ryan e dichiara che l’esecuzione e stata portata a termine."

    tratto da http://paulrougeau.org/ita%20ult%20fdc.htm

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  10. #70
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    Un miliardo di persone, oltre 190 paesi nel mondo, un solo messaggio: NO alla violenza contro le donne! V-Day
    Un miliardo di donne che danzano contro la violenza nel giorno di San Valentino: il giorno degli innamorati ora è il giorno mondiale contro il femminicidio.


    Il 14 febbraio, un miliardo di persone scenderà nelle piazze e nelle strade di oltre 190 paesi nel mondo e, ballando, chiederà di porre fine alla violenza contro le donne.

    Nel giorno di San Valentino, Amnesty International Italia aderisce, prendendo parte a numerosi eventi in programma in Italia, a One Billion Rising, un'iniziativa della campagna "V-Day" che intende mobilitare un miliardo di donne e uomini in tutto il mondo per dimostrare la forza e la solidarietà collettive a sostegno dell'eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze.
    Sono oltre 100 le donne che ogni anno, negli ultimi 10 anni, sono state uccise per mano di un uomo e nella metà dei casi il colpevole era il partner o un ex partner.




    Fermare la violenza contro le donne è una delle 10 richieste contenute nell'Agenda per i diritti umani in Italia che, in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, Amnesty International Italia sta indirizzando ai leader delle forze politiche e a tutti i candidati delle circoscrizioni elettorali, nell'ambito della sua campagna "Ricordati che devi rispondere. L'Italia e i diritti umani".

    tratto da:
    http://www.amnesty.it/san-valentino-...ontro-le-donne
    http://giulia.globalist.it/Detail_News_Dis...D=51465&typeb=0
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  11. #71
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    Ho scoperto solo qualche giorno fa alla luce di questa notizia che in Giappone la pena capitale non è solo ancora in vigore formalmente ma viene ancora praticata con frequenza e, a parte il metodo barbaro ovvero l'impiccagione, tutto ciò che pertiene i detenuti del braccio della morte è alquanto inumano.
    Il tutto è riassunto in questa pagina del sito Nessunotocchicaino ... davvero agghiacciante
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  12. #72
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    Ho scoperto solo qualche giorno fa alla luce di questa notizia che in Giappone la pena capitale non è solo ancora in vigore formalmente ma viene ancora praticata con frequenza e, a parte il metodo barbaro ovvero l'impiccagione, tutto ciò che pertiene i detenuti del braccio della morte è alquanto inumano.
    Il tutto è riassunto in

    questa pagina del sito Nessunotocchicaino ... davvero agghiacciante



    Un vergognoso passo indietro da parte del nuovo governo liberaldemocratico del Giappone. Così ha commentato Amnesty International le tre impiccagioni avvenute lo scorso 21 febbraio, le prime dall’entrata in carica, lo scorso dicembre, del governo del primo ministro Shinzo Abe.
    E che possa essere l’inizio di un funesto ciclo di esecuzioni lo si teme dalle parole del ministro della Giustizia Sadakazu Tanigaki, che in conferenza stampa ha sottolineato che "
    non c’è alcuna ragione per cambiare posizione" sulla sentenza capitale. "Bisogna pensare al sentimento delle famiglie delle vittime e ai reati particolarmente efferati che sono sanzionati".

    "Queste esecuzioni, coperte dal segreto, sono un freddo omicidio premeditato. Le autorità giapponesi non avevamo mostrato pietà già durante il primo governo di Shinzo Abe. Ora rischiamo di essere di fronte a un altro periodo di omicidi a sangue freddo da parte dello stato. Sorge il dubbio che queste esecuzioni siano solo un espediente politico" - ha dichiarato Roseann Rife, direttrice di Amnesty International per l'Asia Orientale.

    Durante il primo governo di Shinzo Abe, dal settembre 2006 al settembre 2007, vennero eseguite 10 condanne a morte, il più alto numero mai registrato sotto un governo liberaldemocratico. Considerando che l'attuale ministro della Giustizia di Shinzo Abe ha pubblicamente manifestato il suo sostegno alla pena di morte, il rischio è che quel numero possa essere superato.

    Nei bracci della morte del Giappone si trovano 134 prigionieri, uno dei numeri più alti in oltre mezzo secolo. Di solito i prigionieri apprendono dell'imminente impiccagione solo poche ore prima, ma in alcuni casi non c'è preavviso. Le loro famiglie vengono a saperlo a esecuzione avvenuta.

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  13. #73
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    6 marzo 2013 - Oggi è la Giornata europea dei Giusti proclamata nel 2012 dal Parlamento europeo per commemorare coloro che si sono opposti ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi

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    L'Europa ha scelto la data del 6 marzo - in onore di Moshe Bejski, artefice a Gerusalemme della Commissione dei Giusti per la Shoah di Yad Vashem - come ricorrenza annuale per ricordare quanti hanno soccorso i perseguitati, si sono opposti ai genocidi, hanno difeso la dignità umana, hanno testimoniato la verità. L'evento vuole dunque ricordare e diffondere l'esempio dei Giusti, sottolineando così implicitamente i valori fondativi dell'Europa: i diritti della persona, la libertà, la responsabilità, la solidarietà.


    http://www.famigliacristiana.it/costume-e-...aign=fanpage_fc
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  14. #74
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    6 marzo 2013 - Oggi è la Giornata europea dei Giusti proclamata nel 2012 dal Parlamento europeo per commemorare coloro che si sono opposti ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi
    ....
    L'evento vuole dunque ricordare e diffondere l'esempio dei Giusti, sottolineando così implicitamente i valori fondativi dell'Europa: i diritti della persona, la libertà, la responsabilità, la solidarietà.


    http://www.famigliacristiana.it/costume-e-...aign=fanpage_fc
    Credo che, in effetti, di una giornata così ci sia un gran bisogno, visto che dei quattro valori citati mi pare sia rimasto davvero ben poco.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  15. #75
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    8 marzo

    "Non resterò in silenzio. Tutte le donne egiziane, non solo quelle aggredite, devono ribellarsi, altrimenti la violenza non si fermerà"

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    Cosa succede in Egitto?

    Negli ultimi mesi, piazza Tahrir, il luogo simbolo delle rivolte egiziane, è stata teatro di gravi episodi di violenza contro le donne.
    Le aggressioni sessuali hanno raggiunto il culmine il 25 gennaio, durante le manifestazioni per il secondo anniversario della rivoluzione che portò alla caduta del presidente Hosni Mubarak.
    Gli attacchi sono avvenuti sempre allo stesso modo: uomini in gruppo circondano donne sole o le separano dagli altri. Le strattonano, le feriscono con coltelli soprattutto nelle parti intime, le palpeggiano, le denudano e, a volte, le violentano.
    Simili attacchi erano stati già avvenuti in passato, sia durante gli anni di Mubarak che dopo la sua caduta, quando l’Egitto era governato dal Consiglio supremo delle forze armate.
    Dopo il suo insediamento, il presidente Morsi ha promesso che sarebbe stato il presidente di tutti gli egiziani.
    Ma la violenza contro le donne, l’impunità e la discriminazione sono continuate.

    Chi vuole, può firmare l'appello, io l'ho già firmato:
    http://appelli.amnesty.it/8-marzo/
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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