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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          

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  1. #1
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    Dio mio Daniela, ma quando finirà tutto questo? E' noi impotenti , qui solo a guardare e commentare con orrore! Cosa si può fare? E le peggiori nefandezze sempre nel nome di qualche Dio. Mi verrebbe voglia di gridare per la rabbia e ,ripeto, l'impotenza.
    La strada da percorrere è talmente lunga... ma credo sia giusto parlarne.
    Povera bambina...
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #2
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    Guantànamo, dieci anni di violazione dei diritti umani

    Il centro di detenzione, situato in una base navale statunitense a Cuba, è diventato simbolo di torture e maltrattamenti da quando è stato aperto, quattro mesi dopo gli attacchi dell'11 settembre.
    Dopo 10 anni, il centro di detenzione di Guantánamo è ancora sinonimo di impunità, sospensione dei diritti e negazione della giustizia. Quando verrà definitivamente chiuso?

    Nome:   404755_10150474690143499_39993728498_8885624_655275764_n.jpg
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    Amnesty France veste di arancione la statua della libertà a Parigi per chiedere la chiusura definitiva di Guantánamo.

    Non c’è nessuno, in questi ultimi anni, che non abbia dichiarato pubblicamente di voler smantellare Guantánamo: lo hanno chiesto le organizzazioni non governative, le Nazioni Unite, i governi europei. Persino l’ex presidente Bush disse, proprio alla fine, che avrebbe voluto chiudere il centro di detenzione. E che dire del presidente Obama, che all’inizio del suo mandato annunciò che Guantánamo sarebbe stato chiuso “presto” e comunque non più tardi del 22 gennaio 2010?

    Tuttavia, non solo Guantánamo non è stato chiuso, ma quello che lo stesso presidente Obama definì un “esperimento mal diretto”, prosegue all’interno di un laboratorio ancora in funzione. È in quel laboratorio che sono state sperimentate le “tecniche rinforzate d’interrogatorio”, poi esportate nel carcere iracheno di Abu Ghraib, coi noti risultati.

    Su 779 persone finite a Guantánamo, sei condanne e sette procedimenti in corso.
    Seicento persone vi hanno trascorso anni prima di essere valutate innocenti e rilasciate e decine degli attuali detenuti sono ancora dietro le sbarre perché le autorità statunitensi non ritengono che il paese di origine sia un luogo sicuro e non hanno trovato un paese terzo disposto ad accoglierli.

    Nel decimo anniversario di Guantánamo, il messaggio che la presidenza Obama invia al mondo è il seguente: nella “guerra globale” i diritti umani non contano e gli Usa si riservano il diritto di fare le loro regole e applicarle.

    http://lepersoneeladignita.corriere.it/201...-diritti-umani/

    http://www.amnesty.it/guantanamo-200...-diritti-umani
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  3. #3
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    "Calzini cercasi disperatamente".
    Amnesty International accanto ai migranti che attraversano il Messico

    Consiglio la visione di questo video di 3 minuti, bellissimo e molto interessante:

    www.amnesty.it/messico_migranti_invisibili.html

    Ogni anno, centinaia di migliaia di donne, uomini, bambini e bambine attraversano il Messico. Sono migranti irregolari e nove su 10 provengono dall’America Centrale, prevalentemente da Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua. Si dirigono verso il confine con gli Stati Uniti con la speranza di una vita migliore e il desiderio di lasciarsi alle spalle la povertà e l’insicurezza li spinge a compiere uno dei viaggi più pericolosi al mondo .

    Durante il viaggio, i migranti subiscono ogni tipo di abuso, sia da parte di guardie private, funzionari dell’immigrazione, polizia e militari, sia da parte di bande criminali o trafficanti di persone.

    Quando l'organizzazione per i diritti umani ha intervistato i migranti chiedendo loro quale sola cosa porterebbero con sé dovendo lasciare il paese, la risposta è stata "un paio di calzini".

    Per firmare l'appello:
    www.amnesty.it/messico_migranti_invisibili.html
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  4. #4
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    La Corte Di Cassazione ha detto sì a misure alternative al carcere anche per i componenti del "branco".

    Questo significa che per gli stupri di gruppo non è più obbligatorio il carcere. Questo significa che vengono equiparate la violenza del singolo e quella di gruppo.


    Una decisione non condivisibile. Un altro passo indietro nella tutela delle donne contro la violenza sessuale.
    http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/02/news/cassazione_per_stupro_del_branco_anche_misure_dive rse_da_carcere-29216266/chiede



    Chiediamo che la violenza sessuale continui ad essere considerata un reato gravissimo inviando un sms alla Corte di Cassazione.
    http://www.mo24.it/modena/cronaca/2012/02/03/notizie/stupro_minorenne_violenza_cassazione-127868.html
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  5. #5
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    6 Febbraio 2012 Giornata internazionale per la tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni dei genitali femminili

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    Amnesty International e l'European Women's Lobby chiedono all'Unione Europea un impegno per porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ritengono che un passo che ciascuno stato membro dell'Unione europea potrebbe già intraprendere per proteggere le donne e le bambine dalle mutilazioni dei genitali femminili e da altre forme di violenza contro le donne, sia quello di firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

    L'Italia non ha finora firmato la Convenzione.

    Il parlamento europeo stima che 500.000 donne e bambine residenti in Europa portino su di sé le conseguenze permanenti delle mutilazioni dei genitali femminili e che altre 180.000 siano a rischio ogni anno. Molto spesso, le bambine vengono portate all'estero durante le vacanze estive e costrette a subire la mutilazione dei genitali, garanzia del loro status sociale e della loro idoneità ad andare in spose.

    tratto da : http://www.amnesty.it/giornata-inter...tali-femminili

    video: http://www.youtube.com/watch?v=QF0Jr...ature=youtu.be
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  6. #6
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    Dura condanna per il poeta e attivista cinese Zhu Yufu

    "E' tempo, amici cinesi!
    La piazza appartiene a ognuno di voi.
    E' tempo che muoviate i vostri piedi
    per scendere nelle piazze
    e fare una scelta."

    Per questa poesia, diffusa attraverso Skype ad amici e colleghi, Zhu Yufu, poeta e dissidente cinese, è stato condannato il 10 febbraio a sette anni di carcere per incitamento alla sovversione.

    http://www.amnesty.it/dura-condanna-...inese-zhu-yufu

    http://www.dazebaonews.it/dazebao-ne...r-alcuni-versi



    Il poeta saudita Hamza Kashgari, 23 anni, rischia il patibolo

    per aver diffuso attraverso Twitter la seguente poesia, dedicata al profeta Maometto e giudicata blasfema dalle autorità religiose del suo paese:

    Nel giorno del tuo compleanno, dico che ho amato
    il tuo essere ribelle, dico che mi hai ispirato
    e che non amo l'aura divina intorno a te. Non ti adorerò.

    Nel giorno del tuo compleanno, ti vedo in ogni posto
    e dico che amo una parte di te, ne odio un'altra
    e ce n'è una che non capisco.

    Nel giorno del tuo compleanno, non mi prostro davanti a te,
    non bacio la tua mano, ma la stringo, come si fa tra pari
    e ti sorrido, se mi sorridi. Ti parlo come a un amico, null'altro.

    Quale "nemico di Dio" ora il giovane rischia ora la condanna a morte. La sentenza capitale, per decapitazione, è chiesta a gran voce da 30 mila tweet e dagli oltre 10 mila iscritti alla pagina Facebook "Il popolo saudita chiede l'esecuzione di Hamza Kashgari". L'indirizzo del poeta è stato dato in pasto ai suoi persecutori, attraverso YouTube.

    Kashgari, temendo per la propria vita, ha lasciato l'Arabia Saudita lunedì scorso, con il progetto di chiedere asilo in Nuova Zelanda. Le autorità malesi, tuttavia, l'hanno arrestato al suo arrivo allo scalo di Kuala Lumpur e adesso il poeta rischia di essere deportato in patria, dove lo attendono il carcere, un processo dall'esito scontato e - molto probabilmente - il patibolo.

    tratto da:
    http://www.dazebaonews.it/dazebao-ne...e-ecco-i-versi
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  7. #7
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    Rossella Urru



    Una corsa contro il tempo per salvare Rossella Urru, da oltre quattro mesi ostaggio di un gruppo armato nel sud dell’Algeria. 29 anni, sarda, nel momento del sequestro Rossella era impegnata nel rifornimento di viveri per il campo profughi di Rabuni.

    Il 29 febbraio il Blogging Day -cui hanno già aderito centinaia di piccoli e grandi blog- è il giorno in cui i blogger parleranno di un unico argomento allo scopo di sensibilizzare quante più persone possibile. L’argomento del giorno sarà naturalmente Rossella Urru.


    http://violapost.wordpress.com/2012/...te-diffondere/
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  8. #8
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    "Volevo morire: parlano i sopravvissuti alla tortura in Siria"

    Amnesty denuncia atroci violenze, detenuti picchiati, appesi a ganci, stuprati, persone infilate dentro a pneumatici da camion, sospesi da terra e picchiati, con cavi e bastoni. E poi violenze sessuali e maltrattamenti.

    Per Amnesty International, le testimonianze dei sopravvissuti alla tortura costituiscono un'ulteriore prova dei crimini contro l'umanità commessi in Siria.
    Amnesty ha ripetutamente chiesto che la situazione della Siria venisse deferita al procuratore della Corte penale internazionale, ma fattori politici hanno finora impedito che ciò accadesse. La Russia e la Cina hanno bloccato due volte deboli proposte di risoluzione del Consiglio di sicurezza che neanche facevano riferimento alla Corte.

    Non essendo riuscito il tentativo di coinvolgere la Corte, Amnesty International ha chiesto al Consiglio Onu dei diritti umani di prorogare il mandato della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria e rafforzare la sua capacità di effettuare monitoraggio, documentare e denunciare in vista della possibile incriminazione dei responsabili di crimini di diritto internazionale e altre gravi violazioni dei diritti umani.

    Per le Nazioni Unite nelle violenze in Siria sono morte oltre 8.000 persone, e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati ha detto martedì che circa 230mila siriani sono fuggiti dalle proprie abitazioni nell'ultimo anno, e che circa 30mila hanno cercato rifugio all'estero. In quel che sembra un tentativo di impedire l'esodo dei profughi, le forze siriane hanno minato i confini con il Libano e la Turchia, ha reso noto l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch.

    http://www.repubblica.it/solidarieta...6/?ref=HREC1-3

    http://www.amnesty.it/nuovo-rapporto...co-e-massiccio



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  9. #9
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    11 aprile 2012: Pena di morte abolita in Connecticut


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    Oltre alla questione degli errori giudiziari, che ha animato il dibattito politico negli anni recenti, sta prendendo piede la questione dei “costi della pena di morte”. In media negli Stati Uniti una condanna a morte costa tra 1 e 3 milioni di dollari, contro i 500.000 dollari di una condanna all’ergastolo senza condizionale. In California, ad esempio, i 714 detenuti del braccio della morte costano 184 milioni in più all’anno rispetto a quelli condannati all’ergastolo.

    L’argomento dei “costi” è certamente destinato a montare nei prossimi anni e unito a quello degli errori giudiziari dovrebbe portare a importanti cambiamenti. Infatti, sta sempre più prendendo piede un’idea alternativa: rinunciare ai processi capitali, che di solito si svolgono contro persone sulle quali esistono già prove convincenti, e dedicare i fondi risparmiati alla riapertura di casi archiviati, per andare alla ricerca di assassini non ancora individuati.

    Certo, quasi immancabilmente i media registrano che dopo una esecuzione i parenti della vittima si dicono “molto soddisfatti e finalmente sollevati”, ma a questo argomento, che fa presa sui politici alla ricerca di consensi, alcune associazioni di parenti delle vittime stanno rispondendo che, proprio nell’interesse delle vittime, sarebbe meglio dirottare i fondi verso i “cold cases”, i casi archiviati che sono molte migliaia ogni anno.
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  10. #10
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    Ancora a proposito del Connecticut, 17° stato degli Usa ad abolire la pena di morte:

    Al momento della firma, il governatore Malloy ha dichiarato:

    "La mia posizione sulla pena di morte è evoluta nel corso degli anni. Da giovane ero favorevole. Poi sono diventato Procuratore, ed ho condotto l'accusa contro molti criminali, compresi assassini. Nelle trincee delle aule di giustizia ho imparato in prima persona che il nostro sistema giudiziario è molto imperfetto. È stato creato seguendo i migliori ideali della nostra società democratica, ma come spesso accade alle cose degli uomini, è soggetto alla fallibilità di coloro che materialmente ci lavorano.
    Ho visto gente che ha avuto assistenza legale di basso livello, ho visto gente accusata da testimoni che si sbagliavano, ho visto discriminazione. Nell'essere stato testimone di queste cose, sono venuto alla conclusione che abolire la pena di morte sia l'unico sistema per evitare che venga applicata in maniera ingiusta.

    Un altro fattore che mi ha portato alla scelta odierna è il fatto che la legge, com'era, non funzionava. Negli ultimi 52 anni il Connecticut ha giustiziato solo 2 persone, ed in entrambi i casi si trattava di volontari. E nel frattempo i cittadini hanno continuato a pagare per concedere a tutti gli altri appelli su appelli.
    Come sta avvenendo da anni, la battaglia per l'abolizione è stata condotta da dozzine di parenti delle vittime, ed alcune di loro erano qui con me oggi al momento della firma. Usando le parole di uno di loro, un sopravvissuto ad un tentativo di omicidio, dico che -è il momento di iniziare il processo di guarigione-, un processo che avrebbe potuto iniziare decenni prima se da subito avessimo avuto una condanna all'ergastolo che chiudeva il caso invece di lasciarlo eternamente aperto con i ricorsi.

    Ora che il nostro Stato può passare oltre questo dibattito divisivo, spero possiamo tutti raddoppiare i nostri sforzi e il lavoro comune per migliorare l'equità del nostro sistema giudiziario, e minimizzarne la fallibilità."

    N.B. La nuova legge non si applica automaticamente alle 11 persone attualmente nel braccio della morte del Connecticut.

    tratto da: www.nessunotocchicaino.it
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  11. #11
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    Una legge contro la tortura

    È una questione di civiltà. L'Italia attende da 25 anni.

    In Italia la tortura non è reato. In assenza del crimine di tortura non resta che l'impunità.

    La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.

    Sono venticinque anni che l'Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all'interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.

    Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l'Italia.

    Per questo chiediamo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu.

    Una sola norma già scritta in un atto internazionale. Per approvarla ci vuole molto poco.

    tratto da:
    www.osservatoriorepressione.org/201...la-tortura.html


    http://www.unhcr.it/news/dir/15/view...nti-37700.html

    Ma cos’è la tortura? Prendendo in prestito la definizione di "tortura" in base all’articolo 1 della Convenzione succitata:
    “ La tortura è qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimorire o di far pressione su una terza persona, o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione…” .

    All'inizio del XXI secolo la tortura è praticata in più della metà dei paesi del mondo. Nessuna area del pianeta è "zona libera della tortura". Ogni giorno, in decine di paesi, i governi combattono una guerra silenziosa contro nemici reali e presunti, armati e inermi, pericolosi criminali e colpevoli di niente. Con percosse fisiche o raffinate tecniche di distruzione psicologica, la tortura uccide, sottomette, terrorizza, annichilisce.

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  12. #12
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    Io ho firmato:
    www.amnesty.it/sudan-lapidazione-intisar-sharif-abdallah

    Sudan, condannata alla lapidazione



    Il 13 maggio, il tribunale penale di Ombada, nello stato di Khartoum, Sudan centrale, ha condannato alla lapidazione una donna sudanese di 20 anni, Intisar Sharif Abdallah, accusata di adulterio. La sentenza è stata emessa in base all'articolo 146 del codice penale sudanese del 1991.

    La donna non ha avuto assistenza legale durante l'intero procedimento giudiziario. Inizialmente ha respinto l'accusa dichiarandosi non colpevole, tuttavia, dopo essere stata picchiata dal fratello, ha ammesso il "reato". La condanna si è basata esclusivamente sulla sua confessione. Durante il processo Intisar Sharif Abdallah non ha avuto l'assistenza di un interprete nonostante la sua conoscenza dell'arabo sia limitata poiché non è la sua lingua madre.

    Attualmente la donna si trova in una condizione di sofferenza psicologica e non ha compreso la reale portata della sua condanna. È detenuta insieme al figlio più piccolo, che ha quattro mesi, mentre gli altri due figli sono stati affidati alla sua famiglia. Non è chiaro quando le autorità avrebbero intenzione di eseguire la condanna a morte. Alcuni membri della sua famiglia stanno per presentare un ricorso presso la Corte d'appello di Ombada.

    La sentenza capitale è stata emessa in violazione degli standard internazionali, l'esecuzione violerebbe sia la legge internazionale che quella nazionale.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  13. #13
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    Texas 19 luglio 2012

    Il Texas ha giustiziato Yokamon Hearn, afro-americano di 34 anni, nonostante avesse disturbi psichici.
    Negli Stati Uniti è considerato anticostituzionale giustiziare persone malate di mente (non in Texas, evidentemente).



    Martedì scorso l'ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani aveva lanciato un appello alle autorità del Texas perchè risparmiassero la vita a Hearn, sottolineando che "è una violazione delle tutele previste dalla pena di morte imporre la punizione capitale a individui con disabilità psico-sociali".

    Yokamon è stato il primo condannato a morte del Texas a essere ucciso con un'iniezione di pentobarbital (un anestetico usato in veterinaria per sopprimere animali), prassi già adottata da Ohio, Arizona, Idaho e Washington.

    In precedenza l'esecuzione avveniva in tre stadi con l'iniezione del sodio thiopental per sedare il prigioniero, il bromidio pancuronium per paralizzarlo e il cloruro di potassio per bloccargli il cuore.

    Per i gruppi che si battono contro la pena capitale, l'iniezione unica di pentobarbital è una «svolta brutale» che «aggiunge crudeltà» alla sentenza di morte in quanto il condannato si trova ad affrontare un periodo lungo di agonia prima di perdere conoscenza.

    Il ministero della Giustizia del Texas si limita a constatare che «in considerazione dell'assenza di altre sostanze sul mercato» non resta che praticare l'iniezione unica. Come dire, è stata l'Ue a non rendere più accessibili quei farmaci che potevano alleviare le sofferenze del condannato.

    Nel caso di Yokamon Hearn il pentobarbital ha fatto effetto in 25 minuti.

    Hearn soffriva della sindrome da alcolismo fetale, causata dall'eccesso di alcool ingerito dalla madre in gravidanza. L'abuso di alcool influisce negativamente sullo sviluppo del feto, provocando sia malformazioni fisiche che problemi comportamentali e di apprendimento. Era provato che Hearn avesse questo disturbo ma è stato giustiziato comunque: è il ventiquattresimo detenuto a essere ucciso negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno, il sesto in Texas (Stato giunto alla 483esima esecuzione dal 1982).

    Eppure giustiziare le persone malate di mente sarebbe incostituzionale negli Stati Uniti.
    Nel 2002 infatti la Corte Suprema americana ha deciso di vietare l'esecuzione di condannati con disabilità mentali. Nella sentenza, i giudici della Corte hanno però lasciato ai singoli Stati americani la facoltà di stabilire cosa «costituisca disabilità».

    Nei prossimi mesi in Texas sono programmate altre 8 esecuzioni.
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  14. #14
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    E c'è ancora chi crede che gli USA sono il faro della civiltà, i difensori della democrazia mondiale! Che schifo! Non ci sono parole!

  15. #15
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    E c'è ancora chi crede che gli USA sono il faro della civiltà, i difensori della democrazia mondiale! Che schifo! Non ci sono parole!
    Anch'io sono scandalizzata nel vedere gli Usa accumunati a Cina e Iran per quanto riguarda la pena di morte, è vergognoso che l'occhio per occhio dell'Antico Testamento venga applicato in una democrazia laica e moderna, che si propone come modello di civiltà e difensore del mondo.


    Nelle recenti abolizioni della pena di morte negli USA è stato determinante il ruolo svolto proprio da parenti delle vittime di reati efferati (oltre che dal costo enorme della pena di morte).

    Alcune associazioni di parenti delle vittime stanno sempre più rispondendo che, proprio nell'interesse delle vittime, sarebbe meglio dirottare i fondi necessari per mantenere il sistema della pena capitale (tenere una persona nel braccio della morte costa fino a 20 volte di più che tenerla in carcere per tutta la vita!) verso i "cold cases", i casi archiviati che sono molte migliaia ogni anno.

    Nel gennaio 2011, con una lettera aperta, Jennifer Bishop Jenkins e Kathleen Bishop Becker, due cugine che hanno avuto tre familiari assassinati, hanno chiesto al parlamento dell'Illinois di abolire la pena di morte perché è un modo migliore di aiutare le vittime. La Jenkins è stata membro della Illinois Capital Punishment Reform Study Commission e, dopo aver partecipato a oltre 80 sedute e udienze pubbliche, si è convinta che il "sistema" non poteva essere aggiustato. “"Troviamo ancora persone innocenti nel braccio della morte del nostro Stato. Spendiamo ancora milioni di dollari per far sopravvivere questo sistema zoppicante"”, hanno scritto le due donne. Il 9 marzo 2011 l'Illinois ha abolito la pena di morte.

    In Connecticut sono stati circa 180 i parenti delle vittime che si sono impegnati a favore dell'abolizione della pena di morte, in incontri con i parlamentari, organizzando petizioni e partecipando a conferenze. Quando il 5 aprile scorso, il Senato del Connecticut l'ha abolita, tra le persone che, sedute tra il pubblico, hanno seguito il passaggio decisivo della legge c'era Elizabeth Brancato, da molto tempo una paladina dell'abolizione, nonostante la madre sia stata uccisa da un ladro penetrato nella sua abitazione nel 1979.
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