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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #166
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    11 settembre 2015 : si svolgerà in più di 60 città italiane che hanno aderito all'iniziativa, tra cui Venezia, Milano, Palermo, Roma, Cosenza, Napoli, Reggio Calabria, la marcia delle donne e degli uomini scalzi, in sostegno dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo che troppo spesso sono vittime di politiche migratorie che danno priorità alla difesa dei confini piuttosto che alla vita umana.

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    La manifestazione, che punta a sollecitare le istituzioni a modificare le politiche migratorie europee e globali, ha quattro richieste: certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; creazione di un sistema unico di asilo in Europa (superando il regolamento di Dublino).

    Qui l'elenco delle città in marcia:
    http://donneuominiscalzi.blogspot.it...in-marcia.html
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #167
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    L’Arabia Saudita sta per decapitare un ragazzo, per poi crocifiggerlo e esporre il suo corpo in piazza. La stessa Arabia Saudita a cui hanno appena affidato il coordinamento della commissione ONU sui diritti umani! Una follia!

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    Ali Mohammed al-Nimr è stato arrestato a 17 anni per aver preso parte a una manifestazione contro il governo. La reazione è stata durissima, l’hanno torturato e condannato a morte. Ma è un trattamento del tutto normale in Arabia Saudita: quest’anno ci sono già state più di 100 esecuzioni, praticamente una ogni due giorni.
    La Francia è l’unico paese che per ora ha chiesto di fermare l’esecuzione. L’Italia assieme a Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna per ora tace, per gli ottimi rapporti con il regime di cui è tra i più grandi partner commerciali. Ma la pressione diretta dei nostri governi è davvero l’unico modo per persuadere i sauditi a fermarsi. Firma subito la petizione per salvare Ali, la sua esecuzione può avvenire ormai da un momento all’altro, appena il re ratifica la condanna.

    per chi volesse firmare:
    http://appelli.amnesty.it/arabia-saudita-pena-di-morte/

    https://secure.avaaz.org/it/stop_sau...s_loc/?cpqEgfb
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  4. #168
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    Anthony Graves è la 12° persona riconosciuto innocente nel 2006 in Texas dopo 12 anni di cella della morte, rilasciato nel 2010 è il 139° condannato a morte rilasciato in Usa. E' diventato un avvocato per la riforma della giustizia.

    Appena Graves è stato liberato, il governatore texano Rick Perry ha dichiarato che questa vicenda «rappresenta un ottimo esempio di come il sistema funziona». Ma la realtà ci dice l’esatto contrario, e cioè che Graves si è salvato per il rotto della cuffia solo grazie all’aiuto ricevuto da persone che nulla avevano a che fare con le istituzioni governative e giudiziarie.

    In questo interessantissimo articolo, la storia di Anthony Graves:
    http://www.mediconadir.it/node/228

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  5. #169
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    2 gennaio 2016 "Condanne a morte saudite inaccettabili. Rafforzano il terrorismo e l'instabilità"

    Le autorità dell'Arabia Saudita hanno mostrato il loro profondo disprezzo per i diritti umani e la vita mettendo a morte in un solo giorno 47 prigionieri, tra cui il noto leader religioso sciita Nimr Baqir al-Nimr, condannato a morte dal Tribunale penale speciale dopo un processo politico viziato da gravi irregolarità.

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    Queste esecuzioni non hanno niente a che vedere con l'alleanza internazionale contro il terrorismo. L'Europa e gli alleati devono seriamente chiedere un cambio di rotta o prendere atto di lontananze troppo profonde per lasciare i rapporti di amicizia e di alleanza immutati. Il terrorismo ama la morte. Ne esce, purtroppo, rafforzato.

    Tra le persone in attesa dell'esecuzione restano Ali al-Nimr, Abdullah al-Zaher e Dawood Hussein al-Maroon, tutti minorenni al momento dell'arresto, condannati a morte al termine di processi iniqui e dopo aver subito maltrattamenti e torture, nonostante il diritto internazionale vieti l'uso della pena di morte nei confronti di chiunque sia condannato per reati commessi a un'età inferiore ai 18 anni.

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    Con almeno 158 esecuzioni nel 2015, l’Arabia Saudita è il primo Paese-Boia del mondo, se si considera il numero degli abitanti, secondo Nessuno tocchi Caino.

    E’ facile prevedere che la ‘guerra al terrorismo’ darà un contributo consistente all’escalation della pratica della pena di morte anche nel 2016, soprattutto dopo che l’Arabia Saudita si è posta alla testa della Grande Coalizione anti-Sato Islamico, in nome della quale si sentirà legittimata nel continuare a violare i diritti umani al proprio interno e perseguire e decapitare persone in realtà coinvolte solo nella opposizione pacifica o in attività sgradite al regime.

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    Nessuno nell’Occidente cosiddetto libero e democratico sembra preoccuparsi del fatto che, nel nome della guerra al terrorismo, si sta affidando il governo dell’emergenza a chi ha provocato l’emergenza stessa, si stanno accreditando come ‘stabilizzatori’ dell’area più infuocata del mondo, il Medio-Oriente, regimi come Iran e Arabia Saudita che al proprio interno conducono una guerra di lunga durata e di terrore nei confronti dei propri popoli.

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  7. #170
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    Sequestro dei beni ai rifugiati. La Danimarca vota oggi


    Il testo prevede che la polizia possa perquisire i richiedenti asilo e confiscare il denaro liquido eccedente le 10.000 corone, equivalenti a circa 1.340 euro. Anche i singoli oggetti il cui valore superi questa cifra saranno oggetto di sequestro, esclusi i cosiddetti oggetti di valore affettivo, come la fede nuziale.

    Sequestrare i gioielli a un rifugiato ha un forte impatto simbolico. Alcune critiche hanno paragonato la nuova proposta di legge al sequestro dei beni degli ebrei vittime dell’Olocausto da parte dei nazisti.

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    A quanto pare anche in Svizzera i migranti devono lasciare allo stato i beni di valore superiore ai 1000 franchi svizzeri per contribuire alle loro spese di mantenimento e a quelle burocratiche di richiesta asilo. Chi ottiene il permesso d'asilo dovrà cedere il 10 per cento dello stipendio allo stato per 10 anni, o fino a quando non raggiunge il pagamento di 15mila franchi. L'obiettivo è disincentivare le migrazioni e al tempo stesso fare una selezione dei migranti più ricchi.


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    Pur comprendendo che i costi dell'accoglienza sono pesanti, queste iniziative mi disturbano, non mi sembrano segno di civiltà.

    "Restiamo umani, a qualunque latitudine, facciamo parte della stessa comunità. Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e viva, ha diritto alla vita e alla dignità. Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti gli altri e le altre, senza eccezione alcuna. Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda" Vittorio Arrigoni


    http://dirittiumani1.blogspot.it/201...ugiati-la.html
    http://it.euronews.com/2016/01/26/se...forma-diritto/
    http://www.ilpost.it/2016/01/15/sequ...anti-svizzera/
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  9. #171
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    La Danimarca ha approvato la legge per la confisca dei beni ai migranti con 81 voti a favore e 27 contrari.
    Inquietante che avvenga nel Giorno della Memoria.


    http://dirittiumani1.blogspot.it/201...ge-per-la.html
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  11. #172
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    Per una volta dissento, se non in tutto, almeno in parte.
    I civilissimi Paesi citati non hanno problemi economici (non grandi quanto i nostri almeno) anche perché dalle loro parti il pagamento delle imposte a uno Stato che si prende realmente cura dei cittadini è prassi consolidata, per cui io vedo questa iniziativa più incanalata nell'alveo di questo modo indubbiamente cinico, ma pragmatico, di intendere l'accoglienza e l'assistenza.
    E' vero che chi fugge da una guerra ha ben poco da dare, ma io preferirei approdare in un Paese che mi chiede di contribuire al mio mantenimento, occupandosene poi realmente e seriamente, piuttosto che in luogo dove non mi si chiede nulla, ma mi si lascia in balìa del destino, se va bene, o di organizzazioni criminali nei casi peggiori.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  13. #173
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    La Danimarca si è difesa dalle critiche precisando che le misure previste mettono i migranti nella stessa condizione dei danesi senza lavoro, che per accedere al sussidio di disoccupazione devono vendere tutti i loro beni di valore superiori a 10mila corone (circa 1.350 euro).
    Tra le altre misure che hanno scatenato la polemica a livello internazionale, anche il periodo di tre anni necessario prima di poter procedere alle riunificazioni familiari, modalità scelta anche da altri paesi per ridurre il flusso migratorio.
    Nel 2015 la Danimarca, con i suoi 5,4 milioni di abitanti, ha registrato 21mila richieste di asilo, diventando lo stato dell’Unione europea con il più alto numero di migranti per abitante.
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  15. #174
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    Questa dei danesi disoccupati non la sapevo, mentre che la Danimarca fosse uno dei primi "recettori" di profughi già mi era noto.
    Al di là delle valutazioni etiche e morali non posso che plaudere alla coerenza danese.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  17. #175
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    Gianfranco Rosi: "Date il Nobel ai pescatori di Lampedusa e Lesbo"

    Il regista dopo l’Orso d’oro per il film sui rifugiati:
    "Negli ultimi tempi sono arrivate migliaia di persone e non ho sentito nessuno a Palermo o Catania parlare di barriere. Quelle barriere fisiche e mentali che alcuni stati d'Europa innalzano, vergognosamente, oggi. L'accoglienza è la prima cosa che ho imparato dai lampedusani. La loro generosità mi ha stupito, ma il dottor Bartolo, che è stata la mia guida, mi ha spiegato che loro sono un popolo di pescatori e per questo accolgono tutto quel che viene dal mare. Dobbiamo assorbire anche noi l'anima dei pescatori."
    "Fate vincere la speranza"

    IL PREMIO Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo. I lampedusani in questi vent'anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi.

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    A Warren Richardson il World Press Photo 2015

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  19. #176
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    Questa settimana nelle sale ci dovrebbe essere Fuocoammare, in settimana andrò a vederlo.

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  21. #177
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    Ne parlavo ieri con un collega ed eravamo pessimisticamente d'accordo sul fatto che lo vedranno un po' di persone (anche se molte meno di quelle che si sono riversate nelle sale a vedere il film di Zalone) ma che, alla fine, toccherà la sensibilità solo di quelli che già hanno conoscenza e coscienza del problema.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  23. #178
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    Rapporto Amnesty: Il 2015 anno nero per violazioni diffuse dei diritti umani nella generale indifferenza


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    «Abbiamo assistito a un aumento dei conflitti, delle crisi umanitarie, dei conflitti contro l'umanità», aggiunge, «e al tempo stesso constatiamo una generale indifferenza nei confronti del destino dei civili nei conflitti». È un grido di dolore quello che sale da parte di Amnesty in occasione della presentazione del Rapporto 2015-2016 sulla situazione dei diritti umani nel mondo.

    I dati sono impressionanti: in almeno 122 paesi ci sono stati maltrattamenti e torture; in almeno 19 sono stati commessi crimini di guerra; in almeno 61 sono stati messi in carcere prigionieri di coscienza; in almeno 113 la libertà d'espressione e di stampa sono state sottoposte a restrizioni arbitrarie.

    «Abbiamo assistito a un degrado dei diritti anche in Paesi dove si sperava che i diritti fossero ormai al sicuro. Il mondo sembra tornato indietro di cinquant'anni e rispetto alla crisi dei rifugiati constatiamo un crollo dell'Europa dei valori».

    In Egitto ci sono migliaia di arresti e detenzioni prolungate senza accusa né processo. In Messico si contano almeno 27.000 scomparsi. In Burundi ci sono stati diversi casi di uccisioni illegali di persone considerate oppositori del presidente. L'Arabia Saudita esercita una brutale repressione contro gli oppositori interni e compie crimini di guerra in Yemen. In Slovacchia c'è una diffusa discriminazione contro i rom. Gli Stati Uniti mantengono aperto il centro di detenzione di Guantanamo (anche se proprio ieri Obama ha presentato un piano per la sua chiusura). L'Ungheriaha chiuso i confini ai rifugiati. Poi c'è ovviamente la Siria, che da cinque anni è un concentrato di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.

    Amnesty denuncia un altro dato preoccupante: sono a rischio non solo i diritti, ma anche coloro che li difendono.«Milioni di persone stanno patendo enormi sofferenze nelle mani degli Stati e dei gruppi armati, mentre i governi non si vergognano di descrivere la protezione dei diritti umani come una minaccia alla sicurezza, alla legge, all'ordine e ai "valori nazionali"»

    http://dirittiumani1.blogspot.it/201...-nero-per.html
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    “Faccio appello – ha detto papa Francesco – alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”.

    Il comandamento ‘non uccidere’ ha valore assoluto e riguarda sia l’innocente che il colpevole”.

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    “Il Giubileo straordinario della Misericordia – ha suggerito a questo punto – è un’occasione propizia per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Anche il criminale mantiene l’inviolabile diritto alla vita, dono di Dio”. A questo punto ha formulato l’appello. “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà – ha quindi concluso – sono chiamati oggi ad operare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”.

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    La storia di questi ultimi anni dimostra che per uno Stato che inizia a praticare una moratoria non è facile tornare indietro e riprendere le esecuzioni.

    Allora l'invito di Papa Francesco è una offerta nobile di fare un passo coraggioso ma possibile per i governanti cattolici - e non solo - che eseguono delle sentenze capitali come ad esempio negli USA.

    Chi la metterà in pratica farà sicuramente un passo avanti. Diminuiranno le vittime di questa “guerra” che i governi praticano eliminando i loro cittadini che hanno compiuto dei reati anche gravi.
    Governi anche eletti democraticamente che mettono in atto lo stesso reato compiuto dalle persone condannate: “l'omicidio”.

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    Il 22 febbraio ha avuto luogo a Roma il IX Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia per un mondo senza pena di morte, promosso dalla Comunita' di Sant'Egidio. Il Papa ha auspicato che "il simposio possa dare rinnovato impulso all'impegno per l'abolizione della pena capitale. Un segno di speranza e' costituito dallo sviluppo, nell'opinione pubblica, di una sempre piu' diffusa contrarieta' alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. In effetti, le societa' moderne hanno la possibilita' di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l'ha commesso la possibilita' di redimersi. Il problema va inquadrato nell'ottica di una giustizia penale che sia sempre piu' conforme alla dignita' dell'uomo e al disegno di Dio sull'uomo e sulla societa'".

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    In occasione del 3 marzo, Music Freedom Day, giornata dedicata alla libertà di espressione nella musica, a esibirsi e ad ascoltare la musica senza alcuna paura, che nell'edizione 2016 commemora le vittime degli attacchi al Bataclan di Parigi nel 2015, la campagna "Here's to you" lanciata da Amnesty International Italia con Roberto Saviano invita tutti a far sentire la propria voce e cantare "Here's to you", la ballata di Joan Baez ed Ennio Morricone che negli anni '70 onorò la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, messi a morte negli Usa nel 1927, per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi.

    Tornare a cantare "Here's to you" significa mostrare che la lotta alle ingiustizie non è finita e che tutti i Sacco e Vanzetti di oggi non sono soli: perché questo inno per i diritti umani diventi il simbolo dell'impegno di Amnesty International in Italia e nel mondo, insieme a quanti crederanno che il mondo sarà migliore quando sentiremo nostre le ingiustizie del mondo.

    http://www.amnesty.it/Here-is-to-you...iano-e-Amnesty
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