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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #151
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    L'Europa affonda nella vergogna per il mancato soccorso di rifugiati e migranti in mare

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    Il vertice europeo straordinario sull’immigrazione di due giorni fa ha sollevato tantissime critiche: il mondo cattolico, la Cei e il Vaticano, così come le Ong, da Amnesty International a Medici senza frontiere, rimproverano all’Ue di aver perso un’occasione per dimostrare solidarietà. Il vertice europeo ha deciso "un'operazione per salvare la faccia, non le vite umane," privilegiando il controllo delle frontiere alle missioni di ricerca e salvataggio.

    Il punto centrale è quello del soccorso in mare, dopo che l'operazione Mare Nostrum, che prevedeva che le azioni di ricerca e salvataggio si spingessero quasi fino alle coste libiche, è stata sostituita da Triton, che, però, è una missione di sorveglianza delle frontiere marittime, limitata a poche decine di miglia dalle acque costiere italiane

    L’Unione europea ha deciso di triplicare i fondi per la missione Triton e di distruggere le navi usate dai trafficanti quando si trovano ancora nei porti del nord Africa (non si capisce bene come, bombardandole?).
    Ma se il raggio d'azione dell'operazione Triton non verrà aumentato, migranti e rifugiati continueranno a morire.

    Amnesty International mostra come la decisione di porre fine all'Operazione umanitaria della Marina militare italiana, Mare Nostrum, alla fine del 2014, abbia contribuito a un drammatico aumento delle morti di migranti e rifugiati in mare. Se i dati dei più recenti incidenti sono confermati, ben 1700 persone sono morte quest'anno, 100 volte di più rispetto allo stesso periodo del 2014.

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    La teoria mai provata secondo la quale Mare Nostrum abbia agito come un "fattore di attrazione" è stata ormai confutata anche dai dati che mostrano come il numero di rifugiati e migranti che hanno tentato di attraversare l'Europa via mare sia aumentato dalla fine dell'Operazione.

    Dopo la chiusura di Mare Nostrum, i governi europei hanno incaricato l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere, Frontex, di istituire l'Operazione Triton.

    Tuttavia, Triton non è un'operazione di ricerca e soccorso. A differenza delle navi di Mare Nostrum, la cui operatività era estesa a sud di Lampedusa fino a circa 100 miglia nautiche, Triton è limitata a un pattugliamento di frontiera fino a 30 miglia nautiche al largo delle coste italiane e maltesi, lontano da dove la stragrande maggioranza delle imbarcazioni entra in difficoltà.

    La stessa Frontex ha ammesso che le sue risorse sono "adeguate al suo mandato, che è quello di controllare i confini dell'Unione europea, non di pattugliare 2.5 milioni di km del Mediterraneo". Gran parte delle operazioni di ricerca e soccorso ricadono quindi sulle navi della Guardia costiera italiana. L'Ammiraglio Giovanni Pettorino, capo dei reparti operativi della Guardia costiera, ha dichiarato ad Amnesty International che le sue navi "non saranno in grado di prenderli tutti, se rimaniamo gli unici ad andare là fuori".
    Anche le navi mercantili svolgono un ruolo importante nelle operazioni di salvataggio in corso, anche se non sono progettate, equipaggiate o addestrate per il soccorso marittimo.
    Si stima che il 18 aprile 2015 oltre 800 migranti e rifugiati siano annegati durante il tentativo di salvataggio da parte di una nave mercantile.

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    "La Gran Bretagna offre uno dei pezzi forti della Royal Navy, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori" ma a condizione "che le persone salvate saranno portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito".


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    "Finchè ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare".
    A mio parere, per quanto non semplice, facilitare l'accesso in Europa ai richiedenti asilo attraverso canali legali consentirebbe un maggior controllo sui flussi migratori, che sono inarrestabili. Un'azione comune di ricerca e soccorso, una sperimentazione per l'istituzione di vie d'accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa e un piano europeo per l'accoglienza sono secondo me l'unica strada umanamente percorribile. Ma a quanto pare è ancora molto lontana.

    liberamente tratto da http://www.amnesty.it/Crisi-umanitar...non-vite-umane e da Internet
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #152
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    Il parlamento unicamerale del Nebraska ha approvato 32-15 in terza lettura l’abolizione della pena di morte.

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    L'abolizione della pena di morte in Nebraska ha un grande valore politico oltre che giuridico e umanitario, perché il Nebraska è il primo Stato americano a maggioranza repubblicana ad abolire la pena di morte in epoca moderna.
    Inoltre questa abolizione è la riprova di un sempre più diffuso fastidio in America nei confronti di una pratica crudele e inusuale che accomuna la più antica democrazia ai peggiori Paesi illiberali ed esecuzionisti del mondo.

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    I repubblicani che si sono uniti alla minoranza democratica in questo voto hanno motivato il cambiamento rispetto alla posizione tradizionale del partito con motivazioni religiose, ed economiche per l’alto costo e la scarsa se non nulla efficacia preventiva del sistema penale capitale.
    Anche se il Governatore repubblicano ha preannunciato il veto, il voto parlamentare di 32 contro 15 lascia credere che il veto sarà superato da un nuovo voto parlamentare.
    In tal modo, il Nebraska si aggiungerà agli altri 19 Stati americani abolizionisti, senza contare quelli come Oregon, Colorado, Washington e Pennsylvania, che hanno sospeso le esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.

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    La norma entrerà subito in vigore e avrà effetto retroattivo, per cui gli 11 detenuti oggi nel braccio della morte vedranno la propria pena commutata in ergastolo.
    Il Nebraska è diventato così il 19esimo Stato americano su 50, oltre alla capitale federale Washington, ad abolire formalmente la pena di morte. L'ultima condanna capitale risale al 1997.

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    L'80% delle esecuzioni compiute negli Stati Uniti nel 2014 sono concentrate in tre Stati: Texas, Missouri e Florida.
    Nello Utah recentemente è stata ripristinata la fucilazione, mentre in Texas sono riusciti a fare scorte di penthothal anche se negli Usa non viene più prodotto.
    Il governatore dell'Oklahoma ha invece firmato una legge che consente nel suo Stato di eseguire condanne a morte utilizzando l'azoto per asfissiare i detenuti.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  5. #153
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    Ottima notizia.
    Peccato che nel frattempo sia arrivata quest'altra
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  7. #154
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    Cito l'occhiello dell'articolo.

    "Già 85 persone condannate nel 2015, tante quante in tutto il 2014. Pena capitale prevista per traffico di droga, stupri, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria. "

    Come dire... Addio libertà di pensiero/ideologia

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  9. #155
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    Ottima notizia.
    Peccato che nel frattempo sia arrivata quest'altra

    "Cercasi otto funzionari religiosi per svolgere le seguenti mansioni: decapitazioni e amputazioni." Il ministero del Servizio Civile saudita ha pubblicato un annuncio sul proprio sito ufficiale per reclutare otto nuovi boia.
    Il candidato ideale non dovrà possedere alcuna qualificazione particolare ma dovrà eseguire le condanne a morte e, nel caso di reati minori, le amputazioni degli incriminati.


    I boia a disposizione della monarchia wahabita non bastano a far fronte al ritmo delle condanne a morte.

    Quella del tagliatore di teste non è un mestiere facile: il condannato, fatto inginocchiare a terra nel centro di una pubblica piazza, deve essere decapitato con un solo colpo potente e sicuro con una sciabola pesante e affilatissima. Un compito che richiede perizia e che è spesso tramandato di padre in figlio. Ad esempio, il boia della provincia settentrionale di Qassim esegue decapitazioni come «secondo lavoro» per una paga di circa mille dollari «a testa», mentre di professione è uno sciabolatore della guardia personale del principe governatore.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #156
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    Cito l'occhiello dell'articolo.

    "Già 85 persone condannate nel 2015, tante quante in tutto il 2014. Pena capitale prevista per traffico di droga, stupri, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria. "

    Come dire... Addio libertà di pensiero/ideologia
    L'Arabia Saudita è il paese che ha condannato Raif Badawi (e altri intellettuali) a 10 anni di carcere, 1000 frustate e una multa di un milione di rial per alcune critiche espresse sul suo blog, Free Saudi Liberals.
    Ora rischia un nuovo processo per apostasia, e quindi la pena di morte.

    Dopo le pesanti critiche ricevute dalla comunità internazionale, l'Arabia Saudita ha risposto: "L'Occidente attacca la nostra sovranità con la scusa dei diritti umani. Il nostro regno è uno dei primi stati a promuovere e supportare i diritti umani."

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  12. #157
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    Risulta spontaneo chiedersi come mai i governi occidentali "democratici" siano così pronti a condannare i governi di talune nazioni, quando si parla di diritti umani, democrazia e quant'altro, mentre glissano misteriosamente su ciò che accade in paesi come l'Arabia Saudita...
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  13. #158
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    Dopo le pesanti critiche ricevute dalla comunità internazionale, l'Arabia Saudita ha risposto: "L'Occidente attacca la nostra sovranità con la scusa dei diritti umani. Il nostro regno è uno dei primi stati a promuovere e supportare i diritti umani."
    Civilissimo Paese, come no.
    Quelli che dispensano la pena capitale per reati d'opinione e, tanto per dirne una, non consentono alle donne di guidare un'auto.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  14. #159
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    L'ultimo miglio di Paula

    "La ragazza che avrebbe dovuto morire non è riuscita a vivere. Paula Cooper aveva quindici anni quando, in combutta con tre amiche, vibrò trentatré coltellate a un’insegnante di catechismo per rubarle pochi spiccioli e le chiavi dell’auto. Abitava nella miseria, da bambina le avevano stuprato la mamma sotto gli occhi, ma non chiese né ottenne pietà. Fu condannata alla sedia elettrica da un tribunale dell’Indiana che la definì «irrecuperabile». L’Italia la adottò: la minorenne avviata al patibolo aveva toccato una corda sentita più qui, nel Paese delle mamme, che altrove. Si mobilitarono i laici - partito radicale in testa - e i cattolici con un intervento personale di papa Wojtyla. Furono raccolte due milioni di firme e alla fine, non solo per merito nostro, la pena capitale venne commutata in sessant’anni di carcere, poi dimezzati per buona condotta. Due anni fa Paula è uscita di prigione con un diploma, il sogno di aprire un ristorante e quello ancora più grande di affiancare Bill - il nipote della vittima, che dopo averla tanto odiata era arrivato a perdonarla - in un’associazione che si batte affinché a tutti i condannati a morte sia concessa una seconda possibilità.

    E’ a se stessa che Paula non ha voluto concederla. L’hanno trovata martedì mattina a Indianapolis, stesa davanti alla porta di casa con un proiettile in testa e una pistola con le sue impronte accanto. La ragazza a cui milioni di persone avevano voluto salvare la vita ha finito col togliersela da sola. Qualunque ne sia stata la ragione, è proprio vero che l’unico vero giudice di ogni essere umano è se stesso."

    Massimo Gramellini
    La Stampa
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  15. #160
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    Da una lettera di Guy...

    Non sapevo che per far parte di una giuria in Texas i giurati devono dichiarare di essere pronti a dare all'imputato la pena di morte. Se non fanno questa dichiarazione non sono ammessi a sedere tra i giurati.
    Riflettendoci, penso che essendo la pena di morte una legge dello stato, i giurati devono dichiarare di essere disposti ad applicare la legge fino in fondo.
    Però così facendo vengono ammessi in giuria solo i favorevoli alla pena di morte. Alla faccia dell'imparzialità!

    I condannati a morte contestano anche che mentre la legge dichiara che devono essere giudicati da una giuria di loro pari, questo non avviene. Non c'è nessuno pari a loro nelle giurie, la maggior parte dei giurati provengono dalla parte più ricca della popolazione, e spesso sono tutti bianchi.
    Giurie di soli bianchi ricchi che giudicano un nero, senza avere nessuna idea di come i neri vivano, poiché ai loro occhi i neri sono quelli che rubano, uccidono e si drogano. Il razzismo è talmente radicato negli Stati del Sud, che c'è una separazione netta e ben pochi contatti tra bianchi e neri, in certi contesti.

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  17. #161
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    Fraternité dove sei finita?
    Restiamo umani...


    Amnesty International: i leader del mondo abbandonano i rifugiati al loro destino, condannandone milioni a una vita di miseria e migliaia a morire

    15/06/2015

    In un rapporto presentato oggi a Beirut, alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno, Amnesty International ha accusato i leader della comunità internazionale di aver condannato milioni di rifugiati a un'esistenza insopportabile e migliaia di loro a morte, non fornendo loro l'indispensabile protezione umanitaria.

    "Stiamo assistendo alla peggiore crisi dei rifugiati dei nostri tempi, in cui milioni di donne, uomini e bambini lottano per sopravvivere tra guerre brutali, reti di trafficanti e governi che perseguono interessi politici egoisti invece di mostrare la minima compassione umana" - ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.

    "Questa crisi dei rifugiati è una delle sfide cruciali del XXI secolo ma finora la risposta della comunità internazionale è stata vergognosamente fallimentare. C'è bisogno di un radicale cambiamento nelle politiche e nelle prassi per creare una strategia globale complessiva e coerente"


    • quella in corso è la peggiore crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale;
    • un milione di rifugiati ha disperatamente bisogno di essere reinsediato;
    • quattro milioni di rifugiati siriani lottano per la sopravvivenza in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto;
    • nell'Africa sub-sahariana si trovano oltre tre milioni di rifugiati e dal 2013 solo a una piccola parte di loro è stato offerto il reinsediamento;
    • nel mar Mediterraneo sono annegate 3500 persone nel 2014 e 1865 dall'inizio del 2015;
    • nei primi tre mesi del 2015, 300 persone sono morte nel mar delle Andamane a causa della fame, della disidratazione e della violenza degli equipaggi delle navi su cui erano a bordo.


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    A Beirut, Amnesty International ha presentato una proposta per rafforzare il sistema della protezione dei rifugiati e ha sollecitato gli stati a impegnarsi concretamente al rispetto dei loro obblighi giuridici e a battersi per una condivisione internazionale delle responsabilità. Tra le azioni che Amnesty International chiede ai governi di intraprendere, vi sono le seguenti:

    • l'impegno a reinsediare complessivamente, entro i prossimi quattro anni, il milione di rifugiati che attualmente necessita di reinsediamento;
    • l'istituzione di un fondo globale per i rifugiati che possa rispondere a tutti gli appelli delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e fornire sostegno finanziario ai paesi che ospitano grandi numeri di rifugiati;
    • la ratifica globale della Convenzione delle Nazioni Unite sullo status di rifugiato;
    • lo sviluppo di procedure nazionali eque per esaminare le richieste di asilo e garantire che i rifugiati abbiano accesso ai servizi di base, quali l'assistenza sanitaria e l'istruzione.


    "Il mondo non può più stare a guardare mentre paesi come il Libano e la Turchia sopportano un peso così ingente. Nessun paese dovrebbe essere lasciato solo a gestire un'enorme emergenza umanitaria, scarsamente aiutato dagli altri, solo perché si trova al confine con un paese in conflitto" - ha aggiunto Shetty. "I governi di tutto il mondo hanno il dovere di assicurare che le persone non muoiano mentre cercano la salvezza. È fondamentale che offrano un riparo sicuro ai rifugiati disperati istituendo un fondo globale per i rifugiati e prendendo misure efficaci per portare in giudizio le reti criminali dei trafficanti. È giunto davvero il momento di rafforzare la protezione per i rifugiati, altrimenti il mondo si renderà complice di una tragedia evitabile" - ha ammonito Shetty.

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    Siria: la più grande crisi mondiale dei rifugiati

    Sono oltre quattro milioni i rifugiati che hanno lasciato la Siria. Il 95 per cento di loro si trova in appena cinque paesi: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto.

    Questi paesi stanno affrontando enormi difficoltà. La comunità internazionale non ha fornito a loro e alle agenzie umanitarie risorse sufficienti. Nonostante le richieste dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), l'offerta di reinsediamento è stata bassissima.

    La situazione è talmente disperata che alcuni dei paesi confinanti con la Siria hanno adottato misure profondamente preoccupanti, compreso il diniego d'ingresso nei loro territori a persone disperate e il loro respingimento verso il conflitto.


    Il Mediterraneo: il più pericoloso dei percorsi marittimi

    Il mar Mediterraneo è il più pericoloso dei percorsi marittimi per i rifugiati e i migranti. Nel 2014, 219.000 persone hanno preso il mare in condizioni di estremo pericolo e 3500 di esse sono annegate.


    Africa: la crisi dimenticata

    Nei paesi dell'Africa sub-sahariana vi sono oltre tre milioni di rifugiati. Lo scoppio dei conflitti in paesi quali il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana ha costretto un crescente numero di persone a fuggire dalla guerra e dalla persecuzione.


    Voltare le spalle ai disperati del Sud-est asiatico

    Nel primo trimestre del 2015, secondo l'Unhcr, 25.000 persone hanno cercato di attraversare il golfo del Bengala, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2014. La rotta del golfo del Bengala è usata principalmente dai rohingya provenienti da Myanmar e da cittadini del Bangladesh.
    L'11 maggio l'Oim ha denunciato che circa 8000 persone erano abbandonate a bordo di imbarcazioni al largo delle coste della Thailandia, per lo più rohingya in fuga dalla persecuzione orchestrata dal governo di Myanmar.

    Un terribile precedente è stato messo in atto dall'Australia, il cui approccio duro nei confronti dei richiedenti asilo che cercano di arrivare via mare, sotto le mentite spoglie della salvezza delle vite umane, viola le sue responsabilità nei confronti del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale dei rifugiati.

    "Dal mar delle Andamane a quello del Mediterraneo, chi cerca disperatamente la salvezza trova la morte. L'attuale crisi dei rifugiati non sarà risolta a meno che la comunità internazionale non riconosca che si tratta di un problema globale che richiede da parte degli stati maggiore cooperazione a livello globale.

    tratto da : http://www.amnesty.it/Leader-del-mon...liaia-a-morire
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  19. #162
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    Alcuni dati dal rapporto 2015 di Nessuno tocchi Caino:

    I Paesi mantenitori della pena di morte sono scesi a 37 (al 30 giugno 2015) rispetto ai 39 del 2013.
    I Paesi o i territori che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica sono oggi 161. Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 103; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 6; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 6; i Paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 46.

    Nel 2014, le esecuzioni sono state almeno 3.576, a fronte delle almeno 3.511 del 2013. Il lieve aumento delle esecuzioni nel 2014 rispetto al 2013 si giustifica con l'’incremento registrato in Iran e in Arabia Saudita.

    Negli Stati Uniti, nel maggio 2015 il Nebraska è diventato il diciannovesimo Stato della federazione ad abolire la pena di morte e il settimo a farlo negli ultimi otto anni. In altri quattro Stati – Washington, Colorado, Pennsylvania e Oregon – i Governatori hanno sospeso le esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.

    Il candidato alle elezioni presidenziali Usa del 2016 Martin O'Malley ha presentato le sue proposte di revisione del sistema di giustizia penale del Paese, promettendo di riformare i dipartimenti di polizia, abolire la pena di morte e affrontare il sovraffollamento delle carceri. Da governatore, O'Malley ha abolito la pena di morte nel 2013 nel Maryland, definendo la pena di morte come un "deterrente razzista e inefficace".

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    http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=19305192
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  20. #163
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    La risposta perfetta di un bambino alla questione dell'immigrazione.

    Nel tuo asilo ci sono anche immigrati?

    No, ci sono solo bambini!


    tratto da:
    http://dirittiumani1.blogspot.it/201....html?spref=fb


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  22. #164
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    I bisogni dei bambini sono elementari ... basterebbe affidarsi a loro e il mondo sarebbe più semplice.

    Questo filmato dice tutto

    http://www.quotidiano.net/social-new...esso-1.1246857
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  24. #165
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    Fiorella Mannoia feat. Frankie Hi-NRG MC



    Non è un film

    Non è un film quello che scorre intorno
    che vediamo ogni ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo.
    Non è un film e non sono comparse le persone disperse
    sospese e diverse tra noi e lo sfondo,
    e il resto del mondo che attraversa il confine
    ma il confine è rotondo si sposta man mano che muoviamo lo sguardo
    ci sembra lontano perché siamo in ritardo, perenne, costante, ne basta un istante,
    a un passo dal centro è gia troppo distante,
    a un passo dal mare è gia troppo montagna,
    ad un passo da qui era tutta campagna.
    Oggi tutto è diverso una vita mai vista
    questo qui non è un film e non sei protagonista,
    puoi chiamare lo stop ma non sei il regista
    ti puoi credere al top ma sei in fondo alla lista.

    Questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase, non è un armata aliena sbarcata sulla terra,
    non sono extraterrestri che ci dichiaran guerra,
    son solamente uomini che varcano i confini,
    uomini con donne vecchi con bambini, poveri con poveri che scappan dalla fame
    gli uni sopra gli altri per intere settimane come in carri bestiame
    attraverso il deserto rincorrono una via in balia dell'incerto per rimanere liberi costretti a farsi schiavi
    stipati nelle stive di disastronavi
    come i nostri avi contro i mostri e i draghi
    in un viaggio nell'inferno che prenoti e paghi
    sopravvivi o anneghi questo il confine
    perché non è un film non c'è lieto fine.

    Questo sembra un film di quelli terrificanti
    dalla trasilvania non arrivano vampiri ma badanti,
    da santo domingo non profughi o zombie,
    ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi
    dalle filippine colf e pure dal bangladesh
    dalla bielorussia solo carne da lap dance
    scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri
    loro son le prede, noi siamo i mostri
    loro la pietanza, noi i commensali
    e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali
    pronti a divorare a sazietà
    pronti a lamentarci per la puzza della varia umanità
    che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta
    questo non è un film ma vedrai che lo diventa
    tu stai attento e tienti pronto che al momento di girare
    i buoni vincon sempre,
    scegli da che parte stare.

    Scegli da che parte stare,
    dalla parte di chi spinge,
    scegli da che parte stare,
    dalla parte del mare

    Scegli da che parte stare,
    dalla parte del mare

    Scegli da che parte stare,
    dalla parte del mare
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  25. Thanks Mauro thanked for this post

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