Thanks Thanks:  71
Likes Likes:  52
Pagina 3 di 15 primaprima 1234513 ... ultimoultimo
Visualizzazione dei risultati da 31 a 45 su 212

Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #31
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    Una legge contro la tortura

    È una questione di civiltà. L'Italia attende da 25 anni.

    In Italia la tortura non è reato. In assenza del crimine di tortura non resta che l'impunità.

    La violenza di un pubblico ufficiale nei confronti di un cittadino non è una violenza privata. Riguarda tutti noi, poiché è messa in atto da colui che dovrebbe invece tutelarci, da liberi e da detenuti.

    Sono venticinque anni che l'Italia è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convezione contro la tortura delle Nazioni Unite, che il nostro Paese ha ratificato: prevedere il crimine di tortura all'interno degli ordinamenti dei singoli Paesi.

    Quanto accaduto nel 2001 alla scuola Diaz ha ricordato a tutti che la tortura non riguarda solo luoghi lontani ma anche le nostre grandi democrazie. Il caso di Stefano Cucchi, la recente sentenza di un giudice di Asti e tanti altri episodi dimostrano che riguarda anche l'Italia.

    Per questo chiediamo al Parlamento di approvare subito una legge che introduca il crimine di tortura nel nostro codice penale, riproducendo la stessa definizione presente nel Trattato Onu.

    Una sola norma già scritta in un atto internazionale. Per approvarla ci vuole molto poco.

    tratto da:
    www.osservatoriorepressione.org/201...la-tortura.html


    http://www.unhcr.it/news/dir/15/view...nti-37700.html

    Ma cos’è la tortura? Prendendo in prestito la definizione di "tortura" in base all’articolo 1 della Convenzione succitata:
    “ La tortura è qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimorire o di far pressione su una terza persona, o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione…” .

    All'inizio del XXI secolo la tortura è praticata in più della metà dei paesi del mondo. Nessuna area del pianeta è "zona libera della tortura". Ogni giorno, in decine di paesi, i governi combattono una guerra silenziosa contro nemici reali e presunti, armati e inermi, pericolosi criminali e colpevoli di niente. Con percosse fisiche o raffinate tecniche di distruzione psicologica, la tortura uccide, sottomette, terrorizza, annichilisce.

    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #32
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    Io ho firmato:
    www.amnesty.it/sudan-lapidazione-intisar-sharif-abdallah

    Sudan, condannata alla lapidazione



    Il 13 maggio, il tribunale penale di Ombada, nello stato di Khartoum, Sudan centrale, ha condannato alla lapidazione una donna sudanese di 20 anni, Intisar Sharif Abdallah, accusata di adulterio. La sentenza è stata emessa in base all'articolo 146 del codice penale sudanese del 1991.

    La donna non ha avuto assistenza legale durante l'intero procedimento giudiziario. Inizialmente ha respinto l'accusa dichiarandosi non colpevole, tuttavia, dopo essere stata picchiata dal fratello, ha ammesso il "reato". La condanna si è basata esclusivamente sulla sua confessione. Durante il processo Intisar Sharif Abdallah non ha avuto l'assistenza di un interprete nonostante la sua conoscenza dell'arabo sia limitata poiché non è la sua lingua madre.

    Attualmente la donna si trova in una condizione di sofferenza psicologica e non ha compreso la reale portata della sua condanna. È detenuta insieme al figlio più piccolo, che ha quattro mesi, mentre gli altri due figli sono stati affidati alla sua famiglia. Non è chiaro quando le autorità avrebbero intenzione di eseguire la condanna a morte. Alcuni membri della sua famiglia stanno per presentare un ricorso presso la Corte d'appello di Ombada.

    La sentenza capitale è stata emessa in violazione degli standard internazionali, l'esecuzione violerebbe sia la legge internazionale che quella nazionale.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #33
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    Texas 19 luglio 2012

    Il Texas ha giustiziato Yokamon Hearn, afro-americano di 34 anni, nonostante avesse disturbi psichici.
    Negli Stati Uniti è considerato anticostituzionale giustiziare persone malate di mente (non in Texas, evidentemente).



    Martedì scorso l'ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani aveva lanciato un appello alle autorità del Texas perchè risparmiassero la vita a Hearn, sottolineando che "è una violazione delle tutele previste dalla pena di morte imporre la punizione capitale a individui con disabilità psico-sociali".

    Yokamon è stato il primo condannato a morte del Texas a essere ucciso con un'iniezione di pentobarbital (un anestetico usato in veterinaria per sopprimere animali), prassi già adottata da Ohio, Arizona, Idaho e Washington.

    In precedenza l'esecuzione avveniva in tre stadi con l'iniezione del sodio thiopental per sedare il prigioniero, il bromidio pancuronium per paralizzarlo e il cloruro di potassio per bloccargli il cuore.

    Per i gruppi che si battono contro la pena capitale, l'iniezione unica di pentobarbital è una «svolta brutale» che «aggiunge crudeltà» alla sentenza di morte in quanto il condannato si trova ad affrontare un periodo lungo di agonia prima di perdere conoscenza.

    Il ministero della Giustizia del Texas si limita a constatare che «in considerazione dell'assenza di altre sostanze sul mercato» non resta che praticare l'iniezione unica. Come dire, è stata l'Ue a non rendere più accessibili quei farmaci che potevano alleviare le sofferenze del condannato.

    Nel caso di Yokamon Hearn il pentobarbital ha fatto effetto in 25 minuti.

    Hearn soffriva della sindrome da alcolismo fetale, causata dall'eccesso di alcool ingerito dalla madre in gravidanza. L'abuso di alcool influisce negativamente sullo sviluppo del feto, provocando sia malformazioni fisiche che problemi comportamentali e di apprendimento. Era provato che Hearn avesse questo disturbo ma è stato giustiziato comunque: è il ventiquattresimo detenuto a essere ucciso negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno, il sesto in Texas (Stato giunto alla 483esima esecuzione dal 1982).

    Eppure giustiziare le persone malate di mente sarebbe incostituzionale negli Stati Uniti.
    Nel 2002 infatti la Corte Suprema americana ha deciso di vietare l'esecuzione di condannati con disabilità mentali. Nella sentenza, i giudici della Corte hanno però lasciato ai singoli Stati americani la facoltà di stabilire cosa «costituisca disabilità».

    Nei prossimi mesi in Texas sono programmate altre 8 esecuzioni.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #34
    Senior Member L'avatar di annaV
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    napoli
    Messaggi
    475
    Post Thanks / Like
    E c'è ancora chi crede che gli USA sono il faro della civiltà, i difensori della democrazia mondiale! Che schifo! Non ci sono parole!

  5. #35
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    Quote Originariamente inviato da annaV Visualizza il messaggio
    E c'è ancora chi crede che gli USA sono il faro della civiltà, i difensori della democrazia mondiale! Che schifo! Non ci sono parole!
    Anch'io sono scandalizzata nel vedere gli Usa accumunati a Cina e Iran per quanto riguarda la pena di morte, è vergognoso che l'occhio per occhio dell'Antico Testamento venga applicato in una democrazia laica e moderna, che si propone come modello di civiltà e difensore del mondo.


    Nelle recenti abolizioni della pena di morte negli USA è stato determinante il ruolo svolto proprio da parenti delle vittime di reati efferati (oltre che dal costo enorme della pena di morte).

    Alcune associazioni di parenti delle vittime stanno sempre più rispondendo che, proprio nell'interesse delle vittime, sarebbe meglio dirottare i fondi necessari per mantenere il sistema della pena capitale (tenere una persona nel braccio della morte costa fino a 20 volte di più che tenerla in carcere per tutta la vita!) verso i "cold cases", i casi archiviati che sono molte migliaia ogni anno.

    Nel gennaio 2011, con una lettera aperta, Jennifer Bishop Jenkins e Kathleen Bishop Becker, due cugine che hanno avuto tre familiari assassinati, hanno chiesto al parlamento dell'Illinois di abolire la pena di morte perché è un modo migliore di aiutare le vittime. La Jenkins è stata membro della Illinois Capital Punishment Reform Study Commission e, dopo aver partecipato a oltre 80 sedute e udienze pubbliche, si è convinta che il "sistema" non poteva essere aggiustato. “"Troviamo ancora persone innocenti nel braccio della morte del nostro Stato. Spendiamo ancora milioni di dollari per far sopravvivere questo sistema zoppicante"”, hanno scritto le due donne. Il 9 marzo 2011 l'Illinois ha abolito la pena di morte.

    In Connecticut sono stati circa 180 i parenti delle vittime che si sono impegnati a favore dell'abolizione della pena di morte, in incontri con i parlamentari, organizzando petizioni e partecipando a conferenze. Quando il 5 aprile scorso, il Senato del Connecticut l'ha abolita, tra le persone che, sedute tra il pubblico, hanno seguito il passaggio decisivo della legge c'era Elizabeth Brancato, da molto tempo una paladina dell'abolizione, nonostante la madre sia stata uccisa da un ladro penetrato nella sua abitazione nel 1979.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #36
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like

    Diritti umani e pena di morte

    Uomini e topi

    Non pensavo che questo racconto fosse così struggente, e scritto divinamente.

    Pubblicato nel 1937 negli Stati Uniti, apparso un anno dopo in Italia nella celebre traduzione di Cesare Pavese, Uomini e topi è la storia tragica e violenta di due braccianti che trovano lavoro in un ranch della California, il grande Lennie, gigante buono e irresponsabile, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico nella vana resistenza alla difesa del mondo.


    Allegato 1110


    Una curiosa coincidenza

    Mentre iniziavo a leggere questo libro, l'ho trovato citato in una notizia di cronaca:
    il 7 agosto 2012 Marvin Wilson, 54enne afroamericano mentalmente ritardato, è stato giustiziato mediante iniezione letale nella prigione di Huntsville, in Texas. Gli avvocati dell'uomo avevano chiesto la commutazione della pena sulla base del basso quoziente intellettivo di Wilson, 61, nettamente inferiore alla quota 70 considerata soglia per l'infermità mentale.

    Nel 2002 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha proibito l'esecuzione dei ritardati mentali, dichiarandola contraria all'Ottavo emendamento della Costituzione. La Corte ha però lasciato agli Stati la decisione su come determinare chi rientra nella categoria dei ritardati mentali.

    Il Texas ha stabilito che un ritardato mentale presenta le stesse caratteristiche del personaggio 'Lennie' del romanzo di John Steinbeck 'Uomini e topi', suscitando le ire dei familiari di John Steinbeck.

    "Prima del caso di Wilson, non avevo idea che uno Stato come il Texas si rifacesse a un personaggio creato da mio padre - afferma Thomas Styeinbeck, figlio di John Steinbeck - come riferimento per stabilire se qualcuno con infermità mentale possa vivere o meno. Sono sicuro che se mio padre fosse qui sarebbe arrabbiato e offeso nel vedere il suo lavoro usato in questo modo".
    Immagini allegate Immagini allegate  
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  7. #37
    Administrator L'avatar di Mauro
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Milano
    Messaggi
    2,851
    Post Thanks / Like
    Poi si lamentano se il Texas viene universalmente considerato come la patria dei bovari ricchi e ignoranti buoni solo a citare la bibbia come giustificazione al loro modo di intendere il mondo ... il tutto detto con il massimo rispetto per i mandriani di tutto il mondo, sia chiaro.

    Intanto ho una ragione in più per mettere questo autore fra coloro di cui devo fare (e magari approfondire) la conoscenza.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  8. #38
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Firenze
    Messaggi
    1,572
    Post Thanks / Like
    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    Poi si lamentano se il Texas viene universalmente considerato come la patria dei bovari ricchi e ignoranti buoni solo a citare la bibbia come giustificazione al loro modo di intendere il mondo
    Hai in buona parte ragione, Mauro.
    Tuttavia mi chiedo se sia giusto (non lo è, sicuramente) riferirsi solo ad un dato storico e di cronaca per tranciare giudizi morali su di un popolo intero.
    La Cina opera l'ottanta per cento delle esecuzioni capitali. Ci sono tantissime altre regioni, nel mondo, che eseguono la sentenza a morte o l'isolamento per i malati mentali (che è una morte civile, e quindi una esecuzione capitale) in misura notevolmente superiore agli Stati Uniti (parlo in termini di rapporto esecuzioni capitali/popolazione dello stato), tanto che USA, in proporzione, sono fra gli stati che meno ricorrono alla pena capitale.
    Basterebbe una semplice riflessione come questa per far pensare a come venga gestita la giustizia nel mondo. E soprattutto, il giudizio che se ne può trarre non deve in alcun modo inficiare la grandezza di un popolo.
    Una cosa è esporre le proprie idee; altra cosa è usare particolari atti di giudizio (che un popolo esprime) per demolire in toto l'integrità di una Nazione.

  9. #39
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    E' molto interessante questo comunicato stampa della Comunità di Sant'Egidio:

    8 Agosto 2012
    Comunicato Stampa
    L’esecuzione di Marvin Wilson, disabile mentale, in Texas. Un orrore doppio che aiuta a capire come la pena capitale è sempre un errore.
    Sarebbe bastato allo Stato rispettare la legge....

    Marvin Wilson, un disabile mentale di 53 anni, da ieri non vive più, perché ha ricevuto una dose unica di pentobarbital, il secondo in Texas a ricevere una sola iniezione letale invece di tre. Anche l’ultimo giustiziato, Yokamon Yearn, a luglio, aveva problemi mentali. Affetto da danni legati all’alcolismo della madre in fase fetale, ma il problema non era stato sollevato in maniera importante durante le fasi del processo.
    Marvin Wilson aveva difficoltà a contare, non si sapeva allacciare le scarpe. Quoziente di intelligenza documentato, 61. Il Texas ha messo in discussione che i test di intelligenza fossero accurati, e così ha ignorato la sentenza della Corte Costituzionale del 2002 che ha vietato l’esecuzione di “mentally retarded”.Il caso stesso era pieno di “buchi”. Non chiaro se avesse mai avuto davvero un ruolo nell’uccisione di un informatore della polizia e spacciatore di droga per cui un altro co-imputato ha ricevuto una condanna all’ergastolo accusando anni prima Marvin Wilson come autore materiale. Marvin Williams non aveva saputo difendersi, ovviamente.

    Una esecuzione come tante, ma diversa dalle altre, perché davvero contro un disabile mentale e contro la legge, anche se è una legge che attribuisce ai singoli stati americani la possibilità di decidere “quando” una persona ha ritardi mentali e quando no, quando può essere ritenuto responsabile e quando no.
    Ancora una volta la pena di morte, in America come nel resto del mondo, dipende dalla geografia e non dai reati o dalla necessità di difendere la società in maniera efficace.L’esecuzione di Marvin Wilson è un orrore che si aggiunge all’orrore ordinario della pena di morte e di ogni esecuzione. Mostra ancora più chiaramente la sua inutilità, la sua violenza, l’irrazionalità, la sproporzione della vendetta compiuta dallo stato a sangue freddo e l’eventuale colpa del passato, l’orrore della pena estrema verso chi non ha piena consapevolezza nemmeno delle cose normali della vita quotidiana.La Comunità di Sant’Egidio affianca la sua voce a quella delle vittime, di chi è stato ucciso molti anni fa e ai parenti di Marvin Wilson, a tutti gli attivisti per i diritti umani in Texas e a quanti nel mondo hanno lavorato a cercare di fermare, con noi, la macchina della morte anche in questo caso.

    Siamo particolarmente colpiti per la somiglianza con il caso di John Paul Penry, sempre in Texas. Ritardato mentale, aveva ricevuto più volte la data dell’esecuzione e nel 1999 la macchina della morte si era fermata dopo l’ultimo pasto, doppio cheeseburger e patatine fritte. La Comunità di Sant’Egidio aveva creato una mobilitazione mondiale per riaprire il caso di Penry. Per tre volte lo Stato del Texas ha provato a condannarlo di nuovo dopo che per due volte la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la sentenza. Per evitare una tortura durata trent’anni alla fine è stato chiuso il caso con un patteggiamento. Penry è vivo. Wilson è stato ucciso, contro il buon senso, contro la legge anche se c’erano appigli legali per giustiziarlo “legalmente”.

    L’iniezione letale continua a essere praticata anche dopo che l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, di Hands off Cain, del Governo italiano, di Reprieve, ha creato crescenti difficoltà e ha reso uno dei farmaci impossibile da trovare e da usare per uccidere. Gli Stati Uniti sono al livello più basso di esecuzioni da oltre un decennio. Anche in Texas i ritmi delle esecuzioni e delle condanne si sono abbassati. Ma anche una esecuzione soltanto è di troppo. Umilia un’intera società e crea nuove vittime. L’orrore della esecuzione di Marvin Wilson ce lo ricorda in maniera ancora più esplicita. La pena di morte va fermata, deve diventare una parte del passato come la schiavitù e la tortura. Ogni esecuzione è inumana, e aumenta il livello di violenza di una società. La battaglia continua. Anche per il Texas.

    http://www.santegidio.org/pageID/3/l...un_orrore.html
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #40
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    ‎Prossime esecuzioni programmate in Texas:

    August 22: John Balentine
    September 20: Robert Harris
    September 25: Cleve Foster
    October 18: Anthony Haynes
    October 31: Donnie Roberts
    November 8: Mario Swain
    November 14: Ramon Hernandez
    November 15: Preston Hughes
    December 12: Rigoberto Avila, Jr.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  11. #41
    Administrator L'avatar di Mauro
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Milano
    Messaggi
    2,851
    Post Thanks / Like

    Post

    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    Poi si lamentano se il Texas viene universalmente considerato come la patria dei bovari ricchi e ignoranti buoni solo a citare la bibbia come giustificazione al loro modo di intendere il mondo ...
    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Hai in buona parte ragione, Mauro.
    Tuttavia mi chiedo se sia giusto (non lo è, sicuramente) riferirsi solo ad un dato storico e di cronaca per tranciare giudizi morali su di un popolo intero.
    La Cina opera l'ottanta per cento delle esecuzioni capitali. Ci sono tantissime altre regioni, nel mondo, che eseguono la sentenza a morte o l'isolamento per i malati mentali (che è una morte civile, e quindi una esecuzione capitale) in misura notevolmente superiore agli Stati Uniti (parlo in termini di rapporto esecuzioni capitali/popolazione dello stato), tanto che USA, in proporzione, sono fra gli stati che meno ricorrono alla pena capitale.
    Basterebbe una semplice riflessione come questa per far pensare a come venga gestita la giustizia nel mondo. E soprattutto, il giudizio che se ne può trarre non deve in alcun modo inficiare la grandezza di un popolo.
    Una cosa è esporre le proprie idee; altra cosa è usare particolari atti di giudizio (che un popolo esprime) per demolire in toto l'integrità di una Nazione.
    No Carlo, non è per nulla giusto riferirsi solo ad un dato storico e di cronaca per tranciare giudizi morali su di un popolo intero e non è quello che ho fatto, ma mi sono semplicemente limitato a ricordare che esiste un becero luogo comune che però, a mio giudizio, in casi come questo trova una sua, seppur indiretta, conferma.

    Per quanto riguarda la pena capitale faccio questa considerazione.

    La Cina è un Paese con un sacco di difetti dovuti in gran parte al regime che la governa, difetti che rendono meno nobile una civiltà che vanta una storia millenaria e ricchissima di cultura, ma fra questi difetti non c'è di sicuro la pena capitale comminata in nome di precetti biblici (come in tutti i Paesi comunisti la religione ufficialmente non esiste) come invece fanno gli Stati Uniti in compagnia dei loro complementari Iran e Arabia Saudita, tanto per citarne due.
    Il problema è che nel caso dei Paesi arabi si liquida spesso la cosa come un evento barbaro messo in atto da Paesi e popolazioni retrograde e questo lo si può considerare in parte vero se giudichiamo scarsamente civile un Paese dove la morte di un individuo viene ancora considerata la giusta punizione per un crimine per quanto efferato esso sia.

    E qui mi cascano gli USA che sono l'unica Nazione dell'Occidente in cui ancora esiste la pena capitale nonostante essi stessi non dimentichino mai di ricordare al mondo di essere un esempio di civiltà e il fatto che le loro esecuzioni siano proporzionalmente inferiori a quelle di altri Paesi, non li rende, a mio avviso, migliori di questi altri.
    E io che sono una persona decisamente laica e che provo comunque un grande rispetto per chi vive in modo consapevole e caritatevole la parola di Cristo, trovo oltremodo offensivo, per la religione cristiana in sè e per chi la professa, il fatto che gli americani si ritengano una specie di popolo eletto a cui tutto è permesso in nome del Dio in cui credono (ché già trovo blasfema la scritta "In God we trust" sui dollari specie se penso alla cacciata dei mercanti dal Tempio).

    Con questo non intendo affatto demolire in toto l'integrità della Nazione o dei suoi abitanti, ma la libertà di esprimere un giudizio morale su quella che, a mio personalissimo modo di vedere, è un'aberrazione del principio di civiltà, me la prendo tutta.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  12. #42
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    La sentenza emessa il 17 agosto 2012 da un tribunale di Mosca, che ha condannato a due anni di carcere tre componenti del gruppo punk Pussy Riot, colpevoli di "teppismo per motivi di odio religioso", è secondo Amnesty International un duro colpo alla libertà d'espressione in Russia.


    Nome:   20120817_pasaran1.jpg
Visite:  191
Grandezza:  24.3 KB

    Le tre ragazze (di 24, 22 e 29 anni) in febbraio, bel pieno delle manifestazioni anti-Putin, ne inscenarono una contro l'appoggio datogli dalla chiesa per la rielezione. Salite sull'altare della Basilica di Cristo il Salvatore, la maggiore di Mosca, esibendosi in abiti sexy, implorarono la Vergine Maria di mettere fuori gioco Putin. Quando la scena è arrivata su Youtube, le ragazze furono arrestate.
    Nel trattamento delle imputate, private del sonno notturno tra le varie udienze, e di alimentazione, si conferma lo spirito implacabile del regime.

    Le tre ragazze, arrestate dall'antiterrorismo, non hanno mai fatto i nomi delle loro altre compagne (due, forse tre) tuttora latitanti e non identificate. Come si ricorderà, si erano esibite con dei coloratissimi cappucci di maglia.

    Nome:   T-7e75b9cb582f08a2b9331be6f100b953-350x244.jpg
Visite:  187
Grandezza:  39.6 KB

    Due delle Pussy Riot hanno figli piccoli e i loro avvocati hanno già chiesto di ottenerne la custodia legale in caso di condanna, per evitare che vengano dati in adozione ad altre famiglie.

    Mobilitazione in tutto il mondo per la sentenza giudicata eccessivamente dura.
    L'ex campione mondiale degli scacchi, Gary Kasparov, diventato uno dei più decisi oppositori del presidente Putin è una delle 100 persone che sono state arrestate davanti al tribunale di Mosca.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  13. #43
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    Domani, 10 ottobre, è la Giornata Mondiale contro la pena di morte

    Nome:   44187_10151105553208499_474345157_n.jpg
Visite:  179
Grandezza:  13.2 KB

    Il 10 ottobre la Coalizione mondiale contro la pena di morte e gli abolizionisti di tutto il mondo festeggiano il 10° anniversario della Giornata mondiale contro la pena di morte. Sono diversi i paesi nel mondo che, in questo decennio, hanno ridotto l'uso della pena di morte. La tendenza mondiale continua ad andare verso la completa abolizione.

    Quest'anno oltre a celebrare il decimo anniversario della Giornata mondiale contro la pena di morte, è anche il quarto anno in cui verrà presentata la risoluzione per una moratoria sulle esecuzioni alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

    Si possono firmare i due appelli di Amnesty International per la Giornata mondiale (io li ho firmati)

    www.amnesty.it/reggie-clemons-no-pena-di-morte

    www.amnesty.it/pena_di_morte_taiwan


    Nome:   10 ott.jpg
Visite:  149
Grandezza:  18.3 KB
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  14. #44
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    California: No all’abolizione della pena di morte.
    Il referendum prevedeva la sostituzione della pena di morte con l’ergastolo senza la possibilità di libertà anticipata.
    Il 54% ha votato no.
    L'abolizione della pena capitale avrebbe avuto valore retroattivo anche per i 720 detenuti in attesa nel braccio della morte.
    Gli abolizionisti avevano insistito molto nella loro campagna sui costi della pena capitale, ben piu' costosa dell'ergastolo. Da quando la pena di morte e' stata reintrodotta in California nel 1992, sono state eseguite 13 sentenze. Dal 2006 non vi sono piu' state esecuzioni, dopo che un giudice federale ha imposto alla California di migliorare le procedure e l'addestramento del personale per la somministrazione dell'iniezione letale ai condannati.



    In questi giorni il dibattito sulla pena di morte negli USA è tutto orientato ad Ovest, in California per l’esattezza, dove il 54% delle persone ha votato NO alla potenziale sostituzione della pena con l’ergastolo, un risultato che stride con gli altri traguardi raggiunti in questi giorni (Marijuana legalizzata in Colorado e Massachusetts, nozze gay in Maine, Maryland e Washington) dai cittadini di un'America sempre più liberale.

    Tuttavia tra i 33 Stati che ancora utilizzano la pena capitale c’è chi non la mette neanche in discussione, come il Texas: il governatore Rick Perry, governatore del Texas dal 2000, vanta il primato di 251 esecuzioni, molte delle quali veramente controverse.

    Tra i 50 Stati americani, 17 hanno cancellato la pena di morte, l’ultimo in ordine temporale è stato l’Illinois.



    Cosa accade nelle ore precedenti l'esecuzione:
    http://www.langleycreations.com/phot...line/index.htm
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #45
    Master Member L'avatar di daniela
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Brescia
    Messaggi
    3,844
    Post Thanks / Like
    2 novembre 2012: la Cina comincerà dall'anno prossimo ad eliminare gradualmente l'uso di prigionieri giustiziati come fonte di organi per i trapianti, ha reso noto un ricercatore governativo riportato dalla rivista dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

    La Cina introdurrà un nuovo sistema di donazione di organi per abbandonare la dipendenza da organi dei prigionieri giustiziati, ha dichiarato Wang Haibo, senior researcher presso il Ministero della Salute cinese, al numero di novembre del Bollettino dell'OMS.

    "Un sistema di trapianto di organi basato sui prigionieri del braccio della morte non è né etico né sostenibile, ha detto Wang, aggiungendo che il nuovo sistema sarà inaugurato al più tardi all'inizio dell'anno prossimo”.
    La Cina ha da tempo promesso di ridurre per gli organi la propria dipendenza dai condannati a morte, ma l'alta domanda e la cronica carenza di donazioni ha fatto si che i prigionieri del braccio della morte siano rimasti una sorgente importante, una situazione che genera grosse controversie.
    Wang ha precisato che la riduzione dell'uso di organi prelevati dai giustiziati sarà graduale, aggiungendo che il nuovo sistema richiederà la graduale eliminazione della vecchia pratica.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

Tag per questa discussione

Segnalibri

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •