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Discussione: Diritti umani e pena di morte

          
  1. #91
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    Ieri sera l'ineffabile TgCom24 ha aperto la sua rassegna stampa col giornalista che ha testualmente detto "Apriamo con la tragedia dei clandestini morti a Lampedusa"

    Clandestini

    Non migranti, rifugiati, profughi o qualsiasi altra definizione che, anche se magari in modo ipocrita, conceda un po' di umana pietà a gente che ha fatto una vita d'inferno e una morte peggiore, ma clandestini ovvero entità negative solo per il fatto di esistere ... questa è la percezione di una gran parte di questo Paese (e dell'Europa pure) per cui finito il clamore di questa tragedia (manco fosse la prima) tornerà tutto come prima e l'unico nero di cui tornerà ad occuparsi questo disgraziato Paese sarà Balotelli, anche lui tollerato solo perché ricco e famoso, ché se si comportasse come suo solito senza soldi in tasca sarebbe già a S.Vittore da un pezzo.

    Ho firmato anch'io l'appello Daniela, ma ormai sono pessimista al 1000% su questi argomenti, visto che nemmeno le parole di una grande autorità morale come il Papa servono a risolvere qualcosa.
    Sono convinto che anche agli altri paesi europei, tutto sommato, questa situazione faccia abbastanza comodo ... lasciano all'Italia e alla Spagna il lavoro sporco e loro si limitano a dare asilo a quelli che oltre al deserto e al mare, scampano anche agli sbarchi e alle mafie locali al termine di quella che è una sorta di spietata selezione naturale.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  3. #92
    Member L'avatar di donnadelfaro
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    Su questo tema mi esprimo con cautela. Mi limito a dire che non approvo assolutamente il modo di operare della giustizia italiana che non dà garanzia della pena, che risolve i problemi del sovraffollamento carcerario con l'indulto, che dà pene esigue a criminali patentati. Certo, io ho visto da vicino il barbaro assassinio dei coniugi Pelliciardi che abitavano a 500 mt da dove abitavo io. Uccisi da chi aveva usufruito dell'indulto pochi mesi prima. Ho anche visto con orrore la pena irrisoria che hanno dato all'assassino della figlia sedicenne della mia amica, uccisa a Roma da un ubriaco che guidava senza avere la patente. Ho visto anche una cara amica ridotta sul lastrico dopo avere investito tutto quello che aveva in un negozio di occhiali ed essere stata derubata di tutto per due volte in quindici giorni da una banda di albanesi, gli stessi che abbiamo accolto alla periferia di Udine con tanta enfasi. Detesto l'idea che in questo paese ogni criminale, se ha un buon avvocato, possa farla franca. E sai perché? Perché io sono sempre dalla parte delle vittime e mai dalla parte dei criminali. Francamente l'ultimo mio pensiero è mandare una cartolina a chi è in carcere, semmai avrei voglia di mandarla ai parenti di chi è stato ucciso o seviziato o derubato proprio da coloro ai quali tu, cara @daniela, vuoi mandare una cartolina. Penso anche che si faccia poca fatica a essere buoni con i criminali, fa poca fatica il giudice ad assolvere o a infliggere pene irrisorie, fa poca fatica chi non è mai stato derubato o chi non ha visto il proprio figlio morire per mano di questi assassini. Magari se un giorno queste "buone e comprensive" persone provassero che significa tutto questo e lo provassero sulla propria pelle la musica cambierebbe, eccome se cambierebbe!

  4. #93
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    Chi ha sbagliato è giusto che paghi. E il dolore dei familiari delle vittime è senza fine.
    Inoltre, non solo in Italia, chi può pagarsi un buon avvocato puo' farla franca. In Texas negli ultimi cinque anni circa il 75% delle sentenze capitali sono state inflitte ad afro-americani o ispanici.

    Ma uccidere chi ha ucciso è vendetta, non giustizia. E crea nuove vittime innocenti: i figli e i familiari del condannato a morte vivono da innocenti lo stesso dolore e la stessa ingiustizia subita dalla famiglia delle vittime.
    Certo è umanamente più che comprensibile che chi ha subito un lutto o una violenza voglia una giustizia "occhio per occhio, dente per dente", e ancora non sarebbe sufficiente a placare il loro dolore. Anch'io, se capitasse a me.
    Anche se ci sono stati molti casi di familiari che hanno fortemente voluto che venisse salvata la vita a chi aveva distrutto violentemente la vita altrui, l'idea della vendetta è umanamente piu' che comprensibile in chi ha subito un grave lutto.
    Lo Stato però dovrebbe amministrare giustizia, non vendetta.

    Negli Usa anzichè l'indulto per risolvere il sovraffollamento hanno preferito privatizzare la costruzione di nuove carceri, facendolo diventare un business redditizio.
    Lì negli ultimi anni si è assistito ad una lunga serie di nuove leggi che allungano la pena. L’esempio più eclatante è la “Three strikes law”, la legge “tre volte e sei eliminato” che prevede pene fino all'ergastolo, senza possibilità di libertà condizionata, per chi si macchi di tre reati, anche minori. Oggi hanno circa 3 milioni di detenuti, il 25% della popolazione carceraria mondiale, a fronte del 5% della popolazione. Non so se sono diventati un paese più sicuro o con più giustizia, sicuramente è evidente che le ragioni economiche diventano preponderanti anche quando si parla di argomenti giudiziari.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #94
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    10 ottobre 2013
    11° giornata mondiale contro la pena di morte

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    "Stop al crimine, non alla vita"
    Le autorità governative dovrebbero indirizzare la loro attenzione verso l’elaborazione di programmi globali di prevenzione della criminalità volti ad affrontarne le cause alla radice.
    Ciò che la maggior parte delle persone desidera è essere protetta dalla criminalità. Il sostegno alla pena di morte è una reazione comprensibile alla rabbia e alla paura causate da reati violenti, legato all’errata convinzione, sostenuta da molti politici, che le esecuzioni possano scoraggiare i crimini. Eppure la pena di morte è spesso promossa come misura chiave per combattere la criminalità, con poco o nessun investimento in altri provvedimenti che potrebbero meglio affrontare le questioni della sicurezza e della criminalità stessa, ivi compresi la corretta ed efficace attività di polizia e un sistema di giustizia penale equo ed efficiente.


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    Uno studio del Death Penalty Information Center (DPIC) indica che la maggior parte delle condanne a morte e degli enormi costi del sistema capitale statunitense provengono dal 2% delle contee degli Usa.
    Il totale delle contee negli Usa è 3143.
    Le contee che fanno ricorso più spesso alla pena di morte sono anche quelle che subiscono il più alto numero di sentenze annullate, e molte sono state giudicate responsabili di “gravissimi errori giudiziari”. L’annullamento di processi comporta, sempre per rimanere al fattore economico, altissimi costi ulteriori.
    Il luogo nel quale sono state giustiziate in assoluto piu' persone e' la contea di Harris, in Texas, della quale fa parte anche la citta' di Houston: dal 1976, sono state effettuate 115 esecuzioni.
    Lo studio si conclude notando che recentemente diversi stati hanno deciso di abolire la pena di morte anche in base alle considerazioni economiche.

    Florida (Usa): “Se la pena di morte non è un deterrente, e non lo è, e se la pena di morte non ci rende più sicuri, e non lo fa, allora è solo una costosa forma di vendetta” - Charles M. Harris, giudice della Florida, Gainsville Sun, 18 aprile 2012


    La Giornata mondiale contro la pena di morte 2013 è dedicata alla campagna contro la pena capitale nei paesi caraibici anglofoni.
    www.amnesty.it/La_pena_di_morte_nei_paesi_caraibici
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  6. #95
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    Che bello questo articolo che ho letto su Nessuno tocchi Caino, ve lo posto:

    Testimonianza per l’abolizione della pena capitale di Martin O’Malley, Governatore del Maryland

    Come Sindaco di Baltimora per sette anni, ho visto la nostra città diventare la più violenta e intossicata dalla droga in America. Ero molto, molto vicino all’esasperazione, a uno stato di angoscia, a un punto davvero drammatico. Sono stato testimone di crimini orrendi, reati violenti, omicidi, crimini contro l’umanità e contro i nostri stessi figli. Delitti che invocavano giustizia.

    Per tutto il tempo in cui la città di Baltimora ha visto se stessa scivolare giù fino al punto di diventare la città più violenta e dedita alla droga d’America, la pena di morte è stata presente nei codici e non ha fatto assolutamente nulla per impedire questi crimini terribili.

    Con uno sforzo concertato – facendo le cose che funzionano – abbiamo abbattuto la criminalità violenta del 42 per cento a Baltimora. Non grazie alla pena di morte, non per via di un uso massiccio della pena di morte, ma facendo le cose che funzionano. Informazioni tempestive e accurate condivise da tutti, ComStat [abbreviazione di “statistiche computerizzate”], allocazione mirata di risorse, soluzione di casi criminali, azioni penali più efficaci, un migliore e più ampiamente disponibile trattamento della tossicodipendenza... tutte queste cose funzionano.

    Anche a livello statale stiamo facendo le cose che funzionano davvero per salvare vite umane: un’azione di polizia più efficace, una migliore tecnologia, strategie più intelligenti. E insieme con le forze dell’ordine, noi abbiamo portato i crimini violenti e gli omicidi ai livelli più bassi degli ultimi tre decenni.

    Soprattutto in tempi difficili, se una politica pubblica è costosa e non funziona, a me sembra che si debba smettere di adottarla.

    La pena di morte è esattamente questo. E’ costosa ed è evidente in modo schiacciante che non funziona.

    In uno studio del 2009, l’88 per cento dei criminologi ha detto di non credere che la pena di morte scoraggi la criminalità violenta. La maggior parte dei capi della polizia ha concordato con loro, secondo una ricerca condotta separatamente lo stesso anno.

    Faccio fatica a ricordare un solo episodio che abbia mai avuto luogo nella città di Baltimora – un omicidio o tentato omicidio – in cui uno qualsiasi dei colpevoli abbia mai confessato o comunicato di avere riflettuto per due secondi, sapendo che rischiava la pena di morte, prima di premere il grilletto.

    Ogni dollaro che buttiamo in un inefficace, imperfetto, arbitrario sistema capitale per punire omicidi passati, è un dollaro che non stiamo investendo per evitare omicidi futuri.

    Una polizia efficace, l’Iniziativa per Prevenire la Violenza, la banca dati del DNA, delle impronte digitali, i lettori di targhe… queste sono tutte cose che funzionano, che servono a prevenire i crimini, a risolvere i casi, a ridurre i reati violenti e gli omicidi. L’abolizione della pena di morte in Maryland potrebbe liberare milioni di dollari da usare per fare di più di queste cose che funzionano davvero.

    Infine, nel nostro mondo sempre più strettamente connesso, la maggior parte delle esecuzioni pubbliche oggi avviene in soli sette paesi: l’Iran, l’Iraq, la Repubblica Popolare Cinese, la Corea del Nord, l’Arabia Saudita, lo Yemen. E gli Stati Uniti d’America.

    Signor Presidente, membri del Comitato, la nostra Repubblica non è stata fondata sulla paura o sulla vendetta o sul castigo, ma sulla libertà e la diversità.

    La libertà, la giustizia, la dignità di ogni individuo, uguali diritti di fronte alla legge… Questi sono i principi che connotano il nostro carattere. Sono il patrimonio della nostra grande nazione, e la pena di morte è in contrasto con questi principi.

    La pena di morte non ci rende più forti o più sicuri come popolo. Né la pena di morte rende le nostre leggi più efficaci o più giuste. La pena capitale è costosa, non funziona, e noi dovremmo sostituirla con l’ergastolo senza condizionale.



    Testimonianza davanti alle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera

    Annapolis, Maryland, 14 febbraio 2013


    www.nessunotocchicaino.it/bancadati...idtema=17308309

    P.S. Il Maryland ha abolito la pena di morte diventando il diciottesimo stato degli Stati Uniti ad abolire la pena capitale. Il 2 maggio 2013, il governatore dello stato Martin O’Malley, democratico, ha firmato una legge che abolisce la pena, che sarà sostituita dall’ergastolo.
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  7. #96
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    CITIES FOR LIFE 2013

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    Oggi, sabato 30 novembre, in collegamento con migliaia di città in tutto il mondo, il COLOSSEO sarà illuminato per dire NO ALLA PENA DI MORTE.

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    L’evento del 30 novembre al Colosseo divenuto simbolo mondiale di questa Giornata, si svolgerà in contemporanea con altri appuntamenti in oltre 1600 citta, di cui 70 capitali dei cinque continenti: una mobilitazione planetaria che vuole riaffermare la necessità di una giustizia dal volto umano, e punta a convincere i paesi che ancora la mantengono della inutile crudeltà della pena di morte.

    www.santegidio.org/pageID/3/langID/...IRETTA_WEB.html

    trova l'evento vicino a te:
    http://citiesforlife.santegidio.org/mappa/
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  8. #97
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    India, “12enne la ragazza stuprata e arsa viva. Era incinta di uno degli aguzzini”


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    Nuovo tragico caso di violenza di gruppo contro una ragazza in India. Una ragazza di 12 anni è stata oggetto di stupro per due volte consecutive per essere poi bruciata dai suoi stessi aggressori e morire per le ustioni riportate.
    E' successo a Madhyagram, non lontano da Calcutta, dove la ragazza è stata attaccata per la prima volta il 26 ottobre da sei uomini nei pressi della sua abitazione. La violenza si è ripetuta identica il giorno successivo quando la giovane stava tornando a casa dal commissariato in cui aveva denunciato il primo stupro.
    Lo scorso 23 dicembre un uomo l'ha raggiunta in casa e, secondo quanto testimoniato dai familiari, l'ha minacciata di "gravi conseguenze" se non avesse ritirato la denuncia. Più tardi quel giorno, le è stato dato fuoco. E' morta il 31 dicembre per le ustioni riportate. Dall'autopsia è emerso che era incinta.



    http://www.repubblica.it/esteri/2014...iata-74986704/

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...uzzini/830909/
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  10. #98
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    16.01.2014 Ohio: condannato a morte spira dopo 15 minuti di terrificante agonia


    Quindici minuti di purissimo orrore, sotto lo sguardo atterrito dei suoi figli. Questa l'agonia che ha preceduto il trapasso di Dennis McGuire, condannato alla pena capitale e giustiziato nel carcere di Lucasville, Ohio, con una doppia iniezione sperimentale, mai utilizzata prima e rivelatasi un tragico fallimento.

    Sapeva di dover morire, ma neanche i suoi peggiori incubi avrebbero potuto prepararlo a quanto lo aspettava. "Sto per andare in cielo, ci vediamo lì quando arriverete anche voi", la frase pronunciata dal condannato all'indirizzo dei due figli, un maschio e una femmina, oggi adulti, radunati nella stanza attigua alla camera della morte per seguire l'esecuzione.

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    Un sedativo, il midazolam, e un anestetico, l'idromorfone. Questa la combinazione che provoca "intenso dolore e panico" facendo provare al condannato la sensazione di "mancanza d'aria", sperimentata dallo Stato dell'Ohio per la fallimentare doppia iniezione, perché il produttore della sostanza adottata fino ai casi più recenti, il sedativo pentobarbital, aveva deciso di non concederla più alla pena capitale.

    Quando le sostanze sono state iniettate nelle sue vene, prima di perdere conoscenza, McGuire ha continuato a salutare i figli aprendo e chiudendo la mano sinistra. Poi è rimasto immobile per cinque minuti. L'illusione che potesse essere finita lì. Invece no. Dopo quel primo, interminabile intervallo, l'uomo ha iniziato a boccheggiare sonoramente, alla disperata ricerca di ossigeno. "Oh mio Dio", ha urlato Amber McGuire, assistendo alla straziante agonia del padre.

    Dennis McGuire ha continuato a sbuffare per alcuni minuti, poi la sua resistenza si è andata affievolendo. Il condannato ha continuato ad aprire e chiudere la bocca senza emettere più alcun suono, mentre il ventre si gonfiava e sgonfiava, prima spasmodicamente, poi sempre più lentamente. La fine è giunta quindici minuti dopo la doppia iniezione. Una delle esecuzioni più lunghe da quando la pena capitale è stata reintrodotta in Ohio, nel 1999.

    Sergio d'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: "È la riprova che non esiste un metodo 'umano', dolce e indolore di eseguire la pena di morte". "Quel che è accaduto in Ohio è una violazione del principio della Costituzione americana che vieta ogni punizione 'crudele e inusuale'. È ora che l'America si liberi di un sistema così arcaico e barbaro di fare giustizia", ha aggiunto.

    http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18300702
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  12. #99
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    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  14. #100
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    16.01.2014 Ohio: condannato a morte spira dopo 15 minuti di terrificante agonia

    Sergio d'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: "È la riprova che non esiste un metodo 'umano', dolce e indolore di eseguire la pena di morte".
    Ma non sarà mai comunque una questione di metodo ... è semplicamente una questione di giustizia che non dovrebbe essere arcaica secondo l'uso "Occhio per occhio" che è un modo di pensare che pertiene a una società vecchia di tremila anni, ma dovrebbe adattarsi alla (teorica) civiltà avanzata a cui il mondo è arrivato.

    Però forse è la società stessa che ultimamente è regredita invece che andare avanti.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  16. #101
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    Ma non sarà mai comunque una questione di metodo ...
    E' vero.
    Bisogna però considerare che i movimenti abolizionisti cercano ogni appiglio per far dichiarare incostituzionale la pena di morte, e questi nuovi farmaci che non rendono incosciente il condannato e lo sottopongono a una lunga agonia prima della morte, potrebbero essere considerati in contrasto con l'ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, che vieta le pene crudeli e inconsuete.

    Dopo la reintroduzione della pena di morte nel 1976 la Corte Suprema si è orientata verso l’eliminazione dei metodi di esecuzione maggiormente violenti, eliminando man mano l’uso dell’impiccagione, della fucilazione e infine anche della sedia elettrica, per rispettare il disposto dell’ottavo emendamento.

    In seguito alle pressioni dei movimenti contro la pena di morte e della pubblicità negativa che ne deriva, le aziende farmaceutiche che prima fornivano il Pentobarbital hanno ritenuto più opportuno evitare di fornirlo per le esecuzioni, pertanto gli Stati che eseguono condanne a morte hanno dovuto farsi autorizzare nuovi protocolli con altre sostanze, che a quanto pare rendono ancora più lunga e dolorosa l'esecuzione, annullando l'effetto apparente di "operazione chirurgica o di morte pulita" e rendendo evidente che uccidere una persona è un atto violento e crudele, anche se è lo Stato a compierlo.

    L'ottavo emendamento è legato al dibattito sulla costituzionalità della pena di morte.

    « Excessive bail shall not be required, nor excessive fines imposed, nor cruel and unusual punishments inflicted. » « Non si dovranno esigere cauzioni eccessivamente onerose, né imporre ammende altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e inconsuete. »
    (Ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America)


    http://it.wikipedia.org/wiki/VIII_em..._d'America
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  17. #102
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    6 marzo: Giornata europea dei giusti

    Il 6 marzo si celebrerà la seconda Giornata europea dei Giusti, nella data che ricorda la scomparsa di Moshe Bejski, l’artefice del Viale dei Giusti di Gerusalemme, per ricordare chi ha saputo cercare il bene con la scelta di difendere la dignità umana nei momenti bui.

    Se ci sono stati ieri, durante i momenti più bui della storia, degli uomini che hanno sentito il richiamo della propria coscienza e non si sono fatti omologare, significa che l’essere umano ha sempre dentro di sè una bussola misteriosa che lo può spingere a discernere il Bene dal Male, a sentire il richiamo dell’altro uomo, ad assumersi una responsabilità.

    In Siria Ghiatah Matar (1986-2011), giovane pacifista siriano, durante le manifestazioni distribuiva acqua e fiori ai soldati fedeli al regime. Era convinto che attraverso quel suo gesto, così vicino alla filosofia non violenta di Gandhi, i soldati inviati dal regime a uccidere i manifestanti sentissero il peso della loro coscienza. Il suo esempio ebbe così successo che venne replicato da tanti giovani siriani in numerose città, fino a quando Ghiatah venne arrestato e il suo corpo senza vita e torturato fu lasciato come monito davanti alla casa dei suoi genitori. Il suo messaggio di pace e di conciliazione non doveva passare.

    Nome:   10283giath-matar.jpg
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    liberamente tratto da : http://www.gariwo.net/pagina.php?id=10391
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  18. #103
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    Davvero inquietante pensare a quanto bene ci sia nel cuore di un 25enne ... tanto al punto da scatenare (come spesso, purtroppo, accade) una reazione che definire spropositata è riduttivo.

    E non ho buone impressioni per il futuro dell'Ucraina.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  20. #104
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    9 aprile 2014: Ramiro Hernandez-Llanas, 44 anni, ispanico, è stato giustiziato.
    E' la 275° persona giustiziata in Texas dal governatore Rick Perry.

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    (Rick Perry, governatore del Texas dal 2001 ad oggi)

    Ramiro era uno dei 51 condannati a morte di nazionalità non statunitense che, secondo una sentenza del 2004 della Corte Penale Internazionale dell'Aja, non avrebbero dovuto essere giustiziati perché nei loro confronti gli Stati Uniti hanno commesso delle irregolarità al momento dell'arresto.

    Il Texas però non ritiene di dover rispettare un accordo sottoscritto dal governo federale, e nel corso degli anni, nonostante le proteste dei governi centramericani, ha già giustiziato 4 messicani ed un honduregno.

    Subito dopo l'esecuzione il ministero degli esteri messicano ha emesso un comunicato di protesta: "Questo è il 4° caso di un cittadino messicano giustiziato in evidente violazione della sentenza del Tribunale Internazionale dell'Aja. l governo del Messico esprime la sua più vigorosa protesta e denuncia l'inadempienza degli Stati Uniti."

    (liberamente tratto da Nessuno Tocchi Caino)
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  21. #105
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    Rubin Carter, l'ex peso medio noto come 'Hurricane', è morto a 76 anni. Leggenda della boxe anni 60, era diventato il simbolo dell'ingiustizia: condannato per un triplice omicidio mai commesso, passò da innocente vent'anni in prigione.




    Nel 1966 venne infatti accusato di un triplice omicidio in seguito ad una sparatoria in un locale del New Jersey, che gli costò una condanna a due ergastoli. Fu condannato da una giuria di soli bianchi dopo la testimonianza decisiva di due criminali, Alfred Bello e Arthur Bradley, che in seguito ritrattarono le loro versioni.
    Gran parte dell'opinione pubblica si schierò dalla parte di Carter, sostenendo che l'accusa era motivata esclusivamente da motivi razziali. Così il pugile divenne un simbolo della lotta alle discriminazioni razziali. Nel 1985, venne scarcerato e nel 1988 caddero ufficialmente tutte le accuse contro di lui. Non si arrese mai, né mai smise di professarsi innocente.

    La sua lotta e la sua storia restano vive in Hurricane, la canzone di oltre 8 minuti che Bob Dylan scrisse nel 1975 dopo aver letto l'autobiografia "The Sixteenth Round" e dopo averlo incontrato in carcere. Sulla vita del pugile si ispira anche un film del 1999, 'Hurricane - Il grido dell'innocenza', per il quale Denzel Washington ottenne la candidatura agli Oscar.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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