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Discussione: Video/Poesie

          
  1. #31
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    VORREI SAPERE QUANDO TI HO PERSO.. di joyce LUSSU.



    Rosy


    Vorrei sapere quando ti ho perso

    Vorrei sapere quando ti ho perso
    in quale data in che momento
    forse quel martedì ch’ero triste
    o un mese prima d’averti visto
    forse quella domenica pomeriggio
    ch’ero allegra e parlavo troppo di me
    forse in una data remota
    inesplicabile e ignota
    come il tre marzo del millenovecentotré

    Vorrei sapere dove ti ho perso
    in che punto preciso della città
    forse davanti ad un semaforo
    forse in un bar o in una stanza
    forse dentro ad un sorriso
    forse lungo una lacrima
    che colava giù per una guancia
    forse tra le aureole gialle dei lampadari
    sospese nella nebbia dei viali.

    Vorrei sapere perché ti ho perso
    il motivo la necessità dell’errore
    forse perché non c’è tempo
    o perché c’è stato l’inverno
    e adesso viene la primavera
    ma con tanto poco sole
    tra i muri d’acciaio e cemento
    che tremano per il rumore
    delle macchine,delle fabbriche,degli ascensori.
    Ma non voglio sapere che ti ho perso
    che ti ho perso e dove e quando e perché.

    Joyce Lussu

    Bellissima!!!
    Non conoscevo la traduzione di Lussu. I versi sono veramente toccanti e di fatto mi toccano ogni volta che li leggo o li sento.
    Mi capita di tanto in tanto di andare al cimitero di Fluntern a Zurigo, vicino allo Zoo. È un luogo appartenente ad un'altra dimensione, non so se grazie alla presenza di Joyce e di Canetti o semplicemente perché è allo stesso tempo terribilmente normale e terribilmente sublime... Se un giorno ti capita di passare da Zurigo, devi assolutamente fare una sosta in quel luogo. Anche pochi inuti ti trasportano in un mondo parallelo trascendente e un po' fatato. Questa almeno è la mia sensazione, ma sono di parte. Sono originario del canton Zurigo e quindi mi lascio trasportare emotivamente...

    Rupert

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  3. #32
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    Bellissima!!!
    Non conoscevo la traduzione di Lussu. I versi sono veramente toccanti e di fatto mi toccano ogni volta che li leggo o li sento.
    Mi capita di tanto in tanto di andare al cimitero di Fluntern a Zurigo, vicino allo Zoo. È un luogo appartenente ad un'altra dimensione, non so se grazie alla presenza di Joyce e di Canetti o semplicemente perché è allo stesso tempo terribilmente normale e terribilmente sublime... Se un giorno ti capita di passare da Zurigo, devi assolutamente fare una sosta in quel luogo. Anche pochi inuti ti trasportano in un mondo parallelo trascendente e un po' fatato. Questa almeno è la mia sensazione, ma sono di parte. Sono originario del canton Zurigo e quindi mi lascio trasportare emotivamente...

    Rupert
    Ci andrò.
    A me è "accaduta" la stessa profonda emozione, nel camminare nell'atmosfera tutta particolare del cimitero ebraico di Praga, non quello vecchio, che pur suggestivo è un insieme quasi disordinato di tombe vecchie e vecchissime...ma quello nuovo, dove c'è tra le altre la tomba di Kafka.
    Diverso da tutti.
    ciao!
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  4. #33
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    Giovanni Nuti canta Alda Merini dall'album Rasoi di Seta
    Il Bacio con la voce recitante di Alda Merini

    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #34
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    I Figli - Khalil Gibran

    Un brano tratto da "Il Profeta" di Khalil Gibran. Una grande verità.

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #35
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    Alda Merini - Vedessi com'è grande i pensiero dell mare

    Un piccolo gioiello.

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  7. #36
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    Leonard Cohen - Chiamarti Erba

    Poesia tratta da "Le spezie della Terra".




    N.B.: Basta chiudere gli occhi e ascoltare...questo un video che ognuno può personalizzare.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  8. #37
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    Forugh Farrokhzad - Mi fa pena il giardino



    Mi fa pena il giardino



    Nessuno pensa ai fiori
    nessuno pensa ai pesci
    nessuno vuole credere
    che il giardino sta morendo,
    che s’infiamma il cuore del giardino
    sotto il sole
    che piano piano si svuota
    la memoria del giardino dei suoi verdi ricordi,
    e i sensi del giardino
    paiono ormai una cosa spoglia
    consumata nel giardino solitario.
    Solo è il cortile di casa nostra
    Il cortile di casa nostra
    adesso sbadiglia
    in attesa che piova da una nuvola
    sconosciuta,
    vuota è la vasca del giardino di casa nostra.
    Le minute stelle inesperte
    crollano al suolo dalle cime degli alberi,
    e a notte, dalle finestre della casa dei pesci,
    risuonano colpi di tosse.
    Solo è il cortile di casa nostra.

    Papà dice che
    è troppo tardi, è troppo tardi,
    è troppo tardi per me
    gravato del mio carico
    ho fatto quel che potevo.

    E nella sua stanza, da mattina a sera,
    legge il Libro dei Re, o il Compendio delle Storie.
    Papà dice a mia madre
    Maledetti pesci e uccelli, cosa importa?
    Quando morirò che differenza fa
    che il giardino resti ancora lì
    o sparisca,
    mi basta la mia pensione.

    Per tutta la vita mia madre
    è stata tappeto di preghiera
    srotolato sulle spaventose bocche
    dell’inferno,
    mia madre, sempre mia madre,
    nel fondo di ogni cosa
    cerca i passi del peccato,
    e crede che il giardino sia macchiato
    dalla miscredenza di una pianta.
    Mia madre prega tutto il giorno,
    mia madre peccatrice di sua natura
    soffia benedizioni su ogni fiore
    e soffia su tutti i pesci
    e soffia
    su se stessa.
    Aspetta mia madre, l’avvento dell’Imam
    Nascosto
    e la grazia che calerà sulla terra.

    Sepolcro, così chiama mio fratello
    Il giardino.
    Mio fratello ride degli steli avviluppati
    E discordi delle erbe,
    e conta le spoglie dei pesci
    che sotto il pelo malsano dell’acqua
    si disfano in grani corrotti.
    Mio fratello si ammala di filosofia
    e non vede altra cura per il giardino
    che la sua distruzione.
    Si ubriaca
    e sfonda porte e pareti
    a pugni stretti,
    e cerca di dire quanto stanco e troppo
    e triste e disperato,
    e porta in strada e al mercato
    il suo sconforto come la carta d’identità
    l’agenda, e il fazzoletto, l’accendino, la sua penna.
    Il suo sconforto
    è così minuto che ogni notte
    si perde tra la folla nelle taverne.

    E mia sorella, che era amica dei fiori,
    e che quando mia madre la picchiava
    raccoglieva per quei fiori gentili e silenziosi
    le parole più pure del suo cuore,
    ogni tanto invitava con i dolci la famiglia dei pesci
    a una festa verso il sole.
    Oggi vive mia sorella all’altro capo della città
    nella sua casa falsa
    con falsi pesci rossi
    raccolta nell’amore del suo marito falso
    sotto i rami di falsi meli,
    e canta false canzoni,
    e mette al mondo figli veri
    mia sorella
    ogni volta che viene a trovarci
    e sporca i lembi della sua gonna
    con la miseria del giardino
    si bagna nell’acqua di colonia,
    mia sorella è gravida,
    ogni volta che viene a trovarci.

    Solo è il cortile di casa nostra
    Solo è il cortile di casa nostra,
    tutto il giorno dalla porta giunge il suono
    di qualcosa che lenta si fa a pezzi
    ed esplode,
    i nostri vicini non seminano fiori nei loro giardini
    granate e mitraglie essi piantano,
    i nostri vicini ricoprono le vasche azzurre
    dei loro orti
    e senza volerlo
    ricolmano di polvere da sparo le vasche loro
    azzurre.
    E i bambini della nostra via riempiono le loro borse
    Con piccole bombe.
    Turbato è il cortile di casa nostra.

    Mi fa paura il tempo
    che disperde il suo cuore.
    Ho paura del vuoto inutile di tutte queste mani,
    ho paura dell’immagine estranea di tutte queste facce.
    Sono sola, io
    come l’allievo che ama follemente
    la sua lezione di geometria
    e penso che si può condurre il giardino all’ospedale
    e penso
    e poi penso
    e penso…
    e s’infiamma il cuore del giardino
    sotto il sole
    e piano piano si svuota
    la memoria del giardino
    dei suoi verdi ricordi.

    Forugh Ferrokhzad

    Traduzione di Domenico Ingenito

    * Questi versi appartengono a una raccolta postuma di sue poesie e pubblicate nel 1974. Una poesia , questa della Forugh Ferrokhzad , ancora terribilmente attuale.
    Il video, realizzato da Anna Lisa Giardina e Hamed Momeni, è stato finalista al Talent Prize del 2011
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  10. #38
    Patrizia
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    anche se questo video stravolge l'origine dell'ispirazione...

    Shakespeare

  11. #39
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    Veleta - Federico García Lorca

    Veleta (Libro de Poemas, 1921)
    Heitor Villa-Lobos – Melodia Sentimental




    Banderuola

    Vento del sud,
    bruno, ardente,
    scendi sulla mia carne
    e porti semi
    di sguardi
    brillanti col profumo
    d’aranceti.
    Fai arrossire la luna
    e singhiozzare
    i pioppi prigionieri, ma vieni
    troppo tardi!
    Ho già deposto la notte del mio racconto
    nello scaffale.
    Senza vento,
    credimi,
    gira, cuore;
    gira, cuore.
    Vento del nord,
    orso bianco del vento!
    Scendi sulla mia carne
    tremante d’aurore boreali
    col tuo strascico di spettri capitani
    e ridendo di Dante.
    O pulitore di stelle!
    Ma vieni
    troppo tardi.
    La casa dell’anima è coperta di muschio
    e ho perso la chiave,
    Senza vento,
    credimi,
    gira, cuore;
    gira, cuore.
    Brezze, gnomi e venti
    di nessun luogo.
    Zanzare della rosa
    di petali a piramide.
    Alisei filtrati
    fra gli alberi rudi,
    flauti nella burrasca
    lasciatemi!
    Il mio ricordo
    trascina pesanti catene
    e l’uccello è prigioniero
    quando disegna di trilli
    la sera.
    Le cose che se ne vanno non tornano piú,
    tutti lo sanno,
    e fra l’illustre moltitudine dei venti
    è inutile lamentarsi.
    Non è vero, pioppo, maestro di brezza?
    È inutile lamentarsi.
    Senza vento,
    credimi,
    gira, cuore;
    gira, cuore.

    Fuente Vaqueros, Granada, luglio 1920
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  13. #40
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    Ode al primo giorno dell'anno - Pablo Neruda

    Oda al primer día del año, Tercer libro de odas, Terzo libro delle odi, 1957


    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  15. #41
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    Discorso all'Ufficio oggetti smarriti - Wislawa Szymborska






    Discorso all’Ufficio oggetti smarriti


    Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
    e anche molti dei per via dall’Est all’Ovest.
    Mi si e’ spenta per sempre qualche stella, svanita.
    Mi e’ sprofondata nel mare un’isola, e un’altra.
    Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
    chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
    Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
    e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
    Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
    me ne uscivo di senno piu’ e piu’ volte.
    Da tempo ho chiuso su tutto cio’ il mio terzo occhio,
    ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.

    Perduto, smarrito, ai quattro venti se n’e’ volato.
    Mi stupisco io stessa del poco di me che e’ restato:
    una persona singola per ora di genere umano,
    che ha perso solo ieri l’ombrello sul treno.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  17. #42
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    Les Roses de Saadi di Marceline Desbordes-Valmore



    Les Roses De Saadi

    J'ai voulu ce matin te rapporter des roses ;
    Mais j'en avais tant pris dans mes ceintures closes
    Que les nœuds trop serrés n'ont pu les contenir.

    Les nœuds ont éclaté. Les roses envolées
    Dans le vent, à la mer s'en sont toutes allées.
    Elles ont suivi l'eau pour ne plus revenir ;

    La vague en a paru rouge et comme enflammée.
    Ce soir, ma robe encore en est tout embaumée…
    Respires-en sur moi l'odorant souvenir.

    Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859)

    .................

    Volevo portarti delle rose questa mattina
    ma ne avevo raccolte così tante nel mio corsetto
    che i nodi troppo stretti non hanno potuto contenerle.

    I nodi sono esplosi. Le rose sono volate via
    nel vento e al mare sono tutte arrivate..
    Hanno seguito l’acqua per non tornare più;


    l'onda è apparsa rossa, come in fiamme.
    Stasera il mio vestito ancora ne è profumato.
    Respirane su di me l'odoroso ricordo.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  19. #43
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    Una delle mie preferite: ANCHE ORA CHE LA LUNA , di Beppe Costa, letta da Arnoldo foà.



    ( Foto del Salento, parole splendide e tristi)

    ANCHE ORA CHE LA LUNA…

    Anche ora che la luna...
    a che serve se quando tu c’eri
    lei era già andata via
    Anche ora che la luna c’è non ci sei tu
    e mi domando se anche le stelle giocano con te
    come te e ancora mi domando se nella terra
    dove sei voluta andare c’è la stessa luna e lo stesso mare

    Anche ora che la luna torna
    tu forse se tornerai, tu ritornerai diversa
    non sarai più con me che non ho luce
    e non ho stelle in universi andati
    avevo speso i miei pensieri tutti per te
    E non ne trovo altri, cerco invano prima
    che la luna torni mentre non ci sei
    Non ci sei più e mi chiedo se la luna ha trucchi
    e inganni se ha complici o tiranni d’amore
    quella luna che non c’è

    Ed io qui seduto davanti la soglia
    e tu a guardare altro cielo altro mare
    dove la luna che qui non c’è
    lì c’è!
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  21. #44
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    William Blake, The Tiger




    TIGER, tiger, burning bright
    In the forests of the night,
    What immortal hand or eye
    Could frame thy fearful symmetry?

    In what distant deeps or skies
    Burnt the fire of thine eyes?
    On what wings dare he aspire?
    What the hand dare seize the fire?

    And what shoulder and what art
    Could twist the sinews of thy heart?
    And when thy heart began to beat,
    What dread hand and what dread feet?

    What the hammer? what the chain?
    In what furnace was thy brain?
    What the anvil? What dread grasp
    Dare its deadly terrors clasp?

    When the stars threw down their spears,
    And water'd heaven with their tears,
    Did He smile His work to see?
    Did He who made the lamb make thee?

    Tiger, tiger, burning bright
    In the forests of the night,
    What immortal hand or eye
    Dare frame thy fearful symmetry?

    Tigre! Tigre! Divampante fulgore
    Nelle foreste della notte,
    Quale fu l'immortale mano o l'occhio
    Ch'ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?

    In quali abissi o in quali cieli
    Accese il fuoco dei tuoi occhi?
    Sopra quali ali osa slanciarsi?
    E quale mano afferra il fuoco?
    Quali spalle, quale arte
    Poté torcerti i tendini del cuore?
    E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
    Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

    Quale mazza e quale catena?
    Il tuo cervello fu in quale fornace?
    E quale incudine?
    Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

    Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
    e il paradiso empivano di pianti?
    Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
    Chi l'Agnello creò, creò anche te?

    Tigre! Tigre! Divampante fulgore
    Nelle foreste della notte,
    Quale mano, quale immortale spia
    Osa formare la tua agghiacciante simmetria?

    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  23. #45
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    Cesare Pavese - In the morning you always come back






    Lo spiraglio dell'alba
    respira con la tua bocca
    in fondo alle vie vuote.
    Luce grigia i tuoi occhi,
    dolci gocce dell'alba
    sulle colline scure.
    Il tuo passo e il tuo fiato
    come il vento dell'alba
    sommergono le case.
    La città abbrividisce,
    odorano le pietre -
    sei la vita, il risveglio.

    Stella sperduta
    nella luce dell'alba,
    cigolio della brezza,
    tepore, respiro -
    è finita la notte.
    Sei la luce e il mattino.

    20 marzo 1950

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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