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Discussione: Curiosità sul Giallo e dintorni

          
  1. #16
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Ciao a tutti, ringrazio Dolores per il cortese invito a partecipare a questo interessantissimo forum e le faccio i complimenti per il superbo lavoro che ha migliorato molto gli appunti sul giallo che ho inserito su aNobii.

  2. #17
    Senior Member L'avatar di Cecilia (Teresa)
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Ciao Chomsky, benvenuto! Se ti va, su presentazioni ci puoi raccontare di te

  3. #18
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Grazie Cecilia (Teresa) vado subito a presentarmi

  4. #19
    Io L'avatar di dolores
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Tra i precursori del giallo si può indubbiamente annoverare anche la baronessa di origini ungheresi Emmuska Orczy, famosa anche per il personaggio della "Primula rossa", nome che da allora per antonomasia definisce un personaggio inafferrabile.



    Nel 1901 la baronessa pubblica sul Royal Magazine alcuni racconti che hanno come protagonista "Il vecchio nell'angolo", primo armchair detective (detective in poltrona), un curioso personaggio che risolve gli enigmi seduto in un caffè. Nel 1909 questi racconti verranno raccolti in un volume "The Old Man in the Corner".



    L'anno successivo fu pubblicato "Lady Molly of Scotland Yard" raccolta di dodici racconti che hanno come protagonista Molly Robertson-Kirk più nota come Lady Molly di Scotland Yard, che anticipa di dieci anni la reale presenza femminile nel prestigioso corpo di polizia.

    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  5. #20
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni



    I rapporti tra letteratura “alta” e letteratura poliziesca sono sempre stati contraddittori e ambigui. Da un lato gli intellettuali hanno da subito considerato il giallo un genere secondario di letteratura, poco impegnativa, scritta sciattamente, un passatempo usa e getta destinato ad un pubblico rozzo e quasi analfabeta, malgrado scrittori affermati come Wilkie Collins con “La pietra di Luna” e Charles Dickens con “Il mistero di Erwin Drood” (romanzo rimasto incompiuto a causa della morte dello scrittore) si fossero dedicati con successo alla detection story. (Sul romanzo di Dickens, Fruttero e Lucentini hanno costruito un divertente caleidoscopio di indagini guidate addirittura da Hercules Poirot nel divertissement giallo “La verità sul caso D.”)



    Per tutelare i valori del romanzo giallo Gilbert Keith Chesterton creatore del prete detective Padre Brown, scrisse nel 1901 un’accorata e celebre “Difesa dei racconti polizieschi”, in cui sosteneva che “Il primo valore essenziale del giallo risiede nel fatto che è la prima e unica forma di letteratura popolare in cui si esprime in qualche modo la poesia della vita moderna.” Inoltre Chesterton sosteneva che “non è vero che il lettore comune preferisca la letteratura scadente a quella buona, e che il romanzo poliziesco risponda alle sue attese in quanto bassa letteratura. […] il romanzo poliziesco non è soltanto una forma d’arte del tutto legittima, ma, interpretando il gusto popolare, possiede anche alcuni vantaggi ben definiti reali come strumento di benessere pubblico.[…] Il romanzo delle forze di polizia presenta quindi l’intero romanzo del genere umano.



    Quasi a sostanziare questa nobilitazione del genere giunse alcuni anni dopo Dorothy L.Sayers, una delle prima donne laureate a Oxford. La Sayers famosa anche per la traduzione in inglese della “Divina Commedia” di Dante, si dedicò attivamente alla produzione di romanzi polizieschi creando il personaggio di Lord Wimsey, destinato a diventare uno degli investigatori più raffinati e originali della storia del giallo. Molti critici sono concordi nell’affermare che la Sayers è riuscita a creare un nuovo tipo di romanzo poliziesco, forse anche perché gli ambienti e i personaggi che compaiono nelle sue opere non sono frutto di pura invenzione ma sono il frutto di vicende vissute. Tra i suoi romanzi più noti sono da ricordare “Bellona Club”, ”Lord Peter e l’altro” e “Il gatto dagli occhi verdi”.

    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  6. #21
    Senior Member L'avatar di zio fred
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Prima che esca il prossimo capitolo di questa bella "enciclopedia " a puntate del giallo, mi sia permesso un inserto speciale dedicato all'impareggiabile Lord Peter Wimsey nei bellissimi romanzi di Dorothy Sayers. Mi autocensuro dal citarli tutti (sono poi solo 12 romanzi più uno mai tradotto in italiano chissà perchè, e due racconti oltre anche qui ad un terzo non tradotto) ma questi che ho scelto vanno letti assolutamente, vero dolores?



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  7. #22
    Io L'avatar di dolores
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Grazie zio Fred per il tuo intervento. Mi sarei molto preoccupata se al nome di "Dorothy L. Sayers" tu non avessi detto niente
    Naturalmente sono d'accordo. Io per ora sono in possesso di "Il segreto delle campane" e di "Lord Peter e l'altro"... Il periodo natalizio invoglia al classico. Prometto di leggerne almeno uno. Da quale inizio?
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  8. #23
    Senior Member L'avatar di Wentworth
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    Re: Curiosità sul Giallo e dintorni

    Ma pensa...pensavo di aver letto quasi tutto della Sayers ma scopro che non è vero, tra questi quattro citati da Zio Fred ne ho letto solo uno.
    Ottimo thread, grazie Dolores (e a Chomsky ovviamente) per tutte queste preziose info!

  9. #24
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    Quote Originariamente inviato da Wentworth Visualizza il messaggio
    Ma pensa...pensavo di aver letto quasi tutto della Sayers ma scopro che non è vero, tra questi quattro citati da Zio Fred ne ho letto solo uno.
    Ottimo thread, grazie Dolores (e a Chomsky ovviamente) per tutte queste preziose info!
    Grazie a te, Wentworth. Allora in attesa della risposta di zio Fred io continuo.
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  10. #25
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    Benché ai “Piani alti” della cultura si considerasse il giallo con malcelato disprezzo come un sottogenere da non frequentare, piano piano si fece strada la consapevolezza che il romanzo poliziesco costituisse un potente strumento per capire e svelare i meccanismi che regolano il nostro mondo.



    Già un fine intellettuale come Antonio Gramsci, nel suo saggio “Letteratura e vita nazionale”, scritto in carcere negli anni Trenta, dedica molta attenzione al romanzo poliziesco che vede come scontro quasi titanico tra delinquenza e apparato giudiziario o il suo surrogato (il detective). Per lui infatti “il romanzo poliziesco è nato ai margini della letteratura sulle “cause celebri”. […] Il passaggio da tale tipo di romanzo a quelli di pura avventura è segnato da un processo di schematizzazione del puro intrigo, depurato da ogni elemento di ideologia democratica e piccolo borghese: non più la lotta tra il popolo buono, semplice e generoso e le forze oscure della tirannide […] ma solo la lotta tra la delinquenza professionale o specializzata e le forze dell’ordine legale, private o pubbliche, sulla base della legge scritta".



    Alcuni anni più tardi il grande poeta inglese Wystan Hugh Auden nel suo saggio critico “La parrocchia del delitto” (che significativamente ha come sottotitolo “Considerazioni di un drogato del giallo”) ammette che “per me come per tanti altri la lettura dei gialli è una droga al pari del tabacco e dell’alcol”. In questo suo lavoro Auden sviscera con acume gli elementi principali del romanzo giallo che per lui sono l'ambiente, la vittima, l'assassino, i sospettati e il detective più un elemento determinate, il lettore, che per la prima volta interagisce con il testo e che non ha un atteggiamento passivo rispetto al giallo, anzi è cornice imprescindibile del romanzo.



    Se Auden si limita ad analizzare dall’esterno questo genere letterario, il suo amico Cecil Day-Lewis, poeta laureato di corte (prestigiosa carica che fu anche di Geoffrey Chaucer, Edmund Spenser e Alfred Tennyson, per citane solo alcuni), si "sporcò le mani" in prima persona e passando dalla teoria alla pratica scrisse sotto lo pseudonimo di Nicholas Blake una ventina di romanzi gialli di notevole spessore, incentrati sul personaggio di Nigel Strangeways. Strangeways compare per la prima volta in “Questione di prove” del 1935. E’ un uomo colto, (si è laureato a Oxford) ed è proprio grazie alla sua vasta cultura che riesce a risolvere i casi che gli si presentano.
    Oltre al titolo d’esordio, la produzione migliore di Cecil Day-Lewis (padre dell’attore Daniel Day-Lewis) è rappresentata da “Quando l‘amore uccide“ del 1936, “La belva deve morire” del 1938, “ Misteri sotto la neve” del 1941 e “La mia morte per la tua” del 1958.

    Ultima modifica di dolores; 08-November-2011 a 13:35
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  11. #26
    Senior Member L'avatar di zio fred
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    Quote Originariamente inviato da dolores Visualizza il messaggio
    in attesa della risposta di zio Fred io continuo.
    oh, mille scuse ma in tutta questa confusione mi era sfuggita la tua domanda.
    Direi senz'altro di leggere in periodo natalizio "Il segreto delle campane" (1934) che inizia con l'auto di Lord Peter e Bunter che si rompe nella campagna inglese innevata e proprio alla vigilia di capodanno.
    Così si incamminano a piedi verso una Chiesa vicina e lì scoprono che si stanno preparando ad un evento probabilmente consueto in quei tempi e quei posti ma meno noti almeno a me: il concerto di campane.
    Questa antica arte ormai quasi dimenticata, in inglese bell ringing o change ringing ( e rimando ad un sito dove si può sentire un pezzetto di concerto in una chiesa che parrebbe quella del libro, a parte che manca la neve, http://www.bellringing.org/watch/, mentre in http://www.inspirewebdesign.com/home...soundindex.asp si può sentire una serie di pezzetti di concerti ) è veramente suggestiva e mi è poi capitato di sentire in Liguria un concerto di campane scoprendo che ancora vi sono campanari che la praticano.

    Naturalmente Lord Peter da ragazzo aveva suonato le campane e quindi arriva opportuno il guasto all'auto, perchè si era proprio fatto male uno degli otto campanari e così ecco il nostro che si rimbocca le maniche e via

    din, don, din, don, dindidin,
    dindon, dindidndinddindidndindindidn ( suspence...)
    donnnn...

    Insomma un romanzo affascinante, forse uno dei più originali della Sayers e sapessi come ti invidio visto che avrai il piacere di leggerlo per la prima volta.

    C'è pure la piantina della Chiesa, come massima goduria.

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    Ultima modifica di zio fred; 08-November-2011 a 21:48

  12. #27
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    E allora, zio Fred, se c'è la neve vada per "Il segreto delle campane".

    "Quand sona i campan"... Conosci questa vecchia canzone milanese?

    Ultima modifica di dolores; 08-November-2011 a 23:32
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  13. #28
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    Le grandi potenzialità del giallo interessarono anche un scrittore attratto dalle tematiche metafisiche e fantastiche come Jorge Luis Borges, che ispirò Umberto Eco per il personaggio di Jorge da Burgos per il suo bestseller “Il nome della Rosa” (ma di questo parleremo in seguito).



    Borges nel suo saggio “Il romanzo poliziesco” indaga sull’intreccio di questo genere letterario, ma si sofferma specialmente sul ruolo del lettore di gialli: “C’è un tipo di lettore attuale, che è il lettore di romanzi polizieschi. Questo lettore - lo si trova in tutti i paesi del mondo e lo si conta a milioni- è stato generato da Edgar Allan Poe. […] questo lettore è già pieno di sospetti, perché il lettore di romanzi polizieschi è un lettore che legge con incredulità, con sospetti, con sospetti particolari”. Lo scrittore argentino considera il poliziesco “Un’avventura intellettuale” e come tale degna del massimo rispetto, riferendosi naturalmente al giallo classico inglese e sottovalutando l’Hard Boiled americano che riteneva decaduto in quanto “realista, di violenza, un genere di violenze sessuali anche”. Quello che interessava Borges era la funzione consolatoria del giallo: “Cosa si può dire come apologia del genere poliziesco? C’è una constatazione evidente da fare: la nostra letteratura tende al caotico. […]. In questa epoca così caotica, c’è una cosa che, umilmente ha conservato le virtù classiche: il romanzo poliziesco […] che sta salvando l’ordine in un’epoca di disordine”.



    Con Adolfo Bioy Casares, Borges scrisse alcuni racconti gialli riuniti nel volume “Sei problemi per Don Isidro Parodi” firmati da un fantomatico Honorio Bustos Domecq. Don Isidro è un barbiere che, accusato ingiustamente viene condannato e dal carcere risolve i casi che gli vengono sottoposti. Nonostante questi racconti mantengano molte suggestioni borgesiane, non convinsero particolarmente Borges che scrisse di non esserne troppo orgoglioso in quanto “l’ho portato su un terreno simbolico, non so se funziona”.
    Ultima modifica di dolores; 09-November-2011 a 11:12
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  14. #29
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    “Requiem per il romanzo giallo” è l’impegnativo sottotitolo del romanzo “La promessa” dello scrittore e drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt. Con questo libro Durrenmatt scrive l’epitaffio funebre alla pretesa di dominare con la logica i comportamenti umani mentre sostiene che è il caso a giocare un ruolo decisivo nelle nostre vite e quella che sovente viene chiamata abilità è soltanto fortuna, anche se non viene percepita come tale perché nel suo universo letterario il mistero non si lascia più penetrare dalla fredda razionalità.
    “Le nostre leggi si fondano soltanto sulla probabilità, sulla statistica, non sulla causalità, si realizzano soltanto in generale, non in particolare. Il caso singolo resta fuori dal conto […] Ma voi scrittori di questo non vi preoccupate. Non cercate di penetrare in una realtà che torna ogni volta a sfuggirci di mano, ma costruire un universo da dominare. Questo universo può essere perfetto, possibile, ma è una menzogna” - scrive infatti il romanziere - perché “un fatto non può 'tornare' come torna un conto, perché noi non conosciamo mai tutti i fattori necessari, ma soltanto pochi elementi per lo più secondari”.





    La vicenda è abbastanza lineare nel suo svolgimento ma sono le circostanze casuali a sconvolgere tutte le teorie. Il protagonista del libro è il geniale commissario Matthai che indaga sull’assassinio di una bambina bionda vestita di rosso. Del delitto viene accusato un ambulante che dopo poco confessa e si suicida. Matthai non crede a questa confessione e si butta a corpo morto in un'indagine impossibile, e per riuscirci non esita a mettere in pericolo un’altra bambina bionda vestita di rosso. Le sue teorie sono giuste ma non riuscirà nel suo intento e finirà i suoi giorni alcolizzato sperando ancora di arrestare il mostro.
    Così dopo Heisenberg con il suo principio di indeterminazione, che nega la possibilità di conoscere sino in fondo il mondo fisico, e dopo Kurt Godel che con il teorema di incompletezza ci mostra i limiti intrinseci della matematica, Friedrich Durrenmatt con “La promessa” ci toglie ogni illusione di arrivare alla verità attraverso l’indagine logica.
    Da questo notevolissimo romanzo è stato tratto il film omonimo di Sean Penn e soprattutto uno splendido sceneggiato con Rossano Brazzi nel ruolo del commissario Matthai.

    P.S. A chi fosse interessato ad approfondire il tema del ruolo che gioca il destino nella nostra vita segnalo due saggi molto intelligenti (che non riguardano il giallo) di Nassim Nicholas Taleb, “Giocati dal caso” e “Il cigno nero”.

    Ultima modifica di dolores; 10-November-2011 a 18:28
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  15. #30
    Senior Member L'avatar di zio fred
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    Adolfo Bioy Casares
    Mi fai rispolverare, nel vero senso, un libro letto alcuni anni fa ma che mi ricordo ancora per l'ambientazione molto particolare in una spiaggia ai confini del mondo, strano giallo, atipico quasi onirico, da film in bianco e nero e d'altronde è stato scritto nel 1946 e quindi invio la recensione scrivendo a macchina.
    Si tratta di CHI AMA,ODIA di Bioy Casares, Silvina Ocampo, Garzanti 1988 dalla cui controcopertina :

    Gli elementi fondamentali del poliziesco classico ricorrono puntualmente in questo libro: un luogo inaccessibile e isolato ove avviene un delitto, come nella migliore tradizione inglese; un investigatore/narratore, forse un po' tronfio come suoi colleghi, e non sempre all'altezza della situazione; la contrapposizione tra il detective e la polizia, ufficialmente incaricata di risolvere il caso; e, pure, il voler sottolineare che la vicenda di cui si narra è, in realtà, soprattutto la registrazione fedele d'un brano di vita vissuta, come Agatha Christie insegna.
    Nella fattispecie di Chi ama, odia il luogo è un'isolata stazione balneare della costa argentina, battuta dai venti dell'oceano, dove muore, avvelenata, una giovane traduttrice - guarda caso - di romanzi gialli; l'occasionale investigatore è un medico omeopatico, narratore dallo stile a volte fin troppo forbito; e non mancano poi i classici gioielli rubati...[...]

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