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Discussione: Animali in poesia

          
  1. #1
    Master Member L'avatar di daniela
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    Animali in poesia

    Vivere tra gli animali

    Credo che potrei vivere con gli animali, sono così placidi e pieni di decoro.
    Rimango ad osservarli per ore e ore.

    Non si affannano e non si lamentano della loro condizione,
    Non stanno svegli nel buio piangendo per i loro peccati,
    Non m'infastidiscono discutendo dei loro doveri verso Dio,
    Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per la mania di possedere cose,
    Nessuno s'inginocchia davanti all'altro, o a un suo simile vissuto migliaia di anni fa,
    Nessuno è rispettabile o infelice su tutta la terra.

    Così mi palesano i loro rapporti con me e io li accetto,
    Portano segni di me, e chiaramente ne dimostrano il possesso.

    Mi chiedo dove presero quei segni,
    Ho forse percorso quella strada tanto tempo fa e li ho lasciati sbadatamente cadere?


    Walt Whitman
    da Canto di me stesso
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #2
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    Essere rondine
    Sgorgano
    l'una dall'altra
    esse, traboccano
    fuori dal loro primo caldo gruppo, l' una
    dopo l' altra, disfano
    le loro rapide pattuglie
    sbandando sotto la loro impavida veemenza
    ed eccole si lanciano,
    nero zampillo ricadente,
    su, alte nell' aria, ma poco -
    è solo
    un primo assaggio
    quello, un primo guizzo
    di compressa fiamma
    poi allungano
    ciascuna più in alto - ciascuna
    più, vorrebbe - il loro getto
    ma non oltre il perimetro
    del loro aereo campo,
    non oltre il dominio della loro forza

    e toccato quel limite rientrano
    planando ad alta quota,
    impetuosamente si rituffano
    nella conca di quella
    inesauribile fontana.

    C'è pena
    o c'è felicità in quel fervere
    o in quell' affannarsi?
    che c'è in quel vorticare
    della vita dentro i suoi recinti?
    Sono libere
    quelle anime
    ma libere di muoversi
    a un ritmo segnato...
    che dice la molle ricaduta
    che cosa la razzante ascesa
    e la frenetica frecciata -
    si occulta spesso,
    talora si lascia leggere
    un pensiero
    scritto in ogni parte
    in ogni parte operante.
    Lo esprimono
    forse esse, lo gridano con strazio ed ebrietà,
    ne infuriano-
    è questo il loro essere rondini,
    in quella irrequietudine è la loro pace.

    Mario Luzi
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  4. #3
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    Lo sguardo

    Il gatto
    apparve dal fondo dei giardino
    leccò un po' dalla ciotola
    poi sedette immobile
    lo sguardo diritto fisso
    le sue pupille nelle mie pupille
    senza ringraziare né chiedere
    solo guardare.
    Ed io fui intera nelle sue pupille
    interamente dentro quello sguardo
    senza giudizio senza attesa
    quietamente fui.

    Donatella Bisutti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  6. #4
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    Personcina

    Quando dorme se lo chiami
    Muove un orecchio solo.

    Succhia latte nei sogni
    Dalla sua mamma morta.

    Morde biscotti. Adora
    I fondi di caffè.

    Dorme sui fogli. Usa
    Un libro per cuscino.

    Sta bene soprattutto
    In fondo agli armadi, nelle scatole…

    Con gli occhi più verdi, tremando
    Spia il viavai dei piccioni.

    Si lecca i baffi puntando la mosca che volerà.

    Giovanni Raboni
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  8. #5
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    Jubilate Agno

    Per queste cose considero la mia gatta Cipolla.
    Perché per prima cosa si guarda le zampe per vedere se sono pulite.
    Per seconda cosa solleva le zampe per pulirle.
    Per terza cosa si stira.
    Per quarta cosa affila le zampe su un legno.
    Per quinta cosa si lava.
    Per sesta cosa si rotola
    Per settima cosa si spulcia.
    Per ottava cosa si strofina allo stipite.
    Per nona cosa guarda in su aspettando istruzioni.
    Per decima cosa va a cercarsi da mangiare.
    Perché neutralizza il diavolo, che è la morte, dandosi da fare con la vita.

    Giovanni Raboni
    (1969)
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  10. #6
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    Questa poesia forse a qualcuno non sembrerà parlare di animali, ma a me è sempre rimasta nel cuore l'immagine del "passero saputo".

    Arano


    Al campo, dove roggio nel filare
    qualche pampano brilla, e dalle fratte
    sembra la nebbia mattinal fumare,


    arano: a lente grida, uno le lente
    vacche spinge; altri semina; un ribatte
    le porche con sua marra paziente;


    ché il passero saputo in cor già gode,
    e il tutto spia dai rami irti del moro;
    e il pettirosso: nelle siepi s'ode
    il suo sottil tintinno come d'oro.

    Pascoli

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  12. #7
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    Ho spiegato al gatto tigrato
    le ragioni delle stagioni e le regole del gufo
    i tradimenti degli amici, l’amore dei gobbi,
    e il parto della piovra dai tentacoli palpitanti
    che striscia nel mio letto e non ama le carezze.

    Il gatto tigrato ha ascoltato
    senza rispondere né battere ciglio
    e quando son partita
    il suo dorso striato
    rideva.

    Joyce Mansour
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  14. #8
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    Uccelli

    Il vento è un'aspra voce che ammonisce
    per noi stuolo che a volte trova pace
    e asilo sopra questi rami secchi.
    E la schiera ripiglia il triste volo,
    migra nel cuore dei monti, viola
    scavato nel viola inesauribile,
    miniera senza fondo dello spazio.
    Il volo è lento, penetra a fatica
    nell'azzurro che s'apre oltre l'azzurro,
    nel tempo ch'è di là dal tempo; alcuni
    mandano grida acute che precipitano
    e nessuna parete ripercuote.
    Che ci somiglia è il moto delle cime
    nell'ora - quasi non si può pensare
    né dire - quando su steli invisibili
    tutt'intorno una primavera strana
    fiorisce in nuvole rade che il vento
    pasce in un cielo o umido o bruciato
    e la sorte della giornata è varia,
    la grandine, la pioggia, la schiarita.

    Mario Luzi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  16. #9
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    Rondini

    Che mi cerchino domani.
    Oggi ho appuntamento con le rondini.
    Nelle piume bagnate dalla prima pioggia
    giunge il messaggio fresco dei nidi celesti.
    La luce va cercando un nascondiglio.
    Le finestre voltano folgoranti pagine
    che si spengono improvvise in vaghe profezie.
    Fu un paese fecondo ieri la coscienza.
    Oggi campo di rocce.
    Mi rassegno al silenzio
    ma comprendo il grido degli uccelli
    il grido grigio di angoscia
    di fronte alla luce soffocata dalla prima pioggia.

    Jorge Carrera Andrade
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  18. #10
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    "Gabbiani" da POESIE


    Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
    ove trovino pace.
    Io son come loro,
    in perpetuo volo.
    La vita la sfioro
    com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
    E come forse anch'essi amo la quiete,
    la gran quiete marina,
    ma il mio destino è vivere
    balenando in burrasca.

    Vincenzo Cardarelli

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  20. #11
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    Se fossi stata ancora alle superiori avrei detto: "A Cardarè! O so io 'ndo vivoni i gabbiani! A Roma! 'pe e strade de Roma!" :p
    Comunque bella la poesia!
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  22. #12
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    STORNI nell’aria,
    migrano questi figli dell’autunno,
    una mano gigante li ha lanciati
    su in cielo. Sbandano, ritornano,
    nel loro giubilo d’essere nessuno,
    i bimbi del creato.
    Tutti via, poi il gioco ricomincia,
    il gioco in alto, al freddo, senza tempo.
    Non c’è gioco per noi, noi giù nel tempo
    per le vie del quartiere.
    Foglie, una cosa sola, solo qualche fruscio,
    un giacere comune, ultimi battiti,
    poi una terrea quiete.


    Anna Maria Carpi (Milano, 1939)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  24. #13
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    Tigre

    Non occorre che tu faccia il grande salto.
    Basta che mi guardi con gli occhi gialli.
    Ovunque io vada, qualunque cosa faccia,
    i tuoi occhi gialli mi stiano accanto immobili,
    che io li sorseggi nei bicchieri,che li morda nei frutti,
    che li veda su una copertina di un libro,
    nella luna, sulla mia coscia sinistra,
    nel sonno del sabato notte e così via.
    Indosserò occhiali da sole
    per via di tanti occhi gialli, mi tirerò
    la nera coltre del mare sulla testa -
    ma tu non muoverti. Guardami
    con occhi gialli, e basta.

    Nina Cassian
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  26. #14
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    Il gattino
    (Edmond Rostand Marsiglia, Francia 1/4/1868 – Parigi, Francia 2/12/1918)

    E’ un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
    Lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
    A volte vi si siede senza far rumore,
    Quasi un vivente fermacarte.

    Nulla, non un capello del suo velluto si muove;
    Si allunga lì, nero su un foglio bianco,
    Simile a quei micetti che per pulirsi le piume
    tirano fuori la loro lingua di panno rosso.

    Quando gioca, è estremamente comico
    Goffo e grazioso, come un buffo orsacchiotto.
    Mi capita spesso di accovacciarmi a seguire le sue mosse
    Quando si mette davanti a lui il piattino di latte.

    All’improvviso col suo naso delicato annusa,
    Quindi, a piccoli colpi di lingua afferra la spazzola
    Questa è la sua attività
    E si intende, bevendo una sorsata.

    Beve, muovendo la coda e senza pause,
    E infine rialza il suo bel muso piatto
    Quando ha passato la lingua ruvida e rosa
    Ovunque, e ben ripulito il piatto.

    Poi si lecca i baffi per un po’,
    Con l’aria stupita di chi ha già finito
    Come si rendesse conto di avere una macchia,
    E si liscia ancora una volta, lustra il pelo stinto.

    Gli occhi gialli e blu sono due agate.
    A volte li socchiude, tirando su col naso,
    Si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
    pare una tigre distesa su di un fianco.

    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  28. #15
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    Pettirosso nel primo mattino

    Pettirosso nel primo mattino
    buio, freddo e cupamente grigio
    troppo tenero è il tuo canto
    che insegue pensieri tempestosi
    -----

    non è in estasi ora il mio cuore
    gli occhi sono pieni di lacrime
    e invariabile tristezza sulla mia fronte
    ha compiuto il lavoro di anni
    -----
    non erano aspettative naufragate
    con la prima tempesta dello spirito
    ma una lunga vita di solitudine
    speranze estinte, pensieri repressi sul nascere,
    la calma di un pallido novembre
    ----
    Che cosa dunque lo risvegliò? Un bambino
    che non trova la porta della casa paterna
    e nell'ora mite della luce lunare
    giace solo nella deserta brughiera.

    Io l'ho sentito, poi l'hai udito anche tu
    dolce per te come un serafino,
    per me quella creatura cantava
    note scomposte come un grido di angoscia.

    Emily Bronte

    febbraio 1837

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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