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Discussione: La generazione "20 parole"

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    La generazione "20 parole"

    Le frequenti geremiadi con cui periodicamente ci intratteniamo e ci angustiamo vicendevolmente a proposito della scarsa attrattività globale del nostro amatissimo forum forse mancano il loro obiettivo: ci fustighiamo perché pochi lettori decidono di visitarci, leggerci ed offrirci i loro interventi, ma forse, e dico solo forse, il vero problema è altrove. Un articolo diventato famoso e compaso su "La Repubblica" definisce "generazione 20 parole" la nostra gioventù (a scanso d'equivoci sottolineo che le frontiere nazionali in questo fenomento non rivestono alcuna importanza significativa) dispone di un bagaglio lessicale che definire indigente è ancora un complimento. Pare che il quindicenne standard disponga di una repertorio lessicale di 800 vocaboli. Se si considera che i promissimi testi, quelli semplificati con un vocabolario espressamente limitato che si propongono ai ragazzini che imparano una nuova lingua poggiano su un "capitale" di 800-1200 parole, si intuisce quanto sia indigente la competenza linguistica dei quindicenni.
    mi capita spesso che i miei allievi si lagnino perché "parlo difficile". La cosa sorprendente è che nessuno sforzo da parte mia sembra riuscire ad incrementare la ricchezza del vocabolario degli allievi, che invece si arroccano su una stantia lagnanza volta a ridurre il mio lessico a 800 parole piuttosto che essere indotti loro a imparare l'ottocentoeunesima. Chiedo loro spesso quale sia la loro lingua madre, poiché l'italiano pare chiaramente essere la loro lingua seconda o terza. Vi lascio immaginare le risposte...

    L'articolo citato addita le nuove tecnologie come colpevoli della disintegrazione lessicale in corso. Non ci credo, anzi sono fermamente convinto che non sia vero. lo sproloquio che sto scrivendo ne è la prova provata. Credo piuttosto che la responsabilità stia nella famiglia. La famiglia non è più in grado di impartire le norme essenziali della socializzazione, della convivenza civile, dell'educazione e -perché dovrebbe essere diversamente- delle competenze linguistiche e lessicali.

    In moltissime famiglie non c'è più il momento del pasto condiviso. Non si impara più ad utilizzare la forchetta. non si impara più ad apprezzare il gusto di un manicaretto che non sia precucinato e preconfezionato e non si discute più. Sul piano linguistico la perdita netta va ben oltre l'acquisizione mancata del lessico fondamentale. Vanno perse anche le competenze del dialogo, dell'argomentazione, della logica intriseca al discorso.

    Ecco gli articoli di riferimento:

    http://www.repubblica.it/scuola/2010...arole-1913023/

    http://insuafavella.blogspot.ch/2013...cabolario.html

  2. #2
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Non posso certo confrontarmi con la tua esperienza di educatore di professione, ma il tempo che dedico a questa attività in qualità di genitore è farcito di quelle esperienze condivise a cui tu fai riferimento e la cucina è proprio uno di quei luoghi dove cerco di creare per le mie figlie un percorso di conoscenza che non sia culturalmente anoressico. Si cucina insieme e si mangia insieme ciò che si è preparato e, mentre si mangia, si parla di tante cose con un linguaggio spesso volutamente complesso proprio per stimolare la loro curiosità verso le parole che, purtroppo, nelle nuove generazioni è spesso soppiantata dalla curiosità per le immagini (televisive e non) che nella maggior parte dei casi sono un veicolo di sottocultura impressionante.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  4. #3
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Le tue figlie sono estremamente fortunate a poter godere di un dialogo con te (e non solo dal punto di vista della strutturazione lessicale). Sono felice per loro (e anche per te). ma ti renderai conto di essere purtroppo un'eccezione. Per cominciare partecipi ad un forum di lettori, interessati al dialogo e allo scambio culturale.
    È vero che la formazione culturale non è indispensabile per stabilire un dialogo profondo con i propri figli, ma non è neppure irrilevante. Temo che ormai le famiglie in cui si parli e si scambi opinioni siano diventate rare.
    Sarei curioso di sapere come le tue figlie percepiscono le capacità linguistiche e lessicali dei loro amici e compagni di studio.

    Comunque, e a prescindere dal tema del thread, complimenti!!!

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  6. #4
    Master Member L'avatar di daniela
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    A mio parere il bagaglio lessicale si arricchisce attraverso la lettura dei libri.
    Nel linguaggio familiare spesso si utilizzano sempre gli stessi vocaboli, mentre se leggo un libro entro in un mondo diverso e lontano, che richiede l'utilizzo di termini differenti dal mio quotidiano e un linguaggio più ricco e più accurato rispetto alle semplificazioni del parlato.
    Non sono le nuove tecnologie colpevoli della disgregazione lessicale, ma la mancanza di letture.
    Certo la famiglia può fare molto, come ben dimostra l'esperienza di Mauro.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  8. #5
    Administrator L'avatar di Mauro
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    A mio parere il bagaglio lessicale si arricchisce attraverso la lettura dei libri.
    Nel linguaggio familiare spesso si utilizzano sempre gli stessi vocaboli, mentre se leggo un libro entro in un mondo diverso e lontano, che richiede l'utilizzo di termini differenti dal mio quotidiano e un linguaggio più ricco e più accurato rispetto alle semplificazioni del parlato.
    Non sono le nuove tecnologie colpevoli della disgregazione lessicale, ma la mancanza di letture.
    Certo la famiglia può fare molto, come ben dimostra l'esperienza di Mauro.
    Dopo i complimenti di entrambi non vorrei dare l'impressione di autocitarmi in continuazione per vezzo, ma vorrei fare un'obiezione al grassettato nel tuo testo: è proprio nel linguaggio familiare che, a mio avviso, è necessaria una maggiore varietà nel linguaggio, perché quella è la prima fonte a cui attingono i ragazzi ed è quella che può fornire loro un buon
    bagaglio lessicale con il quale affrontare poi in modo meno timoroso, o comunque negativo, il mondo della lettura. Dico questo perché ho come l'impressione che nelle persone (in questo caso non distinguo fra adulti e ragazzi) il primo ostacolo alla lettura sia proprio l'incapacità di comprendere un testo che abbia una varietà lessicale molto più ampia rispetto a quella di uso comune, insomma di fatto la gente non legge perché fa fatica a farlo e anche perché, vorrei aggiungere, nel nostro Paese la cultura e la conoscenza NON sono considerate, come dovrebbero, un valore aggiunto per le persone.

    @ Rupert: le mie figlie vanno ancora alle elementari per cui è presto per dire se e quanto siamo riusciti, io e mia moglie, a fornire loro un bagaglio di conoscenza che le elevi un minimo dalla desolazione generale.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  9. #6
    Moderator L'avatar di Rupert
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    L'italiano dei Social media secondo il Vocabolario della Crusca l'Accademia della Crusca.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  10. #7
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    non so.

    sicuramente gli sms hanno ingessato la comunicazione a causa del poco spazio concesso, anche per questo sono nate le abbreviazioni "creative", io ad esempio il perché lo scrivo così: x' in questo modo risparmio altro spazio che posso utilizzare per scrivere altre parole.
    è anche vero che a stare stretti si condensano le idee e si rende più espressivo il proprio pensiero... pensiamo a Ungaretti...
    è anche vero che tutti questi ragazzi se non avessero sms, fb ecc. non starebbero certo a scriversi pagine di lettere! forse in questo modo scrivono pure qualcosina in più.

    il problema non è il mezzo, ma sono i contenuti.
    se non abbiamo nulla da dire, nulla davvero da condividere, ci si limita ad esserci, con una frase (a volte copiata da altri) con un'immagine, con un segno. e allora sì la lingua si impoverisce, ma credo che dipenda dal fatto che siamo noi che lentamente ci svuotiamo.

  11. #8
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Il problema non è il mezzo, ma sono i contenuti.
    se non abbiamo nulla da dire, nulla davvero da condividere, ci si limita ad esserci, con una frase (a volte copiata da altri) con un'immagine, con un segno. e allora sì la lingua si impoverisce, ma credo che dipenda dal fatto che siamo noi che lentamente ci svuotiamo.
    Sono convinto anch'io che il mezzo attraverso il quale ci si esprime sia solo in parte rilevante. Credo anche (e in questo quindi non concordo pienamente con la tua affermazione) che i contenuti, quando ci sono, non costituiscano affatto un problema.
    Ritengo fermamente che invece la lingua e in particolare la padronanza della lingua stia diventando un problema, soprattutto presso le nuove generazioni (quelle, per intenderci, con le quali lavoro tutti i giorni a scuola). Non so misurarlo con precisione, ma percepisco in modo forte e chiaro il graduale e inarrestabile impoverimento lessicale e logico della lingua usata dai ragazzi.

    Non credo che la comunicazione esistente, quasi sempre in forma scritta, che sfreccia all'impazzata rimbalzando tra tastierini e schermi sia latrice di qualche effetto malefico. Sono invece graniticamente convinto che i danni e le devastazioni siano causate dalla vera comunicazione che invece (troppo spesso) non c'è più: quanti adulti, tra otto lavori, palestre, impegni e trasferte in automobile, si prende il tempo di discutere con i figli, argomentare, ragionare, anche solo conversare con leggerezza di gusti e di esperienze? Quante famiglie si riuniscono ancora attorno ad un tavolo per condividere un pasto accompagnato da chiacchiere, racconti, resoconti di vita vissuta? Quanti genitori chiedono spiegazioni ai propri figli e poi pretendono anche di ricevere una risposta articolata e argomentata?
    A questo dato di fatto (credo almeno che tale esso sia) si aggiunge la modalità comunicativa della televisione e della pubblicità: tutto è sempre urlato, nulla è mai spiegato, descritto o ragionato.

    Come rimediare? Non ne ho la più pallida idea. Ma non credo sia il caso di rassegnarsi e ad ogni modo mi rifiuto di farlo.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  12. #9
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    quanti adulti, tra otto lavori, palestre, impegni e trasferte in automobile, si prende il tempo di discutere con i figli, argomentare, ragionare, anche solo conversare con leggerezza di gusti e di esperienze? Quante famiglie si riuniscono ancora attorno ad un tavolo per condividere un pasto accompagnato da chiacchiere, racconti, resoconti di vita vissuta? Quanti genitori chiedono spiegazioni ai propri figli e poi pretendono anche di ricevere una risposta articolata e argomentata?
    hai ragione.
    come rimediare?
    non saprei neppure io.

  13. #10
    Master Member L'avatar di daniela
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    Se anche un ragazzo avesse padronanza linguistica e voglia di parlare, chi lo ascolterebbe? Chi avrebbe la pazienza e il tempo di stare ad ascoltarlo?

    La generazione "20 parole" nasce anche, secondo me, dal fatto che l'eventuale interlocutore già dopo poche parole fa altro, magari dicendo: tu parla, che io intanto faccio questo o quest'altro. Perciò la comunicazione diventa sempre più ridotta all'osso, e anche urlata per catturare l'attenzione.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  14. #11
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    Le frequenti geremiadi con cui periodicamente ci intratteniamo e ci angustiamo vicendevolmente a proposito della scarsa attrattività globale del nostro amatissimo forum forse mancano il loro obiettivo: ci fustighiamo perché pochi lettori decidono di visitarci, leggerci ed offrirci i loro interventi, ma forse, e dico solo forse, il vero problema è altrove.
    Mamma mia che pena e che tristezza.
    Tanto per cominciare i temi sono due:
    Il primo e' quello che ci assilla da 2000 anni: o tempora , o mores! Chi ci seguira' ci portera' alla rovina con i suoi costumi dissoluti.
    Rassegnati co....o, chi ci seguira' sara' mille volte meglio di te.
    Tu sei solo un rifiuto della cronaca. Chi ci seguira' non potra' che apportare contributi migliori alla crescita dell' umanita'. Alla faccia tua!

    Il secondo e' quello dei fora:
    Patetico co......o se questo forum e' deserto e' soprattutto merito tuo e di chi ti ha dato la patacca di moderatore.
    Come gia' detto nel mio primo post, ci sono piu' forum che forumisti.
    Cio' non toglie che ci siano decine di fora con migliaia di utenti e centinaia attivi: ad es :

    Il numero massimo di utenti online è stato di: 4,174. Data: 15-06-2013 alle 09:45.
    codice:
    Edit da parte di DarkCoffee: I link a forum esterni non sono ammessi in questa sezione

    Se tu sei pataccato in un forum deserto , comincia chiederti cosa c'e' di sbagliato in quello che fai TU.

    Un elenco di cose che non vanno qua ce l' avrei... ma se pensi che e' colpa del destino cinico e baro e non TUA, sei messo veramente male.

  15. #12
    Administrator L'avatar di Mauro
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    E con questo post hai chiuso per quest'anno.
    Considerando che è la prima infrazione che ti viene comminata mi limito alla sospensione.
    Visto che sei uno che ci tiene tanto a fare conteggi e citazioni ti dirò che da quando sei entrato qua dentro sono, senza tema di smentita, più i tuoi post polemici (e spesso insultanti) di quelli che avessero un minimo di costruttività ... quando il tuo account sarà di nuovo attivo (2 Gennaio) sarai libero, sempre che la cosa ti interessi, di tornare a scrivere qua sopra, ma sappi che la soglia di tolleranza nei tuoi confronti sarà estremamente bassa.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  16. Thanks Rupert, Rosy thanked for this post

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