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Discussione: Dopo Van Gogh il diluvio?

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Dopo Van Gogh il diluvio?



    Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese.



    Capita spesso di discutere d'arte. Spesso con persone comuni. ma talvolta anche con persone anche colte, socialmente aperte e impegnate in associazioni culturali. Eppure quando mi trovo nella posizione di difendere il valore artistico delle opere figurative e plastiche prodotte dopo gli anni Trenta, invariabilmente le porte del dialogo estetico si chiudono: chi taglia corto dicendo che "quella roba moderna è tutta una gran schifezza", c'è chi si scusa accampando una pretesa ignoranza, chi fugge di soppiatto, chi cambia brutalmente discorso e ricorda all'improvviso che è di vitale importanza scegliere il colore delle tende... insomma è come se l'arte si fosse fermata agli impressionisti e dopo sia arrivato il diluvio portando via qualunque estetica, qualunque dignità culturale e creativa.

    Io mi opponco. Per me Duchamp, Fontana, Klein, Tinguely ... sono artisti geniali del loro tempo e hanno magistralmente espresso l'estetica a loro contemporanea, spesso precorrendo i tempi e interpretando con la loro sensibilità desideri, passioni prospettive, aspettative, ma anche paure, ossessioni e nevrosi del nostro tempo.

    Insomma perché l'arte contemporanea disgusta e spaventa? e qual è il ruolo dell'arte oggi?

    Ditemi la vostra.

  2. #2
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Mi trovi perfettamente d'accordo caro Rupert.
    Pur non avendo io gli strumenti più adatti per giudicare un'opera trovo che l'Arte debba avere, come tutte le umane cose, un suo peculiare sviluppo che non può e non deve essere limitato.
    E poi credo che l'Arte stessa sia una di quelle espressioni umane che bisogna saper apprezzare in tutte le sue sfaccettature, e anch'io, pur avendo dietro ai monitor del PC due riproduzioni di Van Gogh (giustappunto) apprezzo molto anche un artista completamente diverso come Mondrian.

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    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  3. #3
    Patrizia
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    Forse perché più difficile da comprendere, più lontana dalla semplice e immediata espressione del visibile.
    Molto incide la formazione culturale, la sensibilità e il personalissimo gusto. L'apprezzamento è soggettivo, un giudizio emozionale, e un'opera d'Arte può finire con l'essere interpretata come semplice manufatto d'abile artigianato e nulla più...
    Io, solo per fare un esempio, non amo particolarmente le rappresentazioni troppo astratte, così come l'umorismo ostentato inteso a ridicolizzare e l'aggressività stravagante tipica del Dadaismo, ma gradisco parecchio i suggerimenti onirici e pieni di mistero di gran parte delle creazioni surrealiste.

  4. #4
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Io non ho numeri e argomenti per esprimermi o dare un giudizio equanime e sereno.
    Parto, però, da un principio semplice, che alcuni giudicheranno semplicistico: quando si vede qualcosa che attira la nostra attenzione, diciamo subito: "Bello!" oppure "Brutto!". Cos'ha mosso in noi questi giudizi? E guardate che questo atteggiamento è proprio anche dei bambini, cioè da coloro che non hanno certo un bagaglio culturale necessario ad esprimere un fondato giudizio estetico.
    Allora, conb gli anni, ho pensato che esista qualcosa di intrinseco nella materia oggetto dell'arte, qualcosa che muova sentimenti innati.
    In altre parole, Bello o Brutto per me sono categorie oggettivamente esistenti (ma per le quali non disponiamo di sufficienti parole atte ad esprimerle)

  5. #5
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    E poi credo che l'Arte stessa sia una di quelle espressioni umane che bisogna saper apprezzare in tutte le sue sfaccettature, e anch'io, pur avendo dietro ai monitor del PC due riproduzioni di Van Gogh (giustappunto) apprezzo molto anche un artista completamente diverso come Mondrian.
    Sono lieto di trovarti concorde. La mia obiezione a proposito di quanto dici è che proprio questo apprezzamento sfaccettato e aperto che spesso viene a mancare quando le opere che si stanno osservando sono impegnative sotto il profilo estetico o concettuale: alcuni emettono un atto di fede: "credo che sia arte perché me lo dici, ma non capisco e non riesco ad apprezzare", oppure semplicemente storcono il naso e volgono i loro passi verso altri trastulli. Forse è proprio questo il problema. all'arte si chiede di decorare e di intrattenere, non certo di mettere in questione l'osservatore.


    Quote Originariamente inviato da Patrizia Visualizza il messaggio
    Forse perché più difficile da comprendere, più lontana dalla semplice e immediata espressione del visibile.
    Molto incide la formazione culturale, la sensibilità e il personalissimo gusto.
    Su questo concordo pienamente, ma mi metto in questione in quanto educatore: come faccio a educare all'arte?

    Quote Originariamente inviato da Patrizia Visualizza il messaggio
    L'apprezzamento è soggettivo, un giudizio emozionale, e un'opera d'Arte può finire con l'essere interpretata come semplice manufatto d'abile artigianato e nulla più...
    Io, solo per fare un esempio, non amo particolarmente le rappresentazioni troppo astratte, così come l'umorismo ostentato inteso a ridicolizzare e l'aggressività stravagante tipica del Dadaismo, ma gradisco parecchio i suggerimenti onirici e pieni di mistero di gran parte delle creazioni surrealiste.
    Le tue però non sono obiezioni di principio, ma valutazioni secondo il gusto e la se4nsibilità personali. Anche di Duccio da Boninsegna o del Beato Angelico si possono apprezzare alcune opere più di altre, non è un problema specifico dell'arte recente... Almeno, non credo.

    P. s.: "aggressività dadaista"? Il dadaismo può essere tacciato di tantissime pecche, ma non l'avevo mai sentito definire "aggressivo". In che senso è aggressivo il dadaismo? Non afferro il concetto.


    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Io non ho numeri e argomenti per esprimermi o dare un giudizio equanime e sereno.
    Parto, però, da un principio semplice, che alcuni giudicheranno semplicistico: quando si vede qualcosa che attira la nostra attenzione, diciamo subito: "Bello!" oppure "Brutto!". Cos'ha mosso in noi questi giudizi? E guardate che questo atteggiamento è proprio anche dei bambini, cioè da coloro che non hanno certo un bagaglio culturale necessario ad esprimere un fondato giudizio estetico.
    Allora, con gli anni, ho pensato che esista qualcosa di intrinseco nella materia oggetto dell'arte, qualcosa che muova sentimenti innati.
    In altre parole, Bello o Brutto per me sono categorie oggettivamente esistenti (ma per le quali non disponiamo di sufficienti parole atte ad esprimerle)
    Ma allora perché ciò che piace a me, non piace affatto ad altri e vice versa?

  6. #6
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    Ma allora perché ciò che piace a me, non piace affatto ad altri e vice versa?
    Non sempre. Le grandi opere sono condivise da (quasi) tutti. Non si può dire che esistano varie "bellezze": sarebbe una contraddizione in termini. È diverso il modo di approccio. Spesso (in particolare oggi) vengono proposte dai media oggetti che stimolano senza far riflettere.
    Per farla breve, non siamo educati, ancora, al Bello.

  7. #7
    Patrizia
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    mi metto in questione in quanto educatore: come faccio a educare all'arte?
    Si sa, Rupert, quello dell'educatore è mestiere difficilissimo - o meglio - una vocazione superiore.
    Ovviamente non so rispondere alla tua domanda, potrei scrivere solo banalità.
    Bisognerebbe anche stabilire cosa si intenda davvero per Arte. Per me è interiorità sensibile e profonda che cerca espressione, magari inizialmente anche una guida, sì, ma soprattutto è sentimento innato a cui abbandonarsi.
    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    Le tue però non sono obiezioni di principio, ma valutazioni secondo il gusto e la se4nsibilità personali. Anche di Duccio da Boninsegna o del Beato Angelico si possono apprezzare alcune opere più di altre, non è un problema specifico dell'arte recente... Almeno, non credo.?
    Certo, non sono obiezioni di principio, proprio per il motivo già esposto sopra.
    Ho espresso la mia opinione accennando al Dadaismo solo perché tu hai nominato Duchamp.
    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    P. s.: "aggressività dadaista"? Il dadaismo può essere tacciato di tantissime pecche, ma non l'avevo mai sentito definire "aggressivo". In che senso è aggressivo il dadaismo? Non afferro il concetto.
    Non sono esperta in materia, forse ho esagerato e l'aggettivo è troppo forte e improprio, però il messaggio che filtra dalle più conosciute opere Dada non credo si possa definire pacato e propositivo, direi piuttosto inteso a provocare e colpire duro, con "aggressività" irriverente.




  8. #8
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Per me è così. Davanti ad un Van Gogh rimango senza fiato, imbambolata e ipnotizzata e continuo a fissarlo incurante del tempo che passa. Un Mirò non mi trasmette nulla, mi lascia indifferente e comunque in casa mia non lo vorrei.

    Non si può educare all'arte: l'arte è qualcosa che ti sgorga dentro.

  9. #9
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Quote Originariamente inviato da Elvira Coot Visualizza il messaggio
    Per me è così. Davanti ad un Van Gogh rimango senza fiato, imbambolata e ipnotizzata e continuo a fissarlo incurante del tempo che passa. Un Mirò non mi trasmette nulla, mi lascia indifferente e comunque in casa mia non lo vorrei.


    Avere gusti matcati, magari anche decisi è non solo legittimo, ma necessario per la struttura della persona e della personalità. Quindi preferire uno stile ad un altro è naturale e positivo. Ad un certo punto è però necessario anche mettersi in questione e chiedersi il perché delle proprie preferenze, non foss'altro che per confermarle alla fine del processo.
    E allora mi permetto di pregarti (se gentilmente ne trovi il tempo e la voglia) di darci qualche ragione: Pefrché Van Gogh sì e Mirò no? e poi potrebbe esserci qualche opera della seconda metà del XX secolo che sia in grado di trasmetterti qualche emozione? Oppure lo escludi assolutamente? E anche in questo caso perché?

    Perdona la mia invadenza, ma ho proprio il desiderio di capire. Io adoro monet e Van Gogh. Mi piace appassionatamente l'opera di Rembrandte ancora di più apprezzo tutto ciò che ha fatto Duccio da Boninsegna... ma sul mio computer come salvaschermo ho un'opera di Rothko e ogni volta che lo accendo mi rinnova l'emozione nel vederlo comparire e vibrare di colore. Allo stesso modo mi emozionano i dipinti rupestri di Altamira o di Lascaux.


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    Non si può educare all'arte: l'arte è qualcosa che ti sgorga dentro.
    Dissento ardentemente. Non si può, è vero, indurre qualcuno ad amare l'arte, ma si può educare a capirla e ad apprezzarne il valore culturale ed umano. Non farei il mestiere che faccio se non credessi graniticamente alla possibilità di educare.



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    MARK ROTHKO: White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose)




  10. #10
    Master Member L'avatar di daniela
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    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    Non si può, è vero, indurre qualcuno ad amare l'arte, ma si può educare a capirla e ad apprezzarne il valore culturale ed umano. Non farei il mestiere che faccio se non credessi graniticamente alla possibilità di educare.
    Credo che il primo passo sia far avvicinare i giovani all'arte: non si può amare ciò che non si conosce, ciò che appare lontano da noi. Educare all'arte è, a mio parere, seminare e far germogliare, aprire alla conoscenza. E' far sapere che l'arte esiste, suscita passioni e infinite discussioni su cosa è arte e cosa non lo è.

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    Ricordo, tanti anni fa, un mio professore d'italiano che ci fece fare una relazione sulla mostra del Caravaggio e spesso anche relazioni su quadri (ricordo ancora perfettamente il quadro di Klee, la cui riproduzione aveva appeso in classe, un pittore che prima non avevo mai sentito nominare): fu per noi ragazzini la prima occasione di "guardare" un quadro, di comprendere che esisteva l'arte e la passione per l'arte.

    “A tutt’oggi, non ho trovato miglior definizione dell’arte di questa, L’arte è l’uomo aggiunto alla natura – natura, realtà, verità. Ma col significato, il concetto, il carattere che l’artista sa trarne, che libera e interpreta.”
    Vincent Van Gogh

    E' possibile definire l'arte? Che cosa è arte? Gli eccessi della Biennale di Venezia sono arte?
    La Venere degli stracci di Pistoletto è arte? La prima volta che l'ho vista mi ha stupendamente meravigliato e impressionato, ma ... durerà nei secoli?

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    Personalmente preferisco l'arte moderna, contemporanea, mi dà più emozione, ho la sensazione che sia più facilmente fruibile anche da chi, come me, non se ne intende, forse perchè è immersa nel nostro tempo, raffigura i nostri problemi, è più vicina a noi.

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    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  12. #11
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Concordo pienamente con quasi tutto quello che scrivi.

    Trovo curioso che tu ritenga l'arte contemporanea più facilmente comprensibile. Di solito è proprio l'incomprensibilità ad essere usata come giustificazione per la disaffezione nei confronti dell'arte contemporanea.

    Quanto alla venere degli stracci di Pistoletto, l'ho vista dal vero a Londra, alla Tate Modern. Le era dedicata un'intera stanza e l'ho trovata incredibilmente ricca spunti. Mi sono sentito interpellato su questioni come che ruolo ha il vestito oggi? La cultura e la mitologia sono vestiti? Sono stracci?, I vestiti sono solo stracci? O fanno parte della nostra identità? O siamo noi a dare ad essi dignità culturale aldilà della funzione isolante? Ecc. Ecc. Ecc...
    Sono rimasto nella stanza per una mezz'ora. Se non è arte quella che ti fa rimettere in questione tutti i tuoi luoghi comuni e le tue granitiche convinzioni estetiche, che cosa è arte?

  13. #12
    old crone L'avatar di Indigowitch
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    Credo che sia tremendamente difficile, non solo per i "profani" ma anche per chi è esperto d'arte, stabilire cosa sia arte e cosa non lo sia. Personalmente, credo che le domande più sensate da porsi, dinanzi a qualsiasi creazione artistica, siano: "Perché quest'opera? Cosa voleva comunicare il suo creatore? In quale contesto storico-sociale si esprimeva/si esprime l'artista? Che tecniche ha utilizzato?". Dopo, e solo dopo, aver tentato di comprendere cosa sta dietro a quella creazione, posso intervenire con il mio gusto personale. Posso, ad esempio, cercare di capire cosa volesse comunicare Manzoni con la sua "merda d'artista" inscatolata, ma posso al contempo dire che quell'opera con il Bello non ha nulla a che vedere. E' questo, secondo me, che scarseggia, in molta gente: la volontà di osservare e di capire, di accostarsi a qualcosa prima ancora di tranciare giudizi. Penso anche che sia una trappola soffermarsi su concetti volatili e non così oggettivi come il Bello e il Brutto. Secondo il mio gusto personale, la "Pietà" di Michelangelo è esteticamente bella, abbagliante, commovente. Lo stesso soggetto, la Pietà, rappresentato da Kokoshka, non ha nulla di ciò che definirei bello. Però mi emoziona, mi colpisce, mi stordisce. Come si spiega tutto ciò? Arte e Bello non coincidono necessariamente. L'arte è un mezzo espressivo: proprio per questo io posso esprimere con la mia opera tutto ciò che voglio, la luce e l'ombra, il bene e il male, l'animato e l'inanimato, il positivo e il negativo, ciò che fa parte della realtà sensibile e ciò che invece attinge alla spiritualità. E' un discorso molto complesso e difficilmente esauribile in poche righe, e sicuramente in questo intervento avrò scritto un cumulo di imprecisioni, ma penso che l'errore che commette spesso la gente sia quello di non riuscire a distinguere il proprio gusto personale dalla comprensione oggettiva di qualsiasi fenomeno artistico.
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  14. #13
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Quote Originariamente inviato da Indigowitch Visualizza il messaggio
    Credo che sia tremendamente difficile, non solo per i "profani" ma anche per chi è esperto d'arte, stabilire cosa sia arte e cosa non lo sia. Personalmente, credo che le domande più sensate da porsi, dinanzi a qualsiasi creazione artistica, siano: "Perché quest'opera? Cosa voleva comunicare il suo creatore? In quale contesto storico-sociale si esprimeva/si esprime l'artista? Che tecniche ha utilizzato?". Dopo, e solo dopo, aver tentato di comprendere cosa sta dietro a quella creazione, posso intervenire con il mio gusto personale. Posso, ad esempio, cercare di capire cosa volesse comunicare Manzoni con la sua "merda d'artista" inscatolata, ma posso al contempo dire che quell'opera con il Bello non ha nulla a che vedere. E' questo, secondo me, che scarseggia, in molta gente: la volontà di osservare e di capire, di accostarsi a qualcosa prima ancora di tranciare giudizi. Penso anche che sia una trappola soffermarsi su concetti volatili e non così oggettivi come il Bello e il Brutto. Secondo il mio gusto personale, la "Pietà" di Michelangelo è esteticamente bella, abbagliante, commovente. Lo stesso soggetto, la Pietà, rappresentato da Kokoshka, non ha nulla di ciò che definirei bello. Però mi emoziona, mi colpisce, mi stordisce. Come si spiega tutto ciò? Arte e Bello non coincidono necessariamente. L'arte è un mezzo espressivo: proprio per questo io posso esprimere con la mia opera tutto ciò che voglio, la luce e l'ombra, il bene e il male, l'animato e l'inanimato, il positivo e il negativo, ciò che fa parte della realtà sensibile e ciò che invece attinge alla spiritualità. E' un discorso molto complesso e difficilmente esauribile in poche righe, e sicuramente in questo intervento avrò scritto un cumulo di imprecisioni, ma penso che l'errore che commette spesso la gente sia quello di non riuscire a distinguere il proprio gusto personale dalla comprensione oggettiva di qualsiasi fenomeno artistico.
    Quoto in pieno. Sono perfettamente d'accordo, soprattutto con la distinzione necessaria tra espressione artistica e bellezza estetica di un opera. È proprio per questo che sono convintissimo che si possa educare a leggere e capire un'opera fornendo gli strumenti necessari.
    Amare è un'altra cosa. Si può far trasparire la propria passione e sperare che essa sia di stimolo e d'esempio. Ma se poi la persona non s'accende... non s'accende e basta. In ogni caso si può però pretendere da chiunque il rispezzo dellêspressione artistica ed il riconoscimento del suo valore culturale. E anche questo si può chiaramente insegnare ed imparare.

  15. #14
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Quote Originariamente inviato da Rupert Visualizza il messaggio
    Avere gusti matcati, magari anche decisi è non solo legittimo, ma necessario per la struttura della persona e della personalità. Quindi preferire uno stile ad un altro è naturale e positivo. Ad un certo punto è però necessario anche mettersi in questione e chiedersi il perché delle proprie preferenze, non foss'altro che per confermarle alla fine del processo.
    E allora mi permetto di pregarti (se gentilmente ne trovi il tempo e la voglia) di darci qualche ragione: Pefrché Van Gogh sì e Mirò no? e poi potrebbe esserci qualche opera della seconda metà del XX secolo che sia in grado di trasmetterti qualche emozione? Oppure lo escludi assolutamente? E anche in questo caso perché?

    Beh, con Mirò ce l'ho in particolar modo perchè per anni me lo sono guardato dalla scrivania (al mio capo piaceva tanto e io invece vagheggiavo di ritagliarlo dalla cornice e sostituirlo con Michelangelo .... ) Di contemporanei ce ne sono che mi piacciono, Modigliani, Munch, Klimt, per esempio, e anche i dipinti rupestri! Non è il periodo che fa la differenza, è lo stile. A me Rothko non dice niente,e nemmeno Mondrian, ma non so spiegare nemmeno a me stessa il perchè, vado solo a sensazioni. Se non sento il batticuore, allora non mi va bene. Faccio così anche per il resto, libri, vestiti, arredamento ... se sento qualcosa dentro ok, sennò tiro dritto.


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    Dissento ardentemente. Non si può, è vero, indurre qualcuno ad amare l'arte, ma si può educare a capirla e ad apprezzarne il valore culturale ed umano. Non farei il mestiere che faccio se non credessi graniticamente alla possibilità di educare.
    Certo! Intendevo dire che è proprio fortunato chi ha un insegnante esperto e comunicativo, ma non si può trasmettere l'emozione, quella deve nascere spontaneamente.

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