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Discussione: La poesia della quotidianità

          
  1. #46
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    E nascemmo

    E nascemmo
    alla vita che già c’era.
    Le cose
    c’erano, le tante, le inaudite
    cose, di cui c’invaghimmo
    poco a poco,
    E noi guardavamo
    l’aria che luceva
    e piove e nevi
    e soli che stagnavano, tiepidi,
    nelle mattine troppo
    quiete.

    E guardammo, un giorno, i nomi
    le parole prime, scure,
    che dicono sì e no, che oscillano
    tra le cose

    Giancarlo Pontiggia
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #47
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    Origini

    Canto ciò che fu prima
    e ciò che venne. Tutto
    era sospeso in una
    quiete lunga, nel forte
    vuoto. Il cielo
    immane, fiottante chiglia, era
    muto. Non c’erano
    uomini, né bestie, né pietre;
    né fronde, né erbe, né ali sulle
    ardue terrazze
    del cielo. Solo
    il sole c’era,
    e non aveva nome. La terra
    non c’era; solo c’era
    il mare, e la sua verde
    pietra. Non c’era
    nulla di radunato, nulla
    che risuonasse in cielo. Niente
    si muoveva, né qua né là; niente
    nuotava nel mare di pietra. Solo
    quiete, e un celibe
    occhio di pietra. Niente, vi dico,
    esisteva. Solo, c’era, il fragore
    del mare, là, in quel buio
    antico, come un’antica
    pietra.

    Giancarlo Pontiggia



    P.S. non sapevo dove mettere queste poesie di Pontiggia, forse non è questo il posto giusto, ma anche nascere è quotidianità...
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #48
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    Scorreva la vita come un miele

    Scorreva la vita come un miele
    troppo dolce, troppo forte. Salivano
    ai grandi cieli, vasti come il tempo, sacri
    come un’icona, gridi
    di una vita frastornante, sospesa. Abbacinàti
    gli occhi stupivano. Il cuore no. A un giorno

    più scuro, segreto, pensavo, alla gemma
    chiusa in un suo torpido sonno, al frutto

    che marcisce, stordito, tra le fronde.


    Giancarlo Pontiggia
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #49
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    E vedi

    E vedi che durare possono
    le cose che non hanno vita,
    e tu muori,

    e questi versi, che altri un giorno
    leggeranno, durano più di te,
    e tu non duri,
    e li hai fatti

    e in queste stanze
    dove tante ore hai
    dormito, altri
    ci dormiranno: e così poco
    è la vita,

    che un verso, un muro, un letto
    sono più lunghi di te,

    erano prima, e sono dopo
    di te.

    Giancarlo Pontiggia
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #50
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    Mi rapivano le vie polverose, i muri

    Mi rapivano le vie polverose, i muri
    di campagna intonacati
    alla buona, sui quali

    il sole muovendosi posa
    una spiga di luce calda,
    ombrosa. Toccandola

    con la mano mi pareva
    di accedere a un’altra vita:
    non la mia, forse (pensavo),

    ma un’altra, più strana,
    più romita.


    Giancarlo Pontiggia
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #51
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    Avevo dimenticato:
    Una scampanellata = passeggeri da nord.
    Due scampanellate = passeggeri da sud.
    Tre = un merci da nord.
    Quattro = un merci da sud.
    Questo appresi una volta
    in un posto il cui nome non importa
    dove ora nessuna campana
    annuncia nessun treno.

    Jorge Teiller
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  7. #52
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    Le cose

    Le monete, il bastone, il portachiavi,
    la pronta serratura, i tardi appunti
    che non potranno leggere i miei scarsi
    giorni, le carte da giunco e gli scacchi,
    un libro e tra le pagine appassita
    la viola, monumento d'una sera
    di certo inobliabile e obliata,
    il rosso specchio a occidente in cui arde
    illusoria un'aurora. Quante cose,
    atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
    ci servono come taciti schiavi,
    senza sguardo, stranamente segrete!
    Dureranno piú in là del nostro oblio;
    non sapran mai che ce ne siamo andati.

    J.L. Borges
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #53
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Istruzioni per dormire

    Certo, addormentarsi.
    Scacciare la luna
    dalla finestra.
    Mettere in contumacia
    le zanzare.
    Stabilire per i gatti
    lo spazio notturno.
    Zittire i malinconici
    cani dei vicini.
    Chiudere l’udito
    a tutti i rumori
    tranne a quello della pioggia.
    Relegare tutti i pensieri
    angosciosi nel posto
    che gli spetta,
    nel tempo passato
    o futuro.
    sistemare i sentimenti
    nei reconditi
    meandri del cuore,
    in astucci
    chiusi a chiave fino all’alba.
    Reprimere i dolori.
    Controllare i desideri
    e superare le offese.
    Non comporre poesie.
    Afferrare il filo di una storia
    e inventare una favola.
    Fungere da mamma a se stessi.
    Essere la propria amata.
    Coprire di baci
    il cuore insoddisfatto.
    Coprire con una coperta
    le membra infreddolite.
    Entrare
    nell’enclave monastica
    del buio e del silenzio.
    Andare lontano.
    In capo al mondo.
    Al confine dei sogni e dei non sogni.
    E magari
    ancora più lontano.

    Kajetan Kovič . Slovenia-1931 Maribor.
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  9. #54
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    Quando il divino si fa quotidiano

    I trentatré nomi di Dio

    1. Mare al mattino

    2. Rumore dalla
    sorgente nelle
    rocce sulle pareti di
    pietra

    3. Vento di mare
    a notte
    su un'isola

    4. Ape
    5. Volo triangolare
    dei cigni

    6. Agnello appena nato
    bell'ariete
    pecora.

    7. Il tenero muso
    della vacca
    il muso selvaggio
    del toro

    8. Il muso
    paziente
    del bue

    9. La fiamma rossa
    nel focolare.

    10. Il cammello
    zoppo
    che attraversò

    la grande città
    affollata
    andando verso la morte.

    11. L'erba
    L'odore dell'erba.

    12. (disegno suo, come tanti asterischi, stelline)
    13. La buona terra
    La sabbia e
    la cenere

    14. L'airone che ha
    atteso tutta
    la notte, intirizzito,

    e che trova
    di che placare la sua
    fame all'aurora

    15. Il piccolo pesce
    che agonizza nella gola dell'airone

    16. La mano
    che entra in
    contatto
    con le cose

    17. La pelle - tutta la superficie del corpo
    18. Lo sguardo
    e quello che guarda

    19. Le nove porte
    della
    percezione

    20. Il torso
    umano

    21. Il suono di una viola o di un lauto indigeno
    22. Un sorso
    di una bevanda
    fredda
    o calda

    23. Il pane
    24. I fiori
    che spuntano
    dalla terra
    a primavera

    25. Sonno in un letto
    26. Un cieco che canta
    e un bambino invalido

    27. Cavallo che
    corre
    libero

    28. La donna
    -- dei --
    cani

    29. I cammelli
    che si abbeverano
    con i loro piccoli

    nel difficile wadi
    30. Sole nascente
    sopra un lago
    ancora mezzo
    ghiacciato

    31. Il lampo
    silenzioso
    Il tuono
    fragoroso

    32. Il silenzio
    fra due amici

    33. La voce che viene
    da est,
    entra dall'orecchio
    destro

    e insegna una canto.



    Marguerite Yourcenar


    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  10. #55
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    Poesia per un uomo privo di olfatto

    La presente solo per informarti

    che la linea più marcata dell’incavo della mia mano
    ha l’odore di un vecchio banco di scuola,
    coi nomi intagliati e profondi, lisi dal sudore;

    che sotto lo spruzzo del mio profumo costoso
    le mie ascelle emettono una nota di basso, forte
    come il bum di un palmo sopra a un tamburo;

    che l’impeto umido della mia paura è tagliente
    come il sapore di un pezzo di ferro d’inverno
    sulla lingua calda di un bambino; e che a volte,

    con la brezza, i delicati capelli che ho sulla nuca,
    proprio in quel punto dove, chinando il capo, potresti
    esitare e sfiorarli con le labbra,

    trattengono un profumo delicato e deciso
    come una flotta di navi di origami, pronte a salpare.

    Kate Clanchy
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  11. #56
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    Genova P. P.

    - Quanto tempo - dirai. E ci sarà
    odore di treni, di fritto
    e una piuma di vento marino
    già all'uscita. Sugli agri giardinetti
    della Stazione tornerà la luna.
    - Come va - chiederai. Da un indomato
    vecchio spiccio poema d'amore
    sorriderti sarà meraviglioso:
    - Bene, quando ti vedo.

    Daria Menicanti
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  12. #57
    Master Member L'avatar di Claire
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    Ogni mattina


    Cancelliamo i sogni
    Con cautela costruiamo i discorsi
    Le nostre vesti sono un nido di ferro
    Ogni mattina
    Salutiamo gli amici di ieri
    Le notti si dilatano come fisarmoniche
    Suoni, rimpianti, baci perduti.


    (Insignificanti
    Enumerazioni
    Nulla, solo parole per gli altri


    Ma dove finisce la solitudine?)


    Manolis Anaghnostakis
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  13. #58
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Le cose che mi dico mentre stendo i panni

    Se una formica che attraversa la corda tesa
    tra un melo e l’altro
    si mettesse a pensare senza tregua
    è probabile che mai e poi mai riuscirebbe a inventarsi Albert Einstein.
    Ma neppure quei baffi disordinati,
    o quelle borse rugose sotto gli occhi
    che anni dopo gli si sono gonfiate,
    dopo essersi è sognato quella esasperante relatività.
    Perfino i panni stesi sono tridimensionali.
    Le formiche attraversano le grandi foreste fibrose
    da una molletta all’altra,
    portandosi tra le mandibole o nella sacca proprio il cuore della vita,
    il cuore stesso dell’universo nelle loro molecole di acido formico.
    E come sono fresche le lenzuola,
    quando la notte ti ci stendi dentro,
    e ti sembra di essere la sola sulla montagna,
    e il tuo corpo sente la setosa carezza del letto
    come l’amore sulla tua pelle
    e quella sacca pesante che sei tu si rilassa nel suo abbraccio.
    Quando spegni la luce,
    sei cieca nell’oscurità
    forse come lo sono le formiche,
    con quello stesso balzo d’astrazione fuori da questa dimensione limitante.
    Così che la curva stessa della luce, attratta nella fossetta dello spazio,
    è relativa al tuo stesso percorso cieco attraverso l’abisso.
    E lì al buio c’è Albert Einstein
    con la sua formula sagace che assomiglia a quelle piccole mandibole
    che traforano la terra
    e la sollevano, granello per granello,
    mentre esplodono i cristalli di sabbia
    nella calda turbolenza d’un bianco raggiante,
    ti sorride, quel sorriso timido e irsuto,
    su una linea immaginaria da qui a lì.

    Ruth Stone
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  14. #59
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Foglietto illustrativo

    Sono un tranquillante.
    agisco in casa,
    funziono in ufficio,
    affronto gli esami,
    mi presento all'udienza,
    incollo con cura le tazze rotte -
    devi solo prendermi,
    farmi sciogliere sotto la lingua,
    devi solo mandarmi giù
    con un sorso d'acqua.

    So come trattare l'infelicità,
    come sopportare una cattiva notizia,
    ridurre l'ingiustizia,
    rischiare l'assenza di Dio,
    scegliere un bel cappellino da lutto.
    Che cosa aspetti -
    fidati della pietà chimica.
    Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
    dovresti sistemarti in qualche modo.
    Chi ha detto
    che la vita va vissuta con coraggio?
    Consegnami il tuo abisso -
    lo imbottirò di sonno.
    Mi sarai grato (grata)
    per le quattro zampe su cui cadere.

    Vendimi la tua anima.
    Non ci sarà un altro acquirente.

    Un altro diavolo non c'è più.


    Wislawa Szymborska
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  15. #60
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    OLIO E ACETO

    A Giovanni Panarello

    Per la verde lattuga trasparente,
    fresca la foglia aperta al suo ventaglio,
    c'è quest'olio di luce, queste mente
    di poggio e dal suo tartaro fiorita
    la viola d'aceto, spicca l'aglio.
    Il carciofo nell'indaco s'abbruna
    al suo verde di panno e di laguna.
    Rosso il radicchio a prendere s'avvita
    nel suo cespo croccante. È la tua tavola,
    un giorno che riposa - nel nome d'ogni cosa.
    Ed è quasi una favola.

    ALFONSO GATTO
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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