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Senior Member
Insomma, quotidiana... più o meno
At Lunchtime
Quando il bus frenò all'improvviso
per evitare di metter sotto
una madre e il suo bambino per strada,
la signorina col cappello verde seduta lì davanti,
fu scaraventata su di me
e per non perdere l'occasione
cominciai a farle il filo
All'inizio resistette,
disse che era mattina presto,
e che aveva mangiato da poco,
e che comunque mi trovava repellente.
Ma quando le spiegai
che vivendo in un'età nucleare
il mondo sarebbe finito all'ora di pranzo,
si tolse il cappello verde,
mise il biglietto del bus in tasca,
e accettò le avances.
I passeggeri,
e ce n'erano parecchi,
erano allibitiesorpresi,
e divertitieinfastiditi.
Ma quando circolò la voce
che il mondo stava per finire all'ora di pranzo,
misero l'orgoglio in tasca
insieme ai biglietti del bus
e cominciarono a pomiciare.
E perfino il controllore,
sentendosi escluso,
salì in cabina,
e cominciò una specie di movimento con l'autista.
Quella notte,
sull'autobus al ritorno,
eravamo tutti un po' imbarazzati.
soprattutto io e la signorina col cappello verde.
E tutti cominciammo a dire
in modi diversi
di come eravamo stati sciocchi e affrettati.
Ma allora, da pezzodifurbo quale son sempre stato,
mi alzai e dissi che era un peccato
che il mondo non finisse quasi a ogni ora di pranzo,
e che potevano sempre far finta che accadesse.
E poi successe...
Veloci comeun fulmine
tutti cambiammo partner,
e subito il bus divenne un fremito
di bianchi corpi dismessi (sotto naftalina) che facevano cosacce.
E il giorno dopo
e ogni giorno
su tutti i bus
in ogni strada
in ogni città
in ogni paese
la gente finse
che il mondo stesse per finire all'ora di pranzo.
Ancora non è successo.
Anche se in qualche modo sì.
Roger McGough
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Senior Member
Stai vicino alla finestra mentre le luci ammiccano
lungo la strada.
Da qualche parte un tram, che porta
a casa commesse e impiegati, passa sferragliando in questa
sera del Sabbath.
Un gatto nel cortile piange
perché trova il bidone dell’immondizia chiuso;
gli strilloni iniziano il loro giro che trasforma omicidi in penny.
Siamo chiusi in casa, per un po’ al sicuro, salvi
fino a domani.
Ti sfili il vestito, ti arrotoli le calze, attenta a non smagliarle.
Nuda ora,
soffice luce su soffice carne,
ti fermi un attimo; ti volti di fronte a me –
sorridi come sanno fare solo le donne
che hanno giaciuto a lungo con il loro amante
uscendone più vergini.
La nostra cena è semplice, ma noi siamo meravigliosi.
Kenneth Patchen
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Senior Member
I ricordi mi vedono
Una mattina di giugno in cui era troppo presto
per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
devo uscire nel verde che è colmo
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli dia stupore.
Tomas Tranströmer
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Gli amanti
E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono
l’umido palmo, corrono per le falangi,
e sopra sta la notte piena d’occhi.
Sono gli amanti, la loro isola fluttua alla deriva
verso morti di cespuglio, verso porti
che fra lenzuola si aprono.
Si disordina tutto attraverso gli amanti,
tutto trova la sua cifra giocata;
loro, però, neppure sanno che
mentre rotolano nell’amara arena
che è loro c’è una pausa nell’opera del nulla,
e che il tigre è un giardino che gioca.
Albeggia nei carri dell’immondizia,
cominciano a uscire i ciechi,
il ministero apre i suoi portoni.
Gli amanti arresi si guardano e si toccano
una volta di più prima di fiutare il giorno.
E già sono vestiti, già se ne vanno per la strada.
Ed è solo allora
quando sono morti, quando sono vestiti,
che la città li recupera ipocrita
e gli impone i doveri quotidiani.
Julio Cortàzar
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Chiodi di cielo
Quel primo giorno, per mettermi sotto,
i miei compagni induriti
mi spedirono saltellante come una scimmietta
dalla ringhiera più alta
giù alla baracca del caposquadra
a chiedere un sacchetto di chiodi di cielo.
Il caposquadra si chiese quale sfumatura
di azzurro avessi in mente, esattamente.
Ne ho bisogno ancora oggi di quei chiodi di cielo
con la loro filettatura impercettibile
e la capocchia indistruttibile
capaci di inchiodare ogni cosa
al nulla
e farcelo stare.
Jamie McKendrick
(tratto da Poesia Marzo 2014)
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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GIRASOLI
Eccola sulla tangenziale
la fame dei giorni.
Passato Vimercate
nel cerchio blu delle montagne
un prato brilla di rugiada
superato ha ormai
l’irto delle stoppie.
Al margine
un girasole dimenticato
si gode il mondo.
Giancarlo Consonni
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Un sabato di giugno
Il tempo non preme col muso sui vetri
appannati delle finestre
ora entra direttamente in casa
invisibile trasparente
come l’aria.
Già siamo al passaggio tra una stagione
e l’altra nuova
tra la primavera e l’estate
(ma non era ieri inverno?
e il prossimo inverno... già mi chiedo).
Mattina, la casa mi accoglie
in pigiama
apro le finestre
la pausa del sabato non sarà questa
(cosa fare tra le mille cose
che aspettano inquiete e aspettano?).
Io mi butto sul computer veloce
a scrivere sul tempo cha passa
come la belva che deve
deve bloccare la preda.
8 giugno 2012
Gabriella Sica
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Senior Member
Gli scacchi
E il re cortese, il sinistro alfiere
la regina irriducibile, la rigida torre, l'accorto pedone
sopra questo spazio bianco e nero
si cercano e si scelgono
in una muta accanita battaglia.
Non sanno che la mano precisa di un giocatore
governa quel destino
non sanno che una legge ineluttabile
decide il loro prigioniero capriccio.
Ma anche il giocatore (Omar Khayyam lo ricorda)
e' prigioniero di un'altra scacchiera
di notti nere e di accecanti giorni.
Dio muove il giocatore
che muove il pezzo.
Ma quale dio, dietro Dio,
questa trama ordisce
di polvere e di tempo, di sogno e di agonia?
Jorge Luis Borges
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Master Member
SOCIETÀ DEI CONSUMI
Camminiamo mano nella mano nel supermercato
tra le file di cereali e detersivi
Procediamo di scaffale in scaffale
fino a raggiungere i barattoli di conserva
Esaminiamo il nuovo prodotto
pubblicizzato dalla televisione
E all’improvviso ci guardiamo negli occhi
e sprofondiamo l’uno nell’altra
e ci consumiamo
ÓSCAR HAHN
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Senior Member
La differenza
Una canzone bellissima, ascoltata in auto
alla fine del giorno. Ci sono
le mie sere uguali in città
nei rientri, l’asfalto bagnato
e triste col sacchetto della spesa,
il cibo della famiglia,
quando poi il tempo che mi aspetta
è scandito dai racconti dei figli,
dalle notizie del mondo, la partita,
l’intervallo dei pensieri.
Fermarsi
davanti al cancello di casa, un secondo
nel freddo vero,
soli da millenni, conoscendo attese,
e percepire la silenziosa
soglia del tempo e la minima differenza
fra le mie mani e la loro assenza.
Gabriel Del Sarto (1972)
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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BALLATA TERMINALE
L’impiegato F. Pasquale (ufficio via Andrea Doria)
mentre si gratta il pacco con una flemma australe
e la folla inferocita si accalca allo sportello
con suprema stizza e sorriso tutto boria
annuncia: “si è bloccato il terminale”
scatenando l’ira di due vecchie impellicciate
(una nella foga si sputa la dentiera
e l’altra si fa aria con le raccomandate)
e la crisi isterica di un trans nipponico
che scaglia a terra un pacco di Natale
che si sfascia e rivela confezioni
di pasta Rummo, Agnesi e Buitoni.
La ragazza con la spesa e il passeggino
cerca di sedare il suo bambino
che urla come un’aquila preistorica
perché pretende per la cifra modica
di euro diciannove e novanta
che la madre gli compri una ghirlanda
di caramelle colorate tipo Smarties
da sgranocchiare durante l’odissea
che li separa dallo sportello C
dove la madre arriverà stremata
col colorito bianco come un cero
e davanti alla mora da pagare
caccerà il suo classico urlo nero.
Il cingalese con le rose rosse
chiede ragguagli a una vecchia pensionata
che ha un problema di mascella deragliata
e parla in una lingua incomprensibile
che cerca di ovviare con gesti universali
- esperanto di esperienze solidali -
così alla fine anche lui capisce
che non c’è trippa né permessi di soggiorno
perché oltre al terminale si è bloccato
anche quel coso che distribuisce i numeri
(per questo tutti quanti danno i numeri).
Il bimbominkia al postamat all’ingresso
armeggia con destrezza al cellulare
mentre sceglie da pantheon assortiti
i santi e le madonne da scagliare
contro quei vecchi rincoglioniti
che non sanno ancora adoperare
la carta prepagata postepay
e per concludere le loro operazioni
(e quindi poi levarsi dai coglioni)
ci mettono dai cento ai mille eoni.
Le due zingare all’angolo di fuori
guardano la falce della luna
che nel mattino azzurro adamantino
sembra il sorriso allegro di un bambino…
Francesca Genti
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Di meteorologia
noi non sappiamo niente,
assolutamente:
ignoriamo il tempo delle semine,
e quando s’accoppiano
i maschi con femmine
in guisa che accompagni
la volontà delle stagioni:
ignoriamo i segni
per cui si scelgono le terre,
che riesca fecondo e certo
il gesto della semina.
Per cui noi si vive a caso
per lo più disgraziatamente –
ma senza malizia delle cose.
L’errore fu nascere sotto lo Scorpione,
o in opposizione di pianeti infausti:
o forse l’errore fu nascere, nient’altro.
Ci insegnarono qualcosa:
che il sale rovesciato porta male,
che di venere e di marte
non si sposa e non si parte;
ma per cinque giorni
non ci assistettero dogmi né proverbi.
Sempre ci sgomentò al sopraggiungere
il tuono d’una nascita,
e giunse a noi imprevedibile la morte.
Cercheremo, un giorno, il mago, il guaritore,
la donnetta che legge nelle carte?
Ci verrà meno
la disperazione onesta?
Giorgio Manganelli
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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21-September-2014, 22:45
#13
Master Member
Gerico
È raro sentire cantare in strada
molto più raro sentire fischiare
o fischiettare
se qualcuno lo fa
l’aria sembra fargli spazio
ti sembra che un refolo muova
la flora dei tuoi pensieri
ti metta dove prima non eri;
ma come passa chi fischia
la noia stende le vertebre al sole
e tu rientri dov’eri
dietro il douglas dei serramenti
dentro il livore
degli appartamenti
al tango delle dita sul tavolo ti chiedi
da quali trombe scosse
scrollate le mura
per quali brecce potremo vedere
– fresca –
come un sogno appena sbucciato
la terra che calpesteremo, allegri.
Pierluigi Cappello
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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25-September-2014, 08:55
#14
Senior Member
La mia vita la immagino come una città:
da qualche parte nel terzo mondo, o forse nel secondo.
E voglio essere una turista,
nella città della mia vita.
Voglio passeggiare in shorts e un cappello da baseball, con le mappe giuste e una macchina fotografica al collo.
Voglio scoprire cose per la prima volta.
Oh guarda, sono state messe lì apposta per me!
Voglio una stanza con tende un po’ ammuffite.
Dalla finestra, una vista su discariche e marmaglia.
Voglio stare male per il cibo straniero, voglio traffico e polvere,
il sibilo della miseria altrui.
Lasciatemi essere una turista nella città della mia vita.
Datemi una tazza di caffè a prezzi da rapina in piazza,
lasciatemi visitare in fretta il mausoleo del passato
e fotografare la sua mummia,
datemi le fogne a cielo aperto, i sogni capovolti,
la gioia delle rovine, i lebbrosi, i cani randagi,
fatemi dei segni in una lingua che non conosco e che non dovrò imparare. Prendete i miei soldi e lasciatemi andare.
Kapka Kassabova
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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26-September-2014, 11:59
#15
Senior Member
Palpitazione
Sono le cose semplici
che non ci fanno dormire:
una palpitazione,
l'afferrare una mano,
un guardarsi intorno con stupore.
Non gli arzigogoli della mente,
non le strane fantasticherie,
non il gioco di maschere
della verità.
Michael Kruger
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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