Brescia è universalmente nota come "LEONESSA D'ITALIA".
Questo appellativo le deriva da una creazione poetica di Giosuè Carducci, che volle per sempre definire il coraggio leonino con cui la città si battè durante l'insurrezione delle Dieci Giornate.
Lieta del fato Brescia raccolsemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea,
Brescia leonessa d'Italia
beverata nel sangue nemico.
Giosuè Carducci
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Le incisioni rupestri della Valcamonica (Bs), oltre 300.000 figure scolpite su roccia costituiscono una delle più ampie collezioni di graffiti preistorici.
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
La riserva naturale Piramidi di Zone (Bs), conosciuta anche come Camini delle fate, Fate di pietra o Piramidi di terra, è il singolare risultato della forza erosiva dell'acqua.
Si tratta di guglie altissime, piramidi dalla forma conica, protette sulla cima da grandi massi (la più imponente presenta un'altezza di circa 30 metri, un diametro alla base di 8 metri ed è protetta alla sommità da un masso di quattro metri di diametro) sormontate da un largo cappello di roccia, originato dall’azione erosiva dell’acqua. Questo fenomeno offre una suggestiva testimonianza dell’antico ghiacciaio, che un tempo copriva l’intera zona, con un processo di erosione che continua anche oggi.
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Monastero femminile di regola benedettina, fatto erigere dall’ ultimo re longobardo Desiderio e dalla moglie Ansa nel 753 d.C., edificato su un’area già occupata in età romana da importanti Domus, comprende la basilica longobarda di San Salvatore e la sua cripta, l’oratorio romanico di Santa Maria in Solario, il Coro delle Monache, la cinquecentesca chiesa di Santa Giulia e i chiostri. Ora è Museo della città, su un'area espositiva di 14.000 mq.
San Salvatore
Coro delle monache
La tradizione, ripresa dal Manzoni nell’Adelchi, vuole che in Santa Giulia si consumasse la drammatica vicenda di Ermengarda, figlia del re Desiderio e sposa ripudiata dell’imperatore franco.
Sparsa le trecce morbide
sull’affannoso petto,
lenta le palme, e rorida
di morte il bianco aspetto,
giace la pia, col tremolo
sguardo cercando il ciel.
Sotto il firmamento inondato di stelle dal Ferramola, nell’oratorio di Santa Maria in Solario, brilla di duecentododici fra pietre preziose, gemme vitree e cammei, la Croce detta di re Desiderio, superbo manufatto databile all’VIII-IX secolo d.C.
Croce di Re Desiderio
Simbolo della città è la Vittoria Alata, il grande bronzo proveniente dal Capitolium.
Vittoria Alata
Capitolium
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
All’estremità della penisola di Sirmione (Bs), in un’eccezionale posizione panoramica del Lago di Garda, si conservano i monumentali resti del più grande e lussuoso edificio privato di età romana di tutta l’Italia settentrionale. Conosciuta con il nome di “grotte di Catullo” - per l’aspetto delle rovine un tempo seminascoste dalla vegetazione e che, a chi le scorgeva dal lago, dovevano sembrare caverne naturali - la villa fu costruita tra fine I secolo a.C. e inizio I d.C.
Ritorno a Sirmione
Che allegria piena, distesa, Sirmione,
rivederti più bella di tutte le isole e penisole
che Nettuno solleva sulle acque diverse
dei laghi trasparenti o del mare immenso.
Quasi non credo d'essere lontano dalla Tinia,
dalle terre bitinie e guardarti sereno.
Vi è felicità più grande che scordare gli affanni,
quando la coscienza si annebbia nella fatica
di viaggiare e si torna alla nostra casa
stremati per riposare in quel letto sospirato?
Di tutte le fatiche questo è l'unico premio.
Sirmione, bellissima, mia, rallegrati
e rallegratevi anche voi onde lidie del lago:
risuonino nella casa solo grida di gioia.
(da “Carmina” - Traduzione di Mario Ramous)
CAIO VALERIO CATULLO
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Sono tornato da Firenze. Questa panoramica l'ho fatto per voi dalla cupola di Brunelleschi (che fatica per salire).
Che gioiello di città.
Ciao Robbo! L'hai fatta con il tablet? Anche il mio ha un'opzione simile. Oppure una macchina fotografica? Sono curiosa perchè ormai vedo in giro quasi solo persone che fotografano con cellulari e tablet, quelli che usano una vera e propria macchina fotografica sono una minoranza.
Firenze è .... Firenze è ... Firenze è Firenze e basta! Come definire questa città? In nessun modo, bisogna vederla. Ho passeggiato varie volte per il centro storico, apprezzando non solo i grandi monumenti, ma anche i piccoli particolari, gli scorci, le stradine. Per mancanza di tempo e di occasione, non mi sono mai avventurata più in là, ma il centro è più che sufficiente per far girare la testa a chiunque.
E vogliamo parlare della cucina? Quando uno, a forza di passeggiare, si ritrova affamato, si può infilare in qualche locale molto carino e caratteristico dove mangiare cibi locali buonissimi! Insomma, Firenze è da vedere e rivedere
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