Ed eccomi qua a sei ore di differenza dall'Italia, nella famosa America, nella capitale del consumismo e del capitalismo.
Eccomi qua a migliaia chilometri di distanza, nella terra dei sogni che diventano realtà (ma sarà poi tanto vero? Bah!)

Inizio il mio diario di viaggio per raccontare come si vive qui in America, per sfatare i tabù e per parlare delle cose reali.
Farò un po' il gioco del "è vero che...?", dirò "la verità e soltanto la verità", parlerò dei pro e dei contro.
In poche parole metto su carta (ops, su video) le mie riflessioni.
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Sono qui da due giorni e ci sarebbero già tante cose da dire!
Potrei parlare della:
- libertà personale
- privacy
- cibi
- caratteri
- ambienti
- educazione
- etc. etc.

Tante cose mi hanno colpito già dall'arrivo e come quando si va in un paese sconosciuto e diverso dal tuo, tutto entra nella tua testa senza ordine ed i pensieri vorrebbero uscire come da un imbuto pieno.

Cercherò di fare ordine e parlarne con calma

La preparazione.
La preparazione verso gli US è stata lunga, piena di carte e faticosa.
Il mio visto è il J1 (il visitatore - lavoratore o studente - non immigrante).
La prima cosa da fare per questo tipo di visa è ottenere una "offer letter" (un invito) da parte di un'università americana. Quindi: contattarli, mandargli il cv, mandargli un questionario con tutti i dati, mandargli una lettera della banca che dimostra che puoi mantenerti da solo senza fare il barbone (ed ovviamente l'ammontare dei soldi te lo dicono loro), mandargli alcuni documenti firmati, aspettare, aspettare, aspettare, ricevere la lettera d'invito.
Dopodiché si passa all'ambasciata che vuole: la tassa per il visto (pagata online), la tassa per l'appuntamento (dalla BNL), l'invito da parte dell'università, qualsiasi cosa che dimostri un forte legame con il tuo paese e quindi il BISOGNO di tornarci, il certificato dell'università, documenti, documenti, documenti, la telefonata per prendere appuntamente (che ovviamente anche quella si fanno pagare 15€) e se tutto va bene, dopo aver avuto un'intervista con il console, ti danno il visto, o meglio lo devi andare a prendere alla "mail box" (che ovviamente anche loro si fanno pagare).
Ripreso il passaporto è ora dell'assicurazione sanitaria e biglietto!
Pensate io dovevo partire il 29 ottobre, ma l'uragano Sandy ha dato il meglio di sè quindi la mia partenza è stata spostata al 2 novembre.

Il viaggio
Il viaggio è stata un'altra fatica!
Inizialmente dovevo fare Roma-Philadelphia-Indianapolis-West Lafayette, ma appena mi hanno cancellato il volo, ho chiamato la compagnia aerea che me ne aveva messo uno il 6 novembre... troppo lontano per le mie scadenze! Quindi, alla fine, siamo venuti ad un compromesso: Roma-Madrid-Chicago-Indianapolis- West Lafayette con scali veramente brevi!
Tralasciando la durata del viaggio (che potete immaginare), nel volo Madrid-Chicago è stato consegnato a tutti uno/due questionario/i.
Uno era l'I-94 (homeland security - sicurezza del paese) e l'altro per lo US Customers and Border Protection (protezione doganale). C'erano diverse domande su questi, ma quelle che mi hanno colpito di più erano:
- lascerai degli articoli alla tua partenza? Se si, scrivi il valore
- stai entrando con articoli di valore? Se si, scrivi il valore (anche per i cittadini!)
- stati entrando con cibi? semi? verdure?
Questi due fogli l'ho dovuti consegnare al controllo passaporti... e, la persona che era lì, ha rivoluto tutti i documenti, mi ha ricontrollato le impronte digitali prese all'ambasciata, mi ha rifatto una foto e mi ha intervistato nuovamente.
Da non dimenticare che la valigia imbarcata deve essere rigorosamente aperta altrimenti, se loro hanno il minimo dubbio su qualcosa, hanno il diritto di aprirla e controllare (in quel caso sicuramente tagliarla per vedere all'interno).

_ _ _ _ _ _ _

Alla domanda: E' vero che gli americani amano le carte?
SI! E' VERO!
Alla domanda: E' vero che gli americani spiegano passo passo ciò che bisogna fare?
Si, è vero. Ogni questionario ricevuto aveva coné una lista di posti dove prendere i documenti, una lista di dove mandarli e una lista di consigli e di numeri telefonici a cui chiedere informazioni.
Alla domanda: E' vero che gli americani amano la libertà?
Beh, su questo non posso dirlo ancora con certezza, ma dopo aver visto che i cittadini del paese devo passare il controllo alla dogana più o meno come è stato fatto con me, compilare il modulo per l'entrata nel paese dichiarando cosa si porta all'interno della propria terra... posso farmi un'idea.

_ _ _ _ _ _

Scusate di tutti gli errori di scrittura... non rileggo ciò che ho scritto, anche perchè sono fusa....