Ancora su Caduchi fiori:

“Che vita, che gioia senza Afrodite aurea?

Potessi morire, quando queste cose non mi stessero più a cuore,
i segreti amorosi, i dolci doni ed il letto,
soli fiori di giovinezza
bramati da uomini e donne. Ma dopo che è giunta
la dolorosa vecchiaia, che rende l'uomo brutto e maligno,
sempre gli consumano il cuore pensieri brutti
senza provare gioia nel guardare i raggi del sole,
ma è odiato dai ragazzi e disprezzato dalle donne.
Così dolorosa fece un dio la vecchiaia”.

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In questa (ed altre elegie) Mimnermo opera nei confronti della morale tradizionale arcaica, ( per esempio quella contenuta nell'epica omerica; e in Tirteo, con l'invito a morire da giovani per la patria ) una parenesi (ossìa una esortazione, un ammonimento) rovesciata, nel senso che per Mimnermo è sì bello morire in età giovanile, ma non per un nobile scopo , come potrebbe essere la difesa ad oltranza della patria, ma solo per un motivo personale e direi egoistico (o edonistico,meglio): cioè, perché dopo la giovinezza non c'è nulla di bello che possa rendere felice lo scorrere lento dei giorni nell'età senile.

Comunque, la posizione di Mimnermo sulla morte ( che sia, cioè preferibile ad una vita penosa presente) è tema costantemente nella letteratura greca, e che ritroviamo, per esempio, anche in Sofocle o Erodoto.