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Discussione: Mimnermo, poeta elegiaco

          
  1. #1
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    Mimnermo, poeta elegiaco

    Mimnermo Colofonio (Μίμνερμος, Mímnermos) nacque a Colofone (o Smirne,l'odierna Izmir) nel VII secolo a.C. – morì nella prima metà del VI sec. a.C.) . Mimnermo Colofonio è stato un poeta elegiaco e cantore greco.
    In questo Poeta è forte la tensione verso la partecipazione personale con la Natura: in esso, la natura partecipa alla fatuità della vita, con primavere fugaci, allegre e leggere, che però quanto prima presto sveleranno il disincanto della stagione più cruda, l'inverno e della morte che ben la rappresenta.
    Durante la vecchiaia non è possibile se non qualche piccolo e inconsistente sollievo da essa ; si intravede, nella natura e nelle persone, solo disprezzo, bruttezza e odio, per una persona non più giovane e prossima alla morte…

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    CADUCHI FIORI


    La vita, il piacer, cosa sono
    senza Afrodite d'oro?
    Meglio morir, quando non più cari avrò
    il secreto amore, i graditi doni, il letto:
    caduchi fiori di giovinezza
    per gli uomini e le donne.
    Quando giunge la dolorosa
    vecchiaia, che brutto
    sempre nel cuor l'opprimon
    cattivi pensieri, né guardando
    la luce del sol l'allieta,
    ma è odioso ai fanciulli,
    è disprezzato dalle donne:
    un dio così penosa volle la vecchiaia.

  2. #2
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    Salvatore Quasimodo traduce Mimnermo

    Come le foglie



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    Al modo delle foglie che nel tempo
    fiorito della primavera nascono
    e ai raggi del sole rapide crescono,
    noi simili a quelle per un attimo
    abbiamo diletto del fiore dell'età
    ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
    Ma le nere dee ci stanno sempre al fianco,
    l'una con il segno della grave vecchiaia
    e l'altra della morte. Fulmineo
    precipita il frutto di giovinezza,
    come la luce d'un giorno sulla terra.
    E quando il suo tempo è dileguato
    è meglio la morte che la vita.

    Traduzione di Salvatore Quasimodo

  3. #3
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    Salvatore Quasimodo fu amante della poesia greca e ne fu fruttuoso, convincente e sensibile traduttore. Leggendo prima la poesia del Greco e poi quella del Quasimodo, Ed è subito sera, ci convinciamo che il poeta italiano trasse ispirazione per la sua poesia del 1936 dalla lirica di Mimnermo:

    ED È SUBITO SERA

    Ognuno sta solo sul cuor della terra
    trafitto da un raggio di sole:
    ed è subito sera.

  4. #4
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    http://antoniomartino.myblog.it/arch...le-di-mim.html

    Su questo sito ho scoperto che anche Rocco Scotellaro, il sindacalista socialista ucciso ancor giovane, tradusse Mimnermo
    Il Viaggio del sole è il frammento 10 del poeta greco Mimnermo, secondo le edizioni Diehl, tradotto da Rocco Scotellaro nel 1943.

    IL VIAGGIO DEL SOLE

    Ebbe il figlio d’Iperione ogni tempo
    senza una tregua
    il suo luminoso travaglio.
    E già rinfiora pel cielo sbiancato
    dalle dita di rose l’Aurora.
    Il flutto nella cuna di fin’oro
    martellato da Efesto,
    lo porta a palmo d’acqua
    frusciando mentre dorme
    fino agli Etiopi dalle terre del Vespero.
    Là al cocchio attaccati
    i cavalli voraci e l’immenso.
    E qui giunga vispa l’Aurora
    e breve sorrida
    che già appare su in alto


    (Tricarico, luglio 1943)

    P.S.: È una versione che a me piace molto. Non cede a facili sentimentalismi o retorica di alcun genere, ed è accompagnato da espressioni di calco classicheggiante.

  5. #5
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    Un'altra versione di Caduchi fiori


    Che cos'è la vita, che cos'è la gioia, senza Afrodite d'oro?
    Vorrò morire, quando non mi importerà più di questo:
    un amore nascosto e i dolci doni e il letto;
    sono gli unici fiori piacevoli della gioventù
    per gli uomini e per le donne. Poi arriva la dolorosa
    vecchiaia, che rende l'uomo sgradevole e brutto,
    sempre funeste angosce lo opprimono nell'animo,
    né lo rallegra vedere la luce del sole,
    ma è odioso ai ragazzi e disprezzato dalle donne:
    così la fastidiosa vecchiaia un dio dispose.


    traduzione: Valentino Liberali (21 dicembre 2003; 3 aprile 2004)

  6. #6
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    E questa è una traduzione di Achille Giulio Danesi, di Come le foglie (fine '800) [tratta da Wikipedia]. Si nota subito la pesantezza della descrizione e la retorica artificiosa, propria dell'eloquire ottocentesco.
    Confrontiamolo con la traduzione del Quasimodo più libera da canoni retorici.

    Siccome foglie nascono
    Nella stagion fiorita,
    Quando dal sole han vita,
    Crescendo al suo splendor,
    Tal godiam rapidissimo
    Di giovinezza il fiore,
    Nè il bene, nè il dolore,
    Che dàn gli Dei, sappiam,
    Ma nere ne circondano
    Le Parche, e dànno a gara
    Chi la vecchiezza amara
    Chi della vita il fin.


    Ahi! breve il frutto allietaci
    Del fiore giovanile
    Allo splendor simìle
    Del fuggitivo sol.
    Ma tosto dileguatasi
    La dolce età, conviene
    Meglio il morir! le pene
    Piombano allora in cor.
    E chi l’aver consumasi
    D’inopia tra gli artigli,
    Chi brama aver dei figli.
    E senza figli muor.
    Altri da morbo assiduo
    Sen giace afflitto in core.
    Gran copia di dolore
    Giove sull’uom versò.

  7. #7
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    Ancora su Caduchi fiori:

    “Che vita, che gioia senza Afrodite aurea?

    Potessi morire, quando queste cose non mi stessero più a cuore,
    i segreti amorosi, i dolci doni ed il letto,
    soli fiori di giovinezza
    bramati da uomini e donne. Ma dopo che è giunta
    la dolorosa vecchiaia, che rende l'uomo brutto e maligno,
    sempre gli consumano il cuore pensieri brutti
    senza provare gioia nel guardare i raggi del sole,
    ma è odiato dai ragazzi e disprezzato dalle donne.
    Così dolorosa fece un dio la vecchiaia”.

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    In questa (ed altre elegie) Mimnermo opera nei confronti della morale tradizionale arcaica, ( per esempio quella contenuta nell'epica omerica; e in Tirteo, con l'invito a morire da giovani per la patria ) una parenesi (ossìa una esortazione, un ammonimento) rovesciata, nel senso che per Mimnermo è sì bello morire in età giovanile, ma non per un nobile scopo , come potrebbe essere la difesa ad oltranza della patria, ma solo per un motivo personale e direi egoistico (o edonistico,meglio): cioè, perché dopo la giovinezza non c'è nulla di bello che possa rendere felice lo scorrere lento dei giorni nell'età senile.

    Comunque, la posizione di Mimnermo sulla morte ( che sia, cioè preferibile ad una vita penosa presente) è tema costantemente nella letteratura greca, e che ritroviamo, per esempio, anche in Sofocle o Erodoto.

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