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Originariamente inviato da
kaipirissima
Che belle!
Meno male che ci siete voi... L'aquilone e Cerco casa sono stupende.
grazie
Potessimo anche noi guardare la vita con lo sguardo di Vivian Lamarque!
LA SIGNORA DEL PARASOLE
Come nel famoso quadro, ma non lui a lei, lei a lui teneva il
verde parasole.
Era un parasole speciale.
Chi stava lì sotto era protetto da tutti i mali del mondo.
La signora stava ben attenta a coprire perfettamente tutto il
signore, a non lasciarne fuori, in pericolo, nemmeno un pezzetto.
Vivian Lamarque
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IL SIGNORE PUNTINO
Non potendolo vedere sempre, quando infine poteva vederlo lo
guardava moltissimo, fino all'ultimo minuto, fino all'ultimo
secondo, e anche dopo si voltava indietro, si voltava indietro.
Il signore diventava sempre più piccolo, ormai era quasi del
tutto irriconoscibile, eppure lei lo riconosceva benissimo,
anche sottoforma di minuscolo puntino laggiù.
Vivian Lamarque
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IL SIGNORE NELL'ARIA
Alle ore venti ognuno tornava alla sua casa.
Non avevano una stessa casa?
No, ma nell'aria sì.
Nell'aria?
Sì, a destra e a sinistra nel mezzo dell'aria avevano una stessa
casa. Con le porte e le finestre gli uccelli le cene le voci e il riposo.
Non i colori?
Sì, colori splendenti erano appesi nei quadri nell'aria della casa.
Vivian Lamarque
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IL SIGNORE DELLA BUONANOTTE
Da un letto lontano con tutta la migliore stessa buonanotte
gli augurava.
C'era la luna?
Oh sì la luna e anche le mille stelle, più le fronde degli alberi e le
addormentate acque, con tutto tutto buonanotte gli augurava.
E il signore sentiva?
Sì, il signore piano piano sentiva, mentre si addormentava.
Vivian Lamarque
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FATE PIANO
Fate piano si è addormentata
la televisione se l’è cullata
fate piano non sia svegliata
sta sognando di essere amata.
Vivian Lamarque
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Code
Non mi dispiace fare le code,
c'è tempo per pensare,
per guardare dentro la borsa,
dentro la tasca dell'auto,
tempo per programmare i giorni a venire
domani dopodomani,
per guardare negli occhi di quell'extra gentile
(che vetro scintillante mi ha fatto,
gli ho chiesto il sinistro domani il destro,
ogni giorno un pezzetto diverso)
tempo per guardare quel bel geranio al quarto piano,
sta bagnandolo una vecchina pulita, bellina,
tempo per leggere i titoli, il nome di una via,
tempo per cominciare questa poesia.
Vivian Lamarque
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"Era la sua baciatrice preferita.
Con lei si appartava un momento dal mondo, poi vi ritornava.
Era felice la baciatrice?
Oh sì, e anche il signore baciato lo era, e anche i baci di essere dati, tutti i conti erano tornati."
Vivian Lamarque
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"Lui era notturno e lei era solare da guardare.
Uniti producevano una luce esatta e una fresca ombra.
Erano un signore e una signora proprio adatti.
Anche di notte?
Sì, di notte l’oscurità li avvolgeva e li univa, come emisferi".
Vivian Lamarque
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"A un signore per le vacanze partito una signora inviò in fretta in fretta una lettera con dentro – se stessa.
Quando il signore aprì la busta la signora sorridendo ne uscì, era arrivata.
E il signore cosa disse?
Il signore fece un salto e non disse, un poco si arrabbiò e un poco rise."
Vivian Lamarque
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Se sul treno ti siedi al contrario
con la testa girata di là
vedi meno la vita che viene
vedi meglio la vita che va.
FINE
Vivian Lamarque (Tesero, 1946), da Poesie 1972-2002 (Mondadori, 2002)
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Quote:
Originariamente inviato da
Aleciccio
Se sul treno ti siedi al contrario
con la testa girata di là
vedi meno la vita che viene
vedi meglio la vita che va.
FINE
Vivian Lamarque (Tesero, 1946), da Poesie 1972-2002 (Mondadori, 2002)
deliziosa! Rosy
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LA SIGNORA IN FRETTA
Il persempre era ormai cortissimo diventato.
Quanti Natali erano rimasti?
Una manciata.
Allora bisognava non sprecare nemmeno un minuto?
Sì, bisognava spicciarsi, per questo lei, in fretta,
lo adorava.
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LA SIGNORA DELL’ULTIMA VOLTA
L’ultima volta che la vide
non sapeva che era l’ultima volta che la vedeva.
Perché?
Perché queste cose non si sanno mai.
Allora non fu gentile quell’ultima volta?
Sì, ma non a sufficienza
per l’eternità.
Vivian Lamarque
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IL SIGNORE DI FRONTE
Era un signore seduto di fronte a una signora seduta di fronte a lui.
Alla loro destra/sinistra c’era una finestra, alla loro sinistra/destra c’era una porta.
Non c’erano specchi, eppure in quella stanza, profondamente, ci si specchiava.
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I mattini ghiro mio
I mattini ghiro mio
come vorrei che tu imparassi ad amare i mattini
soffriresti meno ad alzarti forse
se da te fosse come qui
che quando apri le finestre
subito hai lì alberi perfetti
immobili ma a guardare bene
con anche un punto dove le foglie tremano
per un uccello appena volato via
al rumore della finestra
(o forse ghiro mio avresti sonno lo stesso).
Vivian Lamarque