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María Mercedes Carranza
Ilrito del vestirsi
Improvvisamente
quando mi sveglio la mattina
mi ricordo di me,
cautamente apro gli occhi
e inizio a vestimi.
Prima sistemo il mio gesto
di persona per bene.
Poi metto le buone
maniere, l'amore
filiale, il decoro, la morale,
la fedeltà coniugale:
ed alla fine lascio i ricordi.
Lavo accuratamente
il mio viso di buona cittadina
vista la mia deteriorata speranza,
mi metto in bocca le parole
spazzolo la bontà
e la indosso come un sombrero
e negli occhi
quello sguardo così affabile. |
El oficio de vestirse
De repente
cuando me despierto en la mañana
me acuerdo de mí,
con sigilo abro los ojos
y procedo a vestirme.
Lo primero es colocarme mi gesto
de persona decente.
En seguida me pongo las buenas
costumbres, el amor
filial, el decoro, la moral,
la fidelidad conyugal:
para el final dejo los recuerdos.
Lavo con primor
mi cara de buena ciudadana
visto mi tan deteriorada esperanza,
me meto entre la boca las palabras
cepillo la bondad
y me la pongo de sombrero
y en los ojos
esa mirada tan amable.
María Mercedes Carranza |
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POEMA DEI FATI
Sono figlia di Benito Mussolini
e di qualche attrice degli anni ‘40
che cantava “Giovinezza”.
Hiroshima incendiò il cielo
il giorno della mia nascita e alla mia culla
arrivarono, Fati implacabili,
un uomo con molte pagine accarezzate
dove giacevano versi di amore e morte;
la voce furiosa di Pablo Neruda;
sotto la sua corona di cenere, Wilde
bello e maledetto,
parlò dello splendore della Vita
e della seduzione fatale della Sconfitta;
qualcuno gridò “morte all’intelligenza”,
ma nello stesso istante Albert Camus
diceva parole
che erano di acciaio e luce;
la Passione ardeva sulla fronte di Mishima;
una sconosciuta ombra o maschera
posò nel mio cuore il Paradiso Perduto
e un verso;
“par delicatesse j’ai perdu ma vie”.
Cadeva la pioggia triste di Vallejo
si spegneva nel vento la fiamma di Porfirio;
nell’aria il furore delle pallottole
che andavano da Cúcuta a Leticia, si incrociavano
con i cannoni di “Casablanca”
e le parole della sua canzone malinconica:
“Il tempo passa,
un bacio è solo un bacio...”
Così mi fu consegnato il mondo.
Queste cose di orrore, musica e anima
hanno segnato i miei giorni e i miei sogni.
MARÍA MERCEDES CARRANZA
Tratto dal sito:
http://cantosirene.blogspot.ch/2010/...-il-mondo.html
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Elegia
Caminaba mirando el cielo
y me fui de narices.
Ahora echo sangre por todas partes:
Las rodillas, el aire, los recuerdos;
mi falda se desgarró
y perdí los aretes, la razón.
No hay en el alma
una manera otra
de vivir un desamor?
© María Mercedes Carranza |
Elegia
Camminavo guardando il cielo
E caddi sulle narici.
Ora perdo sangue da tutte le parti:
Le rotule, l’aria, i ricordi;
la mia gonna s’è lacerata
ed ho perso gli orecchini, la ragione.
Non c’è nell’anima
un altro modo
di vivere un disamore?
Trad.: 2012 Rupert |
da: Amor y desamor y otros poemas