Questa è, da sempre, la mia poesia preferita sul Natale.
Grazia walt...stavo giusto guardando se qualcuno l'avesse postata...ed eccomela lì pronta:)
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[QUOTE=daniela;3917]Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli Altri
e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per Voi?
A ignorare quel che il mondo vi deve
e a pensare a cio' che voi dovete al mondo?
A mettere i vostri diritti in fondo al quadro,
i vostri doveri nel mezzo
e la possibilità di fare un po’ di più del vostro
dovere in primo piano?
Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi,
e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore ?
A capire che probabilmente la sola ragione
della vostra esistenza non e'
cio' che voi avrete dalla Vita,
ma ciò che darete alla Vita?
A non lamentarvi per come va' l’universo
e a cercare intorno a voi
un luogo in cui potrete seminare
qualche granello di Felicita'?
Siete disposti a fare queste cose
sia pure per un giorno solo?
Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno.
Henry Van Dyke
[/QUOTE
E' VERO, DANIELA.
E' speciale, questa poesia, come ti diceva Tess...
Sai che cosa pensavo di fare, io?
Non posso leggerla ai miei alunni: il " mio alunno speciale" non parla neppure...
Gli altri la troverebbero troppo difficile: sono piccini.
Allora la userò da "allegare" agli auguri di Natale per i miei numerosi amici...
COSI' LA ...RICEVERAI DI NUOVO!
ciao
Rosy
Sono felice che vi sia piaciuta, l'ho trovata in internet e mi aveva colpito molto.
Di Henry van Dyke, sacerdote e scrittore americano nato nel 1852 e morto nel 1933, ho trovato anche questa frase, piuttosto "tosta":
"Sei disposto a credere che l'amore sia la cosa più forte del mondo - più forte dell'odio, più forte del male, più forte della morte - e che la vita benedetta che è nata a Betlemme millenovecento anni fa sia l'immagine di luminosità dell'Amore Eterno? Allora puoi festeggiare il Natale."
Andiamo fino a Betlemme,
come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver
sbagliato il percorso.
Il volto spurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli
uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.
don Tonino Bello
Un abete speciale
Quest'anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine,
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.
Un raggio di sole
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato.
Gianni Rodari
Il pellerossa nel presepe
Il pellerossa con e piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i Magi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto , via, Toro Seduto:
torna presto da dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente.
O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
G. Rodari
Natale
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
Salvatore Quasimodo
L'albero dei poveri
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
oggi sull'albero dei doni:
bambole d'oro, treni di latta,
orsi di pelo come d'ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più in alto,
un cavallo che spicca il salto.
Quasi lo tocco... Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l'alberetto.
Ci sono soltanto i fiori di gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L'albero dei poveri sui vetri è fiorito:
io lo cancello con un dito.
Gianni Rodari
Natale, un altro
C’è una pecora riversa sul fianco da una settimana
ci sono due donne in coda davanti al forno
che ha una finta luce sempre accesa
ma il pane da mangiare non cuoce mai
abbiamo avuto poca cura nel fare il presepe quest’anno
e i nostri bambini hanno voluto mettere
i loro soldatini fra le statuine
adesso assomiglia di più alla Palestina di oggi
ci sono tre uomini con i fucili e il volto coperto
e dove finisce il muschio che imita l’erba
subito inizia il deserto.
Francesco Tomada
La coltura degli alberi di Natale
Vi Sono molti atteggiamenti riguardo al Natale,
e alcuni li possiamo trascurare:
il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale ,
il rumoroso (essendo i bar aperti fino a mezzanotte),
e l'infantile - che non è quello del bimbo
che crede ogni candela una stella, e l'angelo dorato
spiegante l'ali alla cima dell'albero
non solo una decorazione, ma anche un angelo.
Il fanciullo di fronte all'albero di Natale:
lasciatelo dunque in spirito di meraviglia
di fronte alla Festa, a un evento accettato non come pretesto;
così che il rapimento splendido, e lo stupore
del primo albero di Natale ricordato, e le sorprese, l'incanto
dei primi doni ricevuti (ognuno
con un profumo inconfondibile e eccitante,
e l'attesa dell'oca o del tacchino, l'evento
atteso e che stupisce al suo apparire,
e reverenza e gioia non debbano
essere mai dimenticate nella più tarda esperienza,
nella stanca abitudine, nella fatica, nel tedio,
nella consapevolezza della morte, nella coscienza del fallimento.
Thomas Stearns Eliot
LA SAPONETTA
Tu pensavi che cosa mi regalerà
finalmente è venuto Natale
eccomi qui alla porta, e tutto
è Natale scrupolosamente
l'esatto sogno dei bambini
col gelo col grigio col vento
che fa turbinare quei cosi
di ghiaccio e di neve e le famiglie
che si chiudono come valve
tram fermi automobili poche
eccomi qui da te col regalo
io che te lo avevo promesso
ciao ciao ho avuto la forza
di arrivare fin qui se non altro.
Ma dico: quando l'avrai consumato
e resterà un fogliettino
un fagiolo un cece un nulla
e ti scivolerà fra le dita
precipitando giù nel lavandino
dico, amore, per un istante almeno
ti ricorderai di me?
DINO BUZZATI
VESPRO DI NATALE
Incappucciati, foschi, a passo lento
Tre banditi ascendevano la strada
Deserta e grigia tra la selva rada
Dei sughereti, sotto il ciel d'argento.
Non rumore di mandre o voci, il vento
Agitava per l'algida contrada.
Vasto Silenzio. In fondo, Monte Spada
Ridea bianco nel vespro sonnolento.
O vespro di Natale! Dentro il core
ai banditi piangea la nostalgia
Di te, pur senza udirne le campane:
E mesti eran, pensando al buon odore
Del porchetto e del vino, e all'allegria
Del ceppo, nelle lor case lontane.
SEBASTIANO SATTA
DINANZI AL BAMBIN GESÙ PENSANDO AI TROPPI
INNOCENTI CHE NASCONO DERELITTI, NEL MONDOa Valerio VolpiniNel gelo del disamore...
senza asinello né bue...
Quanti, con le stesse sue
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!...
Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.
La Bestia
è spietata. Spietato
l'Erode ch'è in tutti noi.
Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi
d'invocare per loro
un grano di carità.
A che mai serve il pianto
- posticcio - del poeta?
Meno che a nulla. È soltanto
fatuo orpello. È viltà.
GIORGIO CAPRONI
Dicembre 1989